8. Lotta di potere
Non sono riuscita a chiudere occhio dopo la discussione con Mykhailo, e non so nemmeno perché. L'unica cosa che mi rimbomba in mente è che forse ho esagerato, soprattutto prendendomela con lui per gli sguardi che la sua amica mi ha lanciato. Lo so, tra noi non scorre buon sangue e non facciamo altro che discutere e battibeccare, ma questo non significa che abbia sempre torto lui.
Ieri notte ho provato a convincermi che avessi fatto bene a dire ciò che ho detto, però il mio subconscio non l'ho potuto raggirare, ed ora eccomi qua a pulire gli uffici di questa azienda di prima mattina con una stanchezza assurda e mille pensieri dopo una nottata di merda.
"Non ci posso credere." poso lo straccio sul carrellino, sentendo una voce femminile, e girandomi i miei occhi si posano sulla ragazza che ieri stava con il biondo in palestra. Se Dio esiste si sta divertendo alla grande con me ultimamente. "Non sapevo pulissi anche qua, sei a tutti gli effetti una donna delle pulizie."
Ingoio il boccone, nonostante vorrei risponderle male per il suo tono divertito e la sua espressione altrettanto divertita, e spingo il carrello per uscire dalla stanza, ma lei si mette davanti alla porta, bloccandomi.
"Senti, non so nemmeno chi tu sia, che cosa vuoi? Dovrei finire di pulire." al diavolo, non mi è mai capitato di vederla qua, anche perché raramente capita che chi lavora nell'azienda arrivi mentre io sto ancora pulendo.
"Con calma, Cenerentola. Volevo solo dirti che ieri ho trovato tutto il bagno sporco, non penso che mio padre sarebbe molto contento se sapesse che la sua donna delle pulizie non svolge al meglio il lavoro per cui è pagata." sorride maliziosamente, come chi sa di avere tutto il potere, e io mi sento avvampare sempre di più dalla rabbia. È la figlia del capo dell'azienda e quindi ora pensa di potermi ricattare a caso per cose non accadute? Sono sempre attenta in ciò che faccio, anche perché tutti i lavori che svolgo mi sono indispensabili.
"Cosa vuoi da me?" glielo chiedo ancora, ignorando tutto il resto. Evidentemente non mi ero sbagliata a giudicarla, è proprio come appare. Una stronza ricca e viziata che pensa di avere il mondo in mano.
"Voglio che tu stia lontana da Mykhailo. Io e lui ci siamo conosciuti un po' di mesi fa, appena è arrivato a Londra, e non mi va che abbia a che fare con una sciacquetta qualunque. Non so perché ieri ti abbia inseguita, ma so per certo che non dovrà accadere mai più, siamo intesi?" sorride in modo mellifluo e afferra una ciocca di capelli che fuoriesce dalla mia coda, attorcigliandosela intorno al dito. "Allora, Cenerentola? Intesi?"
Mi libero dal suo tocco con un colpo secco e indietreggio di qualche passo, scuotendo il capo con sconcerto. Non riesco a credere ai miei occhi, mi sta ricattando. "Non mi faccio intimidire dalle tue minacce. E piantala di chiamarmi in quel modo, perché sono una donna che lavora, non sono una schiava."
"E tu questo lo chiami lavoro? A me sembra che tu sia una fallita che deve pulire i bagni per potersi permettere da mangiare." ride in modo cattivo e si sistema poi le pieghe dell'elegante tailleur rosa che le donano un aspetto ancora più bello e perfetto di quello che aveva ieri in palestra. Peccato che dentro sia marcia. "Quindi? Hai capito? Mykhailo non è cosa per te, quelli così non sono davvero mai interessati a quelle come te."
"Non sai niente di me, ed evidentemente non sai niente nemmeno del tuo amico." non continuo la frase, alludendo a chissà cosa, e per la prima volta vedo il suo viso contrarsi e cambiare espressione. L'ho infastidita, bene.
"Davvero? Tu davvero ti stai illudendo che potrebbe essere interessato a te? Mi dispiace, Cenerentola, non siamo in una favola, il principe azzurro non nota le donne delle pulizie." ride sguaiatamente e mi squadra dalla testa ai piedi con fare divertito.
"E come mai, allora, ne sei così gelosa? Ti senti minacciata da me per caso? Altrimenti non riesco a spiegarmi come mai questa tua insistenza affinché io non abbia a che fare con Misha." uso volutamente questo soprannome, per farle credere chissà cosa e farla innervosire ancora di più. Spalanca la bocca per qualche secondo e mi guarda come se fossi un insetto fastidioso da schiacciare a tutti i costi, e io sorrido inevitabilmente. "Opps, mi sa che sei tu quella che si sta illudendo di poter avere qualcosa con Mykhailo." a me non interessa niente di discutere per lui, non me ne importa assolutamente nulla di fare guerre per dimostrare che non gli sono indifferente, ma non mi faccio trattare in questo modo da questa stronza. Io rispetto tutti quelli che mi rispettano, perciò è meglio mettere la principessina al suo posto.
"Chi ti credi di essere per parlarmi in questo modo? Sei solo una misera donna delle pulizie che resterà tale per sempre." mi guarda con disprezzo e sorride nuovamente con malignità, e mi basta poco per capire cosa sta per fare. Lo capisco ancora prima che apra la bocca. "Sei licenziata, Cenerentola. Non dovrai più mettere piede qua."
"Che cavolo fai? Io ho bisogno di questo lavoro, e non ho mai fatto nulla di male per essere licenziata. Lavoro duramente ogni giorno." digrigno i denti e cerco di trattenere le lacrime che vorrebbero scendere per colpa del nervoso.
"Vedi, questa è una lezione che devi imparare. La differenza tra me e te. Io posso decidere per la tua vita, mentre tu non puoi fare nulla. Mi hai sfidata, e ora sei licenziata."
"Non puoi farlo. È una vendetta la tua, io ho bisogno di questo lavoro." lo ripeto ancora, avvicinandomi più a lei, mentre lei indietreggia come se avessi la lebbra e potessi contagiarla. "Non farlo."
"Mi dispiace, ma vedere i bagni sporchi mi ha fatto prendere questa decisione. E se devo essere sincera mi è capitato molte volte di trovare il mio ufficio tutto sporco." sorride come chi sa di aver vinto la battaglia, e si sposta dalla soglia della porta, indicando l'uscita. "E ora puoi andartene. Qua hai finito. Tranquilla, la giornata di oggi ti verrà pagata come intera."
"Parlerò con tuo padre." stringo i pugni, sentendomi incapace "Parlerò con lui e mi farò riassumere appena gli dirò tutta la verità."
Lei annuisce in modo beffardo e sorride ancora. "Sì certo, pensi davvero che mio padre crederà più a te che a me? Povera illusa. Sei licenziata, e non potrai fare nulla per cambiare le cose."
Respiro profondamente e cerco di calmarmi, ma non riesco assolutamente. Non riesco a credere che mi abbia licenziata solo per divertimento, non fregandosene minimamente del fatto che una persona abbia bisogno di lavorare per mantenersi. Che stronza, che persona di merda farebbe una cosa del genere?
Scuoto il capo con rabbia e poi do una spinta al carrello e lo faccio sbattere alla scrivania. "Sistema tu le cose delle pulizie, visto che mi hai licenziata non è compito mio togliere la scopa e quant'altro."
Lei mi lancia un'occhiata malefica e inizia a mugugnare qualcosa sul fatto che io sia rozza e maleducata, ma sono già uscita dalla stanza e mi sto allontanando velocemente perciò non capisco bene ciò che dice.
Dopo aver afferrato il mio zainetto dalla sala per il personale, scendo velocemente le scale di questo palazzo, volendo uscire da qui il prima possibile. Spero che l'aria fresca possa riuscire a calmarmi, ma non ottengo l'effetto desiderato.
Mi sento colma di rabbia, tanto che temo di esplodere a un momento all'altro. Solo ora permetto alle mie lacrime di bagnarmi il viso, ora che sono lontana da quella stronza e non può divertirsi anche per la mia reazione.
Mi porto i capelli all'indietro e istintivamente mando un messaggio ad Astrid per chiederle il favore di farmi avere l'indirizzo di casa di Mykhailo. Devo parlargli, deve capire cosa è successo, deve sapere cosa ha causato la sua amichetta e sapere che non avevo torto a giudicarla senza nemmeno conoscerla. Sapevo che razza di persona fosse da appena mi ha guardata con superiorità, anche se ha superato il limite ancora più di quanto potessi immaginare.
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