27

Stavo sfogliando le foto di me e mia nonna Hannah sul mio laptop, seduta sul mio letto, la schiena contro la testiera, indosso ancora l'abito da funerale, quando mio padre entrò nella mia stanza ed io mi costrinsi ad asciugarmi le lacrime e chiudere il PC. Lui si sedette al mio fianco ed allungò le gambe sul materasso; si era tolto la cravatta ed aveva slacciato i primi due bottoni della camicia in un'aria sbarazzina che non gli si addiceva, o forse semplicemente a cui non ero abituata. Ricordai ciò che mi aveva detto mia madre sulla loro storia al liceo ed in quel momento capii cosa l'aveva colpita di papà: lui era un bell'uomo pieno di charm e credo che da più giovane fosse ancora più affascinante. Adesso ce lo vedevo, a fare il rubacuori.
«Come stai, Candice?» mi chiese con tono stanco.
Mi strinsi nelle spalle. «Come dovrei sentirmi?»
Annuì e mi passò un braccio attorno al busto per invitarmi a poggiare la testa sulla sua spalla. «Tua nonna era una grande donna. Ricordo un giorno che marinai la scuola: avrei dovuto presentare un progetto con alcuni compagni di corso che, non vedendomi arrivare con le carte del lavoro, vennero a casa mia a chiedere di me a mia madre, che rispose subito, convinta "Oliver è a scuola!"» Si interruppe per prorompere in una breve risata. «Quel pomeriggio mi fece passare tutto il tempo a studiare sul pavimento del salotto, mentre faceva il lavoro a maglia, per tenermi d'occhio.»
Ridacchiai per l'aneddoto, pronta perché ne raccontasse uno nuovo.
«Tua nonna odiava tua madre, sai? Sì, mi torna alla mente quando si conobbero: "Tu sei quella che fa saltare la scuola a mio figlio", fu la prima cosa che disse. E ogni volta che la nominavo mia madre assumeva un'espressione disperata, come a pregarmi di smetterla di darle fastidio anche solo con il nome di Michelle. Mia madre certe cose se le legava al dito.» Si rigirò la fede nuziale attorno al dito e continuò: «Quando le dissi che l'avrei sposata mi dette del folle. "Perché mai vorresti sposarti? E perché mai con lei?" Ah, lei in realtà non voleva che me ne andassi di casa, aveva già sofferto la mia mancanza ai tempi dell'università. Però, quando le dissi che Michelle aveva detto "sì", non trattenne un sorriso soddisfatto. La vedevo, mentre mio padre mi dava le pacche sulla spalla più forti della mia vita: era visibilmente contenta.»
«C'è per caso un motivo per cui mi stai raccontando queste cose, papà?» mi insospettii. «Non che non mi facciano piacere, ovviamente.»
«È che ripensare a tua nonna e alla sua felicità quando le dissi che mi sarei sposato, che tua madre aveva detto di sì, mi fa pensare a quanto io sia stato un pessimo genitore.»
«Avanti, cos'avete tutti, negli ultimi tempi?» mi lamentai. «Anche mamma me lo ha detto.»
«Ascoltami, per favore. Io so di non essere stato un buon padre, ma voglio rimediare. Mia madre odiava Michelle, ma non mi ha mai imposto di sposare qualcun'altra. Non mi ha mai vietato di vederla, non mi ha mai imposto chi amare. Tutte cose che io ho fatto, sbagliando. In realtà, sospetto che fosse mia madre a mettermi i preservativi nel comodino, quando le dicevo che avremmo ospitato Michelle.»
«Se lei fosse qui ti direbbe che erano gesti di odio anche quelli» replicai ridacchiando. «Così non avrebbe avuto "i marmocchi di quella tipa" a cui badare.»
«È probabile» confermò con un sorriso triste. «Fatto sta che io ho sbagliato su tutti i fronti. Non ho pensato ai tuoi sentimenti come mia madre fece con me e ho sbagliato, Candice, mi dispiace così tanto. A un mese dal matrimonio non posso dirti di annullare tutto, ma posso rimediare dandoti un consiglio.»
«Papà, cosa stai dicendo?» chiesi confusa. «"Annullare tutto"?»
«Sì, sai, il matrimonio. È un'idea sbagliata sin dal principio. Io non posso annullarlo, è troppo tardi, ma tu puoi dire di no. Alla domanda "Vuoi tu, Candice Neil, prendere Louis Brooks come tuo sposo?" puoi dire di no.»
«Non lo so, papà» sussurrai, pensando a quanto avrebbe spezzato il cuore di Louis.
«Tu non... Non ami Dylan?» chiese, più confuso di me.
«E tu come lo sai?»
«Tua madre spettegola a voce troppo alta.»
«Io... Papà, Dylan ha fatto un casino. Io ho fatto un casino. Non so più che fare.»
«Cos'è successo?» indagò.
«Dylan ha messo incinta la sua ex ed io, siccome dovrei sposare Louis, be'... Hai capito, papà, avanti! Insomma, io non so cosa fare, non so nemmeno se amo Louis, se amo Dylan, cosa fare con Dylan, ora che sarà il padre di un bambino non mio... Che casino!» mi lamentai.
«A questo punto non capisco se il matrimonio sia una disgrazia o una manna dal cielo. Forse potrebbe essere la soluzione, addirittura» commentò. «Almeno non dovresti avere così tanti ragazzi attorno.»
«La mamma una volta mi ha detto che aver avuto tanti ragazzi sbagliati le ha fatto capire che tu eri quello giusto» dissi sovrappensiero, ripensando a quella conversazione avvenuta in tempi non sospetti.
«Ha davvero detto così?» mi chiese con un sorrisetto divertito.
Annuii e mio padre mi baciò il capo, prima di mormorare: «Tu sai cosa è giusto per te.»
E forse sì, aveva ragione. Forse, nel profondo, sapevo cosa fosse giusto per me.

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