30

Aprii la porta di casa e sorrisi, trovandomi di fronte alla famiglia Brooks al completo. Davanti a tutti, la donna di casa, Selena, seguita in questo esatto ordine da: Michael, Louis, Jessica, Dylan e Mark. Tutti i componenti della famiglia mi lasciarono un bacio sulla guancia, eccezion fatta per i bambini, che mi regalarono anche un forte abbraccio, come se non fosse la prima volta che ci vedevamo.
«Quindi tu sei la ragazza con cui Dylan fa l'amore» mi sussurrò Jessica, ma suo fratello maggiore, dietro di lei, la sentì e la spinse in avanti per le spalle.
«Perdonala, qualsiasi cosa dica» mi disse Dylan.
«Figurati» mormorai, in imbarazzo.
«Sei bellissima, comunque.»
«Grazie, anche tu.»
In realtà indossavo un semplice abito a tubino color crema dalla scollatura a girocollo ed una cintura attorno alla vita; mi ero truccata molto poco e ai piedi calzavo delle décolleté in camoscio nude.
«Su due volte che ci incontriamo, è già la seconda volta che la tua bellezza mi sconvolge, Candice» si complimentò con me Louis.
«Io...» balbettai in difficoltà. «Cielo, grazie.»
«Grazie a te» rispose con un occhiolino.
Lo charme dei Brooks gli scorreva nel sangue tanto quanto scorreva in quello di Dylan: Louis era dannatamente bello e ne era consapevole. Non stentavo a credere che tutte le fanciulle della città gli cadessero ai piedi e non si rifiutassero nemmeno un istante di entrare tra le lenzuola del suo letto, ma Louis aveva una certa eleganza, del genere che non sbandierava le sue avventure a chiunque, preferiva tenersi gli affari intimi per sé, conscio dei riflettori dei paparazzi che non voleva attorno. Usava quell'atteggiamento, quello dell'uomo che ti corteggia e poi chissà. Lanciava la palla ed aspettava semplicemente che il gioco iniziasse, senza alcuna strategia, senza alcun trucchetto. Non potevo non chiedermi come sarebbe stato, essere nella sua vita. Chissà cosa gli passava per la testa, chissà cosa nascondeva sotto al portamento da uomo maturo.
Ero certa che se Louis non avesse avuto la fila di ragazze pronte a farsi corrompere con un complimento, io avrei visto una balenottera azzurra con un corno nuotare su un arcobaleno, esattamente sopra alle nostre teste. E se la meritava tutta, quella fila: chi avrebbe mai potuto resistere a quel fascino donato dal gessato, a quegli occhi chiari, a quella mascella squadrata?
Venni riportata alla realtà da mia madre, che mi chiamò dalla cucina per lasciare da soli per un po' gli uomini, che già si erano seduti al nostro tavolo da pranzo, mentre io, mia madre, Selena ed i gemelli chiacchieravamo di fronte al forno, dove cuoceva l'arrosto.
Lanciai uno sguardo a Dylan dalla porta all'inglese e notai che mi stava già guardando con un sorriso che ricambiai.
«Sai, Candice,» mi disse sua madre, attirando la mia attenzione, «mio figlio è diventato un'altra persona, negli ultimi tempi. Una persona migliore. Un uomo migliore. Sarei felice se sapessi che è stata una ragazza a farlo cambiare.»
Arrossii violentemente e guardai di sbieco mia madre, che rideva sotto i baffi: avevo come l'impressione che quelle donne si fossero parlate spesso, e che si fossero dette tutto. «Parli chiaro, Selena» la invitai. «Non mi piacciono i giri di parole.»
«Da quando Michelle mi ha detto che tu e Dylan avevate una relazione ho iniziato a notare di più il suo comportamento. Usciva di casa la sera e tornava sconsolato, durante il giorno si concentrava di più sulla scuola e quando non aveva niente da fare non stava bene. Poi qualche giorno fa è tornato felice da una delle sue passeggiate serali ed i giorni successivi sembrava... speranzoso» esitò per trovare la parola giusta. «Sì, speranzoso, direi. E dopo la cena di beneficenza era addirittura raggiante. Non ho mai visto mio figlio così felice. Si comporta meglio, in casa, litiga meno con Louis... È successo qualcosa?»
«Abbiamo...» Cercai un modo convenzionale di dirle quello che io e suo figlio avevamo fatto, la sera in questione. «Appianato le nostre divergenze. Ci siamo ritrovati, credo.»
«Be', qualsiasi cosa abbiate realmente fatto che evidentemente non vuoi o non puoi dirmi, Candice, continua così. Se mio figlio sta bene con te, farò di tutto perché questa cena vada a buon fine.»
«A proposito, voi sapete perché papà ha organizzato questa cena?»
«Per quel discorso di cui abbiamo parlato, tesoro» mi rispose mia madre. «Per... il tuo matrimonio.»
La flûte di champagne che avevo in mano da sorseggiare come aperitivo mi scivolò tra le dita inermi dello shock e solo quando si frantumò a terra mi resi conto di ciò che avevo fatto. «Oddio, mi dispiace» mi affrettai a dire.
Invitai i bambini ad uscire dalla cucina proprio quando gli uomini entrarono per controllare cosa fosse successo. Dylan in particolare mi guardava con sguardo preoccupato ed interrogativo mentre aiutavo mia madre a raccogliere i resti del bicchiere da terra. Tentai di respirare profondamente, ma ebbi bisogno di un chiedere il permesso di correre in bagno e vomitare l'ansia che mi attanagliava lo stomaco, come se uno dei cocci del piano di sotto mi fosse stato piantato in pancia.
«Candice?» mi sentii chiamare e, dopo essermi lavata i denti per togliere l'acidità del vomito dalla mia bocca, mi affrettai ad aprire a Dylan e a farlo entrare, per chiudere poi a chiave la porta del bagno. «Va tutto bene, principessa?»
«Mi dispiace, io...» tentai di dire, ma lui fraintese.
«Guarda che è stato un incidente, può succedere a tutti di far cadere un bicchiere.»
«Dylan, non capisci. Ti ho coinvolto in un casino, mi dispiace così tanto.»
«Di che stai parlando?»
«Questa cena è una farsa, io non lo sapevo, lo giuro...»
«Amore, calmati e dimmi che succede» tentò di farmi ragionare lui.
«Vogliono farci sposare. Me e te.»
«Cosa?» mi chiese e lessi il terrore nel suo sguardo.
Ecco fatto, pensai, è finita.

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