V Dicembre

Robert sentiva certe imprecazioni provenire dal bagno, di prima mattina. Quando sentì la più pesante di tutte decise di alzarsi per andare a controllare e vide Aurora che cercava disperatamente di comprendere l'uso del mascara. Era una donna che odiava truccarsi, ritenendolo poco utile poiché ogni donna è bella per quello che ha dentro non quello che mostra fuori. È soltanto un ritratto.
-Che ci fai qua?!
Chiese scorbutica come suo solito quando era nervosa.
-Ho trovato una madonna sotto il letto, così volevo sentire quanti altri santi mi sarei ritrovato in casa.
-Aspetta che rido.
Ribatté acida facendo roteare gli occhi a Robert che si avvicinò prendendole il mascara dalle mani.
-Questo devi metterlo con più delicatezza amore altrimenti rischi di farti male all'occhio.
Toccandole una guancia per tenerle il volto fermo poté sentire i brividi che stava provando, brividi di paura per i suoi occhi. Vedendolo alzare l'apposito tubicino fece un passo indietro fino a scontrarsi contro il muro. Downey alzò una mano delicato.
-Voglio solo aiutarti, non sfiorerò nemmeno i tuoi bellissimi occhi, fidati.
Detestava vederla come se si sentisse in trappola, la sua mente perfida lo rimandava indietro a quei brutti tempi dove la causa del terrore era proprio lui, bloccandosi e rimettendo il trucco al suo posto. Gli faceva troppo male vederla così, nonostante la loro sorprendente felicità.
-Sai che ti dico? Non me ne frega un cazzo se sei truccata o meno: rimani bellissima anche ricoperta di fango.
Con uno slancio l'abbracciò stringendola forte, la fronte affondata nella sua spalla, accarezzandole i capelli. Baciò le sue palpebre chiuse, con quello sguardo uguale identico dal loro primo incontro. La baciò posando una mano alla base della schiena, pressandola contro il suo corpo, ma Aurora lo spinse via rifiutando il bacio.
-Sono in ritardo Rob, ti prego.
Sospirò ovviamente non volendo forzarla a fare una cosa che non voleva, lasciandola andare chissà dove.
Gli aveva detto che era una sorpresa, motivo in più per restare in casa a giocare con Joey Moon. Ritornò a casa dopo due ore e mezza, trovandosi un Robert con le orecchie e le corna di renna in testa e la figlia con un simpatico e tenero cappellino da elfo. Morendo dalla tenerezza si tolse il cappuccio, rivelando la sorpresa che fece spalancare gli occhi al marito ricordandogli i vecchi tempi.
-Ti...ti sei rifatta i capelli rosa! Dio sei addirittura più bella di quando li portavi prima!
Corse e la prese in braccio, tempestandola di baci ovunque e affondando le mani nei capelli inspirando il buon odore dello shampoo appena usato. Restò dietro di lei con il mento perennemente sulla nuca, restando un po' in punta di piedi per arrivarci dato che era poco più bassa di lui. Di tanto in tanto, mentre guardavano un film, Robert le arruffava i capelli affondandoci letteralmente la faccia dentro, sorridendo per così tanto tempo da fargli male alle guance. Joey Moon guardava stranita il padre seduto dietro alla madre con le gambe che la circondavano e il volto nascosto nella sua cute. Aurora pazientò lasciandosi fare di tutto, addirittura strusciava la guancia su di essi.
Amava lei con quei capelli, e aveva ragione.
-Posso toccarli tutta la notte vero?
Anche se avesse detto di no l'avrebbe fatto comunque quindi annuì divertita da tutta questa sua eccitazione.
La situazione degenerò quando invitò pure la bambina a tastare le sue ciocche, così adesso aveva ben quattro mani che le facevano di tutto sulla testa: trecce,  dita come spazzole, continuo annusare il profumo dello shampoo eccetera.
-Se continuate così l'albero lo facciamo oggi stesso eh!
Subito Rob si fermò.
-No dobbiamo farlo venerdì.
-Allora i miei capelli ora vogliono stare un po' da soli.
Acconsentirono con riluttanza, tornando a giocare a qualsiasi cosa, anche la più sciocca.
Downey indossava sempre quelle corna da renna che lo rendevano semplicemente adorabile, saltellando per la casa a quattro zampe con una corda del accappatoio tra i denti che trainava Joey Moon seduta su di una scatola. Aurora attaccò una coda da coniglio sul suo sedere che sculacciava o palpava ogni volta che passava vicino a lei seduta sul divano. Era divinamente sodo e perfetto, sopratutto quando restava nudo assumendo una posizione da statua greca mettendo in evidenza quelle belle chiappette rotonde come quelle di un bimbo. Sapeva che quella sua parte faceva impazzire ogni donna. Quando giunse l'ora di dormire, la moglie si prese tutto il tempo del mondo per tartassare di baci e morsi quel fondoschiena divino, venendo poi ovviamente ricambiata.
-Possibile che dobbiamo cambiare lenzuola ogni giorno?
Chiese lui mentre entrava dentro la sua eterna sposa.
-Mi preoccuperei se non lo facessimo.
Rispose mordendosi un labbro, prendendo dal comodino il suo cerchietto con le corna da renna, facendo l'amore in quel modo più...tenero.



*quanta pucciositá. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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