-Anxiety-
Erano passate due settimane.
Diana piano piano si stava riprendendo,come me,ogni volta che andavo a trovarla. Le visite all''ospedale si fecero sempre più frequenti.
Da una al giorno,passai a due giorni la settimana,fino ad arrivare ad ogni ora in cui poteva ricevere. Non potevo fare a meno di quella sua arroganza, nonostante stesse da schifo non le importava. Aveva promesso che il suo vizio fatale non l'avrebbe mai ridotta ad un vegetale alimentato da flebo,tubi di plastica e macchine ,e cosi fece.
Sono le due,l'ora delle visite comincia tra quindici minuti,e sebbene l'ospedale non si trovava dall'altra parte della città,io stavo già scendendo in quel garage degli orrori. La puzza di umido aveva impregnato qualsiasi cosa ci fosse,le pareti erano a dir poco marce,e per completare il pacchetto già invitate,c'era questo rumore snervante d'acqua che gocciolava dal marasma di tubi arrugginiti.
Salto a bordo della mia jeep,e imbocco la strada per l'ospedale.
Il San Peter Hospital non era quello che si poteva definire il castello più bello del reame,ma non era poi così male.
Fuori dal mio finestrino il modo così come lo vedo mi sta passando davanti. I cartelli stradali appaiono e scompaiono con un alternanza alquanto spaventosa,tutto si fa più omogeneo li fuori,creando una mescolanza tra il paesaggio e la strada.
Sto andando un'po' più veloce di quanto io stesso mi sarei mai aspettato,ma invece di frenare il piede si lascia andare sull'acceleratore.
Ed eccola,si sta insinuando in ogni parte del mio corpo. La sento scorrere sotto la pelle,ogni ragione è persa,sostituito da un stato d'angoscia.
L'ansia sta avendo la meglio sul mio corpo di nuovo. Gli attacchi di panico sono così,non sai mai quando arriveranno,ne tanto meno come farai a placarli. Sai soltanto che sono una vera merda da buttare giù.
Si entra in un concatenarsi di avvenimenti causa e effetto senza fine.
E ti ritrovi a vivere con l'ansia di quando avrai il prossimo attacco,se riuscirai a superarlo, se sarà più forte degli altri.
La situazione degenera ,ormai sto andando a quasi più di duecento chilometri orari,e non so come fermare questa frenesia.
Nella mia mente comincio a far vorticare tutti i momenti calmi e felici che possano farmi tranquillizzare,ma al momento nessuno è abbastanza importante dall'impedirmi di far schiantare quest'auto in qualsiasi cosa .
E all'improvviso eccola,arriva. L'unico motivo che mi fa schiacciare quel dannato freno. L'immagine si materializza nella mia mente. È sola nella stanza e mi sta aspettando, è convinta che prima o poi arriverò. Non posso deluderla.
Ho promesso a Diana che non me ne sarei andato, e non intendo farlo. L'auto sobbalza alla brusca frenata,e s'inchioda sull'asfalto.
Spengo il motore ed estraggo la chiave. Per cinque minuti il silenzio colma la macchina. Le ginocchia mi fremono. Solo ora sto provando quella paura che in quello stato di delirio non mi ha neanche sfiorato.
Rinfilo la chiave e metto in moto. Sono le due e venti,cazzo.
Ho fatto di tutto per far in modo da godermi ogni minuto della visita,dal primo all'ultimo minuto. Ma questa merda che ho nella testa ogni tanto salta fuori e mi fa impazzire.
Arrivo davanti l'entrata principale dell'ospedale. Mi affretto a cercare un posto.
Non'appena scendo dall'auto corro fino alla reception. La solita signora bionda sulla cinquantina mi abbozza un sorriso,mimando con il labiale le parole " ti asta aspettando".
Percorro gli scalini a due a due,fino al terzo piano. La stanza numero sette è proprio davanti a me e non esito a bussare.
Sorprendentemente Diana non è sola nella stanza,una donna è con lei. In piedi davanti la finestra mentre fuma una sigaretta.
‹‹ Se credi che mi lascerò chiudere in una cazzo di comunità piena di schizzati ,puoi ritenerti più schizzata di loro. Col cazzo che ci vado. »
La donna con i capelli biondi,più o meno sulle spalle, aspira un tiro e risputa fuori una nuvola di fumo prima di rispondere.
Con fare diplomatico e senza scomporsi afferma
‹‹ Non m'importa quello che vuoi o non vuoi fare,se io dichiaro che hai un problema e che la droga ti ha fuso il cervello posso farti rinchiudere anche oggi . Sono stanca delle tue futili esigenze,sei un irresponsabile. Pertanto non meriti l'autonomia che anni fa ti ho concesso dandoti fiducia. »
Non so cosa mi sta trattenendo dall'irrompere nella stanza e bloccare questa conversazione,ma mi trattengo e aspetto.
‹‹ Mamma cosa significa? In che tipo di struttura mi vorresti chiudere? Non puoi dichiarare che sia incapace di intendere e volere,sarebbe come darmi per pazza. »
Il diavolo biondo risponde beffarda
‹‹ Ma che brava,allora qualche ragionamento riesci ancora a farlo. Posso dichiarare quello che voglio Diana,sono tua madre, e tu non hai voce in capitolo,dato che per la legge ,drogandoti,ti stai infliggendo male da sola. »
Diana alche strabozza gli occhi incredula dalle parole che la madre ha appena pronunciato.
‹‹ Saresti capace di dire il falso e di rinchiudermi in un manicomio piuttosto che tenermi con te e aiutarmi a superarla? Wow mamma ,lasciati dire che che fai veramente schifo. Ma quale madre farebbe questo ad una figlia? Cosi metti fine alla mia vita! » La madre si volta e finisce di fumare la sigaretta mentre io sono al limite della sopportazione.
‹‹ Una madre stanca,Diana. » Diana solleva il busto dal materasso e pianta i pugni sulle lenzuola bianche.
‹‹ Sei veramente una stronza! » Prima che me ne accorga le due voltano di scatto il volto e mi fissano. Dannazione a me e al cazzo di piede che ho sbattuto nella porta, e ora che faccio?
‹‹ Zayn? » dice lei stranita.
‹‹ Scusatemi,sono mortificato,la porta era socchiusa e stavo venendo a farti visita. Ora me ne vado subito. » Dico non sapendo cos'altro fare per giustificarmi.
‹‹ Tranquillo resta,stavo andando via. Diana,sono sorpresa che a parte Angel ci sia ancora qualcuno che venga a trovarti. » Questa donna è capace solo di sputare veleno.
‹‹ Mamma se credi che sia finita qui ti sbagli di grosso. » La donna prende la borsa e va via chiudendo la borsa alle sue spalle,non curandosi minimamente ne di me ne di ciò che le ha detto la figlia.
Io e Diana restiamo soli ,con l'amarezza delle parole di quella donna che gira ancora nell'aria.
La bella riccia si volta verso di me,che sono in piedi con la schiena poggiata allo stipite della porta.
‹‹ Bella merda vero? »
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