5. La solita guastafeste
Non posso crederci.
Non ci riesco.
È stato tutto un sogno, sì, sì.
Me ne sto a mollo nella vasca da bagno per così tanto tempo che l'acqua diventa gelida e a malapena me ne accorgo.
Quando comincio ad avere i brividi, mi convinco che forse è il caso di uscire. Mi risciacquo con l'acqua calda – quant'è piacevole! – e mi infagotto nel mio morbido accappatoio azzurro.
Davanti allo specchio, l'enorme succhiotto sul lato destro del collo non può che attrarre la mia attenzione.
Allora è vero! È successo davvero!
Lo sfioro sorridendo come un'adolescente.
Stasera mi toccherà indossare una sciarpa.
Ho un appuntamento con Debbie e Flo, dopo cena. Siccome non ho alcuna voglia di cucinare, mi vesto in fretta e vado a prendermi un bel panino sotto casa.
Cenare da soli è utile, a volte. È necessario. È uno dei modi più efficaci per prendersi un po' di tempo con se stessi, per riflettere, per abbandonarsi ai ricordi.
Le immagini di me e Vincent continuano a riecheggiarmi in testa. Vedo le sue mani, avide, che mi stringono i seni; sento il calore del suo respiro sul mio collo. Il mio corpo è tutto un brivido e non riesco proprio a smettere di sorridere. Mi sembra di essere tornata ai tempi del liceo.
Santo cielo, ma quanto ci metto a finire questo panino?
Ci siamo date appuntamento al solito Cafè Le Monde. Ovviamente non trovo un parcheggio nelle vicinanze e sono costretta a lasciare la macchina in fondo a una stradina laterale. Tanto meglio, mi va di fare due passi.
Debbie è già dentro, seduta a un tavolino. La saluto, prendo posto anch'io e ordino una cioccolata calda. Dopo le emozioni di questa giornata, ho proprio bisogno di rilassarmi. La mia amica, nel frattempo, è impegnata a controllare ossessivamente lo smartphone, alla ricerca di chissà cosa. Se ci fosse Flo le farebbe la sua solita predica, ma non è ancora arrivata.
Io non ci bado più di tanto. Seduta in maniera scomposta, sono intenta a mia volta a guardare il soffitto con aria sognante...
Vincent, oh, Vincent, quanto sei perfetto!
La sua voce, le sue mani, i suoi occhi... e poi, il suo...
«Ehi, voi due, sveglia!»
La voce di Flo mi distoglie dai miei pensieri, facendomi sussultare. Debbie, d'altro canto, non smette di sfregare il piccolo schermo.
«Beh, ormai lei è un caso perso, mi arrendo» sospira Flo. «Ma tu, Christine? Non ti ho mai vista così assorta, non avrai mica finalmente incontrato l'uomo della tua vita?» mi lancia una frecciatina.
«Chi, io?» cerco di apparire impassibile, ma non faccio in tempo a chiudere la bocca che sento le guance avvampare e non riesco a trattenermi dal sorridere.
«Oooh, hai qualcosa da raccontarci?» chiede Debbie; il telefono, ormai molto meno interessante, poggiato sul tavolo.
«Eh? No, no, ma che dici?»
«Christine...» Flo tira a sé una sedia e si sistema accanto a me. «Noi siamo tue amiche, lo sai. A noi puoi, anzi, devi dire tutto.»
Ormai la temperatura di un ferro da stiro, in confronto a quella delle mie guance, è un piacevole e inoffensivo teporino. Neanche il tempo di pensare a una scusa plausibile che mi ritrovo Debbie al mio fianco, quasi a creare una perfetta simmetria con Flo.
Mi arrendo. Devo vuotare il sacco.
«E va bene, parlo! Però staccatevi, mi state mettendo ansia.»
Debbie esibisce un sorriso malizioso. «Avanti, dai: quanto ce l'aveva grosso?» mi chiede a voce non proprio bassa. Non abbastanza, insomma, da non essere udita dal cameriere che in quell'esatto momento – ovviamente – posa sul tavolo la mia cioccolata e il gin tonic di Flo.
Il ragazzo trattiene a stento una smorfia divertita, le mie amiche scoppiano a ridere e la mia faccia diventa ancora più bollente di prima, per quanto sia possibile.
«Smettetela!»
Con grande fatica, Debbie e Flo assumono una posizione consona, cercando di tornare serie.
«Forza, racconta!» mi esorta Flo.
«Muoviti, muoviti, muoviti!» squittisce Debbie, saltellando sulla sedia.
Superato l'imbarazzo, riferisco alle mie amiche tutti i dettagli – o quasi – dell'incontro tra me e Vincent. Nel rievocarlo, la mia voce trema dall'emozione.
«Non ci credo!»
«Ma dai!»
Tra le risatine generali e gli sguardi che ci gettiamo attorno, per assicurarci che nessuno – oltre al cameriere – sia intento a captare i nostri discorsi hot, la serata passa piacevolmente. Sarà che sono più rilassata del solito, ma era da un po' che non mi divertivo così tanto con le mie amiche.
Restiamo sedute al tavolo fino all'orario di chiusura del nostro locale preferito.
«Ragazze, per me è ora di andare» ci saluta Debbie, allacciandosi il casco. «Mi raccomando, Christine, lascia qualcosa anche a me!»
Abbraccia sia me che Flo, le nostre teste si scansano per non essere colpite dal casco.
Io e Flo ci allontaniamo – abbiamo parcheggiato nella stessa strada – mentre il rombo dello scooter di Debbie ci accompagna in sottofondo. Saltello di felicità, ancora euforica per quanto accaduto a Villa Saint Mary.
«Flo, ma ti rendi conto?» le dico. «È stato così bello, così eccitante, così... oddio, non lo so neanche io!»
«Lo so, Christine, ci hai raccontato già tutti i particolari!»
«Sì! Cioè, una come me, povera e sfigata, che conosce un uomo così bello, affascinante, e anche ricco!»
Prendo fiato. «Non è solo il sesso» continuo. «Quello è stato bellissimo sì, ma c'è tanto altro! Non vedo l'ora di rivederlo! Chissà se accadrà qualcos'altro, chi lo sa?»
Mi volto verso Flo. Ha una faccia che non mi convince.
«Ehi, mi stai ascoltando?» le dico, cambiando il tono della voce per destarla dai suoi pensieri.
«Eh, cosa?» mi fa lei.
«Ecco, lo sapevo, ho parlato a vuoto.»
«No, Christine, è che la mia euforia per questa storia comincia a scemare, ci sto pensando su. Non credi di correre un po' troppo con la fantasia?»
La guardo malissimo. «Ma no! Sei sempre la solita guastafeste, io non sto correndo affatto! Non sono più una ragazzina, lo sai. Ho già fatto le mie esperienze e non mi è mai capitata una cosa come questa, una tale sintonia. Difficilmente ho provato queste emozioni» le dico, trotterellandole accanto.
Flo è sempre stata così; al contrario di Debbie, che vive con la testa tra le nuvole, lei se ne sta sempre a prendere tutto troppo sul serio, a soppesare le situazioni e a farsi le paranoie.
«Dai, Christine, non siamo nel mondo delle favole. Guarda la situazione per quella che è: l'hai appena conosciuto, e per quanto possa avere delle qualità eccezionali, non sai quasi niente di lui.»
«No, non è vero!»
«Ah, no? Dimmi quello che sai, allora.»
«Beh, io e Vincent abbiamo tantissime cose in comune. Persino i gusti alimentari. Poi so che è ricco, che è nato qui, che sta cercando una villa per fare alcuni investimenti, e poi... insomma, mica sono un detective, io!»
«Christine...» mi richiama Flo. Stavolta la sua voce ha il tono ho-ragione-io-e-basta.
«E comunque non conta solo questo» mi difendo. «Stiamo benissimo insieme, abbiamo un ottimo feeling e non mancherà il tempo per conoscerci meglio.»
«D'accordo, pensala come vuoi. Non voglio smontare i tuoi sogni. Non mi va di fare la rompiscatole della situazione, ma te lo dico solo perché ti voglio bene, lo sai.»
«Non ti preoccupare, Flo: so badare a me stessa, e questa è la volta buona, lo sento!»
La mia amica mi guarda come se fossi sua figlia. Odio quando fa così.
«Va bene, Christine. Ci si becca domani al lavoro?»
Senza rendermene conto, siamo arrivate davanti alle nostre macchine.
«Certo, senz'altro.»
Lei mi guarda. «Mi raccomando» dice, seria. «Se davvero ci tieni a questa storia, non devi ricontattarlo per nessuna ragione.»
Batto le palpebre, perplessa. «Non avevo intenzione di farlo.»
«Brava. Devi resistere.»
Ci salutiamo.
Casa mia non è lontana, ma il tragitto mi sembra infinito. Lo sapevo: Flo mi ha fatto salire una certa ansietta, come al suo solito.
In effetti, come faccio a essere sicura che l'avventura di oggi, per lui, non sia stata soltanto una banale scappatella? Come faccio a sapere se mi richiamerà?
Non ci siamo detti nulla, in fondo. Non ci siamo dati altri appuntamenti; io ho dato per scontato che l'avrei rivisto. Ma se per Vincent non fosse così? Se lui non avesse alcuna intenzione di incontrarmi di nuovo?
Mi sento sprofondare. Se così fosse, penso che cadrei in depressione.
Ma no. L'attrazione che c'è stata tra di noi ne è testimone: io e Vincent eravamo destinati a trovarci.
Spazio autrice
Le amiche di Christine sono senza dubbio felici per lei... ma sarà il caso di entusiasmarsi tanto per questa storia? Vincent sarà davvero l'uomo giusto, o è stata solo un'avventura?
Christine è una sognatrice; ci pensa Flo a farla tornare coi piedi per terra.
E voi? Siete delle/dei guastafeste come Flo?
A presto!
M.J.L.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top