Capitolo 20

Seth

Ian Blake era vivo. Il fratello di Nyxlie era vivo.

Mi aveva mentito.

«Com'è possibile?» La mia voce uscì fredda e riuscì a trattenere il nervosismo anche se dentro mi stava divorando.

Mi aveva mentito.

Il coglione biondo scosse la testa. «Non lo so. Lei non sa nemmeno che lo so.»

«Quindi potrebbe non essere vero.» Disse Chen al mio fianco.

Ripensai a quando mi aveva parlato di lui, non aveva accennato a nulla. Ne parlava come se fosse morto.

«L'ho sentita parlare al telefono, ed era lui.» Sospirò. «Da quanto ho capito è rinchiuso in un centro psichiatrico.»

«Quindi hanno finto la morte del loro figlio?» Intervenne Derek.

«Così sembra.» E poi tornò a guardare me. «Ma oltre a questo non so nulla, quindi potete liberarmi e lasciarmi andare, cazzo.»

Questa notizia, se vera, cambiava un po' di cose. In modo particolare, la piccola principessa era una bugiarda, anche se indirettamente, lei mentiva sulla questione. Su cos'altro mentiva? L'idea che potrebbe aver mentito anche su quella faccenda mi fece infuriare ma controllai la mia rabbia e avanzai verso di lui. Inarcò un sopracciglio e serrò la mascella quando sollevai il coltellino e glielo appoggiai delicatamente sotto alla mandibola, costringendolo a inclinare la testa.

«La famiglia e la ragazza non devono sapere di questo incontro.» Ordinai. «Lo saprò se hai aperto bocca e ti verrò a cercare.»

Lui non replicò, continuò a guardarmi quasi con sfida. Non era il momento per lui di fare lo sbruffone. Ero parecchio incazzato e l'unica cosa che mi bloccava dall'affondare definitivamente il coltello era che magari sarebbe potuto essermi ancora utile. Tuttavia, lo premetti piano perchè doveva capire che tra i due ero io che comandava.

«Sono stato chiaro?» Parlai con voce bassa.

Lui provò a scovare informazioni da dietro la maschera ma non ne trovò e annuì rapidamente. «Limpido.»

«Bene.» Allontanai il coltello ma assicurandomi di ferirlo in superficie. Sibilò e io mi girai.

Non guardai Chen né Derek, mi limitai a dare le istruzioni di farlo sparire da lì mentre io andavo verso la saracinesca. La situazione con Nyxlie mi era sfuggita di mano, più volte, ma adesso dovevo darci un taglio.

Tornai a casa da solo. Io e i ragazzi vivevamo tutti insieme in una piccola villetta a due piani. Mi diressi nel seminterrato e mi sedetti alla scrivania. Fissai la bacheca con informazioni del caso più importante per me e ancora irrisolto. In una delle tante foto appese con piccole puntine colorate c'era la foto di Nyxlie e i suoi genitori, probabilmente scattata durante qualche evento. Restai a fissare quel sorriso e quegli occhi blu per un tempo a me indefinito perchè venni raggiunto anche da qualcuno.
Non mi mossi nemmeno quando sentii la porta blindata aprirsi dopo il bip che confermava l'accesso.

«L'abbiamo riportato a casa.» Disse Chen. «Nessuno ci ha visti e con quello che gli ha dato Derek domani dovrebbe ricordarsi poco e niente.»

Non risposi ma annuii.

«A che pensi?» Sospirò.

«Se fosse vero quello che ci ha detto...» Parlai lentamente, alzandomi dalla sedia e indicai con la penna che avevo in mano il giornale che parlava dell'incendio in cui in teoria era morto Ian Blake. «L'incendio è successo un mese prima dello stupro di Daphne. So che aveva problemi con i genitori, soprattutto il padre, magari è riuscito a scappare dal centro, ha fatto...quello che ha fatto a Daphne sapendo che essendo un fantasma avrebbero potuto incolpare suo padre.»

Guardai Chen consapevole di sembrare davvero pazzo. Lui guardò la bacheca puntellata di fogli di giornali, immagini e poi me. «È un po' assurdo, non pensi?»

«Certo che lo so.» Sbottai, lanciando la penna sulla scrivania. Mi tirai i capelli. «Ma qualcuno qui sta mentendo. O è stato il padre e, Nyxlie è una grandissima stronza bugiarda, oppure è stato il figlio non morto, del quale lei sapeva benissimo la verità e ha mentito, quindi torna ad essere una grandissima stronza bugiarda.»

«Seth--»

«No.» Lo fulminai con lo sguardo. «Ha mentito. E io mi sono comportato come un coglione per troppo tempo, Derek ha ragione: sto perdendo l'obiettivo.»

«Certo che ti ha mentito, idiota.» Aggrottò la fronte. «Cosa avrebbe dovuto dirti: ehi, Seth, i miei genitori sono pazzi e hanno fatto credere che mio fratello fosse morto. E quando avrebbe dovuto dirtelo, sentiamo? Quando avevi la faccia in mezzo alle sue gambe oppure quando la spiavi--»

«Non ho mai avuto la faccia in mezzo alle sue gambe.» Purtroppo.

Lui si irritò a quel commento ma tornò serio. «Hai perso l'obiettivo? Si. Lo avresti scoperto mai? No. Mente da anni. Non l'ha detto nemmeno a Jace. L'unica persona che forse lo saprà, è la sua migliore amica.»

Aveva ragione. E questo mi infastidiva ma non cambiava niente: lei aveva mentito.

«Se ha mentito su questo, può aver mentito su suo padre.»

«O è stata un'altra persona.»

«Perchè non dirmelo?» Chiesi, il dolore che tornava a lacerarmi dentro. «Se fosse stato anche solo un bastardo che lavorava lì, perchè non dirmelo? Lei aveva paura e non hai paura se non sono potenti. Il socio ha un alibi confermato, l'unico che non mi convince è quello di suo padre.»

«Hai paura anche quando è nessuno di potente.» Disse.

Scossi la testa e mi stropicciai gli occhi. «Se è suo padre o suo fratello, perchè difenderlo? Perchè difendi una persona del genere?»

«Se fosse suo fratello sarebbe difficile da spiegare, non credi?» Ragionò, appoggiando le mani allo schienale della sedia. «Dovrebbe confessare prima la verità sulla non-morte e poi spiegare perchè.»

«I suoi genitori sembrano molto legati all'immagine di famiglia perfetta.» Dissi. «Questo rovinerebbe decisamente i piani. Come il fatto di far sapere che hai un figlio un po' pazzo, rinchiuso in un centro psichiatrico.»

«Decisamente.» Tossì. «Sembra che abbiano messo sulle spalle di Nyxlie la responsabilità di tenere l'immagine di famiglia perfetta e pulita.»

«Già.»

Lei lo odiava, altrimenti non sarebbe venuta qui. E io odiavo il fatto che i suoi genitori fossero dei bastardi bugiardi egocentrici a cui non fregava un cazzo del volere personale di loro figlia. E odiavo anche me stesso perché non sarebbe dovuto importarmene.

Inspirò a fondo. «Vuoi ancora andare Las Vegas?»

«Non vuoi?»

Strinse gli occhi e incrociò le braccia. «Qual è il piano, Seth? La vuoi far ubriacare finchè non inizia a parlare.»

«Sono uno stronzo ma non quel tipo di stronzo. E lo sai.»

Accennò un sorriso. «Quindi cosa vuoi fare?»

Alzai le spalle e guardai la bacheca con l'unico caso che non riuscivo a risolvere. «Giochiamo, beviamo, ci portiamo a casa un po' di soldi...»

Lo sentii ridacchiare e tornai a guardarlo confuso. «Che hai da ridere?»

Alzò le spalle. «Per la prima volta non hai messo in conto di farti qualcuna.»

Ruotai gli occhi. «Mi farò anche qualcuna, contento?»

Scosse la testa e si voltò. «Se ci credi tu.»

«Te la fai con me se fai il bravo.» Sghignazzai.

Non sarebbe stata la prima e nemmeno l'ultima volta, se fosse successo.

«Dimmi un po'.» Si voltò rapidamente con un mezzo sorriso, aprendo la porta. «Lo faresti anche con Nyxlie?»

Capii la domanda e mi chiedi perchè la stesse facendo. Perchè mi dava fastidio questa domanda?

Gonfiai il petto, accigliato. «Se lo vuole...»

Ma lei non lo voleva, non era per queste cose. Giusto?

«Mh.» Inclinò leggermente la testa. «E tu lo vorresti?»

«Levati dal cazzo e prepara la valigia.»

Ebbe un po' di amor proprio e se ne andò senza altre provocazioni ma prima che quella porta potè chiudersi entrò Penelope, chiuse lei la porta e tornai a guardare la bacheca.

«Derek mi ha detto che questo Jace sembra un tipo simpatico.»

«Uno spasso.» Schioccai, sedendomi sulla sedia. Appoggiai le braccia sui braccioli e fissai i fogli appesi, tutte le teorie.

«Così il fratello è vivo.» Sospirò, fermandosi davanti alla scrivania. «Questo cambia un po' di robe.»

«Dillo, avanti, non vedi l'ora.»

Quando si girò, spostai lo sguardo nei suoi. «Non sono venuta ad infierire.»

Mi venne quasi da ridere. «Non è da te.»

«Non abituarti, infatti.»

Premetti le labbra per sopprimere un sorriso. «Non pensavo di farlo.»

Il silenzio che cadde tra noi durò poco.

«E così tu e Chen andate a Las Vegas.»

«Si.» Inarcai un sopracciglio. «Vuoi venire?»

«Pensi che non sappia perchè vai li?»

«Non vado per lei.» Chiarii. «Non lo sa nemmeno.»

«Le piacerà la sorpresa.»

Scossi la testa e allungai la mano sinistra per afferrare il bordo della maglia che indossava, probabilmente rubata a qualcuno di noi, e la tirai verso di me. All'inizio oppose resistenza ma poi riuscii a strapparle un sorriso di convenienza e si sedette sulle mie gambe. Non era un segreto quello che facevamo io e Penelope. Entrambi sapevamo che era puramente una questione fisica.

«Sembri gelosa.» Ghignai.

«Non mi piace.» Ammise. «Come abbiamo appena scoperto, è una bugiarda e tu ti stai legando troppo.»

«Il piano--»

«Non è per il piano.» Mi bloccò con severità. «Ti voglio bene, Seth. Non voglio che quella stronza ti faccia star male e rovini tutto.»

Il mio stomaco si tese per come l'aveva chiamata ma lo ignorai. «È impossibile ferirmi, Pen. E non mi sto legando a lei, soprattutto in quel modo. Non esiste nemmeno quell'opzione per me, lo sai.»

«La vuoi?» Domandò, la voce più bassa mentre afferrava il mio viso e strofinava la punta del suo naso con la mia. Si allontanò di poco e mi guardò con il suo fascino incantatore e sicuro. «La vuoi scopare vero?»

Sorrisi pigramente e arrendevole. «Chiunque lo vorrebbe.»

Il che il solo pensiero era decisamente frustrante.

«Ma tu non sei chiunque.» Affondò le unghie nella carne della mia mascella. «Vuoi vendicare Daphne e lei è colpevole tanto quanto i genitori. Non parla ma sa e tu non lo vuoi ammettere.»

Lei sapeva.

Chiusi gli occhi quando appoggiò le sue labbra alle mie con calcolata dolcezza.

«Non è diversa.»

No, non era diversa. Lo avevo pensato ma aveva segreti e mentiva, come tutti.

Sentii le sue labbra baciare la mia mascella. Piccoli baci. Avidi.

«Non ti capirebbe nemmeno.» Mormorò. «Pensi ti perdonerebbe se sapesse chi sei davvero?»

«No.» La voce uscì a fatica, stretta da una morsa.

Tornò a sfiorarmi le labbra e aprii gli occhi. Le mie mani avevano trovato i suoi fianchi senza nemmeno rendermene conto. Lei iniziò a strusciarsi su di me, sapendo come fare, come piaceva a me. Guardai le gocce verdi, vuote e subdole, come i miei, come quelle di tutti noi.

«Il massimo che puoi fare è scopare me e pensare a lei.» L'avevo già fatto. «Perchè se scopi lei, siamo tutti fottuti, Seth.»

Aveva ragione. Saremmo stati tutti fottuti e nel peggiore dei modi.

«Pen...toglimela dalla testa.»

«Molto volentieri.»

Nyxlie

Nonostante non fossi ancora dell'età per poter girare tra le luminose macchine d'azzardo di questa città, Las Vegas la conoscevo a memoria. Avevo perso il conto delle volte che avevo trascorso i weekend nella città del peccato. In passato non c'era molto che potessi fare dato che ero iper-controllata dai miei, e anche piccola, ma durante le ultime occasioni ero riuscita a sfuggire dai loro occhi e a nascondermi nei locali di questa magica città, soprattutto grazie alla carta d'identità falsa.

Winter divideva la camera con me al Caesar Palace. I miei genitori erano sul nostro piano mentre la famiglia Fletcher alloggiava ad un paio più in basso. I clienti invitati non avevo idea di dove fossero e non mi interessava.

Eravamo tornate da una rilassante ora alla spa ed ero ancora in accappatoio buttata sul letto. La televisione era accesa ma nessuno la stava davvero guardando.

«Jace non mi risponde da un paio di giorni.» Dissi, controllando la sua chat ancora senza risposta.

«Si? Strano.»

«Lo so.» Mi tirai su e la guardai. Si stava sistemando lo smalto sbeccato sui piedi seduta sul divano. «Dici che ho fatto qualcosa? Non è da lui ignorarmi così.»

«Magari gli si è rotto il telefono.»

«Mh.»

Sembrava essere una motivazione presa con le pinze.

«A che ora inizia la cena?» Domandò, guardandosi le unghie ora perfette.

«Alle nove.»

Mi guardò con mezzo sorrisetto. «Che ne dici di andare a fare un aperitivo e adocchiare qualche bel manzo?»

«Intendi il cameriere che hai adocchiato ieri?»

«Magari fa un doppio turno.» Disse innocentemente. «E almeno ci prepariamo per la lunga serata che ci aspetta.»

Non aveva per niente torto. Temevo solo che se ci avesse visto mia madre, sarebbe stato un problema. Non avremmo potuto bere alcolici e si sarebbe chiesta come fosse possibile e così avrebbe scoperto della mia carta falsa. Le sarebbe scoppiato un embolo dal nervoso.

Mi alzai per andare verso l'armadio in cui c'era dentro il vestito per la serata. La guardai brevemente oltre la spalla. «Sai, pensavo che con Greg ci fosse qualcosa.»

«C'è qualcosa.» Disse sicura. «Un gran bel sesso.»

Mi girai e incrociai le braccia con sguardo annoiato. «Mi vuoi dire che non ti interessa nessun altro aspetto di lui?»

Arricciò il naso. «È dolce e simpatico ma non cerco niente di serio, e nemmeno lui.»

Scossi la testa e tornai a guardare l'armadio. «Sai, parli tanto di me ma almeno io ho avuto una relazione.»

«Si e dopo quella hai chiuso i battenti.»

«Questo non è vero.» Mi indispettii. «Lo sai che a volte...con Jace...»

«Mh-mh. Che noia.»

Le feci il medio.

«Sarà davvero una novità quando lo farai con questo Seth.»

«Non accadrà.» Tirai fuori il vestito bianco e lo adagiai sul letto. «Non per colpa mia.»

«È buffo che l'unico ragazzo che vuoi scopare, rifiuti di andare al dunque.»

«Non è buffo.» Sbuffai. «È frustrante. Mi stuzzica e poi mi allontana. È da stronzo. Soprattutto perchè non si fa problemi ad andare a letto con chiunque

Ma con me si.

Non replicò e così la guardai con la coda dell'occhio. Stava sogghignando.

Assottigliai gli occhi. «Cosa?»

«Niente.» Fece l'innocente. «È divertente vederti finalmente in queste situazioni.»

Le puntai un dito contro. «Ti diverte solo perchè non sei tu nella situazione.»

«Ci puoi scommettere, tesoro.»

E lei non sapeva parecchie cose, come che Seth era quello che avevamo visto combattere, che era venuto alla Columbia di notte, che mi spiava dalle telecamere del Angels perchè era il proprietario...Dio, come diavolo mi ero cacciata in questa situazione?

Accettai l'idea dell'aperitivo e così ci preparammo. Mi serviva un drink per affrontare quella cena, consapevole che non avrei potuto bere con loro dovevo approfittare adesso. Winter stava indossando il vestito rosso che le avevo promesso in cambio della sua partecipazione alla vacanza con Will e i suoi amici in montagna, la quale era saltata e ora ci trovavamo qui. Il rosso era d'obbligo a Capodanno, così si diceva, specialmente l'intimo rosso, e per questo che io non lo stavo indossando. Letteralmente. Non avevo un altro vestito rosso adatto per la cena e la serata ma ne avevo uno bianco molto bello, forse un po' troppo per le persone che ci sarebbero state alla cena ma non volevo privarmi più di qualcosa solo per evitare di stare male, tuttavia Winter mi aveva detto che essendo aderente e dal tessuto leggero si vedeva la forma dell'intimo e così avevo deciso di osare. Il vestito si stringeva in vita con uno stretto bustino bianco che mi schiacciava il seno e lo premeva fuori dallo scollo un po' rigido e senza spalline, l'arricciatura sullo stomaco era molto carina e creava un effetto sovrapposto di tessuti soprattutto col resto del vestito che cadeva morbido, accarezzando le curve, e aprendosi in uno spacco sulla gamba sinistra. Lasciai i capelli al naturale e aggiunsi al tutto dei bracciali rigidi e una collana d'oro. Il trucco era leggero che dava quell'effetto naturale a cui mia madre non avrebbe potuto dire nulla.

«Sembri una sposa.» Disse Winter guardandomi dallo specchio in cui mi stavo specchiando.

«Mi cambio?»

Ruotò gli occhi truccati da un perfetto smokey-eye e avanzò affiancandomi. «Sei stupenda, Nyx. Sicuramente con te attireremo qualche bel manzo ricco.»

«Idiota.» Sorrisi. «Sicuramente li attireremo solo grazie ai tuoi occhiolini.»

«Sono magici, lo so.» Afferrò il telefono dal letto. «Forza, fammi una bella foto davanti alla finestra. Greg deve rosicare oggi.»

«Hai detto che era solo sesso.»

«Lo è.» Si mise in posa davanti alla vetrata con tutte le luci degli altri hotel e della famosa fontana. «Gli faccio vedere che gran sesso si perde oggi.»

Mi sistemai in modo da poter fare una bella foto e senza rischiare di strapparmi il vestito. Gliene feci diverse perchè continuava a cambiare posa e mettere in mostra quello che aveva.

«Ne vuoi una anche te?»

«No, grazie.»

«Non vuoi far rosicare Seth?» Ammiccò, afferrando la sua pochette.

«Seth ha occhi ovunque.» Sospirai. «È bene che per qualche guardino altrove.»

Non mi era andato ancora giù il fatto che avesse sbattuto fuori Jace e che mi avesse spiata, ma allo stesso tempo non dimenticavo il suo profumo e le sue parole. Dovevo prendere le distanze, anche col pensiero.

«In che senso ha occhi ovunque? Ti ha spiata ancora?» Chiese quando fummo in corridoio.

«Um, n-no, certo che no. Era così per dire.» Boccheggiai. «Seth è...attento.»

«Mh. Da una parte sembra eccitante ma dall'altra stai attenta.» Sospirò, schiacciando il bottone per l'ascensore. «Sembra molto intenso come ragazzo. Uno di quelli che quando ci perdi la testa è difficile poi uscirne.»

Entrammo nell'ascensore e guardai il mio riflesso mentre le porte si chiudevano alle nostre spalle. Sentivo ancora le sue dita che avevano sfiorato il mio collo l'ultima volta e sentii una potente scossa tra le gambe. Deglutii. No, era impossibile uscirne.

Δ

Winter aveva davvero attirato qualcuno grazie ai suoi occhiolini ammiccanti. Il bar al piano terra aveva già parecchio via vai di persone. Molti si dirigevano al casinò ma noi rimanemmo al bancone circolare del bar. Ovviamente mostrammo le nostre carte false, sperando che nessuno dei lavoratori mi riconoscesse. Per fortuna non accadde. Ordinammo un semplice drink giusto per andare alla cena un po' leggere.

Non passò molto tempo che Winter attirò l'attenzione di due uomini. Erano sicuramente di bell'aspetto ma anche grandi, infatti superavano i trent'anni. Ovviamente mentii sulla mia età e anche Winter. Ci vollero offrire dei drink ma rifiutammo però restammo a parlare con loro. Non furono insistenti o altro. Fu piacevole chiacchierare anche se non potevo non sentire le loro occhiate sulla gamba scoperta dal mio spacco oppure sullo scollo.

Se ne andarono dopo una ventina di minuti e io avvisai Winter che avrei fatto un salto in bagno prima di andare alla cena, che si svolgeva al terzo piano. Attraversai un corridoio ampio e al momento vuoto che portava proprio a due porte, una per il bagno degli uomini e l'altro per le donne. Dovevo solo avere un momento per me stessa in un ambiente meno soffocante. Mi sarebbe piaciuto saltare la cena, mi sarebbe piaciuto dire di no una volta alle richieste dei miei genitori ma non riuscivo. Sapevo quello che erano in grado di fare e ogni volta mi dicevo che dovevo resistere, dovevo prendere la laurea e poi sarei potuta andarmene.

Passai l'acqua fredda sui polsi per alleviare il leggero mal di testa che stavo sentendo e poi mi lavai le mani. Poco dopo sentii la porta del bagno aprirsi alle mie spalle. Sollevai lo sguardo solo per curiosità ma a quel gesto il cuore mi andò in gola. Sgranai gli occhi e mi bloccai. L'acqua del rubinetto continuò ad andare mentre io restavo a fissare la persona appena entrata dallo specchio.

No, non era possibile.

Avanzò lentamente, leccandosi le labbra mentre l'ossidiana dei suoi occhi analizzava il mio corpo, facendolo infuocare. Indossava una camicia nera lucida, le maniche arrotolate sui polsi e i primi bottoni slacciati, la cintura attorno alla vita snella che faceva vedere quanto fosse tonico il busto.

«Che ci fai qui?» Riuscii a dire, chiudendo di scatto il rubinetto.

«Adoro il poker.»

«Ma davvero?» Schioccai, muovendomi prima che potesse schiacciarmi tra lui e il lavandino per andare ad asciugarmi le mani. «E tra tutti posti dove puoi giocare, proprio qui. In questi giorni. Un'altra coincidenza allora.»

«Così sembra.»

Buttai la carta nel cestino e mi girai, incrociando le braccia. Eravamo un po' distanti ma non abbastanza da non sentire il suo profumo. Quel gesto gli fece cadere lo sguardo sul mio seno e poi guizzò ai miei occhi.

«E un'altra coincidenza è che sei nel mio hotel e ti sei trovato per caso nel bagno delle donne, proprio con me.» Continuai con un mezzo sorriso sardonico.

«La vita è piena di coincidenze, Peach.»

Scossi la testa. «Mi hai seguito fin qui?»

Si accigliò. «Non sono qui per te. Volevo giocare a poker e non sapevo cosa fare a Capodanno.»

Non gli credevo nemmeno un po'. Per questo, avanzai di qualche passo e lo guardai da sotto le ciglia, dato che rimaneva comunque più alto di me, con un po' di sfida negli occhi.

«Sei un bugiardo.» Mormorai.

Sollevò l'angolo della bocca. «E tu sei bellissima.»

Il cuore accelerò e gonfiai il petto, sentendo il calore colorarmi le guance. Tuttavia non potei non pensare al fatto che non avesse smentito il mio commento. Per non cadere in quel giochino, mi voltai e lui non mi bloccò, però mi seguii.

«Hai detto che avevi una cena.» Disse stando al mio fianco. «Non avevo capito che la cena fosse con due sposati di mezza età.»

Mi bloccai in mezzo al corridoio e aggrottai la fronte. «Da quanto tempo mi stai spiando?»

«Non ti sto spiando.» Ruotò gli occhi. «Ti ho vista per caso e ho visto con chi eri.»

«Sai, è difficile crederti dopo lo scherzetto delle telecamere all'Angels.»

«Puoi chiedere a Chen.»

«Certo. Perchè non proverà assolutamente a difenderti, certo.» Ripresi a camminare e lui mi imitò. «E avevano trentacinque anni e sono single.»

«Tu ne hai venti e loro hanno mentito.» Ribattè sprezzante.

«Come lo sai?» Gli lanciai mezza occhiata.

«Sesto senso.»

Di nuovo, non gli credetti ma non andai a fondo perché sapevo che non mi sarebbe piaciuta la risposta.

Tornata nell'ampio salone da gioco e col bar, Seth non si allontanò ma camminò al mio fianco, avvicinandosi un po'. Le nostre braccia si sfiorarono e io sentii un brivido nelle ossa. Winter era dove l'avevo lasciata e stava scrivendo a qualcuno al telefono.

«Pensi di seguirmi?»

«Non sono abbastanza vecchio per avere la tua attenzione?»

Lo fulminai con lo sguardo e lui ricambiò con un irritante sorriso. Era insopportabile quella sera.

«Ehi, sei tornata.» Disse Winter appena mi sedetti sullo sgabello.

I suoi occhi si spostarono subito alla mia destra e balzarono su di me con evidente confusione ma anche molto interesse, che però stava cercando di nascondere dietro ad un mezzo sorriso.

«Non mi presenti, Peach?»

Afferrai il mio drink. «Fallo da solo.»

«Sono Seth.» Allungò la mano verso di lei.

Winter strabuzzò gli occhi e rimase a bocca aperta. «Oh, tu sei Seth? Quel Seth?»

Le tirai un calcio alla gamba dello sgabello e mi guardò come per dire scusa. Poi, si presentò con una voce più cinguettante di prima e io restai a sorseggiare il mio drink, finché alle spalle della mia amica non scorsi un'altra figura conosciuta che si avvicinava a noi.

«È incredibile come assecondi tutte le sue idee.» Dissi.

Winter si girò per capire con chi stessi parlando e il ragazzo in questione abbozzò un sorriso.

«Scusa ma sa essere molto persuasivo, lo sai.»

«Lui è Chen. Il miglior amico di Seth.» Lo presentai a Winter che stava sbavando anche su di lui. La capivo bene. «Chen, lei è--»

«Single--cioè Winter»

Chen sghignazzò e strinse la sua mano. «Piacere di conoscerti Winter.»

«Allora, quanto avete vinto? Dato che siete venuti qui solo per giocare, giusto?» Li sfidai con lo sguardo.

Seth continuò ad osservarmi intoccato dalle mie parole mentre l'amico gli lanciò un'occhiata mezza divertita.

«Stiamo osservando per ora.» Rispose Chen.

«Giocate?» Chiese Winter ad entrambi.

«Solo quando ci annoiamo e vogliamo lasciar in mutande coglioni che si giocano pure la casa.» Rispose Seth.

Winter mi guardò velocemente. «È un peccato che siamo occupate perché sarebbe stato divertente vedere Nyxlie lasciare in mutande voi due.»

Oddio. Potevo ucciderla?

Mi trovai due paia di occhi scuri fissarmi.

«Sai giocare?» Chiese Seth con sorpresa.

Scrollai le spalle e girai la cannuccia nel mio drink ormai acquoso. «Me la cavo.»

«È brava.» Rispose Winter non riuscendo a tapparsi la bocca. «C'è un ragazzo che lavora qui e venendo spesso a Las Vegas, siamo diventati amici e ci ha insegnato a giocare, ovviamente Nyxlie è più brava di me.»

Seth inarcò le sopracciglia e poi annuì lentamente. «Sarebbe interessante vederti giocare, Peach.»

Ruotai gli occhi. «Non giocherò.»

«Ora sono curiosa. Perchè Peach?» Chiese Winter.

Doveva proprio smetterla di parlare.

«Perchè assomiglia alla Principessa Peach.» Rispose Seth con ovvietà.

Lei mi studiò a fondo e poi ridacchiò. «Non ha torto. Mi piace Peach.»

«Bene.» Scesi dallo sgabello. «Noi due dobbiamo andare. Tra poco inizia la cena.»

Lei annuì e si terminò l'ultima goccia di drink. Poi, risucchiò un sospiro e mi guardò con quello sguardo che conoscevo bene. Era lo sguardo che prometteva una terribile idea.

«Sai cosa ci manca?»

«Cosa?»

«Due accompagnatori.»

Cristo santo.

Sgranai gli occhi guardando prima lei, e poi guardai anche i ragazzi in chiaro nervosismo. «La serata è privata. Non possono entrare.»

«O forse si.» Disse Winter.

«C'è la lista. Senza nome non entrano e sono facce nuove, mi farebbero troppe domande.»

«Ma noi abbiamo diritto ad un più uno.»

«Oh, Blake.» Cantilenò Seth. «Sarò onorato di essere il tuo più uno.»

Assottigliai gli occhi e incrociai le braccia. Brevemente l'attenzione di Chen cadde sul mio scollo.

«Winter ha diritto ad un più uno.» Corressi. «Io ho già un accompagnatore.»

La mia amica fece un verso contrariato. «William non è un accompagnatore e solo un chihuahua al guinzaglio del padre che quando ci sei tu, viene liberato per pisciarti attorno perché è un pallone gonfiato che pensa di ottenere tutto con uno schiocco di dita.»

Seth si passò la lingua sui denti. «Non vedo l'ora di conoscerlo, sembra proprio uno spasso.»

Sospirai a fondo. «La cena sarà noiosa e voi siete venuti per giocare, no?»

«È ancora presto per giocare. Se vi serve un accompagnatore, io e Chen siamo lieti di esserlo.»

Guardai Chen sperando potesse far ragionare il suo amico ma ovviamente oggi sembravano ragionare con un unico neurone. Quello sbagliato. Quello di Seth.

«Mangeremo a gratis, no?» Chiese con un mezzo sorrisetto furbo.

Dio, prevedevo già una catastrofe.

Guardai Winter sperando che almeno lei rinsavisse.

«Avremo problemi con i nomi.» Ripetei.

Tuttavia, una piccola parte di me, li voleva a quella cena. Voleva Seth.

«Ci penso io, aspettate qua.» Si alzò e Chen prese il suo posto sullo sgabello.

Osservai Winter zampettare via molto allegramente.

«Di un po', che tipo di festa è?» Domandò Seth.

Nel mentre si era seduto sullo sgabello su cui ero seduta prima io e perciò ora mi trovavo in piedi, davanti ad entrambi. Tirando fuori uno specchietto dalla pochette per controllare il trucco e i capelli, risposi. «Una specie di ritrovo tra i migliori clienti di mio padre e il suo socio. A mezzanotte festeggiano un nuovo progetto.»

«E perchè sei obbligata a stare qui?» Chiese Chen.

Misi via lo specchietto e incrociai le braccia con un sospiro. «Perché a mia madre piace controllare la mia vita e perchè sfortunatamente è saltata la vacanza in montagna.»

«Be', ora non dovrai preoccuparti. Io e Chen renderemo memorabile questa cena.»

Avanzai di un passo e scontrai la gamba con il suo ginocchio. «No. Non fare cazzate. Avrò già problemi perchè vi sto imbucando, ti prego.»

L'espressione divertita e leggera di prima sparì in fretta e si rabbuiò.

«Faremo i bravi, vero?» Chen diede un colpo al braccio dell'amico.

Seth abbozzò un sorriso. «Certo.»

Un paio di minuti Winter tornò da noi con la sua pochette tra le mani e un sorriso pimpante.

«Tutto risolto.» Cinguettò, avvolgendo un braccio attorno al mio.

«Sul serio?» Chiese Chen.

Lei lo guardò finta offesa. «Certo, bellezza. So essere molto persuasiva.»

Inclinai la testa. «Mh. Com'era quello della sicurezza?»

«Stronza.» Sciolse le braccia e mi fece il medio. «Ho usato solo le parole.»

Presto tutti ci ritrovammo in ascensore e più questo saliva, più io iniziavo ad agitarmi. Quando sentii un respiro caldo provenire da dietro e un paio di labbra sfiorare il mio orecchio, strinsi la presa sulla borsetta e pregai le mie ginocchia di reggere.

«Il vestito mi ricorda qualcosa.» Mormorò Seth.

Avvampai. Grazie al cielo Chen e Winter stavano chiacchierando così da riempire il silenzio perchè altrimenti mi sarei sotterrata.

«Hai preso ispirazione da questo?» Continuò, tracciando le nocche sul mio braccio nudo.

Deglutii. Si ricordava del vestito che gli avevo descritto durante quella telefonata?

Trovai il coraggio di girare il collo per trovarlo proprio appena sopra alla mia spalla con quei buchi neri da far girare la testa.

«A differenza dell'altro, questo rimarrà intatto.»

Ghignò lentamente. «È una sfida, Blake?»

Arrossii. Mi voltai appena l'ascensore si fermò e le porte si aprirono. Winter fece strada a tutti noi nel lungo corridoio. Vidi due uomini della sicurezza in fondo davanti a delle doppie porte aperte, quella era la sala e vedevo una coppia vestita in modo elegante parlare con quelli della sicurezza.

Chen restò al fianco di Winter mentre Seth era alla mia destra. Il nostro passo era lento e più mi avvicinavo più volevo solo tornare indietro.

«Sei nervosa.» Mormorò Seth.

Non lo guardai, restai fissa su quella sala e affondai le unghie nei palmi. «Non mi piacciono le persone che ci sono dentro.»

«Dici William?»

Inspirai a fondo. «Lui è il meno dei problemi.»

«Nyxlie.» Mi afferrò il polso e mi bloccai.

Poche volte aveva usato il mio nome e quando lo faceva era sempre serio. Infatti anche ora i suoi occhi non emanavano nessuna scintilla o alcuno scherno.

«Chi è che non vuoi vedere?»

Sentii un forte spillo all'altezza del petto e sforzai un sorriso. «Ness--»

«Non mentire.» Indurì la voce.

«Ehi. Tutto bene?»

Non mi ero nemmeno accorta dell'arrivo di Winter.

«Si.» Risposi mantenendo gli occhi su Seth che non era affatto rilassato. «Stavo dicendo a Seth che sicuramente mia madre non apprezzerà la loro presenza e di non offendersi.»

Se avessi potuto incenerirmi con lo sguardo, lo avrebbe fatto. Tirai su un gran sorriso che rivolsi a tutti e poi li spronai a continuare.

«Forza, siamo già in ritardo.»

Winter e Chen ripreso a camminare. Quest'ultimo lanciò una lunga occhiata al suo amico e stava cercando di mantenere la calma. Il mio passo si fece più svelto di prima e percepivo la rigidità di Seth al mio fianco.

«Prima o poi lo scoprirò.»

«Cosa?» Gli lanciai un'occhiata preoccupata.

Lui ricambiò con una sbieca. «Perchè menti.»

«È un crimine mentire?»

Accennò un sorriso nervoso e si passò le dita sulle labbra. «In certi casi lo è, Principessa.»

«Be', ora pensa solo a non far incazzare mia madre.» Schioccai.

Ci fermammo subito dopo davanti ai due uomini che non controllarono nemmeno il nostro nome perchè mi riconobbero come la figlia di chi aveva organizzato il tutto, e inoltre lasciarono passare Chen e Seth come nostri accompagnatori senza troppi problemi. Brava Winter.

«Nyxlie.»

Cominciamo.

Mia madre attenta come un falco e veloce come un ghepardo si piantò davanti a noi quattro appena entrammo nella sala addobbata con tavoli ben apparecchiati, un'orchestra già all'opera, un chiacchiericcio in sottofondo e camerieri che portavo vassoi con qualche stuzzichino.

Mi stampai un finto sorriso. «Mamma--»

«Chi sono loro?» Puntò l'unghia smaltata di rosso verso Chen e Seth che si erano spostati alle spalle mie e di Winter.

I suoi occhi freddi li stavano squadrando.

«Sono miei amici.» Cercai di non risultare infastidita. «Lui è Seth e--»

«Sei venuta con un altro?» La sua voce si inasprì. «Sai che William è qui come tuo accompagnatore e gli farai fare una brutta figura se-»

«Sai perfettamente che non voglio averci a che fare. E se non vuoi che me ne vada, non dirmi con chi devo venire.»

Gonfiò il petto, infastidita dalla mia interruzione, e lanciò un'occhiataccia ai due ragazzi.

«Almeno sono vestiti in modo decente e non sembrano dei criminali.»

«Criminali noi? Assolutamente no, signora.» Rispose Seth, il tono beffeggiante mi fece quasi ridere.

Mia madre lo fulminò con lo sguardo e poi saettò su di me. «Vai a salutare tuo padre, Nyxlie. E comportati bene.»

Poi, con i suoi tacchi vertiginosi e un tubino da sera rosso fuoco ci diede le spalle e io tornai a respirare. Mi voltai pronta a scusarmi per il suo comportamento ma Seth mi rivolse un sorriso apprensivo.

«Hai detto che fosse stronza. Non preoccuparti.»

Ma mi dispiaceva lo stesso. Non volevo che si sentissero a disagio. Winter spezzò il silenzio dicendo che sarebbe andata a prendere posto al tavolo insieme a Chen. Io e Seth rimanemmo davanti all'ingresso e mi guardai attorno. I volti erano sempre gli stessi. Colleghi e clienti con le proprie mogli, qualcuno aveva portato anche i figli più piccoli che stavano correndo per la sala. Poi, i miei occhi si fermarono sul trio di uomini che parlava vicino all'orchestra con bicchieri di champagne in mano. Scorsi mio padre, un uomo che non conoscevo e lui. Il socio e migliore amico di mio padre: Harold Fletcher. Lo odiavo dal profondo del mio cuore.

«Blake--»

«Vieni con me?» Sputai con tensione.

I suoi occhi cercarono di restare morbidi ma lo avevo visto serrare i denti con nervoso. Tuttavia, fece scivolare un braccio attorno alla mia vita e sentii le sue dita premere nel mio fianco con fare possessivo. Presi quel gesto come un'affermazione e iniziammo a camminare. Mentre ci avvicinavamo a loro, sentii il mio cuore uscirmi dalla gabbia toracica e un conato pizzicarmi la bocca dello stomaco. Tuttavia, essere a fianco a Seth mi aiutò a non scappare via.

«Papà.» Dissi.

Mio padre e Harold erano di spalle e sentendo la mia voce si girarono.

«Nyxlie, tesoro, finalmente sei arrivata.» Finse perfettamente il fastidio al mio ritardo.

Mi sporsi in avanti per abbracciarlo velocemente.

«E lui chi è?» Chiese, quando tornai al sicuro al fianco di Seth.

«È Seth, un amico.»

Mio padre lo scrutò nascondendo l'irritazione di questo sconosciuto. Seth non si lasciò intimidire e allungò la mano destra con fare cordiale e maturo per salutarlo. Mio padre la strinse e si presentò col suo nome.

«Hai una faccia familiare, ragazzo. Ci conosciamo per caso?»

Guardai Seth che scosse la testa con un sorriso. «No, signore. Ho solo un volto comune.»

Comune il cazzo, avrei voluto rispondere. Ma perchè mio padre pensava di averlo già visto?

«Oh, be'. Ho una certa età e i ragazzi d'oggi mi sembrano tutti uguali con queste mode di adesso.» Disse facendo ridere i due uomini che aveva a fianco. «Oh, Nyxlie, lui è un nostro nuovo cliente: Charles Collins.»

Strinsi la mano all'uomo con un piccolo sorriso e ignorai il fatto che il suo occhio viscido cadde sul mio scollo. Le dita di Seth affondarono nel mio fianco con più intensità. Forse lui l'aveva notato.

«Meno male che hai preso la bellezza da tua madre...» Commentò, sorridendo e mostrando un dente d'oro.

Abbozzai un sorriso e mormorai un 'grazie' per essere gentile. Era da quando avevo poco più di quindici anni che ricevevo commenti del genere. Non mi erano mai piaciuti, specialmente quando lo facevano uomini col doppio della mia età.

«Nyxlie, non mi saluti?» Disse Harold con voce scherzosa, allargando leggermente le braccia.

Il mio corpo diventò un blocco di ghiaccio e riuscii solo a guardarlo con un sorriso pietrificato. Ogni volta che lo vedevo mi chiedevo come facesse a dormire la notte. Seth captò il mio malessere e aumentò la stretta attorno alla mia vita, portandomi più a sè. Mi limitai ad un cenno col capo e un saluto a voce, giusto per non sembrare maleducata.

«Ora-» Deglutii e guardai mio padre, «-ora raggiungo Winter.»

«Certo, bambina. Oh, e ricordarti che ci sarà anche Will.»

Il fatto che ci fossero presenti Harold -padre di William- e il nuovo cliente non mi permise di iniziare la mia solita discussione, perciò strinsi i denti e senza ribattere feci dietrofront con Seth al mio fianco.

«Stai bene?» Chiese a voce bassa.

«Certo.» Mentii.

Ignorò la mia bugia e sospirò. «Un altro secondo e Charles Collins avrebbe passato il capodanno al pronto soccorso senza occhi.»

«Hai promesso di fare il bravo, Seth.» Gli ricordai.

«Io faccio sempre il bravo, Blake. Sono gli altri che non sanno esserlo.»

Gli rivolsi un'occhiata sbieca. «Be', promettimi che non penserai agli altri e non farai nulla.»

Mi guardò a lungo per poi accennare un sottile sorriso. «Sarò bravo come un angioletto

Con quella faccia era tutto tranne che un angelo.






S/A.

Ehilà 🍑🖤

Be', Seth è un angelo in fondo. Un angelo un po' particolare👼🩸⛓️

E nel prossimo capitolo sarà un proprio un angelo 😇 o magari ce ne saranno due di angeli 👀😈

➡️ Domandina: preferite Jace o Penelope?💀

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A presto, Xx

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