1. Un'impresa impossibile
Lunedì 14 gennaio
Henry mi consegna il dossier su Villa Saint Mary.
«E questo?»
Mi lancia uno sguardo esasperato. «È la nuova proposta, l'hai dimenticato?»
Sfoglio le pagine del fascicolo, soffermandomi sulle fotografie della mastodontica villa.
«Però! Non ho mai visto niente del genere nella nostra agenzia.»
«Infatti non sarà facile trovare un matto disposto a tirar fuori tutti quei soldi. Per questo il boss l'ha affidata a te. Auguri!»
«A-ha» rispondo annoiata.
Henry smette di degnarmi del suo tempo prezioso e se ne torna nel suo ufficio. A volte penso che abiti lì dentro e tenga qualche scorta alimentare e un paio di cambi di vestiti nascosti tra i faldoni di documenti.
Mi metto al lavoro sull'annuncio di vendita da pubblicare sul sito. Accidenti, sarà una vera impresa! Io neanche me ne intendo più di tanto, di case di lusso: tra affitto e costo della vita, riesco a barcamenarmi appena. Dove diavolo lo trovo un bel riccone a cui affibbiare la villa? Ma soprattutto, se non dovessi riuscirci, cosa direbbe il boss?!
«Christine, puoi venire un momento?»
Parli del diavolo...
Il viso rude di Clark, responsabile dell'agenzia immobiliare, sbuca oltre le carte sulla mia scrivania. Lo raggiungo nel suo ufficio.
«Quattro settimane, Christine. Hai quattro settimane.»
Credo di non aver capito bene. «Quattro... settimane? Soltanto?»
Clark sospira. «Purtroppo il proprietario è molto esigente, vuole vendere subito.»
«Ma perché proprio io?»
«Mettiamola così: ci stiamo espandendo nel mercato degli immobili di lusso. Potrebbe essere la tua occasione per mettere un piede nella porta di una futura, brillante carriera.»
Ecco, lo sapevo. Con le sue frasi motivazionali, riesce sempre a convincermi.
Passo il resto della giornata a organizzare il lavoro. Sono così assorta che a stento mi accorgo che si sono già fatte le sei e i miei colleghi si stanno infilando i cappotti.
«Ehi, Cindy, vuoi che ti chiudiamo dentro?» scherza Marianne, affacciandosi nel mio ufficio. Ci conosciamo da tre anni e non ha mai – e dico mai – azzeccato il mio nome. All'inizio la correggevo; ora faccio finta di niente.
«Per carità, arrivo subito!»
«Chi resisterebbe ancora qui dentro?» mi fa eco Caroline, segretaria del boss, e intanto mi sorpassa in fretta per infilarsi fuori dalla porta prima di me. E pensare che uno dei suoi impieghi più faticosi è mettersi lo smalto mentre noi corriamo qua e là per la città per accontentare clienti impossibili.
Fuori, nella caffetteria a due passi dall'agenzia, mi aspettano Debbie e Flo: non so proprio cosa farei, se non avessi loro come amiche!
In realtà, ci siamo già viste stamattina. Debbie è stata la mia compagna di colazione, e in quanto a Flo, lei è impiegata nelle pubbliche relazioni e collabora proprio con la mia agenzia – anzi, spesso fa il lavoro di quella perdigiorno di Caroline – per cui non è affatto raro incontrarsi in ufficio.
Le raggiungo al tavolino del locale, piazzo la mia borsa su una sedia facendola traballare e finalmente mi lascio cadere accanto a loro con un sonoro «aaah!».
«Stanca?» mi chiede Flo.
«Non sai quanto.»
«Dai, ragazze!» interviene Debbie. «Rilassiamoci davanti a una bella tazza di tè. Non voglio sentire nessuna lamentela!»
«Facile, per te: passi la giornata a pettinare i capelli alle signore» la provoca Flo.
«Guarda che anche il mio lavoro è stancante» ribatte lei. «Ma io sono più furba di voi, che ve ne state sempre a pensare ai problemi! Prendo le cose con filosofia, io» dice con uno dei suoi sorrisetti impertinenti.
«È proprio questo il punto: tu non hai le nostre responsabilità e puoi permetterti di non preoccuparti, mentre noi siamo costrette a farlo ventiquattr'ore al giorno» continua Flo.
«Guarda che, se mi distraggo io, vengono fuori pettinature abominevoli! E poi ci vuole fatica, sai, a tenere a freno tutte quelle lingue!»
«Ma dai, tutti possono fare i parrucchieri!»
Debbie ridacchia. «Ah sì? Sostituiscimi per un giorno, allora.»
La discussione prosegue per qualche istante, ma non riesco a seguirla. Nella mia testa, mille piani d'azione si intrecciano tra loro e mi confondono le idee, anziché chiarirmele. Neanche mi accorgo che ora le mie amiche hanno smesso di parlare e mi stanno fissando.
«Santo cielo, cos'è questo silenzio?» dice Flo.
«Pronto?! Pianeta Terra chiama Christine!» urla Debbie.
Torno in me con uno scatto. «Cosa?»
Debbie spalanca i suoi occhioni nocciola. «Si può sapere a cosa stai pensando?»
«Ehm... scusatemi, ma il boss mi ha affidato un'impresa impossibile.»
«Del tipo?»
Faccio un bel sospiro per controllare l'apprensione. «Devo vendere una villa enorme, direi quasi un castello, piena di stanze, di corridoi, di salotti grossi quanto un cinema. E devo farlo entro un mese.»
Debbie sbuffa. «Ah, e che sarà mai! Io domani devo tagliare i capelli, o quel che ne rimane, alla signora Stewart. Pensa te!»
«Ancora con questi paragoni?» la rimprovera Flo.
«Stavo sdrammatizzando, noiosa che non sei altro!»
Guardo malissimo entrambe. «Comunque...»
«Ah sì. Scusa se ti abbiamo interrotto, parlavamo di un castello pieno di stanze, corridoi e fantasmi, giusto? Invisibili come i capelli della signora Stewart?»
«Ancora?!» Flo fulmina Debbie con lo sguardo.
«Tranquilla, Christine, ogni impresa sembra impossibile all'inizio.»
Flo mi rivolge un'occhiata seria. «Se ti può confortare» mi propone, «domani possiamo fare insieme una lista di possibili compratori, magari telefonando alle persone giuste. D'altronde, sono o non sono la migliore PR dell'agenzia?»
Mi distendo in un sorrisetto. «Hai ragione. È solo che questa per me è un'ottima occasione per fare carriera, per cui ho l'ansia a mille.»
«Te la caverai, come al solito!» mi incoraggia Debbie. «Le capacità di certo non ti mancano.»
Inspiro forte. «Ma sì! Al limite, cosa può succedere di male? La mia situazione non può di certo peggiorare.»
«Ecco, siamo sulla strada giusta. Forza!» dice Flo con quel suo tono materno da smettila-di-lamentarti-e-agisci.
«All'affare più brillante della nostra Christine, futura direttrice dell'agenzia!» brinda Debbie, sollevando la tazza di tè come fosse un boccale di birra.
«Esagerata!»
Mi faccio trasportare dall'entusiasmo. Le delicate tazzine decorate cozzano con un sonoro fragore.
Passiamo il resto del pomeriggio a parlare di vestiti, di pettinature e della signora Stewart, e a me tocca sopportare le battutine delle mie amiche su tutti i ricconi che conoscerò grazie alla mia nuova impresa.
Spazio autrice
Eccoci qua con questo primo capitolo!
Ho un'ansia pazzesca: è la prima volta che mi cimento con questo genere e ho paura di aver fatto un disastro!
Abbiamo conosciuto la nostra protagonista, il suo mondo e le sue amiche, Debbie e Flo, che saranno una presenza costante e indispensabile per Christine.
Che ne pensate?
Consigli, pareri e correzioni sono sempre ben accetti! ❤️
Curiosità: nella mia testa Debbie ha la voce della doppiatrice Perla Liberatori.
A prestissimo!
M.J.L.
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