Le ficcine e l'autotutela

In "Dark", come in tante altre fanfiction da noi recensite, il bad boy di turno tenta di risolvere i vari problemi con l'autotutela.

Prendiamo Harry contro Scott.

Scott è uno dei bad boy beta, quello inserito apposta per far risaltare Harry: è risaputo che aggredisce ogni ragazza con cui esce, quindi vuol dire che ci sono numerosi testimoni e vittime.

Basterebbe quindi avviare le procedure legali, e Harry, anziché andare in giro a terrorizzare e molestare le ragazzine, potrebbe stare accanto alle sue amiche per proteggerle. Di fatto farebbe ciò che ripete di voler fare.

Sfruttando il fatto che Louis (amico di Harry) è un preziosissimo hacker, userebbe gli agganci per velocizzare i processi.

E tac, Scott è dentro, fine.

E invece no: dopo numerose aggressioni a vittime comuni Harry decide di sfidare Scott sul ring, sconfiggerlo e quindi difendere la sua amica. Benché possa sembrare un vero duello d'onore, Harry ha atteggiamenti aggressivi: "Cosa c'è che non va in voi donne? È una mia decisione, non m'interessa se a voi non sta bene!"

Questo dimostra che Harry NON sta cercando di difendere l'onore di una persona cara che non può difendersi (nella logica della storia non può farlo in quanto donna, non in quanto più debole!), ma che l'incontro di boxe si tratta solo uno sfizio che vuole concedersi, è un pretesto per poter compiere una violenza giustificata, perfino elogiata.

A complicare le cose, dopo il pestaggio non cambia nulla, nonostante il "non è più un problema". Scott capisce solo che Harry è più forte di lui, non è stato né rieducato né impossibilitato ad agire, la logica sarebbe averlo terrorizzato, tuttavia, anche mettendo che sia così, Scott si limiterebbe a spostarsi in un'altra zona dove portare avanti il suo comportamento violento ed abusivo.

A rigor di logica, basterebbe che Scott si procurasse una pistola, per vendicarsi di Harry. Non lo fa, ma tenta di uccidere Bo, la quale se la cava solo per ragioni di trama (perché una ragazzina di 50 kg, goffa e impacciata, che riesce a incassare colpi da parte di un pugile di oltre 100 kg non ha il minimo senso).

In seguito, Harry lo va a picchiare, e anche questo non risolve il problema, così fa quello che doveva fare tempo prima: lo denuncia!

Salta fuori che Scott e il fratello di questi erano spacciatori, così un amico di Harry mette loro la droga in casa e li fa finire dentro.

Non bastavano tutte le altre prove varie, i collegamenti, le testimonianze? Scott, che è palesemente un idiota (tenta un omicidio a volto scoperto in un negozio con le telecamere e in pieno giorno) riesce a farla in barba a tutta la polizia d'Inghilterra (o di qualunque paese fantastico dove si svolge la fanfiction)?

Anche questo è un "perché sì". O meglio, perché Harry ha voglia di sfogare il suo desiderio di violenza.

Tale atteggiamento ha esposto numerose ragazze a pericoli, e Bo sarebbe morta se non fosse stato per le ragioni di trama. Aggiungiamo che l'unico motivo per cui Harry se la cava sempre è che i suoi avversari lo affrontano sempre uno alla volta e rigorosamente disarmati. Ricordate che anche il campione europeo di lotta libera è morto in una rissa proprio perché accoltellato da dietro.

Affrontiamo seriamente l'argomento dell'autotutela: ci sono casi in cui dovrebbe essere permessa?

Dal nostro personale punto di vista in breve si ritornerebbe ai tempi del Far West, e anziché risolvere i problemi, salvo qualche raro caso, si finirebbe per incentivarli (la stessa storia di "Dark" porta a questa conclusione, nonostante celebri il comportamento violento di Harry). Però ci sono situazioni in cui questo male può essere il male minore.

Mi ricordo di quando, alle superiori, almeno una volta a settimana, per mesi e mesi, ho sentito di un nuovo caso di stalker che uccideva e/o sfregiava la sua vittima o un caro di lei che si era messo in mezzo.

Decine (non è un'iperbole) di denunce senza risultato, minacce verbali e scritte che non sono ritenute prove valide, atti vandalici e intimidatori in seguito ai quali la polizia diceva solo al diretto interessato di lasciar stare la vittima, e questi, dopo il richiamo, ritornava a far del male, venendo richiamato ancora. Ma un richiamo verbale, poi basta. Si andava avanti così fino alla tragedia, poi lo schema si ripeteva.

In un caso, invece, i familiari della vittima presero delle spranghe, salirono su un camion, cercarono lo stalker, lo trovarono da solo, lo assalirono in branco e lo ammazzarono di botte.

Non so poi come continuò il caso, di cui si parlò pochissimo, ma è davvero da condannare il gesto disperato di una famiglia vittima di un persecutore e abbandonata da chi doveva proteggerla?

Perché le istituzioni dovrebbero servire a questo: la vittima che si rivolge all'autorità non è necessariamente debole, sta cercando un aiuto onde evitare di dover risolvere i problemi in modo illegale.

Una volta un mio conoscente dichiarò che lui non era uno che "andava a piangere dalla mamma". Se aveva problemi coi bulli, li affrontava. In base a quanto detto, non aveva mai vinto né pareggiato, se veniva pestato a scuola qualcuno guardava ma nessuno interveniva, e a casa nessuno gli chiedeva come si fosse fatto i lividi in faccia, perché aveva le labbra spaccate e non riuscisse a stare in piedi.

A parte che ho seri dubbi in proposito (tale ragazzo a volte pareva un automa che recitava a pappagallo le frasi di un narcisista), questo non è essere dei duri, è essere stupidi!

Potrà capitare comunque che l'autorità non faccia nulla per aiutare, o addirittura che remi contro la vittima, vittima consapevole che, se chi la vuole morta dovesse attaccare per primo, avrà la peggio. Qui monta la paura, la consapevolezza di avere a che fare con uno o più soggetti violenti che a loro volta sono convinti che non subiranno conseguenze, o che, se le subiranno, saranno irrisorie.

Quindi, nell'ottica della vittima, esistono solo quattro opzioni: attendere la morte, darsela da sé (come ultimo atto di libertà), scappare via (magari cambiando identità e isolandosi dal mondo, condannandosi a una vita indegna) oppure contrattaccare. E se contrattaccherà, forse i complici del carneficine torneranno in forze, oppure finirà in prigione per aver difeso la sua vita.

Ricordate che, quando ho subito un pestaggio, mi hanno detto che il fatto che avessi un pugno a un bullo e ne avessi morso un altro NON costituiva legittima difesa. Ragion per cui (ufficialmente) non punirono i miei assalitori.

Ora immaginatevi di venir picchiati, poi immobilizzati e che qualcuno corra verso di voi per colpirvi, forse peggio. Gli tirate un calcio o date una testata a chi vi tiene fermi, poi cercate di scappare? Non vi state difendendo, state partecipando a una violenza e quindi siete ugualmente colpevoli. Questo è quello che mi è stato detto e probabilmente è stato detto a tante altre vittime.

Non auguriamo mai a nessuno di trovarsi in tali situazioni, non intendiamo incoraggiare questi comportamenti, solo spingere a riflettere.

E fatelo, per favore. E ricordate che, se le istituzioni intervenissero, le vittime non sarebbero messe in tali situazioni.

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