Wonder Woman (1)

È l'ora di un nuovo eroe della DC e...

Studiavo arte a Parigi la prima volta che la incontrai.
Guardavo un quadro di Géricault, "la zattera della Medusa", al Louvre. Osservavo rapito i segni dei piccoli pennelli e lei mi si avvicinò:
-la concentrazione del pittore sui singoli elementi dà al lavoro un senso di teatralità e una fisicità scioccante, non credi?- mi chiese con un sorriso lei. -sono Diana Prince- mi disse con un sorriso.
-sono Andrew- le risposi con un mezzo sorriso. -comunque sì, la maestria del pittore si vede tutta nella scelta anche solo dei pennelli, volendoci una notte per asciugare aveva poche possibilità di sistemare un lavoro. La sua bravura mi lascia sempre senza parole-
Lei sorride a sua volta. -studio o passione?-
-entrambi- affermo sicuro, per quanto le gambe mi fossero diventate di gelatina.
Era una bella donna, con la pelle olivastra e gli occhi fondenti.
I capelli neri, legati con maestria dovevano essere davvero lunghi. E se, tra tante persone aveva guardato proprio me, qualcosa doveva esserle piaciuto.
-studi a Parigi?-
-sì alla "sorbonne nouvelle Paris 3"-
Lei mi guarda. -ma sei americano?- poi ridacchia. -scusami ma è... Che ho l'impressione di averti già visto da qualche parte...-
Stringo le spalle. -sono inglese- dichiaro -non so però dove possiamo esserci visti, sto a Parigi da poco tempo, anche se giro spesso qui-
Lei annuì. -capisco...- lei non sembrò convinta ma rimase a guardare il quadro.
C'era molto imbarazzo tra noi e un po' non aveva senso, perché non conoscendoci, perché mai sarei dovuto essere dell'imbarazzo?
Guardai l'orologio. -vado, devo tornare all'università o il mio coinquilino si chiederà dove sono finito-
Lei sorride. -è stato un piacere...-
-Andrew Trevor- dico velocemente e lei spalanca gli occhi. -anche per me lo è stato, Diana- dico. -ci si vede in giro-
La saluto e senza aspettare risposta, prendo la strada verso l'uscita.

Tornando all'appartamento, Jesse leggeva e quasi nemmeno si accorge che sono tornato.
-ha chiamato tua sorella- mi dice immerso nel suo Oscar Wilde.
-quale?-
Lui alza lo sguardo dal libro. -quella carina...-
Lo squadro e sospiro, esasperato, non cambierà mai. -piccola o grande?-
-piccola... Credo non lo so Andy, richiama a casa e basta-
Alzo lo sguardo, prendo il cordless e tra i numeri guardo il più recente. Ed effettivamente è quello di casa.
Faccio partire la chiamata, mi riprendo la borsa e vado nella mia camera.
-Andrew, tesoro!- mi urla mamma nelle orecchie con la sua solita allegria.
-ciao mamma- dico con un sorriso, mettendo il telefono in modalità "vivavoce" e buttandolo sul letto.
-Andy tesoro, mangi? Va tutto bene?-
-mamma io sto sempre bene e tu? Come va il corso di artigianato?- le chiedo mentre levo il lupetto blu che avevo addosso e restando in t-shirt.
-io sto bene, caro, non preoccuparti, ma il corso lo ho lasciato, sono ancora giovane, non ne vale la pena buttarsi in un passatemmo da 70enne, ho ancora vent'anni per tornarci-
Sorrido. -te lo avevo detto, dovresti trovare un hobbie tipo la beneficenza o organizzazione di eventi, così ti senti meglio e ti sentirai meno 54enne- le dico cercando di tirarla un pò su. -e le ragazze? Una mi ha chiamato, sai quale?-
-hai ragione tesoro... loro stanno bene, ma ora te le lo dico, un secondo...- dichiara e sento urlare. -Abby, Ally, Aubby, Ave... c'è Andy al telefono, dice che una di voi lo ha chiamato- le sento dire, poi un cambio d'aria.
-Andy, sono Abby, senti, pensi che tornerai a casa per dicembre? Io e Sam, vorremmo dare un party verso il 20, ci sarai? Voglio dire, sei a Parigi per studiare, questo non ti leva le responsabilità di essere il capo famiglia, perciò ci sarai? E' importante-
Sospiro. -beh Abby, se hai così bisogno del tuo fratellino vedrò di liberarmi, dammi la data precisa poi così guardo per il traghetto... ma prima raccontami tutto- dico mentre mi faccio un post-it, indicando la festa di Abigail.
-beh non c'è molto da dire, ho 30 anni, comincio a sentire la natura e la vita scorrere, alla mia età mamma e papà erano già sposati ed eravamo già nati io, te e Alyssa, perciò credo di dover cominciare a darmi una mossa-
-mmh...- dico non molto convinto. -Abigail quelli erano altri tempi, ci si sposava prima e si facevano figli prima, tu non sei tenuta a farlo, soprattutto se non te la senti- dico, mentre faccio la selezione delle cose da lavare.
-fai presto a parlare tu, hai 23 anni e sei un uomo, non sei la prima figlia e con un lord cugino di sedicesimo o diciassettesimo grado della Regina, come fidanzato-
-so che hai ragione Abby, ma in ogni caso non fare cose di cui non sei convinta solo perchè devi-
Lei sospira. -Andy, mi sento in un romanzo di Jane Austen-
-del tipo, "orgoglio e pregiudizio", "ragione o sentimento" o "Emma"-
-la seconda, mi sento all'inizio del libro, della serie, la madre, le quattro figlie e l'unico figlio maschio lontano-
Sorrido, accorgendomi di essermi fermato. -vuoi che torni?-
-sì, ma non ancora, voglio che realizzi i tuoi sogni e che diventi un grande esperto d'arte... che hai fatto oggi?-
-ho di nuovo perso la condizione del tempo a guardare i quadri del Louvre-
La sento ridere. -come al solito Andy, certe volte penso che tu sia la reincarnazione di quel pazzo del fratello del nonno, di Steve Trevor-
-l'aviatore che è morto per salvare gli eserciti dai virus creati dai nazzisti, la spia? Grazie Abigail, come sei carina...-
Lei ride. -almeno era bello, sei l'unico ad aver preso i suoi occhi azzurri, non ti sembra strano Andy?-
-la genetica, che mistero... ah no, è esattamente ciò che hai studiato tu, Abby-
Lei continua a ridere e quel suono caldo, familiare, mi fa sorridere.
-okay, okay, hai vinto Andy, ma oltre il giro al Louvre, qualcosa di nuovo?-
Sorrido. -ho incontrato una donna, non chiedermi dettagli perchè non ce ne sono, ammiravamo entrambi un quadro e ha detto di aver avuto l'impressione di avermi già visto da qualche parte... pensava fossi americano, ma che tu sappia, l'ultimo Trevor americano non era proprio quell'aviatore, il pro-pro zio Steve?-
-Andy, tutte le persone che non hanno dimestichezza con gli accenti, confondo quello britannico e quell'americano, è un caso-
Annuì, okay sì, hai ragione Abby, era solo che mi sembrava strano- dissi abbassando lo sguardo. -senti Abby, io vado, faccio la lavatrice e mi metto a studiare, salutami casa, ci vediamo presto-
-d'accordo... mi manchi Andy-
-anche voi mi mancate, vi voglio bene-
Misi giù e con un blocco allo stomaco, tornai alla mia vita.

parole: 1110

yeee come vi sembrano questi nuovi capitoli? questa serie, appena iniziata mi piace un sacco, penso che sarà perfetta e poi wow... cioè voglio dire, Diana Prince che con tutte le persone che poteva incontrare al Louvre ha incontrato proprio il pro-pro nipote del tuo amato Steve, c'è... top e me lo dico da sola...
il prossimo capitolo se riesco a scrivere, lunedì perchè se pubblichi la domenica un sogno si infrange perciò ciao
kiss kiss

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top