21. Uno sconosciuto per amico

Mykhailo

"Non so perché mi sono lasciato convincere a venire a questa serata. Tu e Astrid vi divertite molto di più senza di me." sbuffo con fare infastidito mentre lancio uno sguardo al mio migliore amico e poi alla sua ragazza che è in fila in un negozio di caramelle, un po' lontana da noi e perciò non può sentirci.

"Perché mi devi spiegare che sta succedendo... il giorno prima mi chiami e non parli di altro se non di Brenda, sei cosi fastidiosamente innamorato, e il giorno dopo vengo a scoprire che l'hai lasciata... pensavo saresti tornato sui tuoi passi, ma sono passate quasi tre settimane e ancora sei in questa situazione, per non parlare del fatto che manco ti apri con me."

Il suo tono è preoccupato e confuso, e mi dispiace per questo, ma purtroppo non posso fare tanto per tranquillizzarlo se non quello che già sto facendo. "Sto bene, Melnik. Semplicemente stavamo correndo troppo e pensavo di provare qualcosa che in realtà non provavo."

"Ed è per questo che subito sei corso da quella serpe che mi hai detto più e più volte quanto fosse cattiva!? Non ci credo, Mykhailo. C'è qualcosa che non torna in tutta questa storia." mi analizza attentamente, quasi come se dovesse scoprire chissà quale segreto, poi sbuffa. "Dai dimmelo, voglio aiutarti. Ci conosciamo una vita, abbiamo condiviso di tutto, cosa c'è di tanto grave da non permetterti di parlarmene?"

"Per favore... non posso parlarne." quasi queste parole mi escono da sole dalla bocca,  sussulta sentendo le mie parole e io vorrei prendermi a schiaffi. Che diavolo faccio?

I suoi occhi si fanno più seri che mai e mi prende per le spalle, obbligandomi a un contatto visivo. "Cosa cazzo sta succedendo? O me lo dici o me lo dici. Non accetto che mi tenga ancora all'oscuro."

Mi guardo indietro, per accertarmi che Astrid sia ancora in fila e non possa sentire, poi mi rigiro verso il mio amico. Butto fuori l'aria, scuotendo la testa arreso. Ormai ho parlato troppo, non posso ritrarre... "È successo un casino e non so come uscirne, probabilmente perché non c'è un modo per farlo." Il mio migliore amico mi guardo in silenzio, posandomi una mano nella spalla per darmi coraggio e così continuo. "Mentre rientravo a casa, qualche settimana fa, mi sono trovato Cornelia davanti alla porta. Subito ho cercato di cacciarla, le ho detto che non volevo avere niente a che fare con lei dopo il suo comportamento con Brenda, ma lei era divertita e continuava a dirmi che aveva da dirmi qualcosa che mi sarebbe interessato." sento la rabbia avvampare in me anche solo a ripercorrere quella scena.

"Sapevo c'entrava quella stronza! Che diavolo ha fatto?"

"Non so se sai che è la figlioccia del proprietario della palestra in cui mi alleno, ma questo le ha concesso l'arma per ricattarmi." abbasso lo sguardo per qualche secondo e poi riprendo a osservare il mio migliore amico "È capitato che io e Brenda facessimo sesso in palestra... e non avevo idea ci fossero telecamere in ogni angolo, ma a quanto pare invece Cornelia ne era al corrente. Ha in mano il video e mi ha minacciato... ora, non mi frega un cazzo per me, non voglio vengano divulgati solo per Brenda."

Sgrana gli occhi e per un attimo penso gli stia venendo un colpo, ma torna subito in sé. "Devi denunciarla."

"Avrei potuto, ma mi ha minacciato dicendo che li avrebbe fatti girare lo stesso. Per tacere tutto mi ha fatto promettere di lasciare Brenda e di iniziare a uscire con lei." sento il cuore spezzarsi pronunciando queste parole e mi fa morire il solo ricordo della delusione sul volto della donna che amo. "Ogni volta che mi è davanti mi sento male, non voglio lei... non so cosa fare, tutto questo mi uccide."

È davvero straziante, dover stare lontano da Brenda che soffre, vederla odiarmi perché crede che mi sia preso gioco di lei, odio che pensi questo dopo avermi aperto il suo cuore e avermi parlato del suo passato... non ce la faccio. La notte non riposo più bene, gli incubi mi svegliano e provo un male lancinante, sia da sveglio che dormendo... ma cosa devo fare? Cosa? Mi sento così impotente.

"Non esiste. Devi denunciarla. Una volta che l'avrai fatto, non potrà più divulgarli, passerebbe guai peggiori." Melnik cerca di convincermi e darmi sostegno, ma io non sono certo che andrebbe come dice lui.

"Ne sei proprio sicuro? Suo padre è troppo influente, ha agganci ovunque e lei riesce sempre a ottenere ciò che vuole..." mi passo le mani sul viso in modo frustrato, ma non continuo a parlare quando sento la voce di Astrid accanto a noi. Ci chiede se sia tutto okay, immagino a causa delle nostre espressioni, poi appena la tranquillizziamo rinizia a ignorare me e a parlare esclusivamente con il suo ragazzo. Anche lei ce l'ha con me per aver fatto del male alla sua amica, so che vuole solo proteggerla ma mi fa male che chiunque ora mi giudichi per ciò che non sono... fa male sapere che la donna di cui sei innamorato pensa che tu sia un bastardo senza cuore e senza sentimenti, quando l'unica cosa che vorresti fare è stringerla a te e proteggerla da tutto il veleno che è in grado di sputare il mondo.

Melnik mi comunica con lo sguardo che appena saremo soli continueremo il discorso, e io mio limito ad annuire, per poi camminare dietro di loro, un po' in disparte, perso nei miei pensieri e con un peso sopra al cuore.

*****

Brenda

Pago la mia spesa e metto tutto nel sacchetto di carta, cercando di fare attenzione alle uova, dopodiché afferro tutto e mi avvio verso l'uscita, ma non passano nemmeno dieci secondi dal pensiero che ho avuto sulle uova che sento un fracasso assurdo e, abbassando lo sguardo, mi rendo conto che il sacchetto di carta ha ceduto e la spesa è caduta tutta a terra, ovviamente comprese le uova che si sono  spaccate al suolo.

Mi lascio scappare un gemito di frustrazione e per poco non mi metto a urlare e piangere. Santo cielo, so che la mia è una reazione esasperata, ma questo è l'ennesimo dettaglio che mi manda fuori di testa... in questo periodo è tutto una merda, da quando il biondo è entrato nella mia vita ha distrutto quel briciolo di tranquillità che avevo nella mia bolla e ora mi sento così esposta a tutto che non so reagire a niente.

"Ehi... tranquilla, ti aiuto." alzo lo sguardo verso l'alto e vedo un commesso del negozio che si abbassa con me per aiutarmi a raccogliere la spesa, o quel che ne rimane. "Dico sempre di sostituire questi sacchetti, non sai quante volte ho visto questa scena, ma dall'alto non mi danno retta." alza gli occhi al cielo e scrolla le spalle come a liberarsi di una responsabilità che non gli appartiene, mentre io ribatto con un mezzo sorriso, avendo poca voglia di fare conversazione.

Presto ci raggiunge anche un'altra ragazza che lavora nel negozio, con il carrello delle pulizie, e mi tranquillizza dicendo che ci penserà lei, perciò la lascio fare e decido di uscire dal negozio, dopo essermi scusata per l'ennesima volta e senza fare la spesa un'altra volta, ma vengo fermata da una voce maschile, così girandomi mi ritrovo davanti ancora il commesso. È un ragazzo che avrà più o meno la mia età, ma nettamente più alto di me, con dei capelli ricci e scuri e gli occhi color ghiaccio, credo sia nuovo, perché non l'ho mai visto qua. 

"Scusami, so che non sono fatti miei, ma volevo chiederti se va tutto bene." gli lancio un'occhiata scioccata, non aspettandomi assolutamente una domanda del genere, così mette le mani avanti come per chiarire la situazione "Non sono uno psicopatico che ferma le clienti e le importuna, solitamente, solo mi sembravi molto turbata... dicono sempre che anche un piccolo aiuto da uno sconosciuto può salvare qualcuno, perciò..."

"Sì... tutto ok." annuisco per dare veridicità alle mie parole, mentre gli sorrido per tranquillizzarlo. "Comunque non preoccuparti, non penso tu sia psicopatico. È una cosa insolita, però sei stato carino."

La sua espressione leggermente ansiosa scompare dal suo volto e le sue labbra si distendono in un sorriso gentile. "Bene... comunque d'accordo, capisco se non vuoi parlarne, però spero che ti sfogherai con qualcuno, perché ti farà sicuramente bene... no, non credo per niente al tuo 'tutto ok'." Improvvisa delle virgolette con le dita, rispondendo alla mia domanda ancora prima che gliela porga, e solo ora noto che ha dei piccoli tatuaggi nelle mani e quello sulla destra si estende pure in tutto il braccio, ma distolgo subito lo sguardo per non sembrare strana.

"Di solito non sono una che parla di come sta... me la cavo sempre da sola."

Lui arriccia le labbra, con fare pensieroso, poi batte la mano destra sul palmo sinistro, come chi ha trovato improvvisamente un'idea geniale. "Senti, io stacco tra mezz'ora, ti andrebbe di andare a bere qualcosa? Naturalmente in un posto dove c'è un po' di gente perché capisco che stare da sola con qualcuno che non conosci non sia il massimo."

Apprezzo che pensi a tutti questi dettagli per non farmi sentire a disagio, valuto velocemente i pro e i contro, e quando mi rendo conto che vorrei rifiutare solo per colpa del biondo, accetto l'invito. "Va bene, ci sto. Ho bisogno di staccare la spina."

"Perfetto, allora a tra poco." mi sorride ancora e poi torna dentro al negozio, mentre io mi siedo in una panchina non molto lontana, cercando di scacciare l'immagine di Mykhailo dalla mente... non si merita che mi senta in colpa, mi ha lasciato lui, sono libera di vedere chi voglio, lui non merita nulla.

*****

Scoppio a ridere sentendo le parole di Oliver, il commesso del negozio, e mi rendo conto che in fondo sto passando una bella serata, sto ridendo sinceramente da quando lui mi ha lasciata. Pensavo che questa uscita magari sarebbe potuta essere un po' imbarazzante, ma non è stato così. Appena è uscito dal negozio, mi ha stretto la mano e ridendo si è presentato, dicendomi che prima si era scordato di darmi questo dettaglio, io ridendo di rimando gli ho detto il mio nome e poi da quel momento non abbiamo più smesso di parlare.

"Almeno ti faccio ridere, direi che è una grande vittoria non vederti quella tristezza negli occhi." mi guarda con compassione e mi lascia una carezza delicata e non troppo invadente sulla mano "Hai voglia di parlarne? Sono un bravo ascoltatore..."

"Ma non saprei da dove iniziare... ti dico semplicemente che mi sono fidata di qualcuno che non dovevo e mi ha spezzato il cuore..." dirlo a voce alta mi fa tremare tutta e gli occhi mi si riempiono di lacrime che però ricaccio dentro, non è il momento né il posto giusto per piangere. "Ma mi riprenderò, solo mi serve un po' di tempo..."

"Sai una cosa? Non devi rimproverarti, se ti sei fidata non sei tu sbagliata, ma chi ha tradito la tua fiducia. Tu sei stata buona, non si perde mai ad essere buoni, perde chi fa del male agli altri senza scrupoli." mi sorride piano e le sue parole mi fanno bene al cuore per un momento, per un momento alleviano il dolore che mi porto dentro da settimane "Ora fa maledettamente male, lo capisco, ma anche questo ti aiuterà a formare quella che sei e ti renderà migliore domani."

"Lo pensi davvero? E se questo mi rendesse apatica, incapace di fidarmi e di amare ancora?"

Ancora una volta mi accarezza e scuote il capo appena "Non credo accadrà, è vero ci siamo conosciuti oggi, ma nei tuoi occhi vedo la luce che solo la bontà fa nascere, non potrai mai diventare come chi ti ha ferito."

Sorrido, in modo sincero, sentendo ciò che mi ha appena detto. Ne avevo bisogno, maledettamente, ma avevo paura di ammetterlo, avevo paura di sentirmi dire che sarei rimasta intrappolata per sempre in questo limbo senza sentimenti a parte il dolore.

Faccio per ringraziarlo ma mi blocco all'istante quando la porta dietro di lui si apre ed entrano nel locale Mykhailo e Cornelia.
Il fiato mi si spezza all'istante e, incredula di ritrovarmeli anche qua in un posto a caso, abbasso lo sguardo per non scoppiare a piangere, mentre Oliver mi chiede che sta succedendo, ma al momento sento solo il rumore dei battiti del mio cuore che vanno fin troppo veloce e i miei pensieri che assordanti ripercorrono tutta la storia con il biondo, facendomi stare ancora più male.

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