5. Contraddizioni

Quando finisco di pulire la palestra, e arrivo fuori dalla sala pesi, mi blocco vedendo il biondo attraverso la vetrata. Era da qualche giorno che non lo vedevo, e devo ammettere che stavo davvero in pace, la mia sanità mentale era migliorata un bel po', senza pensieri erotici o sogni altrettanto spinti e senza il suo modo di fare che mi fa innervosire. Ma tutte le cose belle finiscono e a quanto pare è così anche per i miei giorni di pace, ormai sono andati.

Sto a osservarlo per qualche attimo, lui che solleva il peso e fa gli squat, mettendo in evidenza i muscoli delle cosce. Mi mordo il labbro senza nemmeno accorgermi, pensando che sembra abbia più muscoli di chiunque. Ogni parte di lui sembra allenata e, purtroppo, mi perdo a pensare a come sarebbe in altre circostanze il suo corpo, a come si contrarrebbe e a come potrei accarezzare e stringere i suoi muscoli.

"Puoi entrare invece di stare lì a sbavare." alza leggermente la voce per farmi sentire chiaramente e io trasalisco, tornando sul pianeta Terra e abbandonando i miei maledetti pensieri. Poi sistema il peso al suo posto e si gira verso di me, tamponandosi il viso con un asciugamano bianco. "Sembri quasi una stalker, ti ho sentito arrivare e fermarti."

"Dio, non mi eri mancato per nulla." sbuffo e la sua espressione si fa seria di botto, e solo così mi rendo conto di ciò che ho detto a inizio frase. Ormai per me è diventato un intercalare, non lo faccio per male, non mi viene spontaneo pensare che a lui dia fastidio o che sia credente... eppure ora vedendo il tatuaggio sul suo collo con scritto 'Only Jesus' mi chiedo come abbia fatto l'altra volta a non pensare che fosse credente.

"Ti ho già detto che mi urta che tu faccia il nome di Dio invano." per quanto serio sia, non riesco a non pensare a quanto sia dannatamente sexy, forse è proprio l'espressione arrabbiata sul suo viso a renderlo ancora più attraente. "Ma pare che non te ne sbatta nulla."

"Dati una calmata, biondo. Non l'ho fatto di proposito, ma questo non ti dà il diritto di fare lo stronzo come l'altra volta. Riprenditi." quasi ringhio, sentendo ancora una volta la rabbia farsi forte in me. È incredibile quanto mi faccia essere contraddittoria, mi fa passare da un pensiero all'altro senza senso logico, mi fa passare da un'emozione all'altra senza senso logico. "Nemmeno a te sbatte nulla del mio lavoro, eppure. Sei tanto religioso ma predichi bene e razzoli male. Sei come uno di quei bigotti che prega e poi però non dà nemmeno un bicchiere d'acqua a chi ne ha bisogno?" Ora cerco di farlo innervosire di proposito, visto che io sono più nervosa che mai.

"Tu sei senza limiti. Certo che quella lingua biforcuta potresti adoperarla per altro invece che per rompere i coglioni in questo modo." mi fa l'occhiolino, ma stavolta non gli riesce di mostrarsi indifferente, è chiaro che sia teso e nervoso. L'ho fatto arrabbiare parecchio e devo dire che questo mi compiace. "Tanto inutile che neghi quanto mi vuoi, lo vedo dai tuoi occhi quanto desideri una bella scopata, e a giudicare dalla tua rabbia perenne direi che non accade da un bel po'."

Devo contare fino a un milione per non sferrargli un pugno in faccia dopo queste parole. Ma chi si crede di essere? "Preferisco farmi suora piuttosto. Direi che non sono affari tuoi chi frequento io e chi no, non mi ricordo nemmeno come diavolo ti chiami." mento, cercando di fargli capire quanto poco mi importi di lui, ma stavolta non ottengo lo stesso effetto di prima. Si mette a ridere, evidentemente prendendosi gioco di me, cosa che mi fa salire il sangue al cervello. Giuro che mi fa perdere la pazienza come nessuno mai prima d'ora. "Che diavolo hai da ridere? Il tuo ultimo neurone è andato in vacanza con i soldi di papi?"

Le sue dita si avvicinano al mio viso e mi afferrano una ciocca di capelli, accarezzandola piano, poi fa qualche passo in più verso di me. "Per te, se vuoi, posso essere Misha, e sappi che non permetto a nessuno che non sia mio amico di chiamarmi così, ma tu puoi avere questo privilegio." si avvicina ancora di più a me e io resto impalata come una deficiente, sentendo il suo profumo forte solleticarmi il naso e facendo aumentare la voglia che purtroppo ho di lui. Alzo appena la testa e vedo da più vicino i suoi occhi verdi, sono spettacolari e non posso fare a meno di chiedermi come faccia un ragazzo a essere così bello e così stronzo allo stesso tempo. Anche l'accenno di barbetta che ha sotto il mento, che solitamente trovo orrenda su chiunque altro, lo rende ancora più sexy.

Non ribatto, non stavolta, non trovando nulla di acido da dire visto che gli ormoni stanno vincendo sulla ragione e annebbiano la mia mente. Lo sto solamente ad osservare, lo fisso attentamente, cercando di non perdermi nemmeno un dettaglio di lui e di ciò che fa. Il suo sguardo si fa serissimo, come se non avesse più nessuna intenzione di scherzare o deridermi, poi la sua bocca si avvicina al mio orecchio, il suo respiro mi solletica la pelle e mi fa venire i brividi, e la cosa peggiora quando le sue labbra si posano definitivamente sopra il mio lobo. Mi bacia appena e poi me lo tira con i denti, facendomi scappare un gemito di approvazione. Purtroppo ha appena centrato uno dei miei punti più sensibili. Lo sento sorridere contro la mia pelle e sono consapevole che dovrei allontanarlo, ma non riesco, è tutto così piacevole. Posa le sue mani sui miei fianchi e mi attira maggiormente a sé, lasciandomi alcuni baci sul collo e leccando appena la mia pelle. Mi mordo il labbro inferiore per trattenere un gemito e mi maledico quando cerco il suo sguardo e lo trovo. Leggo e vedo la lussuria più pura brillare nei suoi occhi e, senza trattenermi e senza pensarci nemmeno su più di tanto, anniento la distanza tra le nostre labbra.

Infilo le mani in mezzo ai suoi capelli biondi, sudati e spettinati dall'allenamento che stava svolgendo, e lo bacio. Lo bacio come se ne avessi maledettamente bisogno, e sento esplodere uno spettacolo pirotecnico nello stomaco quando ricambia in modo altrettanto impetuoso. Chiede subito l'accesso, picchiettando sui miei denti, e io non glielo nego di certo. Le nostre lingue si incontrano e scontrano, rincorrendosi come se avessero bisogno di aversi e lo volessero da troppo tempo.

Le sue mani trafficano sotto la maglia che indosso per lavorare qua e accarezzano la pelle della mia pancia e della mia schiena, sento tantissime piccole scosse elettriche colpirmi. Non pensavo fosse possibile provare così tante emozioni grazie a un ragazzo, con i miei due ex non ho mai sentito niente di neanche lontanamente simile. Non posso nemmeno paragonare le cose. Se continuasse, se volesse andare oltre, non lo fermerei, non ci penso minimamente. Il sogno che ho fatto è troppo vivido nella mia mente e io ho bisogno di renderlo realtà.

"Non sembra che tu voglia farti suora e non sembra nemmeno che non me la daresti nemmeno se ne avessi due." la sua frase compiaciuta mi fa tornare alla realtà, facendomi provare un imbarazzo mai provato prima. Il suo era solo un modo di voler dimostrare chissà cosa? Voleva solo dimostrare di potermi avere? Che schifo. Istintivamente gli do una spinta che lo fa allontanare da me, cosa che mi fa capire che non si aspettava una mia reazione.

"Fai davvero schifo." parlo in modo affannato a causa di ciò che stava accadendo e a causa della rabbia. "Giuro che fa vomitare come ti comporti."

Ride e si sistema i capelli all'indietro, guardandomi con un sorrisetto furbo sul viso. "Ah sì? Beh pareva che non ti facessi poi così schifo poco fa. Oh principessa, posso averti quando e come voglio, avevo ragione io. Perché non lo ammetti e basta?" quanto può essere stronzo per preferire che io gli dia ragione al fare sesso con me senza alimentare il suo stupido ego e il suo altrettanto stupido orgoglio?

"Vai a fare in culo, Misha." uso apposta il suo nomignolo, pronunciandolo con ribrezzo "Questa è stata l'unica occasione che hai avuto, e l'hai sprecata, per questo ti dico che non mi avrai mai." gli sorrido in modo falso, dandogli un'ulteriore spinta, che però stavolta non lo sposta, stavolta non l'ho colto impreparato. "E ora finisci pure il tuo stupido allenamento, aspetterò per strada che te ne vai per poter svolgere il mio lavoro."

"Addirittura scappi? Pensi che restandomi accanto perderesti il controllo? Comunque come vuoi principessa, ma se vuoi continuare da dove ti ho interrotto, sappi che sono qua per te." si indica come se fosse la sorpresa migliore che qualcuno possa avere "Vedremo se sarà questa l'ultima volta che cedi alla tentazione."

Un'espressione schifata si fa spazio nel mio volto e, senza nemmeno rispondergli perché so che lo insulterei e basta, mi volto di spalle e mi allontano dalla sala pesi e da lui, con la mente confusa e provando una forte vergogna. Non è proprio possibile che io abbia ceduto in questa maniera, non è possibile che mi sia messa così in ridicolo davanti a uno stronzetto figlio di papà.

Sono sempre stata lontana da persone del genere e ora, invece, oltre che esserne attratta, gli permetto anche di giocare con me. Ma questo errore non lo commetterò mai più, per quanto io muoia per lui, per quanto desideri il suo tocco su di me, non avrà mai più la soddisfazione nemmeno di potermi parlare.

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