27. Un favore

Mykhailo

Non so da quanto tempo stia fissando il vuoto quando il mio migliore amico si posiziona davanti a me e schiocca le dita davanti alla mia faccia per attirare la mia attenzione.
Quando alzo lo sguardo vedo che è parecchio incazzato, più di quando qualche ora fa sono andato da Brenda. Pare mi abbia lasciato giusto il tempo per riprendermi dalla sbornia prima di parlarmi, ma oggi non mi ha permesso di andare a dormire per rimandare la ramanzina al giorno dopo.

"Mi sto per arrendere con te. Non so più cosa fare per aiutarti. Non ascolti, non ti interessa nemmeno quello che dico, mi chiedo se presti perlomeno attenzione quando parlo." annuisco solamente alle sue parole, continuando a stare zitto "Non ti rendi conto di quello che hai fatto? Metterti alla guida ubriaco, bruciare uno stop, fare un incidente? Poteva finire malissimo."

"Me l'hai già detto questo... ti prego basta."

Trasalisce all'istante e per un attimo penso mi voglia dare uno schiaffo per farmi rinsavire, ma si limita a puntarmi un dito contro. "Basta? Basta?" mi fa eco, con un tono sempre più alto "Non hai ancora visto niente. Ho evitato di fare scenate per non far stare peggio Brenda, ma a quanto pare tu te ne freghi anche di lei. Perché stai diventando così egoista? Non ti riconosco più."

Mi alzo di scatto sentendo le sue parole, ora nervoso anche io. Come si permette di dirmi una cosa del genere? A me non interessa di Brenda? Io sono egoista? "Sono in questa situazione proprio perché ci tengo a lei. Come osi anche solo rivolgerti così a me?"

"Ho finito di giustificarti, Mykhailo. Mi sono stancato di dover riparare ai tuoi casini. Ti ho sempre aiutato volentieri nella vita, ma on voglio farlo nel momento in cui ti fai del male da solo, ti metti nei guai da solo." mi dà una spinta nervosamente e io sento la rabbia diventare ancora più forte ed insinuarsi in ogni parte di me "Il mondo non può girare sempre e solo intorno a te. Ti sei reso conto che cerco sempre di tenerti d'occhio? Quante volte mollo Astrid per correre da te che hai fatto una delle tue cazzate?"

"Non devi, puoi stare pure con la tua ragazza. Nessuno ti ha mai chiesto un cazzo." gli rendo la spinta e lui mi guarda con ancora più nervoso, fulminandomi "Mi sono stancato di sentirti rinfacciarmi il fatto che mi aiuti. Arrangiati tu, arrangiatevi tutti quanti. Non capite niente, non vi sforzate di mettervi nei miei panni." so che non è vero, so che lui negli ultimi mesi c'è sempre stato, ma sono fuori di me. Non ragiono, da quando prima l'ho vista al negozio e mi ha trattato così freddamente, sono uscito di testa.

"Wow, bel ringraziamento per tutto ciò che ho fatto per te. Povero ragazzino incompreso... nessuno si mette nei tuoi panni? Ma quali panni? Quelli di uno che fa il coglione facendo piangere la ragazza che dice di amare e rischiando la vita in un incidente stradale perché guida da ubriaco? Non hai ragione, mettitelo in testa." mi urla contro, come non aveva mai fatto in tutti questi anni di amicizia. Naturalmente ci è capitato spesso di discutere, come accade pure tra fratelli, ma non eravamo mai arrivati a tanto. La rabbia non aveva mai fatto da padrona nei nostri litigi. "Io ho chiuso con tutto questo. Vuoi distruggerti? Fallo. Vuoi rischiare di perdere ciò che hai guadagnato? Fallo. Vuoi rovinare tutti i rapporti che hai costruito? Fai anche questo. Non me ne frega più niente. Arrangiati."

Alzo le mani in aria in segno di resa e annuisco. "Mi arrangerò, non ho bisogno né di te né di nessun altro." stringo i pugni dal nervoso, facendo sbiancare le nocche e cercando di non sferrare un colpo verso il muro "Non ho bisogno di nessuno. So vivere da solo, so prendermi cura di me stesso."

"Si vede guardando la tua Audi. Si vede anche guardando come sono messe le cose tra te e Brenda, sì tu sai proprio cosa sia buono per te." mi deride con tono sprezzante e tagliente, scuotendo la testa amareggiato "Non sei questo. Il mio migliore amico non è questo. Quello che ho davanti non lo riconosco, per nulla, e non ci voglio avere niente a che fare con una persona così." Lo osservo mentre, dopo essersi allontanato da me, recupera la sua giacca e il cellulare, mettendoselo in tasca, e mi guarda male. "Io me ne vado, spero che avrai un aiuto da Dio, spero che illumini nuovamente il tuo cammino e ti faccia capire i tuoi errori. Io non posso fare più niente per te."

Mi guarda intensamente per qualche secondo, come se sperasse che improvvisamente io dicessi qualcosa e sistemassi tutto, ma poi si gira di spalle e va via, sbattendo la porta d'ingresso.

Io mi metto le mani tra i capelli, tirandoli all'indietro in un gesto di frustrazione, poi sferro un pugno alla lampada nel mobile accanto a me, facendola cadere a terra. Si spacca in tanti piccoli pezzi, facendo un casino assurdo, e io cado in ginocchio, senza forze, come svuotato.

Mi piego sul pavimento, picchiando i pugni sulle mattonelle più e più volte, mentre mi rendo conto di essermi messo a piangere.
Non so più cosa fare, non so come uscire da questa situazione, sto allontanando tutti, sto rovinando tutto... sto perdendo me stesso.

Ed è con le lacrime agli occhi e con un'anima che non riconosco che chiedo aiuto a Dio, che gli chiedo di salvarmi da tutto questo, gli chiedo di salvarmi da me stesso.

*****

Brenda

"Melnik? Che ci fai qua?" sgrano gli occhi ritrovandomi davanti alla porta il fidanzato della mia migliore amica "Astrid è andata via un'oretta fa, io stavo uscendo per raggiungere Oliver al bar, dobbiamo fare merenda prima che io vada a lavoro."

Lui scuote la testa e vedendo la sua espressione capisco che non era qua per cercare Astrid. "Possiamo parlare, Brenda?"

"Dimmi" accetto, anche se dentro me so già che l'argomento tratterà principalmente la persona che sto cercando di tenere fuori dalla mia testa, soprattutto dopo ciò che è successo ieri.

"Sono stato con Mykhailo ieri notte... non lo vedo da allora. Diciamo che mi sono incazzato e l'ho mandato a fanculo, sperando che questo potesse servire per fargli capire che il suo comportamento è deleterio." sospira pesantemente facendomi capire che tutto questo lo preoccupa e non poco "Non vorrei essere qua, e mi sento una merda a farlo, ma credo non ci sia altro modo. Lui è ridotto così per te, da quando ti ha lasciato si è perso... dice che vuole proteggerti, che non vuole accada mai più una cosa come quella di Cornelia, ma non riesce ad accettare di averti persa."

"Melnik... è stata una sua scelta, io che c'entro?"

"Dovresti parlargli. So che non è facile per te, che ti sto chiedendo tanto, se non troppo, ma sono davvero preoccupato. Lui non ragiona più, sta rovinando le cose al Chelsea, non fa altro che mettersi in situazioni potenzialmente pericolose e ora anche il rapporto con me è a rischio. Lo conosco da quando eravamo solo dei bambini, non l'ho mai visto così. È sempre stato sensibile, particolare, ma mai così... è perso, Brenda. E mi fa male non riuscire ad aiutarlo."

Lo ascolto con il cuore in gola e un'ansia fastidiosa che si propaga in me. "Mi stai chiedendo di aiutarlo? Dopo che mi ha fatta a pezzi? Non credo sia il caso, non sono la persona giusta."

"Lo so, lo so... sto facendo una cosa che non dovrei fare, mi rendo conto della posizione in cui ti sto mettendo, ma tu sei l'unica che può aiutarlo, che può salvarlo. Sei l'unica che può dargli una scossa e farlo tornare in sé."

Gli occhi iniziano a pizzicarmi e faccio dei lunghi respiri prima di riniziare a parlare. "Non credo sia una cosa che devo fare. A seconda di quello che dirà, mi ferirà ancora e ancora, ed io non posso permetterlo. Devo proteggere me stessa."

"Non ti farebbe mai del male volutamente. Mykhailo ti ama da morire, non hai mai smesso nemmeno per un secondo di farlo. È ancora quello che cercava di tenerti al sicuro e ti spronava per arrivare ad avere una vita migliore." per qualche attimo sembra perso nei suoi pensieri, come combattuto se dirmi o no qualcosa, poi decide di sputare il rospo "Sia lui che Astrid mi ammazzeranno quando sapranno che te l'ho detto, ma devi saperlo, non è opera mia la tua iscrizione all'accademia. Quando vi siete lasciati, Mykhailo mi ha detto che aveva un solo desiderio, ossia che tu frequentassi quei corsi. Mi ha chiesto di fare in modo che ti iscrivessi e mi ha dato i soldi per il primo anno, chiedendomi di non dire niente. Sono stato al gioco, volendo aiutarlo, ma ora capisco che tu devi sapere la verità. Ti ha lasciato, ha fatto una scelta discutibile, sta sbagliando tutto... ma non ha smesso di amarti e prendersi cura di te nemmeno da lontano. Ora non ti sto chiedendo di perdonarlo, di cercare di riconquistarlo, né di essergli amica, ti chiedo solo di parlargli e cercare di farlo tornare in sé."

È opera sua... l'iscrizione, i soldi per il primo anno di studi... sono opera sua. Dovevo saperlo, dovevo immaginarlo. Gli premeva così tanto che sapevo bene che non si sarebbe arreso e avrebbe fatto di tutto per farmi realizzare il mio sogno... dentro me lo sapevo, ma ero così arrabbiata da pensare che non gli fregasse niente di me, perciò nella mia mente non poteva essere un suo regalo, mi sono rifiutata anche solo di prendere in considerazione questa idea.
Saperlo mi fa stringere il cuore, anche se non cancella il male che mi ha fatto.

"D'accordo... gli parlerò. Però non metterò da parte i miei sentimenti, gli parlerò e se esagererà me ne andrò via e non ne vorrò sapere più niente." gli detto le mie condizioni e lui annuisce, trovandosi d'accordo con me. "Andrò a casa sua dopo il lavoro, prima di andare a pulire il bar. Spero che vada tutto bene e che non mi ritrovi ancora a piangere, perché sono stufa di farlo e sono stufa del mio stesso dolore. Non mi sopporto più."

"Va bene, Brenda. Se dopo avrai bisogno, sai dove trovarmi. Per favore, aiutalo... rivoglio indietro il mio migliore amico. Mykhailo è un bravo ragazzo, si è solo perso."

Arriccio le labbra e dentro di me prego affinché vada tutto bene, non avendo più la forza di riprendermi dall'ennesima delusione causata da lui. "Ci proverò, ti farò sapere appena uscirò da casa sua, ok?"

Melnik, invece di rispondere, mi abbraccia inaspettatamente. Mi stringe forte, ringraziandomi più e più volte, ed è qui che mi rendo conto di quanto sia preoccupato e spaventato per quello che per lui è come un fratello, riesco a percepire le sue emozioni ancora più forti di come trapelavano dalle sue parole.
Sospiro pesantemente e ricambio l'abbraccio, consapevole che questo favore che gli sto facendo potrebbe spezzarmi il cuore ancora di più.

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