Capitolo 13.2 - Birthday Boy.
*
Kenma's POV
Un vortice di coriandoli mi arrivò dritto in faccia, facendomi sbilanciare verso dietro.
Uno strombazzare furioso mi invase, facendomi perdere il contatto con i miei pensieri.
Una voce, la più alta e starnazzante di tutte, si levava al di sopra del frastuono, con urli senza senso mentre si preparava ad un nuovo lancio di festoni.
Non ho il tempo di realizzare quello che sta succedendo intorno a me, poiché vengo strattonato da tutte le parti.
Un cappellino mi viene infilato in testa ed una trombetta mi viene messa nella bocca aperta, della quale non mi ero neanche accorto.
Metto a fuoco per bene la situazione in cui mi trovo:
Il mio soggiorno non era mai stato così pieno di gente, non era mai stato così decorato e non aveva mai avuto così tanta roba disposta sul tavolo infondo.
Qualcuno aveva tolto gli scatoloni, spostato i divani e tolto i suppellettili dei mobili.
Era stato appeso un festone di compleanno sulla libreria, alcuni palloncini erano stati gonfiati con l'elio per tanto, restavano in aria attaccati al soffitto.
Il pavimento era cosparso di coriandoli, ghirlande, e stelle filanti.
Sul mobile subito sulla destra c'erano delle bibite assieme a dei cartoni delle pizze.
Sul tavolo infondo ulteriori bevande, salatini e patatine assieme ad un piccolo buffet di dolci.
I miei occhi si riempirono di lacrime, una volta tolti i coriandoli dal viso, nel realizzare la scena che avevano davanti.
Davanti a me c'era un eccitatissimo Bokuto, con un cappellino di carta sulla testa, che urlava e si preparava all'apertura di un nuovo festone esplosivo.
Akaashi cercava di fermarlo, invano, dicendo che stava facendo troppo casino.
Lev continuava a strattonarmi urlando tanti auguri, switchando dal russo al giapponese all'inglese.
Shoyo saltava sul posto, mentre cercava di reggere una nervosissima Zelda, che non capiva nulla di quello che stesse accadendo.
Anche Zelda indossava un capellino, seppur in scala ridotta, di carta.
Tutti gli altri ragazzi del club di pallavolo erano disposti sullo sfondo, mentre fischiavano e battevano le mani.
Yaku, tra tutti, aveva una bottiglia in mano e si stava avvicinando a me, per farmela stappare.
C'erano davvero tutti.
Casa mia non era mai stata così piena.
Il mio soggiorno non ha mai ospitato così tanta gente.
Il mio cuore non è mai stato sul punto di esplodere, poiché non riuscisse a contenere la gioia prima d'ora.
Stropiccio gli occhi per assicurarmi che fosse tutto vero, che non fosse la mia ennesima allucinazione visiva.
Chiudo gli occhi e li riapro.
Ci sono ancora tutti.
Non riesco a contenermi, mi mordo con forza il labbro inferiore per non scoppiare in lacrime.
Mi viene messa in mano una bottiglia pronta allo strappo.
Il caos regna in questa stanza, un fischio nelle orecchie non mi permette di sentire nulla.
Ed io sono ancora sotto shock.
Bokuto non è mai stato così esaltato, non riesce a trovare un contegno.
La sua voce arriva fortissima, trapassandomi i timpani.
Non faceva che urlare, freneticamente: STAPPA STAPPA STAPPA!!!
Una volta stappata la bottiglia li sento tutti in coro urlare:
AUGURI!!!
Sono spaesato, non riesco a dire una parola.
Ripercorro con gli occhi ogni centimetro quadro del mio soggiorno.
Ci sono davvero tutti.
Tranne Kuroo.
Non riesco ad individuarlo da nessuna parte, eppure uno come lui non sarebbe difficile da riconoscere, anche in mezzo a quella confusione.
Il petto mi si stringe nel non ritrovare il suo viso in quello di nessuno dei presenti.
Non ci posso credere, ha davvero avuto il coraggio di fare una cosa del genere?
Lo stupore e la sorpresa sono immensi, così quanto la mia delusione e la mia tristezza nel non trovare anche Kuroo.
Forse pensava che non lo avrei voluto qui con tutti gli altri, forse pensava che non sarebbe stato il benvenuto.
Impossibile, se lo conosco almeno un po', non può davvero aver deciso di farsi da parte in questo giorno, sapendo che per molto tempo lui fu il mio unico invitato.
Non può davvero non esserci.
Continuavo a cercarlo dovunque, nella speranza di vedere dei scompigliati capelli neri apparire dietro un angolo.
Neanche la faccia concitata di Shoyo riusciva a distrarmi dalla mia forsennata ricerca, di quel gattaccio.
Finalmente lasciano libera Zelda, la quale fugge via spaventata nella mia camera da letto.
Shoyo mi viene incontro, con gli occhi lucidi e mi spinge a sedermi sul divano, spostato molto più indietro rispetto la sua collocazione normale.
Senza ancora essere riuscito a dire una parola, con i capelli pieni di coriandoli e quel buffo cappellino rosso e argentato in testa,-con dei gatti stampati sopra-, mi siedo.
Il tavolino più basso del soggiorno si trova davanti il divano, sul quale sono seduto da solo.
Guardo i volti di tutti senza capire che cosa stia per succedere.
Qualcuno spegne la luce, ci troviamo nuovamente in una semi oscurità.
I miei ospiti iniziano ad intonare una scanzonata "Happy Birthday", così stonata da sembrare quasi divertente.
Guardo Shoyo, il quale ci sta mettendo tutto se stesso.
Guardo Bokuto che sotto le gomitate di Akaashi cerca di abbassare il tono della sua voce.
Guardo Lev, che si porta una mano sul cuore, come se stesse cantando l'inno nazionale.
Una torta con tanto di candeline scenografiche entra dalla cucina fino al soggiorno, venendo a posarsi proprio davanti a me, in attesa di essere soffiata.
La persona che la porta, come se fosse cameriere d'altri tempi, è anche l'unica che prende posto assieme a me sul divano.
Sono tutti in piedi che cantano e battono le mani.
Ma solo uno, è seduto accanto a me.
Solo uno mi passa un braccio intorno le spalle e mi sorride.
Solo uno può, soffiare assieme a me queste 17 candeline, poiché è quello che ha sempre fatto.
Non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi, infuocati come le tremolanti fiamme delle candeline davanti a noi.
Seppur il suo viso sia nell'ombra, le sue iridi dorate risplendono come non le avevo mai viste fare.
La luce traballante delle candeline, riflette strane ombre sul suo viso, ma la sua espressione è inconfondibile.
Kuroo mi sorride, esortandomi a soffiare sopra la torta.
Nel mentre che soffio su quelle candeline è come se stessi spazzando via tutta la tristezza, tutta la rabbia, tutta la delusione, tutta la sofferenza di questi mesi.
Il suo braccio mi stringe sulle spalle, forte, come se mi stese urlando: sono qui.
Bokuto spara l'ennesimo festone di coriandoli nel mentre che le luci vengono riaperte ed io, inizio a realizzare quel che è successo.
<<Io... sono senza... grazie.>> dico imbarazzato.
<<KENMA MI DISPIACE DI AVERTI MENTITOOO!!!>> Shoyo si butta sul divano, tra le mie braccia, mentre inizia ad urlare di aver sofferto nel nascondermi la verità.
La torta viene tagliata e lasciata sul tavolino, nel mentre tutti iniziavano a stappare le bibite e a servirsi con il buffet che era stato allestito.
<<HEY FESTEGGIATO!>> Bokuto si inserisce tra me e Kuroo, costringendolo ad alzarsi.
Non è ancora il momento di parlare con lui, cosa che concorda con me.
Si alza dicendo che mi avrebbe portato qualcosa da mangiare.
Mi sento schiacciato da un lato da Shoyo e dall'altro da Bokuto.
Kuroo ritorna, porgendomi un piatto di tutte le mie cibarie preferite.
Non dice nulla, mi guarda neglio occhi tendendomi quel piatto.
Mentre lo afferro le nostre dita si sfiorano.
È reale, è lui... è qui.
Nel vederlo così da vicino, dopo l'ultima piazzata al ristorante, senza lo sguardo torvo ed irritato, mi fa avvertire un senso di nostalgia.
Non contava vederlo durante gli allenamenti, poiché cercavo sempre di stargli il più lontano possibile.
Non contava il vederlo di sfuggita nei corridoi, poiché cambiavo sempre strada.
Adesso era qui davanti a me e non avevo modo di distogliere lo sguardo, non potevo voltarmi ed andare via.
Costretto a sostenere il suo sguardo, dopo tutto questo tempo, mi smuove una commozione incredibile.
Mi era mancato terribilmente.
Non potevo odiarlo, nonostante ci fossi vicino parecchie volte.
Non potevo in alcun modo.
Nolente o volente faceva parte di me, della mia vita.
E per quanto mi avesse fatto soffrire, non riuscivo più a sopportare di stare senza di lui.
È stato al mio fianco per troppo tempo, per potermelo scrollare di dosso così all'improvviso.
Non ne ero capace.
Non volevo esserne capace.
Shoyo non fa che fotografie.
Akaashi e Bokuto non fanno altro che rimbeccarsi l'un l'altro, poiché il gufo continua a mangiare senza sosta.
Lev non fa altro che chiedere quando mi decida ad aprire i regali.
Tutti gli altri scherzano e ridono, raccontando storie ed aneddoti su di me e mimando la mia faccia quando sono entrato, stordito e confuso, nel soggiorno.
Mi parlano, mi rinnovano gli auguri e mi porgono sempre nuove cose da mangiare.
Ma io continuo a guardare di nascosto Kuroo, che appoggiato al tavolo delle bevande con un braccio attorno le spalle di Bokuto, chiacchierava animatamente.
I nostri sguardi ogni tanto si incrociavano, anche lui non riusciva a trattenersi dal guardare nella mia direzione.
Shoyo arriva nuovamente vicino a me, con la bocca piena, mentre inizia a parlarmi.
<<Avresti dovuto vedere la tua faccia prima Kenma!>> sorride.
<<Credo di averla ancora addosso, quella faccia.>> dico imbarazzato.
<<No era tipo una faccia così...>>
Shoyo sgrana gli occhi, iniziando a guardarsi intorno spaesato, con la bocca aperta.
Non posso fare a meno di ridere, assieme a lui.
Effettivamente era una faccia molto buffa.
Shoyo, a quel punto, posa una mano sulla mia coscia, nel mentre ride a crepapelle.
Un gesto improvviso, nel bel mezzo di una festa pomeridiana che mi fa sussultare.
Abbasso lo sguardo ed arrossisco inevitabilmente.
Mi sento imbarazzato dal mio modo di reagire al suo tocco, ma è più forte di me, non riesco a contenere il brivido che mi da sentirlo così vicino.
Nel giro di qualche secondo Kuroo sta torreggiando davanti a noi.
<<Oya oya, Chibi-Chan ti posso rubare un solo momento Kenma? Te lo riporto subito, lo prometto.>> dice mentre si fa una poco convincente croce sul cuore.
<<Ah ma... certo.>> dice lui, incapace di leggere l'espressione sul mio viso.
Non so per cosa essere più in imbarazzo, se la mia reazione di poco fa, per il suo contatto o se per il fatto che Kuroo mi abbia preso in disparte.
Si massaggia il ponte del naso con pollice ed indice, chiudendo gli occhi.
Sta scegliendo accuratamente le parole da dirmi.
<<Kenma...>> dice dopo un po'.
<<Kuroo.>> rispondo.
Prende un profondo respiro, mandando giù i suoi reali pensieri.
<<Io... ti piace la torta? L'ho fatta io, dopo 4 tentativi di basi bruciate e di creme smontate.>> dice alla fine.
Potrà anche provare a sorridere con la bocca, ma i suoi occhi celano una luce verde di gelosia.
Può essere che me lo stia immaginando, quella sua vena sul collo irrigidirsi.
Può essere che non abbia davvero notato, che stringeva forte il bicchiere che aveva in mano.
Può essere che fosse tutto nella mia testa.
<<Era buona, ma ho preferito la torta di mele.>> dico, guardandomi i calzini.
Si passa una mano nervosamente sul collo.
<<L'ha fatta mia madre. Ti manda gli auguri a proposito.>>
<<Mh, grazie.>>
Non fa in tempo a dire altro che ci sono subito tutti gli altri addosso.
Lui si ritrae, accettando di lasciarmi a Yaku, sollevando le mani in segno di colpevolezza.
<<Non te lo puoi tenere tutto per te.>> gli dice lui mentre mi riporta sul divano.
Il nostro confronto dovrà attendere.
Per il resto del pomeriggio non faccio altro che stare vicino a Shoyo, mentre mi parla per la terza volta di come sia stato difficile dirmi una bugia.
Di come l'idea di Kuroo gli sia piaciuta e di come si stia impegnando per renderla al meglio.
"Quindi è lui la mente dietro tutto ciò?"
Ogni scusa, per Kuroo, è buona per interrompere in qualche modo la mia conversazione con Shoyo.
Chiedendomi se volessi da bere.
Chiedendo a Shoyo se volesse qualcosa.
Spingendo un esaltassimo Bokuto sul divano.
Facendo arrivare un nervoso Akaashi a recuperarlo.
Era evidente, eppure mascherava con maestria i suoi tentativi di sabotaggio.
<<KENMA È IL MOMENTO DEI REGALI.
IL MIO PER PRIMO.>>
Arriva Lev, spinto da Kuroo ovviamente, con un pacchettino in mano, a sedersi tra me e Shoyo.
<<Ah... si...>> dico, accettando quel pacchetto.
Era confezionato alla perfezione, quasi mi dispiaceva disfarlo.
Dentro c'erano due cd con le colonne sonore di Joe Hisaishi.
Il primo disco era sulla colonna sonora del gioco Ni no Kuni, il secondo sulle sue opere più famose per lo Studio Ghibli.
Resto a bocca aperta, come poteva sapere che fosse uno dei miei compositori preferiti?
<<Allora non è fantastico?!>> dice, più eccitato di me.
<<Come facevi a sapere che...>> guardo tremante i cd e poi guardo lui, è impossibile che abbia azzeccato un regalo del genere.
<<Bhe Kuroo mi ha d...>> prontamente il corvino gli tappa la bocca.
<<Apri anche gli altri Kenma.>> si affretta a dire, trascinando Lev via dal divano.
Anche Bokuto e Akaashi mi porgono un regalo, decisamente meno ben impacchettato di quello di Lev.
Il Board Game di Dark Souls.
<< ODDIO RAGAZZI!!!>> non riesco a trattenermi dall'urlare.
Non ne avevo ancora parlato con nessuno, men che meno con loro due.
C'era solo una persona che poteva saperlo, proprio quella persona che stava guardando altrove non appena ha incrociato il mio sguardo.
Shoyo mi lascia l'ultimo pass di espansione di World Of Warcraft.
Neanche lui poteva sapere che era uscito da soli 3 giorni.
Yaku lascia delle ginocchiere e gomitiere nuove di zecca, assieme ad una nuova borsa da palestra.
Non so quanto fosse evidente il mio bisogno di una nuova borsa.
Gli altri lasciano un nuovo dissipatore, un nuovo tappetino per mouse, una cover con batteria integrata per il mio telefono.
Nessuno di loro poteva sapere che avessi bisogno o che desiderassi quella roba.
Per finire, Kuroo mi mette un enorme pacco regalo sulle ginocchia da dietro, non ho bisogno di scartarlo per capire di che cosa si tratti.
Mi volto verso di lui, per guardarlo negli occhi.
<<È ciò che penso?>>
Lui alza le spalle.
<<Puoi aprirlo dopo se preferisci.>>
So esattamente cosa c'è al suo interno, così lo metto da parte, tornando a parlare con i ragazzi.
Intorno alle 20:30 Shoyo annuncia di avere il treno di ritorno, così come tutti gli altri decidono di tornare a casa.
Solo Bokuto insiste per voler restare di più.
<<INIZIAMO UNA PARTITA AL GIOCO KENMA!>> urla, alzando le mani in aria.
<<No, Bokuto andiamo a casa.>> Akaashi lo trattiene da un braccio, per non farlo fiondare nuovamente in soggiorno.
<<Ma è presto, non è ancora finita la festa!>> protesta lui.
<<Puoi... potete tornare quando volete, così giocheremo.>> dico.
È la prima volta che li invito a casa mia, di mia iniziativa.
Bokuto sorride e mi solleva in un caloroso abbraccio di saluti.
<<Non puliamo quel casino Akaashi?>> dice poi, rivolgendosi all'altro.
Akaashi gli tira un pizzicotto.
<<Sono certo che Kenma saprà come sistemare il suo soggiorno, adesso andiamo Bokuto.>> gli dice mentre lo spinge via.
Come un dejavù, li vedo allontanarsi dalla mia palazzina, mentre Bokuto saluta rumorosamente con mano, continuando ad urlare "tanti auguri" fino a quando non escono dal mio campo visivo.
Mi chiudo la porta alle spalle, sapendo di essere osservato.
Sospiro.
Kuroo è appoggiato allo stipite della porta del soggiorno e mi guarda, speranzoso.
C'è un breve silenzio tra di noi, dopodiché prendo la parola.
<<L'hai organizzata tu?>>
<<Mh-mh>> risponde.
<<E allora adesso rimetti in ordine.>> gli dico, superandolo ed andando a sedermi sul divano.
Prendo in braccio il suo regalo ed inizio a scartarlo.
<<Non vedevo l'ora.>> sorride, raggiungendomi nella stanza.
Come pensavo il suo regalo è una nuova Nintendo Switch.
Non so come reagire: ripenso al perché la vecchia si è rotta, ripenso al perché io non l'abbia voluta prima, ripenso al perché abbia rimandato così tanto l'acquisto di una nuova.
Sono contrariato, ma non riesco ad arrabbiarmi nuovamente con lui.
<<Avrai speso più del dovuto.>> gli dico.
<<Però... grazie.>> aggiungo.
Lui mi guarda, fermo sulla porta del soggiorno.
<<In realtà ho un'altra cosa per te.
Questa... questa non è il tuo regalo.
Questa è una prima proposta di pace.
Se attendi solo un momento... vado a prenderlo.>>
Dice mentre si infila la giacca ed esce di casa.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top