Capitolo 5 [punto di vista della ragazzina/al passato]
(Ripeto ancora, la storia è interamente copiata e incollata come l'originale, comprese le note)
Mi piacerebbe confrontarmi con qualche persona a cui piace scrivere per sapere un parere , quindi se c' è qualche scrittore o scrittrice emergente si faccia avanti....in questo modo potremo scambiarci le opinioni in proposito e magari riuscire anche a migliorare
Rimasi per 2 mesi dentro casa. Non potevo uscire, mia madre me lo aveva proibito, e così mi limitavo a osservare il mondo fuori dalla finestra della mia stanza. Alle volte giocerellavo con le foglie che mi ero riportata da quel posto incantato. Nonostante la noia delle prime due settimane, incominciavo ad abbituarmi a quella routine casalinga. Il mio babbo, quando trovava il tempo, mi comprava dei libri da leggere...
Erano fantasy, il mio genere preferito!
In genere, finivo i libri che mi regalava tutti in un fiato. Le storie che trattavano erano straordinarie, piene di speranza e voglia di fare, riuscivano a caricare di buona volontà anche una pigrona come me.
Poi fortunatamente il periodo di convalescenza finì. Mia madre si decise finalmente a farmi lavorare insieme a lei al negozietto di atiquariato. Le avevo fatto una testa cosi per ben due mesi e alla fine aveva ceduto, dandomela vinta. Lei era convinta che per il momento, finchè ero ancora adolescente, avrei dovuto impegnarmi solo e unicamente nello studio, e che poi in un futuro prossimo avrei potuto seguire le orme di papà o di mamma.
I primi giorni di "lavoro" furono divertentissimi, mi sentivo un adulta in miniatura.
Aiutavo i clienti a trovare l' oggetto che cercavano e se qualche persona voleva vedendermi qualcosa che pareva di valore mi rivolgevo a mia madre. Non me ne intendevo di antiquariato e per questo c' era il rischio che qualche furbastro mi rifilasse qualche sola spacciandola per roba di valore.
E di sole mamma ne sapeva parecchie: tempo fa al inaugurazione del negozio in città un uomo le mise sul bancone un Obi belt vintage da uomo.
Mia madre ha sempre amato le cose vintage e per questo non si voleva far scappare l' occasione di esporlo in vetrina su un manichino quasi come fosse un trofeo di battaglia.
Ma dopo averlo acquistato si rese conto che non era vintage: si, era molto vecchio ma tuttavia non aveva un valore di vendita alto per cui non avrebbe ricavato un grande profitto. Si inferoci molto quando lo scoprì da un sua amica esperta di "manufatti" giapponesi.
Questa storia me la raccontò la zia un giorno mentre era venuta a trovare la mamma. E mentre me la riferiva, mamma bruciava di rabbia, anche se al apparenza sarebbe potuta sembrare calmissima.
Lavorare come antiquaria è gratificante, un giorno la mamma mi lasciò per un attimo da sola a gestire il negozietto lei doveva ritirare un mobile da un ricco imprenditore; io cercai di fare il meglio che potei volevo dimostrarle che potevo gestire la situazione in completa autonomia.
Entrò dal negozio uno strano tipo con un lungo imperneabbile, sembrava uscito da un polizesco. Si levò il cappuccio, e sbarrai gli occhi nello scoprire che quel uomo era il tipo che avevo conosciuto nel boschetto.
#Mei Cuore Randagio#
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