-Walking in the wind-
Le case,i palazzi,gli alberi, tutto scorre velocemente oltre questo vetro. Le foglie d'autunno navigano nel vento libere. Harry è molto impaziente di arrivare al centro,io invece vorrei solo saltare giù da quest'auto in corsa. Non c'è la farò mai a parlare pubblicamente dei miei problemi. Lo sguardo puntato all'esterno,come se cercassi una via di fuga,qualcosa a cui aggrapparmi,qualcosa che mi aiutasse a scappare. Non riesco a credere che ho accettato la richiesta di Harry,non avrei mai dovuto farlo.
« Sei davvero molto socievole lo sai? »La voce di Harry spezza la rete di pensieri in cui la mia mente si era intrecciata. Scoppia in una risata .
« Dico sul serio,con te non si smette mai di imparare ragazzo. » Contraggo la mascella,chiaramente agitato.
« Harry ti prego,sono già abbastanza agitato,l'ultima cosa di cui ho bisogno sono i tuoi commenti sarcastici.» Emette un verso gutturale,tenendo la mano sinistra salda sul volante.
«Mantieni la calma,siamo arrivati. » Sussulto sul sediolino.
« Davvero? » Sfrego i palmi cercando di buttare via l'ansia.
« Zayn io starò qui fuori ad aspettarti,divertiti. » L'auto si ferma davanti ad un palazzo che a vederlo sembra piuttosto antico.
« Okay,ci vediamo tra un po'. » Esco dall'auto e chiudo lo sportello alle mie spalle. Il mio cervello sta ordinando ai miei piedi di girare e tornare indietro,ma loro continuano a camminare verso l'entrata in legno del palazzo imperterriti. Spingo la porta in legno di ciliegio e mi ritrovo in una specie di hall di un albergo. C'è uno sportello per le informazioni,poster con frasi fatte che odio su ogni parete di questa stanza,ma soprattutto tante facce tristi,sconsolate,segnate dal dolore della loro storia,qui dentro ognuno ha la propria storia da raccontare. Insomma è una vera e propria sala d'attesa. Mi dirigo allo sportello informazioni e ,vengo accolto dal caloroso sorriso della donna dietro il bancone. Poggio le braccia sul marmo freddo e mi inumidisco le labbra con la lingua prima di parlare.
« Salve,come posso aiutarla.» Apro la bocca,ma non emetto alcun suono.
« Signore,si sente bene? » Tossisco e annuisco.
« Oh,si tutto bene. Volevo sapere qual è la stanza per l'incontro di gruppo delle sei del Dottor. Morris. » Porta lo sguardo allo schermo davanti a lei e digita alcune lettere sulla tastiera.
« Stanza numero sette,primo piano,l'incontro comincerà a minuti,meglio che si sbrighi.»
« Oh certo,la ringrazio.» Mi rivolge un sorriso.
« Di niente Signore. » Mi volto e vado verso l'ascensore. Schiaccio il pulsante e le porte si aprono,salgo fino al primo piano e mi ritrovo su un lungo corridoio pieno di porte. Le scorro tutte fino ad arrivare alla mia. La numero sette. La porta e socchiusa così la spingo quel tanto che basta per far si che si apra.
« Avanti prego,unisciti pure a noi. » Dice un uomo sulla cinquantina,con i capelli grigi,le labbra sottili e un paio di occhiali. L'istinto di scappare sta scalpitando nel mio petto. Entro nella stanza incupito. Al primo posto libero che vedo mi siedo,e incrocio le braccia al petto.
« Come ti chiami ragazzo? » Dice posizionando la punta della penna sulla cartellina. Alzo gli occhi al cielo,si bhe come se gli importasse qualcosa del mio nome,è solo l'ennesimo che pensa di saperne più di me,di potermi aiutare.
« Zayn.» Sorride.
« Cognome? » Quasi sbuffo,ma non voglio dare l'impressione di essere prevenuto.
« Malik. » Scrive il mio nome e, poi riposiziona la cartellina sulle sue ginocchia.
« Bene,abbiamo un nuovo membro. Zayn Malik. Avanti amici salutate il vostro nuovo compagno. » Una decina di teste si girano verso di me.
« Ciao Zayn. » dicono tutti in coro,con il tono di chi sembra venga dall'oltretomba. È terribilmente inquietante.
« Bene,siamo quasi al completo manca solo un'altra ragazza se non sbaglio.» La porta si apre e si rivela una ragazza alta e magra, con le braccia sottili. È di spalle perciò non l'ho ancora vista in viso.
« Ciao branco di pazzi. » Dice con tono da ubriaca. Si volta e finalmente posso vederla, Ha i capelli ricci ,ma sorprendentemente lunghi,gli occhi color cioccolato e la pelle olivastra,anche se una cosa fa contrasto sul suo bel viso quasi perfetto,due occhiaie viola e profonde. Chissà se anche lei ha lo stesso problema che ho io.
« Noi non siamo pazzi signorina,vogliamo solo ... »
« Solo cercare di aiutarla,si lo so,tutti volete cercare di aiutarmi,tutti agite per il nostro bene e la nostra salute non è così ? » Il Dottor. Morris si porta la montatura degli occhiali sulla cima del naso.
« Esatto,proprio così,prego si sieda pure dove trova posto,ma faccia attenzione ad essere più puntuale la prossima volta. » Viene verso di me e si siede al posto accanto al mio. Ridacchia.
« Ridicolo ... » Morris prende la cartellina e, punta la penna sul foglio.
« Qual è il suo nome signorina? » Incrocia le braccia al petto e sorride sfrontata.
« E che le importa? Tanto io per lei non conto un bel niente,come per gli altri del resto . » Dice ,abbassando la voce sull'ultima frase.
« Per me lei invece è più importante di quello che pensa. Ora vuole dirmi il suo nome? » Sbuffa e accavalla le gambe.
« Diana Price. Contento ? » Sorride,quest'uomo mi da sui nervi.
« Ti ringrazio Diana. » Le risponde scrivendo il suo nome sulla cartellina.
Sta seduta con la schiena stesa sullo schienale della sedia, poi stende le gambe lunghe,e accavalla i piedi. Tira su col naso. Lo avrà fatto una decina di volte da quando è entrata da quella porta. Si passa una mano nella chioma riccia,e tira su col naso per l'undicesima volta.
« Il Dottor. Morris accavalla le gambe e ,poggia le mani unite sulle ginocchia.
« Bene visto che ci siamo tutti, direi che possiamo procedere,iniziamo.»
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