18

Il freddo ci sferzava il volto, l'umidità ci gelava il sudore sulla schiena. Comunque arrivammo a piedi alla stazione Broadway-Lafayette e prendemmo la metro delle 23:18 che ci portò a due minuti dal Mehanata Bulgarian Bar in Ludlow Street, un locale notturno che conosceva Dana. La musica si sentiva rimbombare sin da fuori e non era nemmeno mezzanotte. Pagammo l'ingresso dopo aver buttato le bottiglie di vodka, anche se ancora piene a metà, lasciammo le borse nel guardaroba e corremmo a prenderci un altro drink, prima di buttarci in pista e muovere i fianchi fino a toccare il pavimento con il sedere. Eravamo fuori di testa, completamente andate. Completamente ubriache. Non ricordo quanta tequila bevvi in quella discoteca, ma non era affatto poca.
«Candice» mi sentii chiamare a quelle che saranno state cosa, le due di notte, le tre? Ma sì, forse le quattro, il sole iniziò a sorgere giusto quando tornai a casa. Che poi, quella non era casa mia, non lo era mai stata, eppure avevo già preso l'abitudine di chiamarla come tale. Quando mi voltai, trovai Louis a guardarmi con il disappunto negli occhi.
«Ciao!» lo salutai allegra. No, non allegra. Ubriaca fradicia.
«Ti va di prendere una boccata d'aria?» urlò per sovrastare la musica.
«No, l'autostima alle stelle e il culo a terra! Dana, era così quel detto argentino?»
«¡Es español, mi amor!» rispose la diretta interessata senza smettere di ballare.
«Non ho capito un cazzo» confessai a Louis, ridendo.
«Ti prego» insistette, porgendomi la mano. La afferrai e lasciai che mi portasse fuori, prima di accostarmi al muro e spingerlo verso di me per baciarlo. «Sei ubriaca» affermò, tentando di fermarsi.
«Ma no» replicai, scoppiando a ridere come una cretina. Mi tolsi le scarpe con un lamento e per poco non caddi dal poco equilibrio dato dalla sbronza. L'asfalto era umido e stava iniziando a piovere.
«Candice, ti ho cercata per tutta New York» mi informò Louis, sorreggendomi. «Sei scomparsa per quasi cinque ore, si può sapere che ti è saltato per la testa? E non rispondevi nemmeno al cellulare, Cristo, ero preoccupato.» Era visibilmente scosso e arrabbiato, ma mantenne il suo tono pacato e premuroso per non farmi venire il mal di testa.
«Emancipazione femminile» biascicai, sentendo i capelli iniziare ad attaccarsi al mio collo per la pioggia che aumentava di attimo in attimo. «Voi maschi quando siete depressi bevete e scopate e vi ubriacate... L'ho già detto?»
«Bimba, stai bene?»
«No che non sto bene. Sono stata tradita, Dylan ha messo incinta la sua ex e tu mi odi.»
«Io non ti odio» mi rassicurò.
«Sì, mi odi perché io amo ancora Dylan, ma voglio scopare con te. Oddio, che casino. Mi scoppia la testa.»
«Io non ti odio» ripeté serio. «Candice, io...»
Alzai lo sguardo su di lui. Davvero, mi faceva male la testa se tentavo di concentrarmi su tutti i problemi che l'alcol stava provando a scacciare. Inoltre, la pioggia che batteva sulla mia pelle nuda del volto, delle gambe e dei piedi mi dava fastidio ed ero a tanto così dallo sclerare. «Tu?» lo incitai.
Louis pensava che non me lo sarei ricordato, quello che stava per dire. Per questo lo disse. E all'inizio no, non lo ricordai. Solo ripensandoci adesso, a distanza di anni, ho dei vaghi ricordi di quelle parole. Le sentii di nuovo, con il tempo, perciò ricordo che il suono delle sue parole quella notte era molto simile a quello che mi avrebbe detto anche in futuro. Perché Louis mi amava. Louis mi amava davvero. Lui lo pensava e lo sentiva sul serio. Ed io gli avrei fatto solo del male, e non solo quella notte.
«Io ti amo» sussurrò.
Ero ubriaca, ovviamente. Da sobria non l'avrei mai fatto, avrei capito che gli avrebbe inflitto solo dolore, come lo aveva fatto a me quando Dylan mi aveva detto quelle parole. «Tu non puoi amarmi» replicai. «Nessuno mi ama.»
«Sì, invece. Helena ti ama, Candice, tua madre ti ama, io ti amo...»
«L'ultima volta che qualcuno mi ha detto di amarmi mi ha tradita con la sua ex. Era una menzogna. Se per amore devo soffrire, allora non voglio né amare, né essere amata.»
«È troppo tardi» disse a bassa voce, scacciando i capelli che gli si attaccavano alla fronte con un gesto della mano.
«No» insistetti, sul punto di piangere. Mi portai le braccia al petto in segno di difesa come una bambina e mi voltai verso la strada sulle cui pozzanghere battevano le gocce dell'inizio di un acquazzone; ero sul punto di andarmene. «Non farlo, non amarmi, Louis, non far del male a entrambi.»
«L'amore non fa male, non quello vero» tentò di convincermi, prendendomi per le spalle.
«Invece è quello che distrugge più di tutti.»
Attraversai la strada, instabile a causa dell'alcol, e lui ovviamente mi raggiunse con poche falcate. Eravamo nel mezzo della carreggiata, era notte fonda e diluviava. Se fosse arrivata una macchina non avrebbe fatto in tempo a fermarsi e saremmo stati investiti entrambi.
«Almeno lascia che ti riaccompagni a casa» mormorò, gli occhi puntati nei miei.
«Louis...»
«Non rischierò che ti succeda qualcosa nel mezzo della notte, da ubriaca e con quel vestito, non solo perché tu non vuoi venire a casa con me» mi interruppe.
«Cos'ha il mio vestito?» mi offesi, guardandomi. Ero zuppa dalla testa ai piedi, avevo freddo, ero a piedi nudi sulla strada e rischiavo di essere investita, però ero ubriaca e l'unico pensiero che mi correva da una parte all'altra della testa come un'auto da rally era: "Perché a Louis Brooks non piace il mio vestito?". «Pensavo ti piacesse.»
Si asciugò vanamente il volto con una mano e alzò lo sguardo al cielo. «Certo che mi piace, bimba, per questo non posso lasciarti tornare da sola.» Posò le mani sui miei fianchi e mi avvicinò a sé. «Perché sei maledettamente sexy e qualcuno con cattive intenzioni potrebbe farti del male.»
«E tu che intenzioni hai?» chiesi, premendo il mio petto contro il suo.
Lo so, prima gli dicevo che non poteva amarmi, di starmi lontano, che ci saremmo fatti del male a vicenda e poi facevo la gatta morta con lui. Ero ubriaca, va bene? E comunque, il mattino seguente non ricordai niente se non di essermi presa una bella sbronza con le amiche. La tequila e la vodka non fanno un bell'effetto, se mischiate.
«Non provarci» sussurrò. «Sei ubriaca e non ho intenzione di approfittarne.»
«Okay» cedetti, ma solo per il momento.

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