IronMan (5) - Daniel

Daniel Theodore Stark-Parker, scrissi su quel modulo, ancora fuori di me. Daniel era nato con parto cesareo, me l'avevano fatto vedere subito, ma la morfina me ne oscurava il ricordo.
Aspettavo nervosa il momento in cui lo avrei preso in braccio.
Mi sentivo indolenzita ed esausta anche se avevo dormito fino a 10 minuti prima.
La stanzetta era piccola, ed era una singola, con una sedia di pelle rosa vicino al mio letto.
Poi come un miracolo, l'infermiera entrò nella mia stanzetta e dietro di lei, Teddy con Daniel in braccio.
Volevo piangere.
Dietro di lui, Peter, Ronnie, Cheryl e Ryan.
-ragazzi...-
Le due gemelle mi corsero ad abbracciare e le strinsi entrambe, forte forte, a me.
-sei stata bravissima Meg- mi dice Cheryl con i suoi capelli biondi.
-sì Meg è bellissimo- continua Ronnie, la mora.
Peter mi sorride passandomi un mazzo di margherite.
-così posso essere zio?- mi chiede Ryan con i suoi occhi azzurri.
-certo Ryan, tu sei zio di Daniel, come Peter e Teddy; e Ronnie e Cheryl sono le sue zie-
Ryan sorride.
-mamma dov'è?- chiedo ai 5 che ho nella stanza. -e zia May? Sam? Gabe? Jo e Will?-
Cerco i loro sguardi ma nessuno dei 5 mi guarda.
-ragazzi! Non mi sembra una domanda difficile! Dov'è il resto della famiglia?-
Non ricevendo risposta, capisco. Mia madre, mia zia e i miei cugini non vogliono fare parte della vita di Daniel, si vergognano di me e delle mie scelte.
-dammi il bambino Teddy e dì pure alla mamma che non sono io la troia della famiglia ma che lo è lei- dico fredda con la gola in fiamme.
-Teddy, davvero, dammi Daniel- lui con un piccolo sorriso ma triste, mi porge il mio bambino.
È così bello, ha gli occhi castani ma più guardo verso la pupilla più l'iride è più chiara, quasi dorata.
Lui è bellissimo, perfetto.
-ciao bellissimo Daniel, sono la tua mamma principino... Ti prometto che farò qualsiasi cosa per rendere la tua vita il più semplice possibile-
Gli dico stringendomelo tra le braccia; ha un profumo buonissimo, sa di paradiso. Sa di angelo. Il mio angelo.
Il cellulare di Peter suona, lui guarda il display e impallidisce.
-chi è Pete?- gli chiedo.
Lui mi passa il telefono, é la mamma. Rispondo: -Peter...-
-no mamma, sono Meg- dico fredda.
-Meghan...-
-sei una stronza mamma e questa volta sai che è così, reputi tua figlia una troia, quando non sono io che presento ai miei figli un uomo diverso ogni due settimane. Non sono io con 6 figli da 3 padri diversi... Non sono io che se la fa con chiunque! Non sono io che faccio crescere i figli piccoli da quelli grandi e che non si sa tenere un lavoro! Sei una dannata stronza mamma e lo sai, non pensare che ti perdoni dopo questo colpo basso e preparati che ti arriva una denuncia, voglio la tutela legale di Peter, Ronnie, Cheryl e Ryan, mi hai capito?! Ti tolgo i tuoi figli e ti lascio con i tuoi uomini di merda, ciao mamma!-
Chiudo la telefonata e li guardo.
-preparate le vostre cose, non vi lascio nel Queens- dico schietta.

Dopo il parto mi tennero dentro un paio di giorni, poi lasciarono andare a casa me e Daniel.
Teddy si era dato un gran da fare, aveva trasformato le nostre camere in un fortino. La sua stanza era diventata la sua e di Ryan. La mia in quella delle gemelle, e lo studio nella mia, di Peter e di Daniel.
Mamma mi aveva chiamato urlando un paio di volte ma chissene frega.
Volevo la tutela legale dei miei fratelli e Teddie aveva già chiamato un suo amico, il cui padre era un avvocato per chiedergli consulenza.

-sarà una trafila molto lunga, un caso del genere potrebbe durare mesi o addirittura anni ed essere molto doloroso. Io con il mio studio abbiamo pensato di prendere questo caso pro-bono, ma dovrete essere pronti ad affrontare un assistente sociale che valuterà la vostra serietà e se questa azione legale sia fattibile- ci disse il signor Black con la sua serietà da avvocato.
-ne siamo sicuri signor Black, come le dicevo al telefono, lasciare Peter, Cheryl, Ronnie e Ryan con nostra madre sarebbe l'equivalente di abbandonarli al loro destino. Ed essendoci passati, io e Meghan vorremmo evitarlo almeno a loro-
Il signor Black sorrise. -bene, terremo questa storia il più discreto possibile e nel mentre, già da oggi cominceremo a prendere le deposizioni dei testimoni... Vuoi cominciare tu, Meghan?- mi chiese lui e annuì.
-arrivo subito-
Era un sabato, il primo sabato che passavano con noi. Con Daniel tra le braccia andai a controllare sul tavolo del salone che i miei 4 giovani fratelli si stessero applicando nello studio.
-Meghan, è giusto?- mi chiede Ryan mostrandomi un'addizione a 3 cifre.
-sì Ryan, bravo- poi tornai nell'altra stanza. -Ted, li guardi tu?-
Mio fratello prese Daniel e uscì dalla stanza. Il signor Black accese un registratore.
-oggi, 15 luglio, siamo qui per il caso Parker-contro-Parker. Siamo con Meghan Lorain Parker. Signorina Parker ci racconti dai primi ricordi di sua madre-
Lì la vena stronza che ho in corpo si apre e inizio:
-sa che il cognome di mia madre non è Parker? Quello è di mio padre, lo abbiamo tutti per una formalità o perché nessuno dei padri biologici dopo il mio è durato abbastanza per firmare il certificato di nascita- dico schietta.
-il primo ricordo di mia madre? Ricordo poco di lei nella mia infanzia, è sempre stata troppo impegnata in camera da letto. Ma un ricordo che ho, di me e Teddy, io di 4 anni, lui di 7, che portiamo Peter di 2 all'asilo e così via. Ricordo la neve, di quando avevo 6 anni, l'autobus che non passa e io che devo portare Peter a scuola per poi tornare a casa perché Teddie ha la febbre e mamma non c'è da due settimane. Ricordo quando un ex di mamma mi ha molestato, quando un altro ci faceva pesare i grammi di cocaina da vendere e ricordo che alla nascita di mio figlio, mia madre non è venuta perché si è vergognata di me. Lei pensa che io sia una facile! Io! Io con lei ho chiuso dopo questa-

Eccomi tornata e la mia assenza è sia colpa mia che vostra, mi avete fatto tanto arrabbiare e anche stare male. Non mi sento apprezzata per tutto il lavoro che faccio da sola...

La famiglia Parker

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