Steve, Bucky, Erin, Clint e Thor! In cinque!
Clint Barton era un amante generoso e passionale. Aveva rispettato la promessa fatta a Erin. Era godimento alla stato puro! Per di più la coccolava, le faceva molti regali, organizzava cene romantiche, weekend fuori porta e viaggi. Era parecchio più grande di lei e con possibilità economiche illimitate. Soldi a non finire da sponsor, brevetti di frecce e archi.
Erin era al settimo cielo; le piaceva la vita di agi che le offriva e che non aveva assaporato in precedenza. Passava spesso la notte da lui, pur non avendo ancora lasciato, in via definitiva, l'appartamento di Bucky e Steve.
In realtà non riusciva ancora staccarsi da loro, soprattutto mentalmente. Li pensava sempre quando non erano insieme, le mancavano.
Per riappacificarsi un pochino, li aveva anche invitati alla festa di compleanno del suo fidanzato che si sarebbe svolta in un noto locale.
A casa di quest'ultimo, terminavano di prepararsi.
Il Falco, quasi pronto, entrò in camera da letto.
Erin, completamente nuda, tranne per le calze autoreggenti nere e le décolleté altissime, si rimirava al grande specchio del guardaroba giocando con i propri capelli.
'Mi farai venire un infarto, sei stupenda: è tardi, fra venti minuti dobbiamo essere all'appuntamento per accogliere gli ospiti' la ammonì, d'acciaio sotto i pantaloni.
'Quanto sei precisino, facciamoli aspettare' la moretta, sculettando, si diresse verso il comò, piegò la schiena sul mobile ed allargò le gambe: messa a novanta gradi era poco. Il sedere a mandolino era pronto per lui!
Non aveva mai conosciuto una donna tanto impudica e spregiudicata nel sesso. Libera, serena, consapevole dei propri desideri. Lo faceva impazzire, aveva sempre voglia. La raggiunse, abbassandosi i pantaloni e i boxer in un'unica mossa. Le si piazzò alle spalle, carezzandola sulla scapola e le dette mille baci e morsi sulla pelle del collo, spostandole il manto di capelli profumati.
Le ficcò, improvviso, il pollice della mano sinistra nella fessura più stretta, sentendola gemere, con le dita furiose sulla farfallina. Un primo orgasmo la colse improvviso con un fiotto di piacere che cadde a terra sulla moquette, fra i suoi piedi.
'Piccola, vieni peggio di un uomo!' ridacchiò Clint, estremamente compiaciuto.
'Se mi tocchi, mi squaglio, amore, prendimi, prendimi subito, che poi debbo vestirmi...' lo pregò.
Il Falco appoggiò il puntello virile sull'anello muscolare di lei; era un vero piacere amarla anche in quel modo. Era stretta ed elastica e la ginnastica passiva che aveva fatto con i due amici di letto l'aveva resa la partner perfetta, in cui entrava che era una bellezza.
Con un'unica spinta, la trapassò, colmandola per intero fino alle viscere più profonde. Un grido strozzato li colse entrambi; la prese di potenza, come le piaceva un botta appresso l'altra, con le sue parti più morbide che stavano per scoppiare e strusciavano l'intimità della sua adorata femmina.
Barton si riversò in quel buco divino che aveva violato quotidianamente su richiesta espressa della sua dea, e in parte sulle sode natiche. Adorava vederla sporca di sé col proprio candido piacere che colava fra la linea dei glutei e sopra la sua carne! Era un vero e proprio delirio di sensi!
La voltò, per baciarla, animalesco 'Stasera finiamo, amore' la minacciò, contento!
'Non vedo l'ora' contraccambiò lei.
***
Il locale scelto da Clint era modaiolo, trendy.
Erin indossava un suo regalo: un abito con le spalline sottili, corto al ginocchio, color argento, molto scollato sulla schiena e sul davanti; si intravedeva la linea dei seni e i capezzolini sbucavano chiaramente dalla stoffa.
Era di pregio, di un famoso stilista italiano, costoso come tre suoi stipendi; un regalo del suo ragazzo, che desiderava sfoggiarla un po', bella com'era!
Le introdusse i suoi amici. Conosceva già Natasha Romanoff e Bruce Banner, dall'aperitivo consumato assieme. Insieme a loro, c'era Tony Stark, uno stravagante miliardario, col pizzetto scuro e i capelli mossi, molto naif, e un ragazzo australiano coi capelli biondi corti, gli occhi azzurri, un leggero strabismo, particolarmente attraente. Il viso era divino e aveva un sorriso solare. Abbronzato, mostrava un fisico scultoreo, spalle larghe e fianchi stretti. Portava un nome assurdo, Thor: la madre era danese, le spiegò, durante la presentazione.
Banner e Stark non avevano fatto che spizzarla, ammirati con battutine sciocche e apprezzamenti al Falco sulla sua fortuna sfacciata di aver acchiappato una bomba sexy simile.
Invece il biondo era stato discreto e si comportava con modi estremamente galanti, quasi principeschi.
La guardava di sottecchi e le aveva portato una coppa di champagne per liberarla da quella conversazione sgradevole.
'Non farci caso. Clint non è niente di che, tu molto giovane e splendida. Onestamente, vederti accanto a lui, che è pure un musone galattico, ci ha meravigliato' le spiegò.
'Mi ama...' si stava scocciando di quei toni. Pareva volesse metterle un tarlo nella mente, non che fosse un amico sincero.
'Erin, potresti avere chi vuoi e, soprattutto, avresti dovuto dire che tu lo ami o che vi amate: hai usato una strana espressione, per una coppia che sta assieme da pochi mesi' le fece notare.
Lei si zittì, pensierosa, e l'altro continuò 'Sei tanto bella, tanto: se fossi stata mia, non avrei mai permesso quelle battute sciocche a Stark e Banner, gli avrei spaccato la faccia!' le sfiorò il volto con una lieve carezza, facendola rabbrividire e la fissò con gli occhi accesi del fuoco della passione.
La mora si imbarazzò. Cavolo, ci stava provando! Era uno dei migliori amici del suo fidanzato, per carità, estremamente attraente: che razza di situazione! Fu salvata in corner dall'entrata, in sala ed in scena, di Steve e James e si allontanò verso di loro per salutarli.
'Ben arrivati, come va?' li baciò, sulle guance.
'Sei bellissima' Bucky non si trattenne. Gli mancava da morire! Provò a contenersi per non darlo a vedere.
'Ti ha fatto vestire come la sua puttana e nemmeno te ne rendi conto! Sei cambiata da quando stai con quel vecchio bavoso' Rogers era partito per la tangente e l'altro gli dette una gomitata per farlo rinsavire. 'Scusa, tesoro, non è il momento e il luogo, ma dobbiamo riparlarne' si riprese e si rammaricò delle parole appena pronunciate, vedendo il volto triste della sua amata.
'Per piacere, tengo molto a Clint ed alla riuscita di questa serata. Si trattava di un modo per farvi conoscere meglio. Avete me in comune, non è abbastanza?' chiese, accorata.
'Certo, piccolina...' James la rassicurò andando verso Barton che gli si camminava incontro, per fargli gli auguri.
'Ci proverò' borbottò il Capitano, per nulla convinto.
L'arciere, simpatico ed educato, fece gli onori di casa; non li poteva vedere, detestava quei due maledetti che si erano portati a letto insieme la sua fidanzata e ci sbavavano ancora dietro in maniera plateale. Ma Erin aveva un forte legame con loro e gli toccava fare buon viso a cattiva sorte.
Dopo un po' di pubbliche relazioni e un salto al buffet il dj che animava la serata mise su della musica ballabile e la mora si diresse in pista, seguita da Natasha.
I ragazzi erano rimasti seduti al bar per un drink.
Lei si dimenava, il fisico prorompente e femminile stretto nel vestito audace. Aveva addosso gli occhi di tutti.
Thor, di lato al gruppo, la puntava, con l'ennesimo sguardo che valeva più di mille promesse.
Steve non resistette. Si mise a ballare con le due donne appiccandosi, nel movimento, il più possibile, alla sua amica. Bucky, capita l'antifona, gli si piazzò accanto per dissuaderlo dal continuare.
Erin, in quell'attimo, ricordò le loro notti bollenti: si strusciò, leggermente, all'uno e poi all'altro, e nemmeno James riuscì più a scansarsi da lei. Col bacino ondeggiava come a letto, pensò: era una favola!
Lo pensò pure Clint, infastidito e che fosse meglio redarguirla di avere certi atteggiamenti in pubblico: cornuto agli occhi del mondo, proprio no.
In quel momento, vide il Capitano afferrarla e carezzarle la schiena. L'acchiappò dalle natiche per stringerla a sé, intanto che la ragazza tentava di divincolarsi.
Forse era stata stupida e si era fatta prendere ma desiderava solo danzare, non un amplesso sulla pista, rifletté Erin.
'Falco, fatti valere, quello vuole farsela!' sibilò Tony per fomentarlo. Un po' di piccante era gradito, la festa era un mortorio.
Barton spostò Rogers da dosso a Erin, afferrandolo per un braccio e trascinandolo di lato.
James subito si affiancò al Capitano, sentendo odore di guai seri.
In un attimo iniziò una rissa furibonda con colpi in viso, presi e ricevuti dai due contendenti, piuttosto allenati e piazzati.
Bucky, che tentava di separarli con l'aiuto di Banner e Stark, ricevette un pugno sul naso, sbattè contro il muro e nella colluttazione sentì l'arto staccarsi con un sinistro rumore.
La moretta fu spintonata involontariamente da Clint e cadde sulle ginocchia, sbucciandosele, atterrita, la mano sulla bocca per lo stupore: neanche i bambini si comportavano in quel modo!
Si mosse verso l'uscita, disgustata. Incrociò una coppia di agenti di polizia, sopraggiunti per sedere il marasma infernale che si lasciava alle spalle, sentendo prendersi per mano.
'Ti porto via' Thor gentilmente la scortò all'uscita laterale e chiamò un taxi. La fece salire, per prima.
'Dove andiamo?' le chiese, abbracciandola.
Era presa da un tremore che non riusciva a gestire. 'A casa tua, per favore' mormorò, scoppiando in un pianto dirotto.
***
'Che comportamenti assurdi...' Erin piangeva ancora - intanto che saliva nell'appartamento di Thor - con le ginocchia piene di sangue 'Steve aveva promesso sarebbe stato tranquillo. Clint è più grande e maturo ed è stato peggio degli altri. Hanno umiliato James, quando ha perso la protesi. Oddio, poverino...' era affranta.
'Vieni' l'aveva condotta in soggiorno, fatta sedere sul divano, tolto le scarpe e pian piano le calze autoreggenti, con molta delicatezza, per non farle male. Aveva portato dei fazzoletti di carta e le aveva asciugato le lacrime. Con disinfettante e cotone per le ferite aveva iniziato a pulire le parti lese.
'Brucia!' si lamentò.
'Lo so, ora passa' soffiò sulle escoriazioni, sbirciando fra le cosce di Erin: un perizoma nero, di pizzo trasparente e minuscolo non nascondeva la meravigliosa peluria castana scura 'Sei stupenda, adesso capisco meglio il motivo della rissa, è tutto chiaro' ridacchiò il biondo.
Lei chiuse leggermente le gambe, sorridendo e lo carezzò su capelli.
'Grazie. Non sapevo dove andare. Non volevo tornare a casa di Barnes e Rogers, figuriamoci da Barton!'.
'Puoi stare qui per tutto il tempo che vuoi, io dormirò sul divano' si diresse in cucina e le preparò una tisana rilassante.
La moretta la gustò, in silenzio.
'Erin, devo dirti una cosa. Forse avrai notato il mio sguardo strano. Anni fa ho perso un occhio, in un incidente col surf, in Australia. Ne indosso uno artificiale. Mi sta dando molto fastidio e devo toglierlo, ti spiace?' una confessione in piena regola.
'Figurati, credevo avessi un leggero strabismo. Quello di Venere, per la verità; tendo a giudicare le persone per come sono. Non ho pregiudizi e di quel tipo'.
'Immaginavo: andavi a letto con Bucky, senza un braccio. Non è da tutti'.
'È una persona ugualmente completa. Ha più degli altri e non meno. Anche tu, secondo me...' era sensibile ed attento, lo aveva percepito subito.
'Vado di là, a togliere l'occhio. Ho una benda scura da indossare per non spaventarti' la rassicurò.
'Non metterla' lei fu laconica 'fammi vedere come sei...'.
Sconvolto da quella richiesta, si ritirò in bagno e tornò dopo cinque minuti. Il volto era leggermente deformato dalla piaga aperta della palpebra cadente, con l'interno vuoto.
'Vieni qui, vicino a me...' gli ordinò.
Il gigante biondo ubbidì.
Erin portò le mani sulle sue guance, per farsi guardare. Lui abbassò il viso a terra, intimidito.
'Non ho mai visto un uomo tanto bello' si avvicinò e sfiorò la palpebra offesa con le labbra.
Thor sussultò, preso dalla dolcezza e dai modi di quella ragazza divina. Nessuna era stata mai così con lui: nessuna, neanche le sue fidanzate.
'Erin... sei davvero speciale...' bisbigliò.
La mora non rispose, presa da quel contatto lieve.
L'uomo continuò 'Devi capire ciò che desidera il tuo cuore. Sei attratta dai tuoi due amici perché probabilmente, con loro, il sesso è spettacolare. Clint è una brava persona, affermata, lo stimo molto. E' rassicurante e maturo, avete una relazione stabile e un legame molto diverso; so da lui che anche i vostri rapporti, tra le lenzuola, sono infuocati e è un bene. Tuttavia, a vederti, dall'esterno, non sembri innamorata di nessuno dei tre. Forse mi sbaglio, però io e te insieme faremmo scintille'.
Con la mano la lusingò dall'interno del ginocchio fino a metà coscia dove terminava il bordo del vestito, in un leggero tocco 'Non avrei dovuto dirtelo. È meglio se riposi, ora'.
La mora, dopo essersi rinfrescata in bagno e lavata il viso, si mise stesa sul letto col vestito indosso. Era stanca e turbata delle parole appena ascoltate.
Poco prima di cadere in un sonno profondo, con un gesto, invitò Thor a coricarsi con lei. Il divano era piccolo e scomodo. L'australiano... gigantesco.
***
La bruna si svegliò al mattino con uno sfiorare di lingua sul capezzolo sinistro.
Aperti gli occhi, vide una testa bionda sul petto. Nel sonno, le spalline dell'abito erano scese, liberandola fino alla vita, le tettine rosee, sferiche e perfette erano scoperte e vulnerabili.
Thor non aveva resistito. L'aveva rimirata per ore ammirando le areole color caffelatte, enormi e i capezzolini rosati. Erano piccoli e deliziosi, duri come sassolini, pure nel riposo. Svettanti, a dire poco.
Che sarebbe stato darle un bacetto lieve? I primi non li aveva sentiti. Poi ci aveva piazzato la lingua sopra, di piatto ed aperta. Frenarsi non era stato possibile.
Erin incrociò l'occhio ceruleo. 'Che fai?' rise.
'Ti bacio' si alzò, per unire le labbra alle sue 'Erin, solo qualche bacetto non è tradire il Falco' Thor tentava di autoconvincersi e di convincerla. Era la fidanzata di un suo caro amico, per la miseria!
La bocca di lui era celestiale, pensò la ragazza. In fondo, dopo il bordello della notte precedente, si chiese se la sua relazione con Clint fosse al capolinea.
Abbracciò l'australiano, le mani a carezzarlo sulla schiena. L'uomo alzò le braccia per liberarsi della maglietta: aveva un fisico eccezionale, muscoloso ma non pompato e gonfio.
Era rimasto solo coi boxer. Erin si tolse il vestito, da sotto. Thor la stuzzicava sui seni, li palpeggiava, li strizzava, veemente.
La moretta prese la mano destra di lui, se la portò alla bocca e succhiò le sue dita ad una ad una, sentendolo gemere. Era una chiara istigazione.
L'uomo intuì cosa volesse e si insinuò sotto il pizzo delle minuscole mutandine 'Piccola...' mugolò, avvertendone l'eccitazione fra le cosce bagnate.
Lo ricambiò, la manina a sfiorarlo sulla stoffa sottile dell'intimo. In un attimo gli abbassò i boxer per continuare a stimolarlo, senza trascurare alcuna parte: le sfere gonfie, la verga nerboruta e perfetta; era la giusta misura, la misura ideale, rifletté.
'Non resisto, smettila' le spostò la mano e si mise in ginocchio fra le sue gambe.
Le tolse il perizoma e la rimirò 'Gesù, sei la femmina più bella che abbia mai visto...' l'intimità era carnosa, la peluria castana arricciata per gli umori femminili, schiusa come un'orchidea col suo pistillo. Il fiore del peccato e dell'amore era solo per lui, inaspettatamente.
'Stupido...' lei rise, compiaciuta.
'Mi sta venendo fame. Voglio te per colazione' continuò quello sulla linea della spiritosaggine.
Le passò la lingua, lentamente, di piatto e di sbieco pure lì. Un attacco di brividi aveva assalito Erin.
Thor fu più vigoroso, le succhiò la mora in rilievo, mordicchiandola e affondò un primo dito in lei che si contorse, ansimando.
Al secondo dito, spinto particolarmente a fondo, la stimolazione la fece venire con una copiosa doccia di umori sul viso del partner che la sentiva gemere e, con la mano, carezzargli i capelli biondi, carinamente.
Pian piano, divenne più calma e percepì solo un lieve tremolio.
La baciò per farle assaggiare i propri succhi 'E' tradimento, questo?' le domandò.
'No, è troppo piacevole per esserlo... e nemmeno questo...' Erin scese sul corpo dell'australiano, messosi supino, al centro del letto.
Glielo prese fra le labbra e, velocemente, lo fece arrivare in gola, serrandolo fra le mascelle.
Il biondo poggiò una mano sulla sua nuca per darle il ritmo del proprio piacere; il suo scettro era fermo tra il palato e la lingua abile di lei, che disegnava ghirigori ed arabeschi sulla sua pelle tesa.
Alle prime vibrazioni la ragazza aumentò la suzione, scrutandolo negli occhi 'Cristo, Erin...'.
Thor mosse leggermente i fianchi in avanti in uno schizzo di calore e di fuoco nella bocca della moretta.
'Sai di buono...' sussurrò lei, finendo di sollecitarlo con la mano e bevendo ogni goccia di pregiato elisir amoroso.
Intanto che il biondo smetteva di tremare come una foglia, lo ripulì, fino alle ultime secrezioni amorose.
Si abbracciarono e a seguire si abbandonarono a una miriade baci passionali e affettuosi, dopo quelle prime effusioni.
'Erin, non ho mai conosciuto una come te. Resta, manda gli altri a quel paese e rimani' la pregò.
'Thor, non saprei. È complicato, devo chiarirmi le idee' era un ragazzo molto carino, ma non era convinta.
Il biondo sentì il telefono squillare. Dal display, si sincerò del chiamante 'È il tuo fidanzato...' le fece presente, rispondendo. Dopo qualche minuto di conversazione, riattaccò 'Sono qui sotto, c'è la truppa al completo. Sono venuti a prenderti, te la senti di scendere?'.
'Solo se mi accompagnerai' mormorò, intristita.
'Certo. Vado a rimettermi l'occhio' si diresse in bagno intanto che lei si rivestiva.
'Tieni' le porse un post-it giallo con un numero di telefono. 'Se dovessi avere bisogno di qualsiasi cosa, chiamami. Erin, ti vorrei dire mille cose. Non è il momento giusto, temo, per le dichiarazioni d'amore, rimandiamo' le sfiorò le labbra aprendo la porta di casa.
Erano tutti giù ad attenderla, proprio sotto il portone.
Clint e Steve coi vestiti strappati, sporchi e gonfi in viso. James, più spostato, con in mano un pezzo di protesi, evidentemente spezzatasi in due, in maniera netta e uno sguardo avvilito.
Lei corse ad abbracciarlo. Porca miseria, come avrebbe fatto? Costava un patrimonio e loro tre erano sempre a secco di finanze.
'Erin...' Bucky scoppiò in un pianto disperato.
'Stai calmo, in qualche modo risolveremo' guardava i due idioti, da sopra la spalla di Barnes, con una smorfia di assoluto disgusto.
'Amore...' il Falco provò a parlarle 'abbiamo esagerato. Ci hanno pure portato alla centrale di polizia. Ricomprerò l'arto a James ed andrà tutto a posto'.
'Sistemi tutto con i tuoi maledetti soldi. Pensi che ti appartengo, per tre regali che mi hai fatto?' lo interloquì quasi con cattiveria.
'Erano regali d'amore. Mi spiace tanto per l'accaduto, sono mortificato'.
'Stavo solo ballando e ti sei ingelosito inutilmente'.
'È stata colpa mia, tesoro, non sua. Perdonami' Rogers era a pezzi.
'Tu mi avevi promesso di stare tranquillo e guarda come siamo finiti! Sono stanca delle vostre stronzate, non ne posso più. State zitti! Non sopporto neanche le vostre voci, stamattina! E' meglio andare' si diresse verso il macchinone di Clint, sedendosi dietro insieme a James.
Mentre Barton metteva in moto, direzione casa Rogers – Barnes, Erin scoccò uno sguardo ammaliatore a Thor, che salutava, con la mano, gli occupanti dell'auto, sotto gli occhi preoccupati di Bucky.
La conosceva come le sue tasche e aveva capito subito che aveva fatto sesso quando l'aveva scrutata in viso, appena uscita dal portone dell'australiano. Aveva le gote arrossate e i fanali marroni luminosi, luccicanti. Dopo il Falco era arrivato un altro rivale, il biondo: di male in peggio! Non gli piaceva per niente. Né il tipo né la situazione.
***
Erin aveva fatto rimanere Bucky in stanza con lei. In fondo, era la sua camera e l'aveva occupata a tempo indeterminato, obbligando i due uomini a condividere quella di Rogers.
Aveva chiuso la porta e lo aveva stretto a sé. 'Ti prometto che troverò un modo per comprarti una nuova protesi'.
'Senza non voglio uscire. Mi guardano tutti e mi vergogno. E sono poco autonomo' piagnucolò, ancora.
'Tranquillo...' lo baciò sulla bocca, lievemente.
Fu come gettare un cerino acceso in una pozza di benzina. In un attimo si ritrovarono avvinghiati come ai vecchi tempi. Non erano mai passati, per la verità. Forse non sarebbero passati mai!
'Sei bellissima con questo vestito! Non è vero che è da puttana, è da principessa...' le confessò mentre la spogliava 'Non potevo smettere di guardarti, quando ballavi. Avrei voluto fare come il Capitano, toccarti, ovunque. Ti piace essere palpata dal tuo fidanzato? E' un vecchio, in confronto a noi, a te...'. La voleva provocare.
'Mi piace andare a letto col Falco. Non ci sono mai stata per soldi. Ma adoro farlo pure con te... e con Steve... forse sono strana io' completamente nuda, si era messa nella posizione del missionario per farsi amare.
'E con Thor, vero?' domandò, prendendola con forza 'L'ho capito che c'è qualcosa tra voi! E' un falso, stai attenta!'
'Non sono stata con l'australiano, non per ora' rise lei, soprassedendo alla piena verità intanto che James alternava, sapientemente, colpi di lingua e di bacino, sulla sua micetta intrigante. Qualche minuto, per ciascuna pratica.
'Clint te la lecca così? Erin, dimmelo!' James la aizzava.
'Noooo' un gridolino espresse la sincerità delle sue emozioni... del momento.
'E ti prende così?' ci si era conficcato dentro con la furia di un martello pneumatico.
'Amore mio, certo che noooo' Erin era al limite e il ragazzo la fece godere, portandola all'apice del piacere insieme a lui.
Gli avrebbe detto tutto ciò che voleva sentire.
Il Capitano aspettava, in soggiorno. Conosceva quei rumori. Non era possessivo, anzi: prima o poi sarebbe venuto il suo turno. Per ricominciare ad amarsi, con i suoi due compagni di quel viaggio erotico che voleva continuasse per sempre.
In fondo, Erin non aveva scelto. Frequentava Clint e non riusciva a stare lontana da loro. Per questo non si era trasferita. Per questo era tornata a casa con loro. Per questo era tornata a farsi amare da Buck! C'era solo un aspetto che lo disturbava: il feeling che aveva percepito avesse con quell'armadio a due ante biondo e con l'occhio strabico.
Passata una mezz'ora, la moretta aveva lasciato riposare James che si era assopito, andando in sala.
Steve, che aveva preparato il caffè, teneva una busta di surgelati sul viso gonfio.
Sapeva l'avrebbe raggiunto. 'Ti fai anche l'australiano, Erin, oltre l'arciere?' diretto, si era stufato dei giochetti 'Se vuoi farci del male, basta dirlo, soprattutto a Bucky, sensibile com'è!'.
'Capitano dei miei stivali! Il tuo migliore amico, e pure compagno di letto, la persona che dici di amare più di tutti al mondo, oltre me, è di là, sconvolto, perché la sua costosissima protesi si è rotta, anche per colpa tua. Hai fatto a botte col mio fidanzato e avete passato la notte al distretto di polizia. Mi avete spintonato e ho le ginocchia a pezzi. E ti interessa solo sapere se l'ho data a Thor? Sai che c'è? Tieniti la tua curiosità' ribatté tutto d'un fiato.
'Scusa, sono in pieno delirio di gelosia. Non avevo il diritto di chiedertelo'.
'No, non lo avevi, soprattutto perché avete ricominciato pure voi il solito tran tran di donnine in calore'.
'Idee per ricomprare il braccio artificiale?' meglio parlare d'altro, si stavano addentrando in una conversazione spinosa, rifletté Rogers.
'Il fatto è che non mi va di chiederli a Clint, i debiti mi piacciano poco' si lamentò.
'Si era offerto, è un brav'uomo, sono serio, pure simpatico, a modo suo. Giusto un po' pesante...' rise a crepapelle. Un macigno!
'Pesante è pesante' Erin sghignazzò 'Steve, ti voglio bene... tanto' confessò.
'Pure io... pure noi... lo sai!' le sfiorò le labbra, con le proprie, tentando di essere casto. Doveva lavorare di fino, stavolta. Prima o poi sarebbe stata di nuovo sua. Sua e di Bucky!
Continua....
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