Capitolo 51

Seth

Nyxlie dormiva profondamente con la testa e le braccia incrociate contro al finestrino, la bocca leggermente aperta, il respiro pesante e qualche ciocca le solleticava le guance. Dopo la nostra sosta al ponte, avevamo deciso di ritornare a New York. Voleva allontanarsi da qui per tutto quello che era successo in quella giornata e non potevo biasimarla. Anche io desideravo solo che vivesse un giorno di pace ma nessuno sembrava intenzionato a farci vivere in tranquillità.

Era proprio per questo che continuavo a controllare lo specchietto retrovisore. C'era qualcosa che non andava. Era da quando Nyxlie aveva guidato che avevo notato un certo Mercedes nero fare la nostra stessa strada e ora ci stava seguendo ancora. Ovviamente non le avevo detto niente per non spaventarla ma percepivo che qualcosa non andava. Ero sicuro che non ci aveva seguito mentre stavamo andando al motel e questo mi faceva sospirare sollevato ma la situazione non mi piaceva.

Tirai fuori il telefono dalla tasca dei pantaloni e feci partire una chiamata a Chen. Per evitare che Nyxlie si svegliasse non attiva il bluetooth della macchina.

«Ha fatto fuori un altro?»

Ruotai gli occhi. «Coglione.»

«State tornando?»

Lanciai un'occhiata a Nyxlie e poi alla macchina. Non era direttamente dietro di noi ma la vedevo. «Si. Mi devi cercare una targa e dirmi di chi.»

«Perchè?»

«Te lo spiegherò dopo.»

«Okay, boss.» Sospirò. «Dimmi

Dettai il numero di targa che avevo visto bene qualche minuto prima. «Cerca più informazioni possibili.»

«Ti stanno seguendo?» Domandò.

«Si ma non so perchè.» Ammisi. «Non tornerò a casa questa sera. Non voglio rischiare.»

«Va bene. Ti richiamo appena scopro qualcosa.»

A chiamata terminata, rimisi in tasca il telefono. Appoggiai il gomito al finestrino e mi pizzicai il labbro mentre continuavo a tenere d'occhio la macchina. Feci un cambio corsia e poco dopo lo fece anche la Mercedes. Imprecai sottovoce e cercai di non perdere la pazienza. Non volevo accelerare e rischiare di svegliarla, quella era stata una giornata orribile per lei e volevo che si riposasse.

Quella mattina mi ero svegliato col pensiero di Nyxlie e Harold nella stessa stanza e invece mi ero trovato a ripulire una stanza di motel e a spostare un corpo. Ero rimasto impressionato da come aveva conciato quel tipo e se aveva stupito me, Nyxlie l'aveva completamente scioccata. Speravo lo dimenticasse in fretta ma probabilmente non sarebbe stato cosi. Avrebbe inserito quella visione insieme alle altre che la terrorizzavano, ed ero certo che una buona parte era causata dai Vendicatori. Sapevo di aver fatto bene a chiamare Jace. L'ultima cosa che volevo era che mi aiutasse a ripulire quel disastro. Doveva allontanarsi da quel motel, da quel pazzo di suo fratello, e provare a liberare la mente.

Proseguii per molti chilometri, il sole aveva iniziato a tramontare e la Mercedes continuava a seguirci. Chen non mi aveva ancora richiamato e questo non era un buon segno.

«Seth.»

Girai la testa verso di lei. Aveva biascicato il mio nome e ora si stava passando una mano sul viso.

«Ehi.» Sorrisi. «Dormito bene?»

Fece una smorfia e alzò le spalle. «Il finestrino è un po' scomodo.»

«Mi dispiace che la mia macchina non sia di tuo gradimento, Principessa.» La guardai con un mezzo sorriso.

«Già, dovresti proprio fare qualcosa.»

Scossi leggermente la testa e poi lei parlò ancora.

«Quanto manca?»

«Un paio d'ore, c'è un po' di traffico.» Dissi, controllando le macchine dagli specchietti.

«Ci fermiamo? Devo andare in bagno e ho fame.»

Lanciai un'occhiata ai cartelli. «Tra un chilometro c'è un autogrill.»

«Perfetto.» Disse e si mosse sul sedile con una smorfia. «Quanto vorrei togliermi questo vestito.»

Quel vestito glielo avrei voluto strappare io stesso, oppure semplicemente avrei potuto giocare con quello spacco, ma l'idea che fosse nuda era più allettante.

«Fallo.»

«E dovrei rimanere con solo la tua felpa?»

Ghignai. «Non vedo il problema.»

Socchiuse gli occhi, incrociando le braccia. «Be', non indosso niente sotto al vestito. Si vedrebbe con la felpa.»

La fissa. «Continuo a non vedere il problema.»

Scosse la testa. «Ti piacerebbe.»

«Decisamente.»

Lei ridacchiò in modo adorabile.

Pochi minuti dopo parcheggiai nell'area di sosta. Chiusi la portiera e mi guardai attorno. La Mercedes stava entrando nell'area di sosta. Serrai i denti.

«Seth? Cosa guardi?»

Saettai su di lei e abbozzai un sorriso. «Niente. Entriamo.»

L'affiancai e le cinsi la vita. Era un po' buffa con quella felpa sopra ad un vestito del genere ma a lei non importò.

«Cosa ti prendo?» Chiesi mentre entravamo nell'autogrill.

«Non lo so.» Arricciò il naso. «Poi vedo. Aspettami qui.»

La osservai mentre faceva slalom tra vari scaffali per raggiungere il bagno in fondo. Sospirai e mi passai una mano tra i capelli. Mi appoggiai ad una parete e guardai verso le vetrate a destra, vedevo la Mercedes parcheggiata ma non capivo se ci fosse qualcuno in macchina, però ebbia la mia risposta quando entrò un uomo dalle porte automatiche. Incrociò il mio sguardo di proposito, mi squadrò e poi lo distolse andando verso il bancone del bar. Era un uomo sulla cinquantina, sembrava atletico. Indossava una camicia a fiori con una giacca di pelle e jeans scuri, i capelli erano di media lunghezza e biondi.

Continuai a fissarlo. Qualcosa mi diceva che fosse un investigatore privato, solo dovevo capire perchè e chi l'aveva contattato. Mandai un messaggio a Chen per chiedergli novità.

Quando Nyxlie tornò mi spinse a girovagare tra le brevi corsie alla ricerca di biscotti.

«Tu quale vuoi?» Domandò mentre analizzava un pacchetto di Oreo e uno di cookies.

«Prendi quello che vuoi, Blake.»

«Ti piacciono gli Oreo?»

Scrollai le spalle. «Si.»

«Da uno a dieci quanto--»

Le strappai le due confezioni e mi diressi alla cassa.

«Che fai?»

«Li prendiamo entrambi cosi facciamo prima.» Le lanciai un'occhiata e la vedi fissare il frigorifero delle bevande. «Prendi quello che vuoi.»

Si avvicinò e prese una bottiglia d'acqua.

Quando fu il nostro turno di pagare chiesi anche un pacchetto di sigarette. Nyxlie afferrò i pacchetti e la bottiglietta d'acqua mentre io mettevo via le sigarette e il portafoglio. Ci girammo e l'uomo che mi stava tenendo d'occhio si scontrò con Nyxlie facendole cadere il pacchetto di Oreo. Rimasi rigido al suo fianco.

«Oh, scusi.» Disse lei imbarazzata.

«Non scusarti. Lui doveva stare attento.» Ribattei prontamente prima di abbassarmi per prendere il pacchetto.

«Tranquilla signorina.» Disse l'uomo guardando prima me e poi lei con un sorriso gentile che mi fece venire voglia di prenderlo a pugni. «Colpa mia.»

Lei gli sorrise di rimando e io le cinsi la vita per trascinarla via da lì.

«Ma che ti è preso?» Mi rimproverò scocciata una volta fuori.

«Niente. Non mi piaceva quell'uomo.» Dissi piatto.

«Non ti piaceva?» Ripetè incredula. «Ci siamo solo scontrati.»

Non replicai ma di fronte a quel silenzio lei mi afferrò il braccio, facendomi fermare davanti alla macchina. Incrociai i suoi grandi occhi blu incrociati da lunghe ciglia scure.

«Stai bene?»

«Perchè non dovrei?»

I miei occhi balzarono alle sue spalle quando avvertii uno sguardo. L'uomo era appena uscito ma non mi stava guardando. Scorsi Nyxlie girare la testa e poi sbuffò appena.

«È stato un incidente, Seth.» Disse. «Non vorrai mica fargli qualcosa per questo.»

Per questo no. Ma se fosse chi pensavo che fosse, allora sì.

«Andiamo.» Mormorai, distogliendo lo sguardo da quella figura.

Entrammo in macchina e le diedi il pacchetto di biscotti.

«Non sbriciolare.» Le dissi con una lunga occhiata.

Le sue sopracciglia schizzarono in alto. «Ti devo ricordare cos'abbiamo fatto sui sedili posteriori l'ultima volta che siamo venuti a Boston e ci siamo fermati in un autogrill?»

Ricordavo bene come avessi spaccato la faccia a quel coglione che le scriveva biglietti osceni alle superiori e anche di come avessimo scopato nei sedili posteriori.

«Preferisco di gran lunga farti venire sui miei sedili che avere briciole sparse nella macchina.» Schioccai con un occhiolino.

Lei arrossì facendomi sogghignare e io partii. Sapevo che la Mercedes ci avrebbe seguiti e infatti me la ritrovai proprio attaccata dietro. Rimasi allo stop per qualche secondo a fissarlo dallo specchietto. Lui sapeva che io avevo capito e questo mi faceva imbestialire.

«Seth, ci sei?»

Guardai Nyxlie con un cipiglio e poi scossi la testa come da scacciare via i pensieri e mi immisi in autostrada.

Chen non mi aveva ancora risposto ma sapevo già la risposta. Non sapevo però chi l'avesse ingaggiato e non potevo farmi seguire fino a casa.

«Hai il telefono a portata di mano?»

La sentii sgranocchiare prima di rispondere. «Mh, si. Perché?»

«Cerca un hotel.»

«Un hotel? Per dove?»

«New York.»

«E perché?»

Le lanciai una rapida occhiata e mi inventai qualcosa. «Daranno una festa a casa e non ho voglia di esserci. Scegli un hotel in cui stare.»

Lei aggrottò la fronte tenendo un biscotto in mano. «Non vuoi tornare a casa?»

«No, non mi va. È un problema per te?»

«No, no.» Disse ma potei percepire la titubanza nella voce. «Possiamo stare all'Angels, no?»

Decisamente no.

«In ufficio ho solo un divano. Non ho intenzione di svegliarmi col torcicollo.»

Sospirò. «Va bene, allora. Cerco un hotel.»

Tenendo il volante con una mano, infilai l'altra nella tasca interna della giacca e tirai fuori il mio portafoglio.

«Tieni.» Glielo passai.

«Cosa dovrei farci?» Domandò mentre me lo sfilava.

«Prenota quello che vuoi.» Dissi.

«Quello che voglio? Fai sul serio?»

La guardai e sorrisi. «Certo, Blake.»

Lei socchiuse gli occhi e tentennò un ghigno. «Mi stai lasciando la tua carta di credito?»

Mi strinsi nelle spalle. «Ti sto lasciando carta bianca con la mia carta di credito.» La corressi.

«Quindi potrei prendere anche una suite?»

«Con vista spero.» La guardai sbieco e serio.

Lei premette le labbra con fare divertito e poi annuì. «Ti pentirai di quello che hai appena fatto.»

Ridacchiai e mi pizzicai le labbra. «Sorprendimi, Principessa.»

Nyxlie

Forse avevo esagerato e se così fosse stato gli avrei restituito i soldi, però, mi ero innamorata dell'immenso terrazzo con vista sullo skyline di New York e del fiume che ci divideva da Jersey City e del soffitto a specchi in una delle camere da letto del loft con una vasca vecchio stile vicino al letto. Quando avevo comunicato a Seth quale fosse il nostro hotel non aveva fatto nessuna domanda riguardo il prezzo, ma solo perchè ancora non sapeva che camera avessi prenotato. Ero stata anche fortunata ad averla trovata libera.

Seth lasciò la macchina al parcheggiatore e afferrò la mia mano per entrare insieme nella hall di quel famoso hotel. Ci stavamo dirigendo verso la reception ma, prima che potessimo raggiungerla, lo fermai, parandomi di fronte a lui.

«Aspetta.»

Lui si accigliò. «Che succede?»

«Ho preso uno dei loft.» Confessai in preda al panico. «Ed è costato tanto. Posso ridarti i soldi--»

«È bello?» Mi bloccò, l'ombra di un sorriso si nascondeva nella voce.

«Beh...» Mi morsi il labbro. «Ha un grande terrazzo e una delle camere da letto ha il soffitto a specchi.»

A quel particolare i suoi occhi si scurirono e mi tirò a sé con un sorriso serafico, togliendo il respiro. «Entrambi i loft avevano una stanza così?»

Schiusi lentamente le labbra che si incurvarono in un sorrisetto. «No, solo quella che ho scelto.»

Non rispose ma mi lanciò uno sguardo eloquente prima di stringermi la mano e trascinarmi verso la reception. La ragazza, che non la smetteva di togliere gli occhi da Seth, ci registrò e ci consegnò la chiave.

«Non abbiamo vestiti puliti.» Gli feci notare una volta in ascensore. Mi guardai attorno perchè mi sembrava surreale essere dentro a quell'hotel. Il Soho Grand Hotel. Le celebrità venivano qui. Quell'hotel era noto per combinare un design moderno con dettagli vintage e la stanza che avevamo rappresentava al meglio quelle caratteristiche.

«Abbiamo un soffitto a specchi, non ci interessano i vestiti.»

Incrociai le braccia e sollevai il mento con sfida. «Beh, prima o poi dovremo lavarci e uscire da qui no?»

«Non rovinare la magia.»

Ruotai gli occhi, girandomi su me stessa proprio quando le porte dell'ascensore si aprirono sul nostro piano.

«Davvero non sei arrabbiato per la cifra?» Chiesi nuovamente mentre Seth apriva la porta con la chiave.

Girò la testa per guardarmi dritto negli occhi prima di abbassare la maniglia.

«Se ti facessi vedere il mio conto, vedresti che hai speso davvero poco. Ma anche se cosi non fosse, ti ho detto che avevi carta bianca.»

Aprii e chiusi la bocca mentre mi accigliavo. «Quanto guadagni esattamente con l'Angels?»

Lui accennò un sorriso e aprì la porta del loft.

«Avanti, Principessa. Entra.»

Riuscii solo a spalancare gli occhi. Quel loft era qualcosa di spettacolare. Soprattutto quando il buio era già calato sulla città e lo skyline illuminato che intravedevo dalle vetrate del terrazzo che arrivavano sul soffitto era qualcosa di mozzafiato.

Entrai e lasciai vagare i miei occhi ad ogni angolo stupita da quella bellezza. L'arredamento era particolare, sicuramente era molto eccentrico per certi versi, ma mi piaceva molto. Il soggiorno era open-space arredato con mobili di design industriale e artistico. C'era anche una zona pranzo separata e un bar privato. Aveva due camere da letto eleganti, quella principale era vicino al soggiorno e aveva anche un bagno privato con una seconda vasca e una doccia a vapore spaziosa. La carta da parati era estrosa e oltre a una gigante televisione avevamo anche un giradischi. Il pavimento era in rovere e c'erano molte fotografie d'epoca che abbellivano il tutto.

«Dov'è la stanza con gli specchi?» Sussurrò Seth al mio orecchio, abbracciandomi da dietro.

Sorrisi mentre fissavo la terrazza. «Posso fare prima un giro fuori?»

«Dipende.»

«Da cosa?»

«Andiamo in camera dopo?»

Girai la testa, restando ancora nella sua presa, e lo guardai.

«Oppure possiamo iniziare sulla terrazza.» Soffiai e ammiccai. «Davanti non abbiamo vicini ed è buio.»

Con un movimento repentino, ruotò i miei fianchi e poi mi afferrò buttandomi sulla sua spalla. Scacciai un urlo per la sorpresa, ritrovandomi a testa in giù, i capelli che mi oscillavano davanti agli occhi.

Seth iniziò a camminare verso la vetrata che conduceva alla terrazza e, quando sentii l'aria frizzante della sera sulle guance, cercai di sollevarmi per vedere qualcosa, piantando le mani sulla sua schiena. C'erano dei divanetti e Seth si accomodò su uno di questi, buttandomi al suo fianco.

«Per tua informazione non è cosi che si tratta una principessa.» Sbuffai, mentre mi mettevo a sedere e mi sistemavo i capelli.

«So molto bene come si tratta una principessa.» Disse con voce grave.

Ruotai gli occhi per la sua insolenza e mi alzai. Il terrazzo era veramente spazioso. Potevano starci anche una trentina di persone qui. C'erano vasi, divanetti e altre decorazioni da esterno. In lontananza si vedeva lo skyline notturno di Jersey City ma potevamo anche vedere l'Empire State Building, insieme ad altri edifici illuminati. Tirava un'aria frizzante che mi faceva svolazzare i capelli e il vestito. Era una vista davvero mozzafiato.

«Ti piace?» Chiesi, tornando verso Seth, spaparanzato nell'angolo del divano.

Mi sedetti a cavalcioni su di lui, lo spacco mi permise di muovermi.

Lui continuò a guardarmi. La notte nei suoi occhi rifletteva la città illuminata. «Da morire.»

Deglutii appena piantò le mani sulla parte bassa della mia schiena. Allacciai le dita dietro al suo collo e mi chinai su di lui, posando un bacio dolce e umido sulle sue labbra. Improvvisamente non avvertii più l'aria fredda ma rabbrividii quando intrufolò le mani sotto l'orlo del vestito e iniziò a giocare con l'elastico del perizoma. Seth schiuse le labbra e io lo approfondii.

Affondò le dita nei miei glutei, tirandomi a sé; sfiorai il cavallo dei suoi pantaloni e inspirai a fondo nel bacio. Mi accarezzò l'addome con una mano per poi scendere lentamente e toccarmi da sopra il tessuto. Una scossa mi attraversò lo stomaco e mi staccai col respiro pesante.

Avvampai al luccichio malizioso dei suoi occhi.

«Vuoi vedere come tratto le principesse?» Gracchiò, stuzzicando l'area più sensibile.

Sentii un'intensa fiamma di calore partire dal basso ventre ed espandersi.

Mi morsi il labbro, trattenendo un ansimo e inarcai un sopracciglio. «Le principesse?»

Ridacchiò. «Una?»

«La

«Ah. Solo tu.»

Strinsi il suo viso tra le mani e gli afferrai il labbro inferiore tra i denti. «È un problema?»

«No. Solo tu.» Mormorò quando lo liberai.

«Allora fammi vedere come sai trattare solo me

Δ

Mi svegliai con la sensazione di alcuni baci che solleticavano il mio interno coscia. D'istinto, mi stiracchiai e tesi la mano sapendo che avrei trovato la testa riccioluta di Seth. Le sue braccia strinsero le mie cosce e io aprii gli occhi assonnata. La luce entrava dalla vetrata in camera che conduceva sulla terrazza.

«Ehi.» Sorrisi.

Seth continuò a lasciare baci caldi nel mio interno coscia che mi fecero inarcare la schiena. Le lenzuola coprivano ciò che dovevano coprire ma lui era completamente nudo. Lanciai uno sguardo al soffitto e vidi riflessi i segni rossi dei graffi sulla sua schiena.

«Dormito bene?» Domandò rauco.

Dopo tutto lo sforzo della sera prima mi servivano ancora un paio d'ore.

«Abbastanza.»

Sollevò la testa e arrossii quando vidi nitidamente i piccoli marchi che avevano lasciato le mie labbra sul suo petto negli spazi senza i tatuaggi. «Sei stanca?»

Arricciai il naso. «Beh, ieri è stato...intenso.»

Avevo perso il conto degli orgasmi che mi aveva fatto raggiungere.

«Non sembrava ti dispiacesse.» Cantilenò.

«Non mi è dispiaciuto.» Schioccai. «Ma potevi lasciarmi dormire ancora un po'.»

«Dobbiamo lasciare la stanza tra un'ora.»

Strabuzzai gli occhi. «Cazzo. Non abbiamo nemmeno fatto colazione e i vestiti--»

«Tra poco arriverà il servizio in camera.» Mi interruppe, liberando le mie cosce per strisciare verso di me e sovrastarmi. «E ho detto a Chen di portarci qualcosa.»

Aggrottai la fronte. «Da quanto sei sveglio?»

«Un po'.» Ammise. «E scusa se ti ho svegliata ma mi annoiavo.»

Nascose il volto nell'incavo del mio collo e iniziò a stuzzicare anche quello con baci e morsi. Mi beai con la vista del suo fondoschiena solido e dei muscoli della schiena che si muovevano dallo specchio sopra di noi. Mi aggrappai alla sua vita e inspirai il profumo che emanava la sua pelle calda. I flash della notte passata tornarono appena chiusi gli occhi: il suo tocco a volte gentile, altre ruvido; il suo sapore che si confondeva col mio, i movimenti lenti e profondi, i nostri corpi sudati e bollenti che avevano toccato quasi tutte le superfici di questa stanza.

Un tocco alla porta mi risvegliò.

«Servizio in camera!» Disse ad alta voce un uomo.

«Vado io?» Lo provocai quando vidi che non fosse intenzionato a fermarsi.

Si sollevò di scatto e strinse gli occhi. «Puoi farlo, ma non garantisco nulla per lui.»

«Allora muoviti.» Scivolò via da me e i miei occhi si fermarono in basso. «E copriti.»

Raccattò dal pavimento i suoi boxer e se li infilò mentre mi guardava. «Magari lui avrebbe apprezzato.»

«Possiamo aprirgli insieme e scoprire chi apprezza di più.»

«Peach insolente.» Schioccò. «Ieri non facevi tanto la saputella. Ricordi perchè? Perchè avevi il mio--»

«Vai ad aprire!» Esclamai prima che potesse finire.

Ghignò mentre si passava una mano tra i capelli scompigliati e poi uscì dalla stanza, facendomi scuotere la testa per quanto il mio cuore battesse per lui.

Lo sentii ringraziare il ragazzo e poi la porta si richiuse. Arrivò in camera con un carrellino e sopra un vassoio pieno di cibo

«Quante cose hai preso?» Chiesi tirandomi su e tenendo il lenzuolo sopra al seno. «Hai invitato qualcuno?»

«Mangia quello che vuoi.»

Portò il vassoio a letto per poi sedersi vicino a me. Afferrò una fetta di bacon e ne diede un morso. Dal suono percepii che fosse molto croccante. Io invece puntai più sul dolce. C'erano dei fantastici waffle che mi aspettavano, afferrai anche la ciotola in porcellana che conteneva lo sciroppo d'acero e ne versai sopra un po'. Seth mi guardò tutto il tempo. Mi bloccai quando diedi il morso ad un angolo.

«Cosa c'è?» Domandai prima di masticare.

«Niente. Sei bella» Disse con tranquillità, facendomi arrossire di botto. «Questa sera vuoi incontrare Jace e Taylor?»

«Così abbiamo deciso ieri, no? E domani partiamo.»

«Io potrei dover rimanere ma si, tu devi tornare.» Disse mentre si prendeva il piatto di uova strapazzate. «Hai già perso troppe lezioni.»

«Ora ti preoccupi anche della mia istruzione?»

«Sei bionda, lo sai che devi studiare più delle altre.»

Spalancai la bocca per quell'offesa gratuita mentre lui rideva di fronte alla mia espressione scioccata.

«Che grandissimo stronzo.» Gli tirai una sberla sul braccio.

«Ehi, non faccio io le regole!»

Gli feci un grazioso medio mentre mordevo un altro pezzo di waffle.

«Perchè devi rimanere?» Chiesi poco dopo.

«Devo controllare delle cose.»

Lo guardai di striscio. «E non vuoi dirmi cosa?»

«Te lo dirò.»

Il fatto che avesse risposto subito, senza temporeggiare, mi fece ben sperare. Continuammo a mangiare e mi stupii quando vidi che avevamo quasi finito tutto. Io avevo divorato anche la frutta e i french toast.

Seth rimise il vassoio sul carrello ma mi accigliai lievemente quando lo vidi afferrare la ceramica con all'interno lo sciroppo d'acero.

«Che fai?» Ridacchiai confusa.

Piantò le ginocchia sul letto e mi osservò mentre infilava un dito nello sciroppo per poi portarselo in bocca. La fiammella del mio basso ventre si accese a quell'immagine.

«Giochiamo un po', ti va?»

Mi morsi il labbro, sdraiandomi e affondando la nuca nel cuscino. «Tra quaranta minuti dobbiamo lasciare la stanza. E Chen deve ancora arrivare con i nostri vestiti.»

Ignorò quanto detto per afferrare le coperte e strapparle via. Si sdraiò su di me ormai nuda, ma senza schiacciarmi, tenne il peso sulla parte sinistra del corpo.

«Sai in quaranta minuti quante cose si possono fare?»

«Scommetto che me lo farai vedere.»

Tenendo lo sguardo fisso nei miei occhi, inclinò la ciotola per rovesciare un filo dorato tra i miei seni. Sussultai leggermente appena toccò la mia pelle e gonfiai il petto.

«Ci scommetti bene, Blake.»

Inarcai la schiena, ansimando, appena abbassò la testa e leccò via lo sciroppo dalla mia pelle. Cazzo. Infilai le dita nei suoi ricci e ci giocai mentre aprivo lentamente le gambe per permettersi di sistemarsi tra esse. Al solo pensiero di quello che sarebbe successo, mi sentii già accaldata e bagnata.

Quando leccò via anche l'ultima goccia, sollevò la testa e rovesciò due gocce sulle punte turgide dei miei seni. Affondai i denti nel labbro e gemetti piano appena la sua lingua ruotò attorno al capezzolo sinistro per poi avvolgerlo dolcemente con la bocca e succhiare.

Seth era un vero predatore. Calcolava tutto e sapeva come rinchiudere in gabbia la sua preda e intontirla.

Sentii il bisogno di alleviare la sensazione pulsante tra le cosce e sollevai il bacino in cerca di lui. Mi lasciò fare mentre dava attenzione all'altro seno.

«Hai richiesto lo sciroppo perchè volevi fare questo?» Ansimai, dimenandomi leggermente sotto il suo tocco.

«Forse si.» Disse, lasciando un bacio sotto la curva del mio seno destro.

Mi guardò e quella scintilla perversa gli stava illuminando gli occhi. «E poi, era un peccato buttarlo via.»

Approfittai di quel momento per immergere la punta dell'indice nella ciotolina. Seth non staccò gli occhi da me facendo solo aumentare il mio desiderio. Nemmeno quando lo sfilai e lo portai alla sua bocca. Gliela sfiorai e appena avvolse le labbra attorno al dito, inspirai a fondo. La sua lingua calda accarezzò il dito e mi morsi il labbro per non gemere ancora. Succhiò via il dolce e poi si allontanò con uno schiocco umido.

Se era possibile far diventare i suoi occhi ancora più neri, ci ero riuscita.

«Non hai idea delle cose che vorrei farti, Principessa.» Mormorò prima di chinare la testa e baciare dolcemente il mio addome.

«Sto pensando di tenerti qui dentro per sempre.» Disse mentre le sue labbra scendevano a suon di baci.

«Prima hai detto che devo tornare a lezione.»

«Ti insegno io.»

Ridacchiai ma la risatina si interruppe in un sospiro pesante quando lasciò un bacio pericoloso vicino all'inguine.

«Faremo tanta...» Un altro bacio. «Tanta...» Un altro sempre più vicino. «Educazione sessuale.»

Strinsi le lenzuola sotto di me e inarcai la schiena, ansimando piano quando soffiò sopra la mia intimità bagnata.

«Ah, si, professore? E mi punirai se mi comporto male?»

Mi guardò da sotto le ciglia e ghignò. «Ti piacerebbero le mie punizioni, Principessa.»

Non avevo dubbi purtroppo. Mugolai il suo nome quando stuzzicò l'area circostante ma senza toccarmi veramente. Poi lasciò cadere delle gocce sulle grandi labbra e le succhiò facendomi agitare. Piegai le ginocchia e gli tirai i capelli mentre lui iniziava il suo gioco.

Sentivo pulsare forte, sentivo il bisogno di lui.

Si staccò e lasciò cadere altre gocce, questa volta colpì direttamente la mia intimità e risucchiai un respiro tremante. Pensai mi facesse sentire subito la sua bocca ma invece mi torturò col pollice, spalmando lo sciroppo. Sentii il basso ventre infuocarsi e chiusi gli occhi, lasciandomi trasportare da lui.

«Così dolce...»

Quando appiccicò la bocca su di me, rilasciai il gemito che stavo trattenendo. Mi divorò come se fossi davvero fatta di sciroppo. La sua lingua colpì quel bottoncino febbricitante e mi divorò anche dentro, facendomi ruotare gli occhi dal piacere.

Anche io avrei voluto rinchiudermi in questa stanza solo con lui. Lasciare fuori tutti i problemi, provare a dimenticare i giorni passati e le scelte fatte. Fermare il tempo e stare da sola con lui. Sotto le lenzuola. In terrazza a godere del panorama. Volevo una vita normale con lui.

Quando aggiunse anche le dita a quella piacevole tortura, mi sciolsi e divenni anche io come quello sciroppo di cui ormai non c'era più traccia. Tirando le sue ciocche, spinsi il suo volto contro di me. Lasciò andare la ciotolina che si rovesciò e con la mano libera premette la mano sul mio addome, aumentando la pressione di tutto ciò che stavo sentendo al momento.

«Seth...» Gemetti.

«Dillo ancora.» Disse roco prima di tornare a scoparmi con la bocca.

Piagnucolai dal piacere. Lui si staccò ancora, interrompendo il flusso dell'orgasmo in arrivo.

«Voglio sentirlo ancora, Peach.»

«Seth.» Sussurrai.

«Continua a ripeterlo.» Ordinò, fissandomi. «E urlalo quando vieni.»

Non ci impiegai molto a venire e urlai il suo nome. Come sempre l'orgasmo mi sconquassò e lui continuò a distruggermi, agitando rapidamente le dita in me, facendomi quasi piangere dalla stimolazione.

Ero quasi senza fiato quando le sfilò e mi uccise con gli ultimi colpi di lingua.

«Cazzo.» Esalai senza forze.

Lui tornò su e attaccò le labbra alle mie, togliendomi anche l'ultima briciola di ossigeno. Assaporai il mio sapore e quello dello sciroppo sulla sua lingua. Con dei gesti frettolosi e incontrollati, gli afferrai l'elastico dei boxer e glieli abbassai.

«Vedi quante cose si possono fare in quaranta minuti?» Ghignò sulle mie labbra.

«Zitto.»

«Adoro la Peach aggressiva.»

«Zitto e scopami.»

«Vorrei, Principessa, ma non abbiamo più preservativi.»

Sgranai gli occhi. «Davvero?»

«Già.» Mi baciò ancora.

Agganciai una gamba attorno al suo bacino e lo spinsi a girarsi, lui mi aiutò nel movimento e le situazioni si capovolsero. Mi strusciai sulla sua lunghezza facendo gemere entrambi.

«Blake--»

«Zitto, Nixon.» Dissi ancora e mi allontanai.

Mi sistemai in modo tale che potessi fare ciò che volevo fare in modo comodo. Lo guardai e mi leccai le labbra.

«Mi devi una scopata, sappilo.» Dissi prima di far venire anche lui con la mia bocca.

Δ

«Cristo Santo, ma quanto hai pagato per questa stanza?» Queste furono le parole di Chen appena Seth gli aprì la porta con un asciugamano in vita e i capelli gocciolanti.

Io ero appoggiata al divano, stretta nell'accappatoio. Era arrivato giusto in tempo.

«Peach ha fatto le cose in grande.» Rispose lui, prendendogli dalle mani il sacchetto che conteneva i nostri vestiti.

«Brava, svuotagli il conto.»

Mi avvicinai per salutarlo e abbracciarlo.

«A detta sua è difficile svuotarglielo.» Replicai prima di alzarmi sulle punte e allacciare le braccia dietro al suo collo.

Il suo migliore amico era forse l'unica persona che poteva abbracciarmi quando era mezza nuda e non ricevere nessuna minaccia da parte di Seth.

«Se ti impegni bene, so che ci riuscirai» Disse prima di stamparmi un bacio tra i capelli umidi.

«Avete finito di parlare dei miei soldi?»

«Scusa, sceicco.» Rispose Chen.

Seth tolse dal sacchetto dei vestiti e me li lanciò. Li afferrai in malo modo e li osservai. Erano un paio di pantaloni della tuta e una felpa, ovviamente tutto di Seth.

«Sono riuscito a rubare a Pen solo le mutande.»

Effettivamente a terra cadde un perizoma in pizzo rosa.

«Ma hai avuto tempo per scegliere il colore, bastardo.» Commentò Seth scocciato, mentre le recuperavo da terra.

Inarcai un sopracciglio e guardai Chen che mi ammiccò, facendomi sorridere. Tornai verso il divano e ci appoggiai i vestiti.

«Com'è andata la festa?» Domandai prima di slacciare la cintura in spugna e lasciare cadere a terra l'accappatoio.

Seth e Chen mi fissarono. Uno accigliato e l'altro divertito.

«Abbiamo una camera, Blake. Anzi due.» Disse Seth.

«Si, ma entrambi avete già visto tutto.» Schioccai annoiata mentre mi infilavo il perizoma.

«Beh.» Chen tossì. «Quale festa?»

«La festa che avete dato.»

Notai degli scambi di sguardi fra i due che mi confusero.

«Oh, si. Bene.» Disse, scrollando le spalle. «È andata bene.»

Cercai lo sguardo di Seth ma lui mi guardò solo di sfuggita. Aveva mentito? Cercai di non pensarci e mi vestii. I vestiti mi stavano enormi, facevo ridere. Forse avrei dovuto prendere qualcosa da Winter, non avevo portato molto con me.

«Quelle sono tue, Peach?» Chiede Chen, indicando la vetrata.

Mi girai. Vicino al divanetto della terrazza c'era effettivamente il mio perizoma. Dove tutto era iniziato.

«Che occhio.»

«Già, fin troppo acuto.» Commentò Seth.

Lasciammo la stanza addirittura cinque minuti prima del limite. In ascensore ero al fianco di Chen mentre Seth era davanti a me.

«Torni a casa con lui, va bene?» Disse, chiudendo la mano dietro al mio collo. «Poi sentirò Taylor per questa sera.»

«Okay.» Annuii.

Chinò la testa e mi baciò dolcemente.

«Non vale, anche io lo voglio.»

Seth si staccò e inarcò un sopracciglio annoiato verso di lui. Io mi leccai le labbra con un sorriso. Poi afferrò la mascella di Chen e si sporse per baciarlo a stampo. L'altro non si spostò.

Sgranai gli occhi a quella scena. Le porte dell'ascensore si aprirono quando Seth si staccò e Chen ghignò.

«Wow. Mi aspettavo anche la lingua.»

«Quella te la scordi.»

«È una cosa che fate spesso?» Chiesi confusa ma divertita.

«Solo quando Seth è in mancanza d'affetto.»

«Vaffanculo. Non è vero.» Rise lui.

Una volta aver eseguito il check out alla reception, uscimmo dall'hotel. Il marciapiede era trafficato e Seth doveva recuperare la sua macchina ma mi disse di andare via con Chen senza aspettare ancora. Non ci diedi peso a quella decisione e mi incamminai con Chen.

«Non c'è stata nessuna festa vero?» Lo guardai di striscio.

Lui captò la mia occhiata. «Non sei contenta di aver alloggiato nella super suite del Soho?»

Si fermò quando arrivammo vicino ad una macchina, l'aprì e capii che fosse la sua. Entrai insieme a lui.

«Dico sul serio, che succede?» Chiesi dopo essermi allacciata la cintura. «Mi ha anche detto che dovrà rimanere qui. C'entra il lavoro all'Angels? È per...è per quello che ha chiesto di fare a quelle persone per Ian? A quell'organizzazione?»

Il suo sguardo si ammorbidì. «No, Peach. Ian non c'entra, e perciò neanche tu c'entri.»

«Quindi è l'Angels?»

«Mi ha chiesto di controllare una cosa.»

«Cosa?»

«Te lo dirà.» Disse. «Una parte di lui vorrà sempre tenerti all'oscuro da certe situazioni perchè è il suo modo di fare, ma fidati che te lo dirà.»

Scossi piano la testa e sospirai. «Vorrei solo che capisse che può parlare con me.»

«Lo sa e te ne parlerà. Deve solo capire prima lui cosa c'è dietro.»

Annuii anche se non capivo quelle parole.

«Tu stai bene?» Domandò prima di accendere la macchina. «Mi dispiace molto per quanto successo con Ian. Deve essere stato terribile.»

Sentii delle spine in gola e abbassai la testa. L'immagine di quel bagno mi avrebbe tormentata a lungo.

«Si, è stato terribile. C'era...tutto quel sangue...» Mi morsi il labbro e tornai a guardarlo, sentendo gli occhi lucidi. «Grazie per averci aiutati.»

«Non ringraziarmi.» Disse serio. «E non preoccuparti, non ci sono tracce di voi in quel motel.»

Abbozzai un sorriso e annuii.

Δ

Nell'arco della giornata riuscii a recuperare dei nuovi vestiti grazie a Winter. Non le raccontai nulla di quanto accaduto a Boston, era meglio così, però le raccontai della magnifica vista dal loft. Ovviamente era impazzita a quella notizia ed era rimasta anche piacevolmente sorpresa quando le dissi anche dell'uscita a quattro di quella sera con Jace e Taylor. Il locale scelto per la serata era un semplice pub a Manhattan.

«Dici che andrà bene?» Domandai.

Io e Seth eravamo arrivati un po' in anticipo. Aveva parcheggiato in una via un po' isolata e buia a pochi passi dal pub.

«Sei nervosa?» Chiese, buttando fuori una nuvola di nicotina.

Il suo finestrino era abbassato di una spanna per non riempire il veicolo di fumo.

«Beh, si.» Mi abbracciai nella mia pelliccia sintetica nera. «È tua cugina. È la tua famiglia, vorrei avere un buon rapporto con lei. Il nostro primo incontro non è stato un granché. Percepivo di non piacerle e inoltre pensavo che fosse la tua ragazza perciò la cosa era reciproca.» Ammisi un filo imbarazzata.

Accennò un sorrisetto. «Ricordo bene quella sera. Tu e la tua dannata voglia di metterti sempre nei guai.»

«Ti ricordo che volevo tornare indietro.» Dissi. «Chen mi ha fermata.»

«E ha fatto bene.»

«Ad ogni modo...» Schioccai. «Voglio davvero andare d'accordo con lei, sia per te che per Jace.»

«Non ti fa strano essere così amica con lui?»

«No.» Ammisi. «Tra di noi è finita, sì, ma non c'è stato niente di brutto. Gli vorrò sempre bene. Perchè? Ti dà fastidio?»

Scosse la testa, aspirando nicotina. «Per niente, Principessa. Sai, non lo ripeterò davanti a lui ma non è male.»

Ghignai. «Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto.»

«Non dirlo a nessuno.»

Mimai una zip sulle labbra strette. Glielo avrei detto.

Buttò fuori dal finestrino il mozzicone e poi si diede un colpo alle gambe. «Vieni qui.»

Non ci pensai due volte e, nonostante la minigonna in pelle, scavalcai la console per mettermi a cavalcioni sulle sue ginocchia. Seth inclinò la testa per sbirciare da sotto la gonna e gli diedi un colpo sulla fronte.

«Cretino.»

«Stavo solo controllando.»

«Cosa? Il colore?»

«No, che ci fossero.»

«E ci sono?» Feci la finta tonta, spingendomi col busto verso di lui.

Accarezzò le mie cosce nude mentre univo le nostre bocche. Il bacio fu lento e sporco, uno di quelli che mi facevano rabbrividire. Con una mano strizzò una mia natica mentre con l'altra si fece largo tra le mie cosce. Trovò il tessuto in pizzo e lo spostò facendomi sussultare quando le due dita fredde entrarono in contatto con la parte più bollente di me.

«Non sembra ci siano.» Mormorò, rompendo il bacio.

«A me sembra tu le abbia ignorate.»

«Non so assolutamente di cosa tu stia parlando.» Disse prima di mordere le labbra e tornare a baciarmi.

«Abbiamo la cena.» Ansimai quando fece passare le dita tra le mie pieghe umide, stuzzicando il centro.

«Si, tra quindici minuti.» Disse, attaccando le labbra al mio collo.

Chiusi gli occhi e piegai la testa per lasciargli spazio.

«Siamo in strada.» Tuttavia non gli spostai la mano.

Continuò a baciare languido il collo mentre infilava lentamente un dito in me. Mi aggrappai a lui e agitai il bacino.

«Siamo a New York, Principessa.» Soffiò sul mio collo. «Non saremo i primi e nemmeno gli unici.»

Mi morsi il labbro, pronta a dirgli che non era il caso. Ci avrebbero potuto arrestare. O riprendere.

«Sono in debito, ricordi?»

Sorrisi e lo spinsi contro il sedile, premendogli una mano sul petto. Lui mi guardò con un'ombra maliziosa negli occhi e il dito che pompava in me.

«Se vuoi ci spostiamo dietro. I finestrini sono più scuri.»

«Ti piace il rischio, vero?» Mormorai.

Premette il pollice sul mio clitoride e io inarcai la schiena. Lui si tuffò nuovamente con le labbra sul mio collo, mordendolo.

«Ti do sessanta secondi per decidere.» Disse, invece, facendo scivolare in me un secondo dito.

Cazzo. Gemetti piano al suo orecchio e lui mi strinse.

«Se passa qualcuno?»

«È questo rischio che lo rende eccitante, Peach.»

«Okay.» Dissi senza fiato. «Ma se ci arrestano, ti uccido.»

Ridacchiò, svuotandomi, e scostandosi abbastanza da lanciarmi un'occhiata spavalda mentre si portava le dita umide in bocca.

«I minuti passano, Nixon.»

«Jace capirà.»

Si, sicuramente.

Però si affrettò a recuperare un preservativo. Gli slacciai la cintura e abbassò i pantaloni e i boxer quanto bastava per essere comodo. Sentivo l'adrenalina scorrermi nelle vene all'idea di quello che stavo per fare. Allacciai le braccia dietro al suo collo mentre mi sollevavo per posizionarmi sopra di lui. Lo baciai a fondo mentre scendevo lungo la sua lunghezza. Ansimai nel bacio appena lo sentii farsi spazio in me. Mi riempì a fondo, ogni millimetro. Seth mi scoprì le natiche e le strinse, reggendomi.

Iniziai a muovermi, su e giù. Ruppi il bacio quando sentii il bisogno di ossigeno e attaccai la fronte alla sua mentre abbassavo lo sguardo per vedere il punto in cui i nostri corpi si stavano unendo. Mi tolsi la giacca quando il calore stava diventando troppo intenso e Seth raggiunse il mio seno con una mano. Avevo indossato un top aderente a maniche lunghe e scollo ampio. Tirò verso il basso lo scollo e giocò col mio seno, facendomi piagnucolare dal piacere quando pizzicò la punta dura.

«Sei bellissima.» Ansimò roco. «Il mio angelo che si fa scopare in strada.»

Arrossii alle sue parole. «Siamo...in macchina.»

Mi strinse a sè e mi fissò negli occhi. «Rimane lo stesso un atto osceno in luogo pubblico, Principessa.»

«Smettila.» Dissi. «Se facciamo in fretta nessuno ci beccherà.»

«Vuoi fare in fretta?»

Continuavo a muovermi su di lui, a cavalcarlo. Ero sudata. «No, ma dovremmo.»

Afferrò nuovamente con entrambe le mani le mie natiche e poi si sollevò leggermente, in quel modo riuscì lui stesso ad affondare in me col suo movimento di bacino. Mi aggrappai a lui e gridai dal piacere per quel gesto improvviso. Andò a colpire ciò che andava stimolato e per farmi raggiungere l'orgasmo più velocemente, stuzzicò anche il piccolo bottoncino pieno di nervi.

La mia bocca emise dei versi indecenti e lui sembrava solo che contento di sentirli. In meno di cinque minuti mi fece venire con una scossa potente che mi fece urlare il suo nome. Tremai e le mie gambe cedettero ma lui le resse e continuò a pompare finché non lo sentii irrigidirsi e sussurrare il mio nome con affanno.

Era stata una magnifica sveltina e a quanto sembrava talmente palese che Jace mi lanciò uno sguardo divertito quando arrivammo davanti al pub. Gli dissi tra i denti di non commentare e tutti insieme entrammo.

Prendemmo posto in un tavolo con le panche e io e Taylor eravamo quelle contro al muro. In tv c'era qualche partita di football e diversi gruppi di persone la stavano guardando. Nonostante fosse piano qualcuno arrivò in fretta a darci i menù. Ordinammo quattro piatti diversi che avremmo diviso insieme e purtroppo io fui l'unica a dover ordinare una coca cola non avendo ancora ventun anni ma non mi dispiaceva, loro avevano preso la birra ma non mi faceva neanche impazzire.

«Andate via domani?» Domandò Jace, guardando prima me e poi Seth.

«Si.» Dissi. «Cioè, io torno. Seth deve rimanere qui, giusto?»

Incrociò il mio sguardo e lo mantenne per qualche secondo poi rivolgersi a loro e sospirare. «Si, ho delle faccende da sbrigare.»

Notai Taylor accigliarsi, aprire bocca ma poi richiuderla. Quando vide che la stavo fissando e sospirò. I suoi occhi blu erano più chiari dei miei, molto più affilati. Nei modi di fare assomigliava davvero tanto a Penelope.

Appoggiò il gomito al tavolo e il mento sul dorso della mano. «Allora, cos'hai visto in Seth da essere caduta nella sua trappola?»

Un rigido silenzio piombò sul nostro tavolo. Quella domanda era insolita dati i segreti di Seth che però tutti noi conoscevamo bene. Sentii i loro occhi su di me, in modo particolare quelli nervosi del ragazzo al mio fianco.

«Beh.» Tesi un sorriso. «A quanto pare ha molti soldi.»

Seth sbuffò uno risata, quasi sollevato che avessi risposto in quel modo. Lei accennò un sorriso e rivolse al cugino una rapida occhiata. «Così si dice in giro. Effettivamente il numero esatto è ancora un mistero.»

«Tranquilla, ti inserirò nel testamento.»

Giocai nervosamente con le mie dita finchè Seth non mi afferrò una mano e la strinse sotto al tavolo.

«Sai, Peach mi ha fatto andare a cavallo.» Disse Seth in mio soccorso.

«Peach?» Assottigliò lei lo sguardo.

«Dice che assomiglio alla principessa Peach.»

Lei arricciò le labbra e mi studiò. «Un po'.» E poi guardò il cugino. «Spero tu sia caduto, dal cavallo.»

«Sempre adorabile.» La prese in giro.

«È stato bravo in realtà.» Dissi. «Anche se ha detto che non era da macho

«E sentiamo cosa sarebbe da macho?» Inarcò un sopracciglio Taylor con fare di sfida. «Fare la lotta in un body attillato?»

Mi portai la mano alla bocca quando scoppiai a ridere e anche Jace ghignò. Seth mi lanciò un'occhiataccia per poi guardare annoiato la cugina.

«Se non sbaglio hai scopato uno con quel body.»

Jace si fece subito interessato. «Ah si?»

Lei ruotò gli occhi. «Aveva le risposte ad un test e mi servivano.»

Oh, wow.

Poco dopo arrivarono i nostri piatti e ci tuffammo nel cibo.

«Quindi fai equitazione?» Chiese Taylor, riprendendo il discorso.

«Prima del college, si.» Dissi. «Facevo anche le competizioni. Ora ho smesso, c'è un maneggio vicino al college. A volte faccio qualche passeggiata.»

«A nove anni sono salita su un pony che mi ha fatto cadere a terra.» Disse. «Da quel momento mi sono sempre tenuta lontana.»

Sorrisi. «Si, molte persone hanno paura per episodi di questo tipo, però una volta che acquisti fiducia è diverso. I cavalli sono molto intelligenti.»

«E Stella mi ama.» Disse Seth con la bocca piena di carne piccante.

«Le hai dato solo da mangiare.»

«Poteva mordermi la mano ma non l'ha fatto.»

Ruotai gli occhi e tornai a Taylor. «Tu studi?»

«No, mi occupo del locale quando l'uomo che sussurra ai cavalli non c'è e lavoro in un negozio di piercing e tatuaggi.»

Ridacchiai quando Seth la insultò e poi dissi, «Davvero? Cioè, non vedo tatuaggi perciò non me l'aspettavo.»

«Mi occupo dei piercing.» Spiegò. «Ho qualche tatuaggio ma è piccolo.»

Afferrai un'aletta piccante dal piatto e continuai con fare curioso.

«Quanto fanno male quelli ai capezzoli?»

Seth e Jace mi fissarono sconvolti.

«Scusa, da quando ti interessano?» Chiese Jace.

Alzai le spalle. «Winter continua a dirmi che dovrei farne uno.»

«Adoro quella ragazza.» Disse Seth.

Da quel momento la conversazione si spostò sui posti più strani in cui si potevano fare i piercing, alcuni mi scioccarono davvero tanto.

La serata proseguì bene. Taylor non si sbilanciò troppo ma riuscimmo a fare una conversazione tranquilla con i ragazzi che commentavano tra di loro la partita di football in tv. Sapevo che dopo questa serata non saremmo diventate migliori amiche ma avevamo sicuramente fatto passi avanti.

Ad un certo punto, dopo quasi un'ora, dissi a Seth che dovevo andare in bagno e si alzò per farmi uscire. Taylor mi imitò.

«Vuoi il dolce?» Chiese Seth, afferrandomi il polso con delicatezza.

«No, sono piena.» Sospirai.

Il bagno era in un angolo del locale. Mi lavai le mani e mi guardai allo specchio.

«Mi ha fatto piacere fare questa uscita.» Dissi a Taylor che si stava sistemando i capelli.

Lei mi guardò dallo specchio e sospirò. «Jace ci teneva molto. I nostri incontri non sono mai stati dei migliori.»

«Si, lo so.»

Abbassò lo sguardo e poi si girò, guardandomi direttamente e non dallo specchio.

«Ti ho giudicato in fretta. La storia con Daphne--»

«No.» La bloccai e spensi l'acqua. «Molti collegano me a mio padre.»

«Non Seth. Lui non l'ha mai fatto.»

Respirai piano e mi asciugai le mani con della carta.

«Jace vuole che andiamo d'accordo e anche io.» Ammisi. «Non voglio che si rovini la nostra amicizia.»

Lei annuì provando a sorridere. «No, immagino. Jace tiene davvero tanto a te e dato che per lui è cosi importante, posso provare.»

«Grazie.»

Quando uscimmo dal bagno di certo non mi aspettavo quel trambusto.
Seth stava trattenendo qualcuno contro al tavolo. Jace e altri due uomini stavano cercando di allontanarlo. Nel mentre arrivarono due del personale del pub che minacciò di chiamare la polizia.

«Ehi! Ehi! Ma che sta succedendo?!» Arrivai in fretta. «Seth! Ma che diavolo stai...»

Mi bloccai quando vidi il volto dell'uomo. Era lo stesso dell'autogrill.

«Seth. Lascialo.» Intervenne anche Taylor.

«Io ti ammazzo.» Lo sentii sussurrare a denti stretti.

«Seth!» Sibilai, afferrandogli il braccio.

Al mio tocco, lo strattonò prima di sollevarsi. Jace lo spinse via da lui mentre l'uomo si alzava e si sistemava la giacca. Seth lo guardava minaccioso.

Non capii nulla di quello che successe. Jace lasciò delle banconote sul tavolo e poi ci spinse tutti fuori. L'uomo rimase lì, davanti al nostro tavolo a rispondere alle domande apprensive dei camerieri.

Appena le porte si chiusero alle nostre spalle, Seth tirò fuori dalla giacca il suo pacchetto di sigarette e se ne accese una.

Incrociai le braccia e mi parai di fronte a lui che si era appoggiato al muro.

«Puoi spiegare? Sparisco cinque minuti e fai a botte con uno?» Ero arrabbiata e la sua espressione impassibile mi faceva infuriare maggiormente.

«Biondina, rilassati.» Intervenne Jace.

Mi girai di scatto, fulminandolo con lo sguardo. «No che non mi rilasso.»

«Chi diavolo era quello?» Chiese Taylor.

Nessuno ci rispose ma lo sguardo di Jace su Seth mi diceva che lui sapeva qualcosa. Li guardai, si guardavano a vicenda. Poi Seth abbassò la testa e picchettò sulla sigaretta, facendo cadere la cenere.

«Seth.» Lo chiamai.

«È un investigatore privato.» Rispose Jace.

Seth saettò lo sguardo di lui, accigliato e confuso.

«E tu come fai a saperlo?»






S/A.

Tan tan taaan👀

Ehilà! 🍑🖤
Come state?❤️

Scusate per il ritardo ma spero che ne sia valsa la pena.

➡️ Nyxlie e Seth sono stati molto intensi in questo capitolo🔥🤭

➡️ Però, purtroppo, c'è odore di pioggia nell'aria e le carte stanno per essere mischiate🌪⛈️

➡️ Che ne pensate di Taylor? Diventeranno amiche? 👭

Vi aspetto su IG per commentare❤️

Lasciate un voto e un commento, se vi è piaciuto!

A presto, Xx

Profili Social🍒

IG e TT: anonwriter23

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