9. Instabile


Domenica 27 gennaio

Dopo una serata così intensa, ho dormito fino alle due del pomeriggio.

Non mi alzavo così tardi da quando ero alle superiori.

Vincent, ma che cosa mi hai fatto?

Ho lo stomaco chiuso, dubito che riuscirò a mangiare qualcosa che non sia una tisana con qualche biscotto. Mi sento così strana, così... viva!

Controllo il telefono. Ci sono i messaggi di Debbie e Flo, più in ansia di me, che mi chiedono com'è andato l'appuntamento con Vincent.

Sorrido. Più tardi racconterò loro ogni cosa.

Mi sento ancora addosso gli occhi di Vincent, le sue mani, il suo respiro. Ma lui non mi ha scritto.

Mi metto d'accordo con Debbie e Flo: Cafè Le Monde, ore sedici. Mi vesto di malavoglia – resterei volentieri in pigiama per tutto il giorno, come ogni domenica – mi infilo la giacca e mi accorgo che ha il suo stesso odore. Lo respiro forte, senza smettere di sorridere.

Non ce la faccio. Gli scriverò io.

Le mie dita compongono un messaggio, poi lo cancellano, poi lo ricompongono.

«Ho il tuo profumo sui vestiti» invio alla fine, il cuore che mi batte a mille.

Rimango immobile a fissare lo schermo per dieci minuti buoni.

Non risponde.

Avrà da fare. Forse sta dormendo.

Con qualche minuto di ritardo, esco di casa e raggiungo le mie amiche. Non appena mi siedo al tavolo con loro, il cellulare vibra nella mia tasca.

È un messaggio di Vincent.

«E io ho il tuo profumo sui miei.»

Una felicità adolescenziale si fa strada nel mio petto.

Non riesco a trattenermi!

«Oddio, ha risposto! Ha risposto!»

«Cosa? Voglio leggere!» esclama Debbie, prima ancora di salutarmi.

Le passo il telefono, mentre crollo sulla sedia accanto a Flo.

Faccio un dettagliato resoconto della serata che loro ascoltano con un'attenzione che mi mette un po' di soggezione.

Debbie ha gli occhi a cuoricino. «Oh, Christine è innamorata!»

«Sono felice per te» mi dice Flo. E se Flo non fa la guastafeste, forse questa è davvero la volta buona.

Passo tutto il pomeriggio appiccicata al cellulare, scambiando messaggi con Vincent. Parliamo della serata di ieri, di cosa abbiamo fatto oggi, del film che stanno passando in televisione e che entrambi abbiamo deciso di guardare. Ogni volta che mi arriva una sua risposta, il mio cuore fa un piccolo salto nel petto.

La sera, mi addormento con il telefono in mano, serena come non ero da molto.

«Buonanotte» è l'ultimo messaggio di Vincent.

Lunedì 28 gennaio

Oggi non si è fatto sentire per tutto il giorno. La felicità provata ieri mi sembra ora così banale, così illusoria, così instabile.

Sarà che domattina abbiamo un appuntamento fuori dall'agenzia, per visitare una nuova villa scovata da Clark. Dovremo vederci.

In ufficio, sono piuttosto nervosa.

«Non scrivergli» mi dice Flo almeno ogni dieci minuti.

«Perché?» le sbotto alla ventesima volta.

«Perché se lo assilli lo farai scappare! Sono le basi, Christine, le basi.»

«Ma non ce la faccio. Stasera gli scriverò, e tu non riuscirai a impedirmelo!»

Lei alza gli occhi al cielo. «Sei irrecuperabile. Lo dico per te.»

Detto, fatto. Poco prima di uscire dal lavoro, gli invio il primo messaggio della giornata.

«Verrai all'appuntamento, domani?»

Nulla di eclatante. Flo non avrebbe niente da rimproverarmi.

«Certo» mi risponde lui. Semplice ed essenziale.

Mi sento un po' meglio.

Alle sei in punto, mi infilo la giacca, quella giacca che ancora profuma di Vincent, e mi rifugio nella mia macchina. C'è un vento gelido, fuori.

Prima di tornare a casa, faccio una piccola deviazione per fare un po' di spesa. Compro qualcosa da mettere sotto ai denti, qualche minuto di fila alla cassa e sono di nuovo in macchina.

Sulla via di ritorno, una macchia grigia sul bordo della strada attira la mia attenzione.

Ma è la Porsche di Vincent!

Passando, spio al suo interno e mi accorgo che è vuota. Deve essere in giro da queste parti.

Sorrido tra me e me. Gli farò una sorpresa.

Accosto sul lato opposto della strada e scendo dalla macchina, il cuore che mi batte sempre più forte. Faccio un paio di passi sul marciapiede, poi lo vedo in lontananza.

Con una ragazza.

Mano nella mano.

Cazzo, l'ha appena baciata.

Il mondo attorno a me si ferma. Mi si ferma il cuore.

Nulla m'importa più. Né il vento che mi sta alzando i capelli, né i rumori dei clacson, né le gocce di pioggia che stanno cominciando a venir giù dal cielo gonfio di nuvole.

Vincent viene da questa parte.

Maledizione!

Mi nascondo dietro alla mia macchina, guardo attraverso i finestrini, poi mi volto di scatto.

Non voglio. Non voglio vederlo.

Non voglio sapere.

L'unica cosa che so è che il muro di felicità che mi stavo cominciando a costruire è crollato all'improvviso sotto questo maledetto vento che continua a sollevarmi i lembi della giacca, diffondendo l'odore di Vincent nell'aria.

Senza farmi vedere, mi rimetto in macchina.

Mi sento male. Malissimo.

Credo che mi stia salendo la febbre, o qualcosa del genere.

Non riesco nemmeno a girare la chiave nel quadro e a partire, ad andarmene via da qui.

Lo vedo passare con la sua Porsche, da solo. Lui non mi ha notato.

L'altra non so dove sia. Deve essersi rifugiata in qualche negozio per non rovinare i suoi capelli perfetti.

Cazzo!

Mi faccio coraggio e accendo la macchina. Guido come un'ubriaca: a tratti lentissima, a tratti così veloce da poter gareggiare con quella maledetta Porsche grigia.

«Perché?!»

Grido, poi parlo da sola. Non riesco a controllare il tremito delle mani.

«Che stronzo, che stronzo, che stronzo!»

Il tragitto fino a casa mi sembra infinito. Una volta arrivata, resto chiusa nell'auto per venti minuti buoni, a piangere come una bambina. I singhiozzi mi scuotono il corpo dall'interno, sembrano volerlo lacerare.

Non gliene importa. Non gliene importa niente di me.

Con me piange anche il cielo, senza smettere un solo istante.

Il mio cuore sembra essersi raggrinzito come un petalo di rosa lasciato a seccare.

E pensare che ero stata così felice...

Spazio autrice

Ahia!

Ecco che la bolla di felicità comincia a incrinarsi. Povera Christine?

Vi è mai capitato di trovarvi nella sua situazione?

E adesso che si fa?

A presto!

M.J.L.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top