14. Buon compleanno

Sabato 30 marzo

Vincent passa da me alle nove. Troppo presto perché io sia pronta per uscire. La festa è tra un'ora.

«Sali» gli dico al citofono, e dopo un paio di minuti me lo ritrovo davanti al portoncino di casa, elegantissimo e in splendida forma.

Non è la prima volta che viene da me. È già successo in un paio di occasioni, per motivi simili. E in una di queste, la mia cara vicina lo ha anche avvistato, con mia grande soddisfazione.

Io, invece, non sono mai stata a casa di Vincent. Da quello che so deve essere immensa, luminosa e piena di camere, ma lui non ha l'abitudine di portarci nessuno, neppure gli amici più fidati. Non vuole che la gente veda i suoi affari.

Ci salutiamo con un bacio.

«Sbrigati, o faremo tardi» mi raccomanda, sprofondando tra i cuscini del divano.

«Sono indecisa tra due vestiti, mi aiuti a scegliere?»

Porto gli abiti in salotto, me li provo entrambi davanti a lui. Quando resto in intimo, tra un cambio e l'altro, Vincent trattiene a stento l'impulso di saltarmi addosso.

«L'uno o l'altro, basta che ti vesti!» mi dice.

Mi metto a ridere.

Finiamo col fare l'amore sul divano senza neanche rendercene conto, mezzi vestiti e mezzi nudi. Quando ci rialziamo, abbandonando a malincuore il tepore dei nostri corpi, sono già le nove e quaranta.

«Oddio, è tardissimo!»

Corro a vestirmi. Mi risistemo il trucco e i capelli, mi metto due gocce di profumo.

Usciamo di casa quasi correndo, ma felici. L'auto di Vincent è parcheggiata lungo la strada, proprio dietro alla mia, a pochi passi dalla palazzina. Per fortuna! I tacchi alti, i vestiti eleganti e la fretta non vanno molto d'accordo.

Salgo sulla Porsche sentendomi una regina. Come tutte le volte, il solo contatto con Vincent spazza via ogni angoscia.

In fondo, mi sta portando a una festa. Una festa privata ed esclusiva.

Le attenzioni che riserva a me non le dona a nessun'altra. Ne è una prova il fatto stesso che passiamo insieme ogni sabato – e di sabato ce n'è uno solo, in una settimana.

«La villa di Albert è fantastica» mi dice Vincent. «Ti piacerà.»

Albert, il festeggiato, è un suo amico e collega, uno di quei personaggi appartenenti all'alta società che incontriamo spesso nei vari locali in che frequentiamo quando usciamo insieme.

Il rombo della Porsche grigia si arresta appena arrivati sotto a un grande parcheggio coperto. A una rapida occhiata, la macchina non spicca come quando gira nelle strade della città, ma... si confonde! A occhio e croce, mi sembra di vedere almeno altre tre 911, oltre a una ventina di auto di pregio – ma che stipendi avranno, tutte queste persone?

Gli invitati devono essere già quasi tutti arrivati; in effetti, abbiamo poco meno di mezz'ora di ritardo.

Vincent aveva ragione: la villa è splendida!

È una struttura moderna, nuova, con un immenso giardino ben curato. Una linea di luci evidenzia con eleganza il vialetto d'ingresso, su cui si stagliano in ombra le figure dei diversi invitati intenti a raggiungere l'entrata principale.

Dentro, lo spettacolo è ancora più bello. Sembra quasi di stare in un castello: il grosso salone ospita lunghi tavoli pieni di ogni ben di dio e un paio di camerieri ci danno subito il benvenuto allungandoci una coppa di champagne.

Vediamo il proprietario di casa, fasciato nel suo vestito d'alta sartoria, scendere dalla lunga scalinata che porta al piano superiore.

«Vince, carissimo! Grazie della vostra presenza» ci saluta in uno dei suoi primi sorrisi da quarantenne.

«Albert caro, buon compleanno» gli risponde Vincent in un abbraccio.

«Auguri» gli faccio eco io.

Vincent comincia a girovagare per la villa, incontrando amici e conoscenti ogni tre passi e brindando con loro di continuo. Fatico a stargli dietro: sono impacciata, non conosco nessuno e resto in un noioso silenzio, ma decido di non pensarci e mi concedo qualche bicchiere in più del dolce champagne che mi viene offerto dai camerieri. Senza dare troppo nell'occhio, riesco persino ad assaggiare qualche tartina salata.

Verso mezzanotte, la festa si scatena sul serio. La tenue musica chill che risuonava nella villa lascia il posto a un dj-set degno delle migliori discoteche e il salone principale si trasforma in una vera e propria pista da ballo.

«Dai, vieni!»

Vincent mi trascina nella mischia e io non oppongo resistenza. L'alcool comincia a sortire il suo effetto: grido dall'euforia senza rendermene conto, ma la musica pompa così forte nelle casse che nessuno mi sente, a parte il mio cavaliere.

È elegantissimo, stasera. È più bello che mai. I movimenti scattanti del suo corpo risaltano sotto alle luci stroboscopiche che Albert deve aver fatto installare apposta per la festa – d'altronde, chi non ha delle luci del genere in casa? – e che si riflettono nel nero delle sue iridi, così vive da togliere il fiato. Mi stringo forte a lui, lo bacio, lui ricambia e mi sento così euforica che mi scateno come una ragazzina.

Tra una pausa e un bicchiere di champagne, restiamo in pista almeno per un'ora. Quando nessuno dei due riesce più a reggersi in piedi, ci allontaniamo per riprendere fiato, appoggiati alla balaustra della larga scalinata che porta di sopra.

«Ehi, Vincent!»

Alzo lo sguardo. A parlare è stato un giovane uomo dai capelli rossi, sporto dalla ringhiera del piano superiore. A occhio e croce credo che abbia più o meno la mia età.

«Che fai laggiù? Vieni qui con noi!»

«Nico!» lo chiama Vincent. Si avvia deciso verso il primo piano, tenendo un braccio intorno ai miei fianchi così da guidarmi lungo la scalinata.

Di sopra, dove all'atmosfera vivace del salone al piano terra si sostituisce un'aria più tranquilla, quasi da privé, almeno trenta persone siedono ai tavolini che riempiono l'atrio spazioso in cui sfociano le scale. Su ogni tavolino troneggia una grossa bottiglia di ottimo champagne.

Un uomo e una donna, palesemente ubriachi, mi urtano. «Ehi!» grido loro, ma quelli, abbracciati e con le bocche appiccicate l'una all'altra, continuano a camminare per poi sparire in una delle stanze della villa.

Wow... amore a prima vista?

«Dai, vecchio mio! Vieni a brindare!» urla il giovane dai capelli rossi a Vincent, stappando sonoramente la bottiglia sul suo tavolo.

Prima di riuscire a raggiungere i suoi amici, trattengo un attimo Vincent per un braccio.

«Dove posso trovare un bagno?» gli chiedo.

«È in fondo al corridoio, ma non credo che sia libero. Vai al piano di sotto, ci sono molti più servizi!» mi dice lui ad alta voce, per sovrastare il suono assordante della musica che arriva fin qui.

Ripenso alla coppia scomparsa chissà dove. Sì: in effetti, forse è meglio andare di sotto.

«Va bene. Ti ritrovo qui al mio ritorno?»

«Sì, sono qui con gli amici a bere qualcosa» mi risponde.

Il ragazzo dai capelli rossi intanto scalpita. «Vincent! E dai, muoviti!»

Grazie alle preziose indicazioni di una delle cameriere in servizio, riesco finalmente a raggiungere la porta del bagno.

Ho bevuto più del solito. Ho la vescica piena e la testa che mi brucia. Mi ci vuole una bella rinfrescata.

Entro. Nell'antibagno che precede le tre singole toilette, davanti a un grosso specchio, un paio di ragazze si stanno ritoccando il trucco, parlottando di chissà che cosa.

«Ti giuro, davvero! Quella stessa sera l'hanno vista con Louis ed è scoppiato un casino...»

Va be', non sono affari miei.

Mi getto un po' d'acqua fresca sul viso. Poi lascio il bagno, le due ragazze ancora intente a spettegolare.

Salgo la scalinata, torno nell'atrio al primo piano e cerco Vincent con lo sguardo. È ancora lì, seduto al tavolino con Nico e gli altri amici: le bottiglie ora sono tre.

Proprio mentre muovo il primo passo per raggiungerli, lo vedo abbassare il capo, il braccio piegato in una posizione innaturale, e poi strusciare sul piano del tavolo con un movimento secco e rapido.

Vincent tira la testa all'indietro e comincia a stuzzicarsi il naso in maniera nervosa. Uno dei suoi amici lo segue, ripetendo lo stesso gesto.

Le mie gambe, nel frattempo, sono diventate di gelatina.

Cazzo.

 

Spazio autrice

Vincent, ma cosa combini? 😰

Questo capitolo è frutto della penna di Giovanni (M.J.): io (Loren) mi sono limitata a revisionare e a sistemare delle parti che, a mio parere, erano un po' troppo "raccontate", ma il nucleo del capitolo l'ha sviluppato lui.

Allora? Che ne dite?
Secondo me non è andato male, per essere un principiante! 😊

Nel prossimo aggiornamento scopriremo la reazione di Christine: cosa combinerà? E voi, invece, come reagireste?

Si accettano molto volentieri, come sempre, pareri e consigli!

A presto!

M.J.L.

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