III Dicembre
Lo studio artistico pullulava di artisti che pitturavano intere pareti a tema natalizio, ma quelli che si davano più da fare era una compagnia di adulti che si lanciavano interi secchi di vernice da una parte all'altra della stanza per pitturare più veloce di tutti. C'era un premio in effetti per chi finiva per prima di decorare a tema natalizio il loro reparto: giorni in più di ferie e anche una cosa che non era stata ancora rivelata. Vicky, la pecora nera del gruppo, si lamentava dicendo che sarebbe stato qualcosa di imbarazzante, mentre i coniugi Dorothy e Marshall dicevano il contrario. Il loro capo e supervisore, Jacob, cercava di tenere a distanza i curiosi dell'ufficio ceramica e design che volevano scopiazzare come loro solito. I suoi capelli blu elettrico correvano da una parte all'altra. Jon e Amanda stavano litigando per un pennello, mentre Aurora tutta bardata per non sporcarsi di vernice come gli altri, impazziva a muovere il polso per pitturare la faccia enorme di Babbo Natale che salutava seduto sulla slitta.
-Amy lanciami il rosso!
Gridò senza staccare gli occhi dalla sua opera, girandosi solo per vedere il secchio coperto volare nella sua direzione, così corse a prenderlo lanciandosi per terra prima che si aprisse sul pavimento e creasse un casino nonostante la plastica che avevano messo per proteggere la mobilia. Si era lanciata innumerevoli volte come ad una partita di pallavolo, ma così funzionava da loro. Una volta si era perfino girata vedendo Marshall usato come ariete per aprire una porta difettosa, ma era sicura di aver visto male. Jacob, vedendoli tutti nervosi che si urlavano facilmente contro, così accese la radio per far partire canzoni natalizie, catturando subito la loro attenzione. La Rosa iniziò a cantare trascinandosi dietro tutti gli altri, rendendo quella pittura più piacevole e scorrevole. Da come si muovevano parevano recitare un musical, cantando anche un po' a cappella God Rest Ye Merry Gentlemen, la canzone che amavano da morire. La musica si unì all'arte e alla fine avevano le pareti che rappresentavano il viaggio di Babbo Natale sulla slitta verso New York, in una notte stellata e nevosa. Aurora prese una bomboletta spray, si coprì la bocca e il naso con un bavaglio, e spruzzò sullo stampo di plastica attaccato alla porta, spruzzò e quando tolse lo stampo sul legno rimase impresso un bellissimo pacco natalizio.
-Jacob annuncia pure che abbiamo finito.
Disse Dorothy al capo che annuì correndo fuori dall'ufficio urlandolo a tutti gli altri che scoppiarono in un lamento di disapprovazione per aver perso. Avevano vinto le ferie in più, valeva un cinque di gruppo, ma non sapevano che dovevano cantare di fronte a tutti come premio di consolazione per i perdenti. Sbuffando e dando ragione alla petulante Vicky, arrivarono in mezzo allo studio dove tutti i lavoratori ridacchiavano sporchi di vernice. O cantavano o niente ferie.
Decisero di cantare quella che sapevano meglio a cappella, riuscendoci anche piuttosto bene nonostante Jon andasse un po' fuori tempo. L'imbarazzo venne sciolto solo verso la fine del testo, dove batterono piedi e mani all'unisono creando un coro molto ottocentesco che apprezzarono gli altri. La giornata lavorativa finì per loro fortuna prima di diventare gli zimbelli dello studio salvati in angolo dalla loro bellissima opera d'arte che avrebbe attirato un sacco di clienti. Aurora stava quasi per essere infilzata da una lancia antica di cui si stavano occupando i restauratori, ma per fortuna aveva i riflessi svegli e la prese al volo spostandosi di lato. Era lo studio artistico più pazzo della città, ma piaceva così.
Appena uscì dal lavoro vide la Porsche di Robert aspettarla fuori, sorrise non aspettandoselo, e salì vedendolo pronto a partire che la salutò con un bacio sulla fronte.
Un gemito la fece girare, vedendo Joey Moon che sul seggiolino attaccato al sedile la salutava con la manina. Per tutto il viaggio madre e figlia rimasero mano nella mano, mentre il padre le portava chissà dove.
L'artista si divertì a scarabocchiare sul taccuino che Robert le aveva regalato, disegnando un perfetto ritratto di suo marito alla guida.
-Che cosa avete fatto in mia assenza?
Suo marito sorrise e lanciò uno sguardo complice alla figlia che annuì.
-Ποιο είναι το όνομά σου, πριγκίπισσα;
Chiese rivolto alla bimba, che per l'immensa sorpresa della madre rispose immediatamente.
-Το όνομά μου είναι ο Joey Moon.
Sbalordita li fissò.
-Cosa avete detto?
-Le ho chiesto come si chiama. Ci ho messo ore per farle imparare la pronuncia.
-Stai insegnando a mia figlia il greco?
Fece spallucce.
-A lei piace da morire, vero principessa?
Joey Moon sorrise scoprendo i dentini appena nati, annuendo felice.
-Mi sento ignorante adesso.
Commentò ridacchiando ma venne tirata su di morale da un bacio di Rob che la tirò verso di lui con un braccio sulle spalle.
-Scendiamo donne!
Disse quando fermò l'auto, prendendo dal bagagliaio un passeggino di quelli che si restringono, prendendo in braccio la piccolina che si fece mettere sopra a patto che avesse in mano quel peluche a forma di mucca che un tempo apparteneva alla madre. Erano a Central Park per fare una passeggiata invernale, come una famigliola felice, e lo erano.
*se ho sbagliato qualcosa, prendetevela con google traduttore. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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