Prologo - Parte 4

Una terza voce, appartenente sempre a una donna, arrivò alle due ragazze che contemporaneamente si voltarono verso destra.

Poco più in là era presente una figura femminile dai delicati tratti del viso, gli occhi del colore del mare cristallino e i capelli biondi. Una morbida tunica dal colore rosato scendeva seguendo le linee sinuose del corpo, lasciando intravedere, tramite due profondi spacchi laterali, le lunghe gambe.

– Se stai cercando mio fratello, mi dispiace dirtelo, non è qui. rispose con tono irato la ragazza dai capelli neri. – Sarà sicuramente da qualche parte a combattere. –

– Perché credi che sia venuta per lui. – rispose l'altra donna, avvicinandosi – Sono giunta per la ragazza. – disse indicandola. Lei abbassò lo sguardo a terra. – Colei che ha attraversato i Mondi. O almeno così viene detto. –

– Le notizie si spargono molto velocemente in questi territori? – parlò l'interessata.

– Le notizie arrivano prima nel mio palazzo che in qualunque altro territorio di questo regno. – si sedette su uno degli scranni vuoti – Per quale motivo parlavi di Morte e Destino? I nomi sono pericolosi se detti a voce alta, meglio non risvegliare entità così oscure. –

– Nel mio Mondo mi è stato insegnato che non bisogna aver timore di pronunciare i loro nomi, sono soltanto parole, non hanno nessun potere – rispose la ragazza dagli occhi violetti – Veli oscuri talmente spessi ci separano da questi supremi esseri. –

– Il tuo Mondo? – chiese curiosamente la donna – Com'è? È così diverso dal nostro? –

– È probabile. – rispose quasi amaramente, volgendo il suo sguardo verso il basso – Da quando sono arrivata non ho avuto modo di uscire da questo palazzo, ma guardando già la natura che mi circonda noto ovunque differenze. La mia terra, Azheran, è riscaldata da due Soli, Witha e Arkenorya, non da uno come qui accade. I cieli sfumano dal viola al verde del mattino fino al rosso della sera: mai ho visto una notte talmente buia e nera. E poi quella falce luminosa nel centro del cielo? Da noi niente era presente, se non le poche stelle, durante la notte. –

– Come sei giunta fin qui? – s'intromise, ancora una volta, la donna dai capelli biondi.

– È il mio dominio... – parlò quasi sottovoce, come se non volesse pronunciare quelle parole.

– Dominio? – incalzò nuovamente.

– Posso attraversare gli Universi perché domino lo spazio e viaggio attraverso esso. Ma nel mio Mondo, ogni differente popolo può manipolare una parte della realtà che ci circonda, dipendente dalla discendenza che portano. – si fermò un attimo, scrutando le due persone che aveva davanti – La leggenda narra che all'inizio di ogni cosa si alzarono dalle acque, insieme ad un'immensa isola tra le terre remote e sconosciute ad Ovest di Azheran, ventidue Arcani i quali per primi abitarono quei territori. Erano undici donne e undici uomini. Una coppia di questi, chiamati Arcani Supremi, erano in grado di dominare la totalità della realtà, gli altri invece potevano manipolare soltanto una sua parte. E arrivò in seguito il tempo che, incuriositi da ciò che era presente nei territori esterni, iniziarono a viaggiare per le immense distese di Azheran, così grandi che nessuno sa dove finiscano e cosa vi sia al di là del grande Oceano che si estende ad Ovest e delle terre ad Est. –

– Com'è possibile che non conosciate la fine del vostro territorio? – chiese perplessa la ragazza che aveva di fronte.

– Azheran è una terra misteriosa che muta continuamente i suoi confini. In molti hanno provato ad arrivare ai limiti estremi, ma, di solito, nessuno ha mai fatto ritorno.

– Perché l'hai interrotta? Stavo ascoltando la storia di questi Arcani. – parlò la giovane donna furente. L'altra ragazza strinse i pugni senza ribattere.

– Gli Arcani arrivarono dalle acque, – parlò la ragazza, osservando la donna con sguardo confuso, riprendendo la storia – spostandosi verso Oriente, toccando i territori che in seguito divennero la patria dei Dieci Popoli. Gli unici che non vollero andar via furono gli Arcani Supremi. Ma si narra che tutti gli Arcani siano immortali ed abitino ancora la misteriosa e leggendaria isola al di là delle terre conosciute. Alcuni sono concordi ad affermare che i Supremi si spostino verso le terre abitate di Azheran solamente quando, di tanto in tanto, nasca uno dei cosiddetti Supremi Azharyn, che, come loro, hanno l'innata capacità di manipolare ogni cosa. In un fascio di luce multicolore, quasi come un arcobaleno sulla terra, appaiono portando via queste speciali persone verso quei territori mitici oltre i confini di ogni cosa. Nessuno sembra mai essere ritornato da quell'isola a narrare cosa vi accada o dove possa trovarsi: semplicemente i Supremi Azharyn svaniscono nel nulla. –

– Hai conosciuto qualcuno di questi Supremi Azharyn? – chiese la donna, mentre si aggiustava alcuni boccoli dorati.

– No. – rispose cupamente la ragazza – Ormai sono passati Eoni dall'ultimo di loro e pochi di noi portano solamente il ricordo di storie ancora più vecchie. Ma pensavo ti interessasse ascoltare la storia del mio Mondo – rispose come se volesse cambiare discorso.

– Continua con il tuo racconto. – sostenne la ragazza dai capelli neri, capendo la muta richiesta che la voce dell'altra ragazza aveva espresso. La ragazza in bianco afferrò il calice che aveva innanzi, bevendone il contenuto.

– Quando gli Arcani terminarono le loro peregrinazioni, si stanziarono in un territorio e ogni coppia trasmise la propria capacità di dominare una parte del reale ai suoi discendenti: coloro che sono in grado di controllare i quattro elementi di aria, acqua, terra e fuoco rispettivamente sono chiamanti Akynos, Linmak, Alhys e Farwan. Gli Azharyn della Luce e delle Tenebre, gli Ifh e i Takhren. Quelli che manipolano la mente, i Karani, e quelli che controllano la realtà, i Sohan. E infine coloro che dominano il tempo, chiamati Kardet, e lo spazio... – abbassò il tono della voce sull'ultima parola, fermandosi per un momento – Gli Ejyn. -

– Il vostro è dunque un regno? – chiese la donna.

– Ogni popolo si autogoverna, alcuni retti da un monarca, altri hanno dei consigli cittadini. Ma esiste un Consiglio dei Discendenti, dove si riuniscono i capi di ogni popolo.

– Come accade in queste terre. – disse ironicamente la donna, anche l'altra rise.

– Non capisco... – affermò confusa – Siete governati anche voi da un Consiglio? –

– Certamente. – rispose la ragazza dinanzi a lei – Un Consiglio che deve accettare senza poter ribattere alle decisioni di un unico essere... –

– Io sono presente in esso, ma fin ora sono stata sempre trattata come una stupida bambina. – rispose la donna dai capelli biondi, alzando il tono della voce. Strinse i pugni battendoli sui braccioli – Sono molto più antica di tutti loro e un giorno si ricrederanno sul mio conto. –

– Gli ucciderai ammaliandoli con la tua bellezza, per caso? – rispose la ragazza con tono di scherno, alzando gli occhi al cielo.

– Potrei chiedere a tuo fratello di combattere per me. Non sarebbe un'idea così malvagia! – rispose la donna.

– Sei troppo bella perché tu possa sembrare cattiva, anche con queste minacce. Non spaventeresti nessuno. Nemmeno la tua ombra. – ribatté l'altra, mentre la donna, con sdegno, si voltava per non udirla.

– Basta ora. Fa continuare la ragazzina.

Aveva seguito con distacco il nuovo scambio di parole tra le due e sobbalzò quando i loro sguardi si posarono ancora una volta su di lei.

– Non c'è nient'altro delle tue terre di cui vorresti parlarci. – disse la donna.

– Cosa vorresti sentire? – affermò la ragazza di rimando, con una stizza d'ira – Non sono mai andata oltre l'isola su cui mi addestravo per divenire una guerriera. –

– Le donne possono diventare davvero guerriere nel tuo regno? – affermò, quasi ridendo, la donna vestita di rosa.

– Uomini e donne possono essere soldati entrambi, se dimostrano il loro valore. – La ragazza si alzò, poggiando i piedi nudi sul pavimento freddo. – Non ho altro da aggiungere su di un posto da cui sono fuggita. –

– E quale motivo ti ha spinto a farlo? – chiese ancora una volta la donna.

– La guerra, cos'altro? – rispose passandole di lato, lei l'afferrò per un polso.

– Mi è stato detto il tuo nome ma credo che non ti appartenga. Qual è il tuo, quello vero intendo.

– Khar... il mio nome era Khar. – rispose lei – Ma ora non lo è più e mai più narrerò del mio Universo. Voglio dimenticare ogni attimo che ho passato in quella terra, perché ora questo è il Mondo cui appartengo. – riuscì a divincolarsi dalla presa della donna, andando via da quella terrazza.


"Il mio nome è Khar, figlia della Try Layn, l'ultima grande regina che le Isole abbiano avuto. Ultimogenita della stirpe reale Ejyn, probabilmente unica erede rimasta. Azharyndello Spazio e, forse, non solamente quello..."

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