26. L'Audi distrutta
La serata sta procedendo bene, per fortuna stare con i miei amici mi ha fatto calmare tanto, e sto cercando di non pensare all'incontro avuto con il biondo al supermercato. Non ne ho parlato nemmeno con loro, ho voluto evitare l'argomento per non appesantire l'atmosfera con i miei problemi di cuore che ultimamente hanno già influenzato abbastanza le loro vite.
Non voglio essere sempre e solo un peso, non voglio essere sempre e solo una persona da proteggere. Voglio essere un po' leggera, ogni tanto voglio anche essere un'amica con cui divertirsi, staccare la spina, come un tempo.
Improvvisamente il campanello suona e tutti si girano straniti verso di me. "Aspettavi qualcuno?" Oliver mi interroga curioso, mentre io scuoto la testa. Le uniche persone con cui parlo a Londra sono qua, quindi direi di no.
Mi alzo dal divano, posando sul tavolino il mio calice di vino bianco e, stranita, consapevole di avere tutti gli occhi dei miei amici addosso, vado ad aprire.
I miei occhi si posano immediatamente su Mykhailo e per poco non mi viene un colpo. Non mi aspettavo proprio di vederlo a casa mia, e purtroppo la sua immagine qua dentro rievoca ricordi che vorrei non tornassero mai più a tormentarmi.
"Che cosa ci fai qua?" non mi sforzo nemmeno di sembrare carina o dolce, mentre lui fa un passo in avanti e già da questa distanza riesco a sentire l'odore che emana, è ubriaco fradicio.
"Non lo so... cercavo Melnik." guarda oltre le mie spalle e vedo il suo sguardo farsi più scuro, appena mi guarda capisco che è arrabbiato "Quindi frequenti un altro? Bene, sono felice per te."
Per qualche secondo anche io mi volto verso il mio appartamento, vedo gli sguardi preoccupati di tutti, in primis di Melnik che si è alzato in piedi ed è pronto a intervenire.
"Parli di Oli? Non sono affari tuoi chi frequento io, mi hai lasciata tu, e sono passati mesi ormai. Vattene."
"Non posso... ho distrutto l'Audi, ho bisogno di Melnik." avanza verso di me e posa una mano sul muro per mantenersi saldo e sporgersi verso dentro, sento il suo corpo emanare calore, è troppo vicino, credo mi verrà un colpo presto. Mi ricordo bene la sensazione dei nostri corpi a contatto, questa sua vicinanza mi rievoca ancora una volta immagini proibite. Il suo corpo sopra di me, le sue mani ovunque, i suoi baci e le sue carezze, i suoi sospiri... "Mel... mi serve aiuto, ho avuto un incidente." solo ora mi rendo conto che ha le mani ferite e qualche goccia di sangue sta cadendo sul pavimento, immediatamente mi si stringe il cuore. Che diavolo sta combinando?
"Mykhailo... stai sanguinando." glielo faccio notare e lui, dopo aver spostato lo sguardo da dentro casa al mio, si guarda le mani e annuisce con fare disattento. "Devi farti medicare."
Melnik ci raggiunge alla porta e mi sposto per farlo passare, così lui esce nel pianerottolo e il biondo lo segue, mentre io resto immobile a guardarli. Dovrei tornare dentro ed evitarmi questa scena, lo so, ne sono consapevole, ma resto incollata senza riuscire a fare un passo. Voglio capire cosa sta succedendo, è venuto fin qua perché ha avuto un incidente, ha guidato da ubriaco?
"Cosa cazzo significa che hai rotto l'Audi? Perché sei ferito?"
Mykhailo mi guarda per qualche attimo, ma poi ripresta attenzione all'amico che gli ha posto le domande. "Ho bruciato uno stop... il vetro del mio finestrino si è rotto, dev'essere per questo che sanguino. Non lo so, non mi ricordo bene le dinamiche."
"Perché sei ubriaco, ancora, porca puttana." Melnik gli urla contro, fuori di sé dalla rabbia. "Ti rendi conto di quanto è grave? Ti sei messo a guidare da ubriaco e hai causato un incidente, chi ti è venuto incontro? Stanno bene?" Annuisce solamente, con calma, come se quello che è successo non fosse grave. "Come hai risolto? Immagino non abbiano chiamato la polizia sennò non saresti qua!"
"Non hanno avuto molto danno, solo un po' nella fiancata, non stavamo correndo, perciò li ho pregati di non chiamare la polizia e ho dato loro soldi di tasca mia per aggiustare l'auto, senza coinvolgere le assicurazioni." fa spallucce minimizzando tutto, poi sospira "Sto bene, è tutto ok!"
Melnik quasi salta in aria, poi afferra il biondo per la giacca e lo fa indietreggiare fino al muro. "Tutto ok?" gli fa eco, urlando ancora più di prima "Potevi morire, ti rendi conto? Hai guidato in queste condizioni. Sei stato protetto dall'alto, ma che cazzo hai in testa? Ti vuoi ammazzare? Avevi detto ieri che avevi intenzione di riprendere in mano tutto, e oggi cosa ti è successo? Sei tornato a fare le stesse cazzate."
"Stai esagerando, non sono così ubriaco, sono in grado di guidare. So cosa ho detto, ma è stata una giornata difficile, avevo bisogno di staccare la spina."
Melnik lascia la presa su di lui e Mykhailo si sistema la giacca, guardando verso di me. Il suo sguardo è così intenso che devo per forza abbassare gli occhi, non riesco a sostenerlo. "Come facevi a sapere che ero qua?"
Il biondo guarda il suo migliore amico con espressione meravigliata, rendendosi conto che non sa che ci siamo incontrati al negozio. Non so perché, ma sul suo viso appare una smorfia triste, come se potesse permettersi di esserlo. Ha rovinato tutto lui. "Ho incontrato Brenda al negozio, me l'ha detto lei."
"Ora ti riporto a casa!"
"No!" Mykhailo si oppone scuotendo la testa, poi supera il suo amico e si posiziona davanti a me, guardandomi con fare deluso. "Non sanno che ci siamo visti? Valgo così poco per te? Mi incontri e lo dimentichi subito? Wow!"
"Mykhailo lasciala stare." il tono di Melnik è freddo e nervoso, ma il biondo non gli dà retta, finge di non sentirlo, continuando a restare davanti a me. Che coraggio ha di dirmi queste parole?
"Perché mi tratti come se fossi spazzatura? Perché mi odi? Perché sei incazzata con me?" sembra non capire perché sia furiosa e ferita, ma davvero? Come può non arrivarci? "Ti ho amato più della mia stessa vita. Al negozio mi hai guardato come se fossi la persona meno gradita sulla Terra."
"Mi chiedi perché... mi hai lasciata, con una lettera... ancora una volta non mi hai chiesto cosa volessi io, hai scelto per entrambi. E ora dovrei fingere che non ho passato dei mesi di merda per colpa del tuo abbandono?" rido nervosamente sentendo le lacrime salirmi agli occhi "Mi dispiace, ma non sono capace. Non so fingere di non essere furiosa con te, mi hai spezzato il cuore, ma non so nemmeno perché te lo dica, a te non è mai fregato davvero niente di me. E ora vai fuori di qua." faccio per rientrare dentro l'appartamento ma lui mi blocca tenendomi per il braccio.
"Aspetta... voglio che tu capisca che l'ho fatto per proteggerti. Non è vero che non mi è mai fregato niente." vedo i suoi occhi diventare lucidi e questo mi fa provare un dispiacere enorme anche se non dovrei. "Senza di te, una parte di me è morta... come pensi che mi sia sentito? Non è stato facile andare avanti, non lo è nemmeno ora. Sei sempre nella mia mente, ma sto cercando di non pensarti... di riprendere tutto in mano."
"Sei ubriaco, non sai quel che dici." è l'unica cosa che dico, prima di liberarmi dalla sua presa "Va a casa con Melnik, non abbiamo altro da dirci io e te. È finita mesi fa, sto solo rispettando la tua scelta."
Mi guarda con espressione ferita, mentre una lacrima gli sfugge al controllo e gli bagna il volto. Questo mi fa terribilmente male, così come la scena a cui sto assistendo, ma cosa posso farci? Non mi vuole così come non mi ha voluta mesi fa, tutto questo è deleterio, mi sta solo facendo ancora male inutilmente.
"Ti porto a casa, Mykhailo." Melnik interrompe il discorso tra noi, avvisando poi Astrid sul fatto che si sta spostando ma tornerà appena può, mentre lei lo rassicura e gli comunica che dormirà da me. La ringrazio mentalmente per questo, sa che ciò che ho appena vissuto mi ha ferito terribilmente e senza che io glielo chieda ha deciso di restare con me.
Torno dentro il mio appartamento, chiudendo la porta ed evitando di guardare ancora il biondo, poi mi siedo sul divano. Mi sento esausta, come svuotata... ora non avevo certamente bisogno di litigare ancora con lui, di rivangare il passato.
"Mi dispiace, Brenda..." Oliver si accomoda alla mia destra, e subito Astrid lo imita sedendosi alla mia sinistra. "Mi dispiace..."
Lo rassicuro sorridendo, nonostante abbia solo una gran voglia di mettermi a piangere e urlare. "Va tutto bene..." loro mi stringono entrambi, non credendo alle mie parole, e questo mi fa scoppiare in lacrime. "Perché fa così? Perché deve rendere tutto più difficile, sto solo cercando di andare avanti. Mi ha completamente distrutta, non voglio che torni nella mia vita e si mostri ferito."
"Credo che stia combattendo con se stesso... non se la sta passando bene, è palese." Oliver mi dice la sua, continuando ad accarezzarmi la schiena "Penso che una parte di sé non riesca ad accettare la sua decisione di starti lontano."
"Ma non sono affatto affari miei. Non posso preoccuparmi di questo... lui ha scelto, lui mi ha lasciata ed è sparito dalla mia vita. Mi ha abbandonato all'improvviso, senza nemmeno guardarmi in faccia, e cosa dovrei fare ora?" singhiozzo, guardando prima Astrid e poi Oliver "Non sono la sua psicologa, non posso analizzare tutti i suoi comportamenti e chiedermi il perché delle sue azioni. Sono ancora ferita, non sono in grado di fare nulla."
"Non devi infatti... non devi preoccuparti del perché agisca così." Astrid cerca di rassicurarmi, mentre io annuisco. "Mykhailo deve fare i conti con la sua scelta, non può pretendere che ogni persona sappia cosa gli passi nella mente, che tutti lo capiscano e compatiscano. È un uomo adulto."
È vero, ha ragione... ma allora perché mi sento così in colpa? Perché mi sembra di aver sbagliato ad averlo praticamente cacciato via da casa mia? Perché? Sento il cuore stretto in un filo spinato, sento come se il suo dolore si fosse mischiato al mio, diventando ancora più forte.
Non avevo idea che stesse così male, non avevo idea di niente... non mi sono fatta domande sulla sua vita, ho sempre cercato di tenerlo lontano dalla mia mente in questi mesi, perché anche solo immaginare le sue giornate senza di me, mi faceva a pezzi il cuore. Non volevo sapere se avesse incontrato un'altra, se mi avesse dimenticata... non volevo sapere niente di niente, volevo solo smettere di provare tutto quel dolore a causa della nostra rottura, e tenerlo lontano dai miei pensieri era l'unica soluzione per far sì che questo accadesse.
"Mi passerà... sto riuscendo a tornare come una volta. Mi serve solo tempo." lo dico cercando di convincere più me stessa che loro "Rivederlo mi ha scombussolata, ma prima o poi sarebbe dovuto succedere, perciò... già da domani andrà molto meglio."
"Ce la farai, noi siamo qua." Astrid mi dà un bacio sulla guancia dopo avermi espresso la sua vicinanza e Oliver le dà ragione, cercando di rassicurarmi.
Io chiudo gli occhi e cerco di ripetermi che passerà ancora, che questa sensazione che sento dentro per averlo rivisto sparirà, cerco di respirare profondamente e convincermi di questo... cerco di non annegare nei miei stessi pensieri, consapevole che so rimettermi in piedi ogni volta che cado, consapevole che riesco sempre a farcela.
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