Capitolo 52
«Un investigatore privato? Ma che stai dicendo?» Ripetei con una mezza risata incredula.
Lo sguardo di Jace era fisso su quello di Seth. «Spostiamoci.»
Seth non rispose, ma si staccò dal muro e allungò una mano verso di me, sembrava un permesso a toccarmi. La fissai ancora arrabbiata e incrociai le braccia. Lui sospirò piano e poi fece un cenno con la testa, indicando la strada da cui eravamo arrivati.
In poco tempo ci trovammo nel vicolo in cui Seth aveva parcheggiato. Come prima, anche in quel momento non c'era nessuno. Taylor si appoggiò alla macchina del cugino mentre io alternavo lo sguardo su entrambi i ragazzi.
«Potete darmi delle spiegazioni?»
«Quello è l'uomo dell'autogrill.» Disse Seth con voce grave.
«Già, l'avevo capito.»
Lui ignorò la mia risposta piccata e guardò Jace. «Come fai a saperlo?»
Jace sembrava nervoso. Si grattò il collo e fece qualche passo. Poi si fermò e fissò un punto lontano della strada.
«Perchè per un po' ha seguito anche me.» Buttò fuori.
«Stai scherzando?» Si intromise Taylor. «Perchè non me l'hai detto? Perchè--»
«È successo tempo fa.» Si affrettò a dire e aggiunse pochi secondi dopo, guardando me. «Quando stavamo insieme.»
Aprii la bocca scioccata per dire qualcosa ma non uscì nulla. Ma che diavolo...
«Ma...cosa...cosa stai dicendo? Quell'uomo ti seguiva?»
Seth imprecò a bassa voce, camminando in tondo.
«Nyx.» Iniziò Jace, facendo un passo verso di me. «È stato ingaggiato dai tuoi genitori.»
La mia testa non riusciva a connettere.
«Ingaggiato...ma che stai dicendo? Di cosa stai parlando?» Ero troppo confusa e poi sbottai. «Perchè non me l'hai mai detto?!»
Lui alzò le spalle con la fronte aggrottata. «Perchè non aveva senso dirtelo. Avevi già sofferto abbastanza. Non volevo darti un altro problema.»
Lo fissai sbalordita. Mi passai una mano tra i capelli mentre scuotevo la testa.
«I miei genitori lo hanno ingaggiato per spiarti?» Dissi poco dopo, ancora incredula.
«Per spiare te.» Mi corresse. «In quel periodo ci stavamo frequentando da un paio di mesi. Volevano sapere cosa facessi. Da te, è passato a me. Mi ha seguito per un po'. Voleva capire chi fossi e cosa facesse. Probabilmente se fossi alla tua altezza, o a quella di William.»
«Mi stai dicendo--» Mi bloccai e deglutii. «Mi stai dicendo che i miei genitori hanno messo qualcuno a spiarmi e che hanno sempre saputo di noi due?»
«Si e no.»
«Che significa si e no?»
Nel mentre sentii la rotella dell'accendino scattare. Seth si era acceso un'altra sigaretta e anche Taylor.
«Che un giorno l'ho affrontato.» Iniziò. «Gli dissi che avevo capito tutto e gli chiesi se avesse già riferito tutto di me ai tuoi. Mi rispose di no, che finché non aveva tutte le informazioni non avrebbe detto niente. Gli dissi di non farlo, che loro ti avrebbero solamente allontanata.»
«Tutto qui?» Chiese rauco Seth alle mie spalle.
Lui lo guardò malamente e poi tornò su di me con un sospiro. «No, un giorno decisi di seguirlo, per giocare le sue stesse carte. Scoprii che giocava d'azzardo e che sua moglie non lo sapeva. Facemmo un accordo. Lui non avrebbe detto niente di me e io non avrei fatto vedere a sua moglie il video che gli avevo fatto di nascosto. Deve aver funzionato dato che nessuno si è intromesso nella relazione.»
Ero scioccata. Per qualche momento non dissi niente ma la voce uscì debole e stanca.
«Perchè non me l'hai mai detto?»
«Perchè non volevo farti soffrire ancora. E se te l'avessi detto, saresti andata dai tuoi e loro avrebbero capito che qualcosa non tornava. È stata una bugia bianca, biondina.»
Avrebbe comunque dovuto dirmelo. Mi girai piano. Seth fumava contro il suo cofano mi stava già guardando. Forse entrambi stavamo pensando a quello, tutti lo stavamo pensando.
«Quando l'hai capito?»
«Quando siamo usciti da quella caffetteria e mi hai portato al ponte.» Mormorò. «Faceva esattamente la tua stessa strada, all'inizio pensavo di essere paranoico ma poi ho avuto la conferma in autostrada.»
«Perchè non me l'hai detto?»
Inspirò e butto fuori una nuvola di fumo. «Prima volevo capire chi l'avesse mandato.»
«Per questo non siamo tornati a casa?»
Non rispose ma lo presi come un sì.
Dio, non potevo crederci. Non mi ero mai accorta di niente. Mai avrei pensato che fossero capaci anche di questo. Mettere qualcuno a seguirmi.
Il silenzio era assordante. Il volto di tutti palesava lo stesso pensiero: il segreto di Seth stava per essere scoperto, e le opzioni erano due: lasciare che uscisse la verità oppure...eliminare il problema.
Volevo piangere. Urlare. Perché non riuscivo a trascorrere una giornata senza avere problemi? Perché i miei genitori dovevano rovinarmi la vita in quel modo?
Sentimmo uno scricchiolio. Girammo la testa di scatto. Qualcuno stava attraversando la strada e quel qualcuno era proprio lui. Era un uomo di mezza età, ma era in forma.
Mi irrigidii. Ci guardò mentre fumava una sigaretta, poi si fermò in mezzo alle strisce pedonali e ci guardò da lontano. Sentii la rabbia crescere dentro di me.
«Per tua informazione, Jace...ho divorziato.» Fu tutto quello che disse prima di sorridere e riprendere a camminare.
Seguii la sua figura finché non scomparve tra i palazzi.
Jace inspirò a fondo e incrociai il suo sguardo.
Sapevamo cosa significava. Qualsiasi cosa avesse trovato questa volta l'avrebbe comunicata: non aveva niente da perdere.
Seth buttò a terra la sigaretta e la schiacciò, mentre si sollevava dalla macchina.
«Se puoi, fai un salto all'Angels e controlla che sia tutto a posto.» Si rivolse a Taylor che annuì.
«Ehi.» Jace mi afferrò un braccio per attirare la mia attenzione e poi mi abbracciò, stampandomi un bacio sulla fronte. «Troveremo un modo per risolvere la questione. Non preoccuparti.»
Lo strinsi, ricacciando indietro le lacrime. Quando sciogliemmo l'abbraccio, incrociai lo sguardo di Taylor e abbozzai un sorriso.
Una volta in macchina, io e Seth non ci scambiammo molte parole. Lui mise in moto la macchina e io mi persi nei miei pensieri. Cosa sarebbe successo ora? Cosa avrebbero fatto? Era colpa mia se erano finiti in questa situazione, erano stati i miei genitori ad ingaggiarlo. Derek si sarebbe arrabbiato ancora? Avrebbero litigato tra di loro?
Quando arrivammo a casa, ringraziai il fatto che fosse vuota. Non avevo idea di dove fossero gli altri e non volevo neanche saperlo. Avevo bisogno di bere così andai in cucina senza nemmeno togliere la pelliccia. Presi un bicchiere pulito da un'antina e poi lo riempii con l'acqua del rubinetto. L'acqua fresca scivolò lungo la trachea. Avvertii i suoi passi lenti alle mie spalle. Quando terminai di bere, posai il bicchiere nel lavandino ma non mi girai. Seth mi abbracciò da dietro e io strinsi gli occhi, sentendoli bruciare.
«Se lui...» Mi bloccai non riuscendo a continuare.
«Guardami, Principessa.»
Mi girai e sollevai lo sguardo di lui con fatica. Lui appoggiò le mani sulle mie guance e strofinò i pollici sulla pelle.
«Mi d-dispiace.» Tirai su col naso.
Lui si accigliò. «Non è colpa tua.»
«Ma i miei genitori--»
«Non è colpa tua.» Ripetè con determinazione. «Anche se il mio nome non è spiattellato sui notiziari, sono un ricercato e questo non dipende da te ma solo dalle mie azioni. Potrei essere arrestato anche domani, con o senza investigatore.»
Deglutii, sentendo degli aghi in gola. Sbattei le palpebre velocemente e una lacrima scivolò sulla mia guancia, lui la raccolse col pollice.
«A questo proposito, mi devi promettere una cosa, Peach.» Disse dolcemente.
«C-cosa?»
«Se questo dovesse succedere.» Si bloccò. «Se mi arrestano, io dirò che ti ho ricattata e--»
«No.» Sapevo già dove voleva andare a parare. «No, non lo farò.»
«Nyxlie, ti prego.»
«Tu vuoi che io menta!» Sbottai, iniziando a piangere. «Non dirò che tu mi hai raggirata.»
Premette le labbra e si tirò indietro i capelli. «Se non lo fai, potrebbero considerarti una complice. Nessuno crederà che tu non sapessi nulla. Ti interrogheranno a lungo e prima o poi riusciranno a scoprire la verità.»
«Ma potrebbero farlo anche in questo caso.» Gli feci notare con rabbia.
«Vero.» Sospirò. «Per questo devi essere convincente e dovrai anche dire che hai provato a denunciarci ma che io ti ho quasi uccisa.»
Schiusi le labbra e smisi di respirare per qualche secondo. Le lacrime scivolarono sulle mie guance mentre sentivo il cuore rompersi.
«No.» Soffiai e annaspai. «N-no, non lo farò. Perchè dovrei dirlo?! Derek. Lui--»
«Lo so.» Tornò nuovamente a stringermi il viso tra le mani. «Ma devi farlo.»
«Perchè diavolo dovresti prenderti la colpa?!» Piansi.
«Perchè ho deciso così.»
Mi accigliai e lo spinsi via. «Beh, io non lo farò! I miei genitori non ci crederanno mai.»
«Non dovrai convincere loro, ma la polizia.»
Scossi la testa, tirando su col naso. «No, io...»
«Devi farlo.» Insistette. «Se mi arrestano, io non avrò scampo. Ma non posso accettare il fatto che tu finisca nei guai per colpa mia. Tu devi mentire, hai capito?»
Il labbro mi tremò e lo afferrai tra i denti con forza. Appoggiò la fronte alla mia mentre strofinava il pollice sulla mia mascella.
«Non avrei mai dovuto avvicinarmi così tanto a te. È stato uno sbaglio che sapevo non avrei dovuto commettere ma l'ho fatto e mi dispiace, Peach. Mi dispiace per tutto il male che ti ho causato e per questo non posso trascinarti giù con noi, okay? Non posso farti anche questo.» Sussurrò. «Se mi arrestano, tu menti e ricominci daccapo. Promettilo.»
Mi sfuggì un singhiozzo. Negai con la testa.
«Ti prego, dillo.»
«N-non posso farlo.»
«Nessuno mi guarda e mi guarderà come fai tu, Principessa.» Disse con dolcezza. «Tu sei l'unica che ha avuto il coraggio di guardare sotto la maschera e che non mi vede come un mostro, ma gli altri lo faranno. Entrambi sappiamo che dovrei stare rinchiuso a vita e, quando e se succederà, tu devi voltarti e andare avanti per la tua vita.»
Mi mancava l'aria. Solo un paio di ore fa sembrava tutto così perfetto e invece ora...
«Ti odio.» Sussurrai, anche se avrei voluto dire il contrario, ma lo odiavo per le cose che stava dicendo, per il male che mi stava provocando con quelle parole.
Strofinò la punta del naso con la mia e poi posò un dolce bacio sulle mie labbra. «Promettilo, amore.»
Amore. Quella parola risuonò nelle mie orecchie come un dardo.
Mi irrigidii. Spalancai gli occhi e mi scostai leggermente per guardarlo. Ero sotto shock. Paralizzata. Ammutolita. L'aveva detto davvero? Mi aveva davvero chiamata amore dopo che gli avevo detto che lo odiavo?
Lui attese una mia risposta e io alla fine mi arresi.
«Okay.» Gracchiai. «Te lo prometto.»
Annuì. Non disse nient'altro, si limitò a baciarmi e a prendermi sul bancone di quella cucina.
Quella volta fu differente. Mi sembrò di captare altro oltre al desiderio profondo.
Qualcosa di più puro e intenso.
Qualcosa che mi sembrava avere tanto il sapore dell'amore.
Δ
«Nyx! È pronto!»
Riuscii a sentire la voce di Phoebe nonostante la musica. Tolsi le cuffie e mi stropicciai gli occhi per farli riposare dalle ore passate davanti al pc.
«Nyx?»
«Si, arrivo!» Risposi ad alta voce.
Guardai il telefono. Ancora nessuna risposta. Sospirai e mi alzai. Mi stampai un sorriso appena vidi le mie coinquiline.
«Che buon profumo, cos'è?» Chiesi, sedendomi al tavolo.
«Zara ha fatto le lasagne.» Disse Phoebe elettrizzata.
«Uh. La nostra chef.» Ghignai.
«Non abbiate aspettative. Potrei aver dimenticato il sale.» Disse lei, posando al centro del tavolo la teglia fumante.
«Sto studiando da ore. Mangerei anche il tavolo.» Ammisi.
«Dio, questo periodo è il peggiore.» Si lamentò Zara.
Era ufficialmente iniziata la settimana infernale, quella che anticipava la settimana degli esami di fine corso. Non vedevo l'ora delle vacanze, mancava pochissimo alla fine. I prossimi giorni erano gli ultimi da superare e poi saremmo state libere per i prossimi mesi.
«Già.» Sospirai.
Riempiemmo i nostri patti con una porzione ciascuna. L'aspetto era molto invitante.
«Cosa pensate di fare per le vacanze? Io non vedo l'ora della mia vacanza a Miami.» Disse Phoebe.
Cosa pensavo di fare? Vivere un periodo di tranquillità.
«Al momento voglio solo dormire nel mio letto.» Disse Zara con una risata. «E vedere Fluffy, mi manca tanto.»
Fluffy era il suo porcellino d'india.
«Tu e Seth farete qualcosa?» Chiese Phoebe. «A proposito, ti ha scritto?»
No. Non mi aveva scritto.
«Si.» Mentii e ridacchiai. «È impegnato con lo studio, stranamente.»
Vidi i loro sguardi incrociarsi ma non dissero altro.
Era da qualche giorno che Seth era distante. Dopo la scoperta di quell'investigatore privato sentivo che stavamo camminando su una lastra di ghiaccio pronta a rompersi. Eravamo tornati insieme e sembrava che, nonostante tutto, fossimo tornati alla normalità, ma in questi giorni qualcosa non andava. Diceva di essere impegnato e lo vedevo solo alla sera quando passava a salutarmi. Quando eravamo insieme era come se questi problemi non esistessero, ma poi lui tornava ad essere distaccato e io a preoccuparmi.
Cenai in tranquillità con le ragazze e poi mi chiusi ancora in camera. Non avevo più voglia di studiare perciò mi buttai sul letto e chiamai Seth. Era da tutto il pomeriggio non che non lo sentivo. A dire il vero non sapevo neanche se facessi bene a chiamarlo, ancora non mi era ben chiaro cosa fossimo.
Mi rispose al quarto squillo.
«Ehi.» Disse. «Scusa se non ti ho risposto.»
Fissai il soffitto e sospirai. «Che fai?»
Ci fu qualche momento di silenzio. «Mi sto preparando.»
«Stai uscendo?»
Erano quasi le nove di sera. Dove doveva andare?
«Si, ho...» Si fermò. «Ho delle cose da fare.»
«Delle cose da fare? Del tipo?»
Il silenzio si fece più forte in questo momento. Sentii formarsi un nodo alla gola.
«Senti, so che non sono molto presente in questi giorni--»
«Mi stai evitando, che è diverso.»
«No, non è vero.» Replicò prontamente sull'offensiva. «Ho delle faccende da risolvere e sai che non voglio tu abbia a che fare con quel mondo.»
«Quale mondo?» Risi amara.
«Quello dell'Angels, Blake.» Disse secco. «Ti prometto che mi farò perdonare.»
«Hai un incontro?»
«No.»
«Mi stai mentendo?»
«No.» Disse e poi sospirò. «Okay, ho anche un incontro ma--»
«Sai cosa? Non mi interessa. Ci sentiamo.» E con quello riattaccai.
Provò a richiamarmi subito dopo ma non gli risposi. Era assurdo il suo comportamento.
Sentivo di mio la pressione di quello che sarebbe potuto succedere appena i miei genitori avrebbero scoperto tutto di Seth. Era come un conto alla rovescia di cui però non sapevo i numeri. E in più lui si comportava anche così, mi faceva incazzare e impazzire.
Decisi di provare a non pensarci e optai per guardarmi un film, incanalando il nervoso in un confetto di gelato.
Non avevo idea di quale fosse il problema di Seth. Aveva detto che aveva a che fare con l'Angels ma lui era solito mentire.
Stava indagando anche lui su quell'uomo? Lo avrebbe minacciato? Cosa aveva intenzione di fare? Lo aveva già detto agli altri?
Non sapevo nemmeno cosa ci fosse in gioco. I miei genitori non si erano fatti sentire e non avevo intenzione di chiamarli per chiedere per quale motivo mi avessero messo un investigatore a seguirmi. Erano davvero assurdi.
Dopo più di mezz'ora mi resi conto che stavo guardando lo schermo del pc senza prestare attenzione. Avevo la testa altrove. Per quanto volessi evitarlo, continuavo a pensare a Seth. Aveva anche un incontro e odiavo quando li faceva. Tornava sempre con qualche nuovo graffio o livido.
Lanciai uno sguardo al telefono buttato sul letto e tamburellai le dita sul cofanetto del gelato. Dovevo chiamarlo? Sapere come stava? No. Non dovevo. Ma volevo.
Sbuffai e mi tirai su. Seth mi faceva impazzire. Provai a distrarmi camminando un po' per la stanza e andando anche in cucina a mettere nel congelatore il gelato restante.
Sapevo che quella sera non ci saremmo visti e io volevo sapere cosa stava succedendo. Non potevamo fare un passo avanti un giorno e tre indietro quello successivo. Non potevamo avere questo rapporto altalenante, non era salutare per me.
Decisa a risolvere la questione, mi infilai un paio di scarpe, presi il telefono ed uscii.
Speravo di trovare Chen alla confraternita e farmi portare da lui.
L'aria era fresca e mi maledissii di non aver preso una giacca. Camminai veloce e dopo cinque minuti raggiunsi la casa Delta. Le luci erano accese.
Bussai e attesi. Quando la porta si aprì, sentii il cuore affondare. Anche Derek si sorprese di vedermi ma non lasciò trasparire niente, oltre al fastidio.
«Seth non c'è.» Disse subito.
Stava per chiudermi la porta in faccia ma piantai una mano sul legno e la tenni aperta.
«Lo so.» Sibilai. «C'è Chen?»
«No, ci sono solo io.»
Dannazione. Vacillai un istante perché il mio piano era andato in fumo.
«Ti serve altro?» Domandò.
«Si.» Buttai fuori. «Portami da lui.»
Inarcò un sopracciglio e poi rise brevemente, scuotendo la testa. «Non ci penso nemmeno.»
«Perchè no?» Incrociai le braccia.
Ruotò gli occhi e mi guardò sprezzante. «Prima di tutto, se non ti ha detto dove andava forse non vuole che tu lo sappia, in parole povere: fatti i cazzi tuoi. Seconda cosa, dubito altamente che lui vorrebbe vederti dove so che è. E terzo, non mi è permesso stare da solo con te.»
L'ultima frase la disse seccato, come se fosse troppo eccessiva quella punizione.
«Dubito tu rifaccia ciò che hai già provato a fare.» Ammisi con freddezza. «È stata una mia idea e lo dirò a Seth, se questo ti evita una discussione con lui.»
Tamburellò le dita sulla porta, scrutandomi a fondo. Poi, sospirò e drizzò la schiena.
«Ti avviso che si incazzerà ma se sei sicura tu, perché dovrei dire di no a Sua Altezza Reale, giusto?»
Feci una smorfia mentre gli rifilavo un sorriso sarcastico.
«Aspetta qui.» Disse prima di chiudere la porta.
Tornò cinque minuti dopo con una felpa e delle chiavi in mano. Ebbi un flash quando mi avvicinai a quella macchina e mi fermai davanti la portiera posteriore. Lui mi guardò confuso.
«Che fai?»
«Meglio prevenire.»
«E dovrei farti da taxi?»
Mi strinsi nelle spalle.
Lui borbottò qualcosa ma poi aprì l'auto ed entrai in fretta. Ero distante da lui, pronta a scappare anche dal finestrino se necessario.
«Perchè ti hanno lasciato qui?» Chiesi una volta che partì.
«Non mi hanno lasciato qui. Non sono un cane.» Replicò piccato. «Non avevo voglia di andare, ma ora sono proprio curioso di scoprire come si evolverà la serata.»
«È in qualche edificio abbandonato o roba simile?»
«No.» Disse. «Sono in un bar.»
«Seth aveva un incontro. L'ha fatto li?»
«Fai troppe domande. Chiudi la bocca.»
Ruotai gli occhi ma mi tappai la bocca. Sapevo che si sarebbe arrabbiato ma non mi interessava. Mi stava evitando e volevo capire perchè.
Il tragitto fu silenzioso. Osservai gli alti palazzi illuminati del centro città in lontananza finché non percorremmo proprio quelle stesse strade. Pensai si fermasse in una di quelle principali invece proseguì e mi sembrava di star andando verso il luogo del primo incontro quando però girò per una strada con edifici bassi e vari locali attaccati. Gruppi di persone erano fuori ad ogni bar.
Parcheggiò e scesi in fretta dalla macchina. Si era fermato davanti ad un bar con l'insegna spenta, ma dentro era abbastanza affollato. Il vociare si sentiva ogni volta che qualcuno usciva dalla porta principale.
Tuttavia, mentre facevo scorrere gli occhi sui volti al di fuori del bar, potevo già farmi un'idea di che soggetti lo frequentassero.
Entrammo e il baccano mi diede fastidio. Il bancone era sulla destra mentre tutto il resto dello spazio era occupato da tavoli, alcuni tondi altri quadrati, e alcuni avevano anche le panche, rendendo tutto più isolato.
Scorsi prima Chen e poi Seth proprio in uno di quelli in fondo. Erano con altre persone, altri cinque uomini e due ragazze erano sedute su alcune gambe di questi, una però sembrava piuttosto interessata a Seth. C'erano bicchieri di birra e mi sembrò di vedere anche una bustina bianca.
Non passò molto tempo prima che le ossidiane di Seth si fermarono su di me e poi balzarono su Derek. Serrò la mascella e il suo sguardo si scurì.
«Tieniti pronta a pararmi il culo.» Disse Derek a voce alta.
Seth sgusciò via dalla panca e venne spedito verso di noi. Indossava una semplice maglietta nera e dei pantaloni scuri. Ciò che mi saltò all'occhio fu un taglio sopra al sopracciglio e uno anche al labbro gonfio. Mi distrassi nel guardarlo che non mi accorsi che qualcuno mi venne addosso e, se non fosse per i riflessi svelti di Seth, sarei caduta a terra.
«Guarda dove cazzo vai.» Sbottò all'uomo traballante con una birra in mano, che proseguì come se non avesse neanche sentito.
Quando saettò su Derek, percepii la rabbia avvolgerlo.
«Gli ho chiesto io di portarmi qui.» Dissi ancor prima che potesse parlare.
«Non mi interessa. Lui sa quali sono le regole.» Ribattè.
«Senti, ha insistito okay?» Alzò le mani Derek. «E si è seduta nei sedili posteriori.»
Un muscolo guizzò sulla mascella di Seth. Pensai rispondesse ma invece si concentrò su di me. Fece un cenno con mento alla porta da cui ero appena entrata e, con uno sbuffo, mi girai sui talloni, raggiungendola nuovamente.
Una volta fuori, mi abbracciai. Indossavo solamente un paio di pantaloni della tuta e una maglietta a maniche lunghe. Non era stata una grande idea lasciare a casa la felpa.
«Di qua.» Parlò Seth, premendo una mano dietro la mia schiena.
Ci infilammo in un vicoletto buio con vari bidoni. Si accese una sigaretta mentre io mi appoggiavo alla ringhiera di alcune scale antincendio del palazzo in mattoni.
«Non dovevi venire.» Mi lanciò un'occhiata sbieca. «Specialmente non con lui.»
«Dubito provi a rifarlo.»
«Non mi interessa. Non deve stare da solo con te.»
«Non mi hai mai detto di questa regola.» Mormorai.
Buttò fuori una nuvola. «Non era necessario.»
Ovvio che non era necessario per lui.
Fissai le sue ferite. «Com'è andato l'incontro?»
Abbassò per qualche secondo lo sguardo e poi aspirò nuovamente. «Come sempre, Principessa.»
E cioè aveva vinto.
«Perchè mi stai evitando?» Andai diretta.
«Non ti sto evitando.»
Sbuffai. «Si, invece. Ci vediamo a malapena e non mi dici mai quello che fai. Chi sono quelle persone?» Chi erano quelle ragazze?
«Non dovevi venire qui.»
«Perchè non rispondi?»
Pestò la sigaretta consumata e si parò di fronte a me con un cipiglio.
«Sei testarda, lo sai?»
«E tu un bugiardo.»
«E non solo.»
Assottigliai gli occhi in attesa di una risposta.
«È complicato.»
«Vuoi davvero giocarti questa carta?»
Serrò i denti e guardò altrove, pizzicandosi il naso.
«Se te lo dicessi, ti arrabbieresti e non voglio dirtelo perché non voglio darti ulteriori pesi.»
Aggrottai la fronte. «In che senso? Ti prego, Seth. Parla.»
Era riluttante, non voleva spiegarsi e lo capivo da come si muoveva, non incrociando il mio sguardo.
«È a loro che ho chiesto una mano per Ian.» Confessò dopo diversi secondi di silenzio.
Sentii un brivido freddo percorrermi la schiena.
«E cosa vogliono ora? Devo ripagarli in un qualche modo? Sono...sono in debito con loro?» Chiesi a raffica.
«No, no, Peach. Niente del genere.» Tossì e aggrottò la fronte. «È scappato.»
Ci impiegai qualche secondo a connettere. «Ian?»
Annuì e strinse i denti. «Si.»
«Ma...come? Dov'è ora?»
«L'avevo affidato a loro, per portarlo via da qui. Erano diretti in Canada con diversi chili di droga. Non so come, ma è riuscito a scappare e a portarsene via almeno cinque. E tenendo conto che ora ha anche un passaporto e tanti soldi, potrebbe essere ovunque.»
Non sapevo cosa dire. Era di nuovo tutto un casino.
«Stiamo controllando le telecamere dell'ultima volta in cui si sono fermati ma è difficile. Sa come muoversi.» Sospirò. «Ma il problema non è lui, non penso abbia intenzione di tornare, perlomeno non da te.»
«Il problema è la droga.» Mormorai.
«Valeva parecchio quella che si è portato via. Devo ripagarli e sto cercando un accordo che coinvolge gli affari dell'Angels per evitare problemi.»
«Perchè non me l'hai detto?» Chiesi con un sospiro affranto.
Lui fece un passo avanti e mi afferrò il volto tra le mani. Le sue perle d'ossidiana si fusero con le mie, facendomi tremare le gambe.
«Non volevo farti preoccupare. Ammetto di essermi distaccato ma solo perchè ero preso da questa faccenda e non volevo che loro puntassero troppo gli occhi su di te.»
«Non mi piacciono i segreti, Seth.»
Strofinò il pollice sulla mia guancia. «Lo so. Mi dispiace.»
Spostai l'attenzione sui suoi tagli. «Devi disinfettarli.»
«Lo farò.» Accennò un sorriso ma poi tornò serio. «Ora torna indietro.»
Sospirai piano. «Tu resti qui?»
Con loro? Con quelle ragazze?
«Devo.» Mi stampò un piccolo bacio sulla fronte e mormorò. «Ti faccio accompagnare da Chen.»
«Posso anche prendere un taxi.» Ruotai gli occhi.
«Contaci.»
Come se comunicassero telepaticamente, Chen comparve nel vicolo cieco pochi secondi dopo.
«Seth.» Lo richiamò.
Lui lo guardò e annuì, come se avesse già capito. Quando tornò a guardarmi, abbassò leggermente la testa mentre io rimasi ferma. Ero ancora un po' arrabbiata con lui. Pensai mi baciasse ma invece sviò e sfiorò il mio lobo con le labbra per poi parlare.
«Mi farò perdonare, okay?» Disse.
«Mh, okay.» Borbottai.
Lasciai Seth ai suoi affari, che comprendevano anche mio fratello, e io tornai indietro con Chen.
«Se la prenderà con Derek?» Chiesi a Chen, che guidava l'Audi di Seth.
Mi lanciò una rapida occhiata. «E anche se fosse?»
Alzai le spalle. «In questo caso non ha fatto nulla.»
«Si è lasciato convincere troppo facilmente.»
«Ma non è stata una sua idea.»
«A Seth non importa. Non vuole che stia da solo con te.» Disse. «E sinceramente neanche io.»
Abbozzai un sorriso ma si spense poco dopo.
«Cosa faranno a Ian?»
«Prima di tutto lo devono trovare.» Sospirò. «E se è tanto intelligente quanto pazzo, gli conviene nascondersi bene.»
«Non penso abbia lasciato il paese. Non sa come nascondere tutta quella droga. Forse ha ricontattato quel suo amico, quello che voleva i soldi da me.»
«Seth lo ha già visitato. Dice di non sapere nulla.»
«Come avete fatto a trovarlo?»
«Se ho anche solo una informazione per me non è difficile trovare le persone.» Rispose, lanciandomi occhiata. «Seth ricordava la targa della macchina.»
«Oh, wow.»
Notava tutti quei particolari? Avrebbe potuto utilizzare quelle sue capacità nella disciplina in cui si doveva laureare, al posto di fare il giustiziere.
Ringraziai Chen quando si fermò sotto il palazzo. Quando entrai nell'appartamento le ragazze dormivano già. Decisi di andare a farmi una doccia rilassante per scaricare la tensione accumulata dallo studio e anche dalle parole di Seth.
Dubitavo che Ian mi rintracciasse, ero certa che Seth lo avesse minacciato per bene ma lui agiva senza pensarci, tutto poteva succedere.
Rimasi sotto il soffione per quasi mezz'ora. Quando uscii, il vetro in bagno era tutto appannato. Mi asciugai i capelli e mi preparai per la notte. Domani sarebbe stata un'altra giornata di studio e avevo bisogno di dormire.
Mi infilai sotto le coperte e cercai di addormentarmi, senza pensare a Seth, a Ian o all'investigatore privato.
Δ
Mi svegliai di soprassalto quando avvertii il materasso abbassarsi e qualcuno infilarsi sotto le coperte. Era tutto buio, dalle tende tirate entrava poca luce ma avrei riconosciuto quella figura anche ad occhi chiusi.
«Come sei entrato?» Borbottai assonnata, facendogli spazio.
«Conosco i codici a memoria, Peach. Dovresti saperlo ormai.»
Vero.
Sbadigliai e appena si sdraiò mi avvinghiai a lui. Si era anche svestito e non avevo sentito nulla. Mi allungai abbastanza da poter accendere l'abatjour sul comodino. La luce calda illuminò la stanza e mi ressi con un braccio mentre ispezionavo il suo viso con gli occhi gonfi e pesanti dal sonno. Si era fatto una doccia prima di venire, lo capivo dalle ciocche ancora umide. E, stranamente, aveva davvero curato quelle ferite.
«Vieni.» Aprì un braccio, invitandomi a rannicchiarmi.
Spensi la luce prima di farlo. Appoggiai una mano sul petto caldo e sentii il cuore battere regolare sotto il mio palmo.
«Scusa se ti ho svegliata.» Mi baciò la testa. «Non volevo dormire da solo.»
«Tranquillo.» Mormorai ad occhi chiusi. Una sua mano mi afferrò la coscia destra per portarla su di lui. «Che ore sono?»
«Quasi le tre.»
«Hai risolto con...quelli?»
L'altra mano giocava con i miei capelli. «Siamo arrivati ad un accordo, si.» Sospirò.
«Me lo dirai?»
«L'accordo? Certo che no, Blake.»
Scrollai le spalle. «Tanto valeva provarci.»
Sbuffò una mezza risata. Strofinai il naso contro il suo collo e gli baciai il punto in cui sapevo avesse la piccola voglia. Lui grugnì e strinse la mia coscia.
«Chi erano quelle ragazze?» Non potei fare a meno di chiedere.
Feci scorrere le dita lungo il suo petto nudo e tracciai i contorni dei suoi tatuaggi di cui ormai sapevo ogni posizione a memoria.
«Prostitute.» Rispose senza mezzi termini.
«Le...conosci? Una sembrava interessata.»
«Gelosa?» Lo percepii ghignare.
«Non hai risposto.»
Ridacchiò. «Non le conosco e io non ero interessato a lei.»
Aspettai a parlare. «C'era anche una bustina di droga.»
«Non l'ho toccata.» Disse con tono più fermo. «È da molto che non la uso.»
«Bene.»
Il silenzio piombò nella stanza ma nessuno di noi stava ancora dormendo. Le sue dita scorrevano tra i miei capelli mentre le mie si erano fermate sul suo addome. Era piacevole ascoltare il suo battito.
«Voglio portarti via.»
«Via?» Borbottai per via del sonno. «Dove?»
«Questo weekend. Voglio andare via.»
«Devo studiare, Seth. Settimana prossima ci sono gli esami finali. E anche tu dovresti farlo. Ti ricordo che ti devi laureare.»
«Non devo studiare per prendere il massimo dei voti. Quante volte devo dirtelo che ho un QI molto alto?»
Ruotai gli occhi. «Be', il mio è nella media e devo studiare.»
«Prometto che ti aiuterò a studiare.»
«Non possiamo aspettare il termine dell'anno? Manca solo la prossima settimana.»
«Voglio rimediare al tempo perso.» Disse rauco. «E ti farà bene staccare prima degli esami.»
Forse in parte aveva ragione. Non potevo fare miracoli in due giorni però l'idea di non sfruttarli mi metteva parecchio in ansia.
«Dove vorresti portarmi?»
«Se accetti, sarà una sorpresa.»
Sbuffai e gli morsi gioiosamente il collo, facendolo ridere. Avvolse le braccia attorno a me, stringendomi.
«È un si?»
«Hai promesso che mi aiuterai a studiare.»
«Certo, Principessa. Ti aiuterò con tutto quello che vuoi.»
Il tono con cui lo disse fece infiammare il mio basso ventre.
Gli lasciai un altro bacio sulla voglia per stuzzicarlo. «Allora, ci sto.»
S/A.
Ehilà 🍑🖤
Aggiornamento arrivato, finalmente✨️
Tra poco ci sono le vacanze ed entrerò in sessione, spero di avere piu tempo per scrivere e aggiornare prima❤️
➡️ I genitori di Nyxlie non si smentiscono mai, chissà quale sarà prossima mossa🤐
➡️ Ian, come dire, è sempre Ian...
➡️ Ma per Nyxlie e Seth i giorni di pace non sono ancora finiti, una piccola fuga non fa mai male a nessuno, giusto? 👀🔥
Vi aspetto su IG per commentare insieme❤️
Lasciate un voto e un commento se vi è piaciuto!
A presto, Xx
Profili Social🍒
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