Fireproof
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Il buio intorno a me,cerco di scappare,ma sto scappando dal nulla,qualcosa che c'è e non c'è, il senso di oppressione cresce sempre di più.
« Basta! » Urlo sollevando di scatto il busto dal materasso. Un altro incubo. Il petto si alza e si abbassa violentemente .Passo il palmo della mano sulla fronte madida di sudore,cercando di calmarmi,il respiro continua ad essere affannoso ma meno violento e ,il sangue non sta più pompando nelle vene come se volesse schizzare fuori da un momento all'altro. Non sopporto più questi incubi,per di più ritraggono tutti la stessa cosa : me che corro inseguito dal nulla, nel buio senza meta. Se almeno capissi perché faccio questo sogno,perché continua a tormentarmi. Mi corico di nuovo affondando la faccia nella federe del morbido cuscino, ma ovviamente Dio ha deciso che il riposo per me stamattina è finito. Harry tira la cordicella della tapparella e la luce illumina la stanza dalla penombra ,vorrei che anche per illuminare il mio animo bastasse tirare un filo,forse per me è la stessa cosa,solo che devo tirare il filo giusto.
« In piedi dormiglione! » La costante allegria del mio coinquilino mi urta i nervi ogni volta,mi ricorda quando io sia indifferente alla vita.
« Chiudi quella cosa Harry ! Ieri sera ho fatto tardi,lasciami dormire. » Lo sento sua risata echeggiare nell'aria.
« Vorrei lasciarti qui a letto,non sai quanto sia orribile doverti svegliare,ma vorrei solo informarti del fatto che sono le otto e un quarto, e tra poco più di venti minuti hai un turno al call center. Ti ricordi ? E' il tuo lavoro. » Mi volto e lo guardo sarcastico.
« Cazzo venti minuti! Perché non mi hai svegliato prima? » incrocia le braccia al petto.
« Scherzi? È quello che sto cercando di fare da mezz'ora. » Scosto le calde lenzuola che fino a pochi secondi fa coprivano il mio corpo,e il freddo mi trafigge le ossa come aghi. Odio l'inverno. Mi fiondo in cucina e metto la macchinetta del caffè sul fuoco. Mentre sento il rumore dell'acqua bollire,il vocione di Harry tuona nella stanza.
« Dovresti proprio andarci sai! » dice tenendo in mano una lettera che mi è proprio familiare, è una lettera che mi ha spedito il mio psicologo un mese fa in cui mi propone un gruppo di sostegno con persone che come me, definisce lui sono "bloccati nel buio ",ridicolo. Ogni persona è un individuo diverso,quindi con problemi diversi,ognuno ha la propria storia. Quindi è inutile andare li e raccontare i tuoi problemi,sembra quasi che chieda di essere compatito da loro.
« Mettila via Harry,quante volte devo dirti di non entrare nella mia stanza senza permesso? » strabuzzò gli occhi mettendosi un indice rivolto verso se stesso.
« Io? Ma se sei tu quello che entra sempre nella mia stanza perché è fissato con le pulizie? E comunque ero entrato nella tua camera perché avevo lasciato il telefono sulla scrivania. Il tuo covo malefico non mi interessa. Ma comunque ho trovato questa,e penso seriamente che tu debba andarci.» Spengo il gas e verso il caffè nella tazza.
« Zayn? Mi stai ascoltando. » Neanche per sogno caro.
« Si si,parla ti sento. » sbuffa passandosi una mano nel suo ribelle cespuglio riccio,che di mattina è ancora più arruffato.
« Dicevo,dovresti andare a questo gruppo di sostegno. » Mi volto,impugnando la mia tazza fumante di caffè nella mano destra.
« Non ho la minima intenzione di andarci Harry,toglitelo da quella testa a cui manca qualche rotella. »
« Ma ti farebbe bene,uscire,parlare con altre persone,insomma vivere i tuoi dannati ventidue anni. Ma perché non vuoi andarci? » bevo un sorso dalla tazza, è così caldo che quando lo mando giù mi riscalda lo stomaco.
« Per il semplice fatto che io odio i gruppi di sostegno. » Viene verso di me.
« Zayn ti prego. Fallo per me, è diventato straziante vederti sempre lì,in quella camera da solo a disegnare. Fai un tentativo . » Espiro cacciando fuori l'aria,liberandomi il petto.
« Non lo so Harry ... »
« Va bene facciamo così,io oggi ti accompagno lì,e aspetterò che finisca l'incontro, se ti trovi bene continuerai ad andarci,se invece si rivelasse il caso contrario non ci andrai più. Ci stai? » Rifletto un attimo sulle possibili risposte,ma decido di accettare. Se rifiutassi Harry mi darebbe il tormento,non ho altra scelta.
« Eh va bene,ma solo un incontro.» Un sorriso cresce sul viso di Harry facendo crescere sulla sua guancia quella fossetta che ha fatto imbambolare innumerevoli ragazze. Harry ha molto successo con le donne,ma non si è mai innamorato sul serio, neanche io a dirla tutta,non ho mai avuto tempo per l'amore.
Bevo l'ultimo sorso della tazza e poi la poggio nel lavello.
« Bene,la laverò quando torno,ora vado a vestirmi,sono in ritardo massimo.»
Una volta lavato,vestito,e pettinato e tirato in alto impeccabilmente il mio ciuffo,prendo la giacca, afferro le chiavi al volo e ,vado verso la porta.
« Ci vediamo dopo Styles! » Urlo dall'atrio.
« Non stare via troppo Malik! » Risponde Harry urlando sotto la doccia. Chiudo la porta e scendo i gradini fino ad arrivare a piano terra. Mi caccio le mani in tasta e cammino verso lo studio. Questo lavoro ora come ora lo odio,e a dirla tutta non mi riesce neanche bene,visto che dovrei incoraggiare la gente a comprare,e invece le induco ad attaccare.
Il rumore strusciante delle foglie secche sull'asfalto mi rimbomba nelle orecchie.
Mi ritrovo davanti al grande edificio in vetro,freddo e ordinato. Entro e timbro il cartellino prima di andare alla mia postazione. Tanti sorrisi mi accolgono in sala,ma io mi limito ad abbozzare un sorriso camminando a testa bassa. Mi tolgo la giacca e posiziono dietro lo schienale della sedia girevole. Mi siedo e accendo il computer,devo chiamare liste e liste di persone,che spreco di tempo,tanto il 90% attaccheranno tutte congedandomi con un sonoro "non sono interessato". Non è un granché come lavoro,ma mi da i soldi necessari per andare avanti,quindi per ora va bene. Mentre scorro col mouse i nomi delle liste,una testolina bionda spunta al di là del mio monitor. Tiffany .
« Ciao Zayn,come va stamattina? » dice con tono cantilenante,questa ragazza mi esaurisce.
« Bene Tiffany,grazie per l'interessamento,scusa ma sono pieno di lavoro perciò ... » la sua bocca forma una "O" .
« Oh si certo,vado. Fammi sapere se hai bisogno di qualcosa. » ricambio il sorriso e , poi si allontana dalla mia scrivania. Ogni mattina è la stessa storia,credo che abbia una cotta per me,ma non capisco proprio cosa ci trovi di bello in me. Il telefono vibra nella tasca. Un messaggio di Harry. Scorro il dito sul display e lo apro.
Harry -Ti vengo a prendere quando finisci il turno e ti accompagno all'incontro.
Tu – Okay.
Harry è così gentile con me,siamo migliori amici,e sta facendo di tutto per farmi riprendere. Comincio il mio giro di telefonate ,finche le lancette dell'orologio non fanno scoccare le sei.
Mi alzo e infilo la giacca. Saluto con un cenno e percorro il corridoio,fino ad arrivare a piano terra. Esco fuori dall'edificio e vedo il fuoristrada rosso di Harry parcheggiato davanti all'entrata del palazzo.
Il finestrino al posto del guidatore si abbassa rivelandomi Harry.
« Sei pronto? » Stringo i pugni e deglutisco.
« Si,andiamo. » apro la portiera e salgo in auto.
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