Capitolo 10 - L'arte del seduttore.
*
Kenma's POV
Mi sciacquo il viso con l'acqua fredda, cercando di mantenere la calma.
"Se ci pensi, razionalmente, non può essere."
Prendo un profondo respiro, e mi guardo allo specchio.
È più patetico il modo in cui sto tremando, piuttosto che il fatto che abbia davvero scambiato la voce di una persona qualunque, per Kuroo.
"Lo sai bene, era una delle sue arringhe sui sentimenti e sulla scienza."
Scuoto la testa, cercando di mettere a tacere i miei pensieri.
Non era Kuroo.
Era solo una voce di una persona che non conosco, che stava dicendo qualcosa che anche Kuroo potrebbe dire.
Non è l'unica persona al mondo, che direbbe una cosa del genere, per abbordare una ragazza.
Vero?
L'ho sentito così tante volte, usare paroloni e concetti scientifici per insinuarsi tra le cosce di una ragazza, che davvero mi viene difficile pensare che esista un'altra persona in grado di manipolare e padroneggiare quest'arte, come lui.
Figuriamoci meglio.
Parla di reazioni, di legami, di formule che possono riassumere, secondo lui, la scienza dell'innamoramento.
Tra una risatina ed un' ammiccata, mentre magari si lecca le labbra, fa un'osservazione sulla ragazza che ha di fronte.
Questa ride in preda all'imbarazzo e allora lui inizia a spiegare la vasodilatazione dei capillari superficiali nelle guance; ti parla del perché l'adrenalina viene liberata nelle tue vene e del perché ti senti accaldata.
Sarebbe molto più semplice dire: è arrossita!
Ma non ci sarebbe gusto, altrimenti, non per uno come Kuroo.
A questo punto infila una nuova battuta.
Guardando la sua preda con fare seducente.
Lei ride, inevitabilmente, mente lo sta già spogliando con gli occhi.
Lui,- nutrendosi di questi sguardi-, rincara la dose, iniziando a parlare delle reazioni chimiche all'interno del cervello che ci fanno sentire: felici, tristi o innamorati.
Generalmente le ragazze sono già convinte di fare sesso con lui, non appena lui dice:
"Ciao, piacere di conoscerti gattina."
Ma a lui piace dare spettacolo di se, gli piace mostrarsi un abile seduttore, così come un intellettuale ed un tipo divertente.
E riesce benissimo: poiché le seduce mentre le fa ridere, nel mentre dice cose di cui la maggior parte di loro non capisce assolutamente nulla.
E così le loro mutandine si bagnano e più si bagnano, più lui tesse la sua ragnatela intorno loro.
E senza sapere come, si ritrovano a cavalcioni sopra di lui per poi ritrovarsi, improvvisamente da sole.
Prendo un respiro.
Sarà solo una coincidenza.
Mi ero imposto di non pensare più a Kuroo in qualsiasi momento della mia giornata, devo cercare di essere un minimo onesto con me stesso.
Esco dal bagno, accompagnato di nuovo da quella fastidiosa risatina femminile.
Come se si stesse trattenendo dal buttarsi tra le braccia della persona che ha difronte.
I nostri piatti sono già sul tavolo e Shoyo stava scattando alcune foto, approfittando della mia assenza.
Sobbalza sul posto quando mi vede tornare, con un lieve velo di imbarazzo sul viso.
<<Ecco io... non ho mai visto dei piatti così belli...>> si giustifica innocentemente.
Il suo viso imbarazzato dissipa i miei dubbi, fa distendere le rughe d'espressione sul mio volto.
"Effetto Shoyo, ancora una volta."
<<Non vedo l'ora di mostrarle a Kageyama queste foto! Ho preso pure un piccolo regalo per lui.
Non che ne se faccia molto ultimamente... ma è per fargli capire che penso a lui, che lo penso sempre.>> dice tutto d'un fiato, mentre si fionda con le bacchette sui primi pezzi.
Che fortuna sfacciata, Kageyama.
Credo che tu sia l'uomo più fortunato sulla faccia della Terra, ad avere al tuo fianco una persona come Shoyo.
Mi sento immediatamente in colpa, poiché penso che mentre io sono qui ad invidiare lui; lui è in ospedale a non potersi godere il viso allegro del suo fidanzato.
<<Fai bene, sarà sicuramente felice.>> gli dico, come per fare ammenda dei miei pensieri.
Shoyo sorride, nonostante la bocca piena.
<<Lo pensi davvero?!>>
<< Mi sembra ovvio. Chi non lo sarebbe?>>
Gli occhi di Shoyo brillano, mentre inizia a parlare nuovamente di Kageyama.
Intervallando il discorso con commenti ed apprezzamenti sui piatti che sta mangiando.
Potrei stare ad ascoltarlo per ore, senza stancarmi, nonostante mi stia parlando di un altro uomo.
<<Questo...>> dico, indicando un ultimo pezzo di sushi nel suo piatto.
<<Non intingerlo nella salsa. Si tratta della parte più buona del tonno, qui poi, è davvero sublime. Mangialo così, senza alterarne il sapore... almeno per una prima volta.>>
Shoyo lo mangia, mandando indietro gli occhi.
<<È una goduria Kenma, avevi ragione.>>
Non posso fare a meno di arrossire leggermente.
Il nostro pranzo prosegue con un dolce, che Shoyo voleva assaggiare.
Io sono così pieno da non riuscire neanche a guardarlo mangiare ancora.
Per quanto parla, forse è ancora poco tutto il cibo che ha ingurgitato.
<<Kenma, ti prego assaggia!! È così buono!>> mi dice, ad ogni boccone che porta alla bocca.
Dal canto mio, avevo già estratto il telefono per fare le mie quest giornaliere su Clash Of Clans.
<<Come se avessi accettato Shoyo, davvero sono pieno.>>
Lui insiste, con rinnovata pressione ad ogni cucchiaio.
<<Ti prego, ti prego!>> supplica.
Sollevo lo sguardo e lo vedo che si protende verso di me, con un cucchiaino pieno di quello che stava mangiando.
Non so davvero cosa fosse più appetitoso in quel momento: se Shoyo, con il suo viso in preda all'estasi da golosità o se effettivamente quel cucchiaio.
Forse avrei dovuto afferrarlo con la mano e portarmelo alla bocca.
Forse avrei dovuto far ascolto alla parte di me che diceva:
"No Kenma, non puoi lasciarti imboccare da un ragazzo fidanzato. Non puoi assolutamente accettare quel cucchiaio nella tua bocca da lui."
Ma alla fine cedo, debole e privo di volontà, alla parte che mi dice di prendere quel cucchiaino direttamente con la bocca.
"Te lo sta offrendo, lo puoi prendere. È solo un cucchiaino pieno di una crema e dei pezzetti di frutta, che Shoyo sta cercando in tutti i modi di farti assaggiare."
Finirò all'inferno per questo e tantissimi altri motivi, e ci finirò proprio perché sarà Kageyama a strangolarmi con le sue stesse mani.
Mi allungo leggermente anche io, cercando di contenere il rossore sul mio viso, mentre apro la bocca su quel cucchiaino, che fino a poco fa Shoyo stesso ha messo nella sua.
Il contenuto era effettivamente buono, ma non so se fosse complice il pensiero che quello fosse anche il sapore della persona che avevo davanti.
<<AH?! Che state facendo?!?>>
Una voce si trattiene dal ringhiare di rabbia, alle nostre spalle.
Non ho bisogno di alzare lo sguardo per sapere a chi appartiene quel verso animalesco.
Shoyo volge il capo alla sua sinistra, io lo seguo, fino a quando non mi ritrovo puntate addosso due pupille strette come fenditure.
Impenetrabili come le mura dorate dietro le quali sono trincerate.
Un primo impulso di abbassare lo sguardo mi perturba, ma alle spalle di quel gatto arruffato, c'era davvero l'ultima persona che mi aspettassi di vedere in sua compagnia:
"È ancor peggio di quel che potessi immaginare."
Rika stava alle sue spalle, rossa in viso, con un abitino abbastanza succinto da mettere in mostra il suo prosperoso seno.
<<Ciao.>> dico secco, sostenendo il suo sguardo.
Shoyo apre la bocca, guardando prima me e poi Kuroo, palesemente fuori di se.
<<Ehi, ciao.>> si accoda, titubante.
Kuroo posa una mano sul nostro tavolo, senza neanche rivolgere uno sguardo a Shoyo, continuando a riversare la sua rabbia nuovamente su di me.
<<Che cosa ci fai qui... con lui??>> mi sussurra, chinandosi leggermente verso di me.
La flessione che imprime alla parola "lui" è quasi dispregiativa.
Il suo alito sa di Sakè.
Complimenti, hai scelto quello costoso per lo meno, per il vostro primo appuntamento?
<<Non sono affari che ti riguardano. Adesso spostati.>>
Posso vedere come sono tesi i muscoli del suo collo.
Se fossimo stati da soli sono certo che non si sarebbe risparmiato dallo schiaffeggiarmi.
<<Non hai risposto...>> inizia a dire.
<< Potrei chiederti la stessa cosa, cosa ci fai qui con lei?>> dico, spostando rapidamente lo sguardo su una Rika, abbastanza imbarazzata.
<<Mi stai provocando... di nuovo. Ti ho chiesto che cosa stai combinando?!>>. Dice, avvicinandosi ancora.
<<Kuroo, stai dando uno spettacolo pietoso di te stesso. Se non te ne vai, adesso, andremo via noi.>> gli dico, sentendo come mi pizzicano gli occhi per le lacrime che vorrebbero uscire.
Solleva la mano dal tavolo, stringendola in un pugno.
Già la sento sbattere sul nostro posto, ma stranamente si trattiene.
Contrae la mascella e mi rivolge uno sguardo carico di rabbia furiosa.
<<Molto bene. Buona... continuazione.>>
Per la prima volta fa un cenno di testa anche a Shoyo, il quale era rimasto immobile fino a quel momento, trattenendo il respiro.
Kuroo prende una busta che aveva poggiato a terra e se ne va, seguito da un'impacciatissima Rika.
Lei mi rivolge solo uno sguardo che io ignoro.
Concentro invece la mia attenzione sulla persona seduta difronte a me.
<<Sei ancora sicuro che vuoi andare a parlargli?>> dico, prendendo un sorso d'acqua.
Mi sento tremare tutto, dall'interno, e necessito di ristorare la mia gola secca ed in fiamme.
Gli ho tenuto testa con le parole, ma il mio fisico è come se fosse stato sottomesso dalla sua sola presenza.
<<Kenma... ma... perché è così arrabbiato? Ho temuto che ti avrebbe picchiato.>>
Già, e lo avrebbe fatto se non fossimo stati in pubblico.
Alzo le spalle per risposta.
<<Chi lo sa, lo hai visto no? Ti sembra una persona che vuole ricucire un rapporto, quella?>> dico, mentre chiedo il conto alla cameriera che ci aveva servito.
Shoyo scuote la testa, restando pensieroso per un po'.
<<Posso dire una cosa strana?>> fa ad un certo punto.
Io lo guardo, temendo su che cosa potesse dire.
<< È come se... come se fosse geloso di me. Lo so, non ha senso, ma mi ha dato questa impressione.>>
Dice, sorridendo.
Non c'è molto da sorridere Shoyo, perché Kuroo è annebbiato dalla gelosia e dalla rabbia, in questo momento.
E non capisco perché, essendo che io e lui siamo venuti in questo luogo diverse volte.
"La genesi di tutto non può essere stato quell'abbraccio. Mi rifiuto di crederci."
<<Già, non ha senso. Lui era qui con la sua... come chiamarla... nuova accompagnatrice. Lei è la Rika di cui ti avevo parlato.>> rispondo, cercando di distogliere i pensieri di Shoyo da quella pericolosa affermazione.
Lui apre ancora una volta la bocca, sorpreso.
<<Quindi adesso si frequentano?!>>
<<A quanto pare.>>
Mi alzo per andare a pagare con la carta il nostro pranzo.
Usciamo dal locale che sono le 15:58.
Ci abbiamo messo più del previsto, tra chiacchiere e servizio lento, poiché necessario alla degustazione del pesce che offrono.
<<Kenma, sono sicuro che tu abbia speso un capitale in quel ristorante...>> dice imbarazzato.
" Solo 42000¥, ieri ho speso circa la stessa somma per la mia gatta, Shoyo. Per te avrei speso anche molto di più."
<<Nah, non ci pensare. Piuttosto, ti è piaciuto?>>
<<Tantissimo, non è stato un pasto... è stata un'esperienza !! >> mi risponde ancora in preda all'eccitazione.
<<Vero? Per questo mi piace. Il pesce è davvero buono.>>
Mi accompagna a casa, dicendo che preferiva avviarsi verso la sua destinazione, essendo che lo attendeva più di un'ora di viaggio.
Ci teneva ad arrivare in anticipo per non perdere neanche un momento in compagnia del suo alzatore.
Annuisco a malincuore.
Avrei voluto più tempo a mia disposizione, ma capisco che già ne ho abusato fin troppo.
Ci salutiamo, con la promessa di rivederci presto.
<<Sicuramente sarò qui giorno 16. È il minimo che io possa fare per ringraziarti.>> mi dice, mentre scende le scale, salutandomi energicamente con la mano.
"Oh già, il mio compleanno è quasi alle porte."
Richiudo la porta di casa alle spalle, mentre prendo Zelda in braccio e mi dirigo verso la mia camera da letto.
Mi sdraio, sfinito per l'intensa camminata di oggi.
Ripercorro mentalmente le espressioni di Shoyo che ho salvato nella mia memoria.
Ripenso anche agli occhi infuocati di Kuroo.
Sospiro.
Doveva andare così, altrimenti avrebbe sfruttato quest'occasione per sentirsi in colpa e scusarsi.
Ed invece eccolo nuovamente ad aggredirmi.
Per giunta in compagnia di quella troietta di Rika.
Come fa, a volerla vedere nuovamente, dopo che è stata effettivamente una delle motivazioni che ci hanno spinto a litigare?
Zelda salta sul letto, cercando nuove coccole da parte mia.
<<Vieni qui, Principessa Zelda. Scusa se ti ho detto che eri grassa.>> le dico mentre la riempio di baci.
La stringo a me ancora un po', fino a quando non mi rialzo, decidendo di riprendere la creazione della casa su Minecraft, da dove mi ero interrotto ieri sera.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top