19. Nessun lieto fine

Alzo la testa sentendo dei passi provenire verso di me e i miei occhi si posano sul biondo, per un attimo il mio cuore accelera per colpa dell'ansia, visto che non lo vedo e sento da qualche giorno, ossia da quando mi ha cacciato da casa sua, ma cerco di mostrarmi apparentemente calma.

Ho deciso che era giusto che oggi parlassimo... non mi va di rimanere in questo limbo senza capire cosa sta succedendo, perciò appena ho finito di pulire al centro, ho deciso di aspettarlo davanti alla sua auto, visto che non si è fatto vedere come fa invece di solito.

Mi saluta con un cenno del capo quando sono davanti a lui e già questo gesto non mi fa presagire niente di buono. Perché è così freddo con me? Cosa è cambiato da quando mi ha detto di amarmi? Nei giorni dopo stavamo così bene, eravamo così contenti... non capisco davvero. Più ci penso più divento confusa, non mi sono mai sentita così persa e dubbiosa.

"Mykhailo, possiamo parlare?"

Annuisce appena, come se fosse costretto ad accettare ma non volesse. "In fretta però, perché devo andare."

"Senza di me? Da quando lavoro qua non è mai successo che andassi via dal centro senza darmi un passaggio." lo so, la mia può sembrare una cosa sciocca, ma è la nostra routine, quella che ci ha fatto avvicinare, non voglio che vada tutto in frantumi, ma a quanto pare sono l'unica che non vuole questo. "Mykhailo che diavolo sta succedendo?"

"Ti ho semplicemente detto che ho da fare. Mi pare che tu sia adulta abbastanza per andare via sola." usa un tono scorbutico, facendomi trasalire. Non mi ha mai parlato così, nemmeno quando litigavamo prima di metterci insieme... non gli ho mai sentito un tono tanto nervoso. "Devo andare."

Fa per voltarsi e allontanarsi, ma mi metto davanti a lui e glielo impedisco. "Mykhailo, te lo chiedo ancora, che sta succedendo? Non ci vediamo da giorni, dopo che mi hai cacciata da casa tua come se fossi per te solo un fastidio, e ora mi tratti come se non ti interessasse nulla di me... cosa ho fatto? Dimmi se magari ho sbagliato, dimmi se ti ho ferito in qualche modo... se l'ho fatto, scusa, non era mia intenzione, ma parlamene, così potrò spiegarti e potremo risolvere." non lo so, provo a fare supposizioni di qualsiasi tipo, non sapendo cosa davvero abbia.

Per un secondo i suoi occhi verdi vengono attraversati dal dispiacere, ma poi tornano vuoti come prima. Non lo riconosco, il Mykhailo che sta con me ha lo sguardo pieno di emozioni, lui sembra solo spento, quasi senza anima.

"Non iniziare, tu non hai fatto nulla." sospira pesantemente e capisco così che sta per dire qualcosa che non sa come dire "Forse hai ragione sul fatto che dobbiamo parlare, perché non credo di voler stare più con te. Brenda, forse abbiamo corso troppo, costruito castelli in aria... ma non può funzionare."

Sgrano gli occhi sentendo le sue parole e scuoto la testa, non volendo accettarlo. Che dice? Perché lo sta facendo? "Misha... cosa? Tu sai che non abbiamo corso, tu sai che ci siamo innamorati piano piano, tu sai che mi sono aperta con te solo perché mi hai fatto capire quanto potessi fidarmi di te. Ora perché dici queste cose?"

Alcune lacrime spingono per venire giù, ma non glielo permetto. Non voglio piangere. Voglio mostrarmi forte, capace di affrontare una discussione senza scoppiare in lacrime... anche se non è difficile, Mykhailo mi sta lasciando.

"So cosa ho detto, ma forse mi sono sbagliato. Non credo che fosse amore quello, semplicemente mi sono auto convinto che lo fosse. Ti avrei voluta portare a letto fin dalla prima discussione in palestra, ma tu hai fatto la difficile... quando ci sono riuscito pensavo che avessimo legato un po', ma in realtà ora sono stanco, non sono pronto per una relazione."

Ogni parola che abbandona le sue labbra non sembra nemmeno sua, non riesco a credere davvero che lo stia dicendo. Dove è finito il ragazzo che fino a qualche giorno fa mi ringraziava di essere nella sua vita e mi ripeteva di amarmi?

"Sei stanco... dopo avermi illusa, giurato di non farmi male, tu sei stanco!?" lo ripeto ribadendo quanto sia assurdo tutto questo per me "Che diavolo ti è preso? Non eri stanco per scoparmi l'altro giorno, eh?" gli do una spinta, non facendolo però indietreggiare di nulla per la differenza di peso tra noi.

"Non sono obbligato a stare con te anche se non voglio più. Non ti ho preso in giro, ti ho confessato qualcosa che credevo di provare ma in realtà non è così." scrolla le spalle come se fosse tutto normale, come se davvero pensasse a quello che dice. "Apprezza la mia onestà, ti sto lasciando prima di prenderti in giro, ti sto liberando da una relazione priva di sentimenti veri e sincerità... puoi rifarti una vita con chi vuoi, senza avermi tra i piedi."

Deglutisco, cercando di ricacciare dentro le lacrime, ma stavolta non riesco. Inizio a piangere e alcuni singhiozzi mi fanno mancare il fiato. Lo sapevo fin dall'inizio, sapevo che non mi sarei dovuta avvicinare a lui, sapevo che non mi sarei dovuta affezionare, sapevo cosa sarebbe successo ancora prima che succedesse... sapevo di non potermi fidare di quelli così.

"Sono stata solo un gioco per te... hai fatto esattamente come mio padre con mia madre, e menomale che hai detto che tu eri diverso, che non dovevo fare di tutta l'erba un fascio... e invece guardati, mi stai scaricando perché non faccio più per te, ti sei stancato." ripeto ancora le sue parole, sempre più disgustata "Ma non ti starò più tra i piedi, non preoccuparti. Hai espresso la tua volontà e la rispetterò, ma permettimi di dirti che non vali niente. Avevo ragione, quelli come te non hanno nulla da spartire con quelle come me. Mi dispiace solo esserci cascata, averti raccontato le mie paure, mi dispiace essermi fidata così di te... avrei dovuto dar retta al mio sesto senso e continuare a destarti."

Ormai piango senza cercare di trattenermi, lascio fuoriuscire tutte le lacrime, lascio fuoriuscire le emozioni negative che mi stanno togliendo il fiato e soffocandomi.

Mykhailo, d'altro canto, resta a fissarmi. Non parla, non dice nulla, non ribatte, resta solo a guardarmi, e vorrei urlargli di smetterla di farlo, che se sto così la colpa è solo sua e averlo davanti mi fa solo più male, ma non mi esce nient'altro dalla bocca. Non riesco più a dire qualcosa di senso compiuto.

Mi sento usata, mi sento raggirata, mi sento ferita, mi sento abbandonata... e soprattutto mi chiedo come farò a farmene una ragione, perché purtroppo io sono davvero innamorata di lui. Ci sono cascata completamente, e mi odio per questo, per lui ho mandato a puttane anni e anni di principi morali e di promesse che mi ero fatta.

"Che sta succedendo?" mi asciugo gli occhi velocemente quando sento una voce maschile porci questa domanda e, girandomi, i miei occhi si posano su uno dei suoi compagni, non so come si chiami, ma è lo stesso ragazzo biondo che mi aveva chiesto come mi trovassi a lavorare qua.

"Va tutto bene, vai Conor." il tono di Mykhailo è gelido, come a volerlo allontanare senza farsi fare altre domande, ma lui non pare contento della risposta.

"Tutto bene? Lei sta piangendo disperatamente e tu sei immobile come se avessi visto una fantasma." quello che ho appena appreso chiamarsi Conor, continua a indagare, con tono preoccupato "Mykh se serve aiuto per qualcosa sai che puoi chiedere, vero?"

Lui annuisce e poi gli fa un cenno con la mano, volendolo allontanare. "Ti prego, vai. È una cosa tra me e lei, grazie per il tuo aiuto ma va tutto bene."

Io abbasso lo sguardo per evitare lo sguardo di entrambi e, dopo qualche secondo, sento Conor che rinizia a parlare. "D'accordo... vi lascio in pace. Ma se hai bisogno sai dove trovarmi."

Mykhailo non gli risponde nemmeno, sento il suo compagno allontanarsi e solo ora rialzo lo sguardo, ancora più incazzata che mai. "Non hai nemmeno il coraggio di dire ai tuoi amici che razza di merda sei." glielo sputo con veleno, anche se so che probabilmente questo non lo scalfirà minimamente "Ti ho sopravvalutato fin troppo."

"Non sono cazzi di nessuno questi, è la mia vita privata. E ora smetti di piangere, non voglio attirare l'attenzione di nessun altro."

Rido nervosamente, con le lacrime che ancora sgorgano sulle mie guance, non volendone assolutamente sapere sulla di fermarsi. E come potrebbero? Mi sento il cuore a pezzi, frantumato in così tanti piccoli pezzi che non so nemmeno come farò a ricomporlo.

"Ti interessa solo dell'apparenza. Mi fai schifo." faccio per andarmene, ma mi fermo e mi volto nuovamente verso di lui "Ah, quasi dimenticavo, ti renderò i tuoi stupidi soldi, non mi serve la carità."

"Non essere sciocca. Quelli sono per il tuo sogno, non c'entrano niente con questo." Si agita, come se non volesse assolutamente che io rinunci all'accademia d'arte, ma cosa gli importa? Ha appena dimostrato che per lui valgo meno di zero, perciò non voglio il suo denaro che mi rende debitrice con lui a vita.

"Vaffanculo, che cosa te ne frega, eh? Non voglio i tuoi soldi." lo ribadisco, indietreggiando di qualche passo per allontanarmi da lui "Non voglio più niente che mi leghi a te, chissà perché me li hai prestati, chissà cosa ha ideato la tua mente malata. Ma non mi interessa più niente, non mi importa niente."

Vorrei davvero che fosse così, ma a ogni parola che pronuncio sento una fitta che mi colpisce il petto e sento il cuore spaccarsi sempre di più. Come ne esco da questo dolore ora? Come mi riprendo? Come si torna a vivere dopo esserti donata completamente a qualcuno che ti ha ferito così?

So che non è passato tanto tempo da quando ci siamo detti ciò che provavamo... ma per me è stato importante. Io fatico a fidarmi di qualcuno, fatico ad ammettere di amare qualcuno e rischiare così di essere vulnerabile, e quando finalmente lo faccio finisce così? E poi sappiamo bene che tra noi è iniziata già prima di ammettere di essere innamorati, tra noi è iniziata già quando facevamo sesso pensando che fosse tutto senza sentimento.

"Non rivoglio nessun soldo. Non lo accetterò."

"Perché?" quasi ringhio, dandogli un'altra spinta "Vuoi ripulirti la coscienza in questo modo? Beh non funziona. Se non lo riprendi, dalli in beneficenza, non me ne frega, ma non li voglio."

Scuote la testa come se fosse estremamente deluso e questo fa solo aumentare la mia rabbia. Ma davvero? Non capisce o lo fa di proposito? "Vuoi rinunciare al tuo sogno solo per orgoglio? È da sciocchi."

"Ma chi cazzo pensi di essere? Eh? Ho vissuto senza i tuoi stupidi soldi e non mi è mai mancato nulla. Non mi serve il tuo aiuto ipocrita." alzo la voce, gesticolando con rabbia "Mi sono fatta il culo per mantenermi da sola, non mi sei mai servito tu o chi come te. Se non riuscirò a iscrivermi mai alla scuola di moda, pazienza. Ma se riuscirò sarà solo ed esclusivamente grazie alle mie forze."

Mykhailo annuisce come se solo ora avesse capito ciò che intendevo dire e, inaspettatamente, allunga una mano verso di me. Le sue dita si posano sul mio viso e accarezzano dolcemente la mia pelle, per qualche secondo mi perdo nel suo tocco, nelle sensazioni che mi trasmette, ma poi torno alla realtà, al presente, e mi allontano di scatto, così lui ritrae la mano come se si fosse scottato improvvisamente.

"Devo andare..." ora il suo tono sembra meno freddo, ma comunque non mi faccio domande. Non mi interessa se si sente in colpa o meno, mi sembra il minimo per ciò che mi sta facendo. "Prenditi cura di te, Brenda."

"Risparmiami queste stronzate." gli lancio un ultimo sguardo, con gli occhi appannati dalle lacrime, poi mi volto di spalle e mi allontano.

Senza lanciargli altre occhiate, abbasso la testa e cammino fuori dal centro sportivo del Chelsea. Con il cuore pesante e a pezzi, con la mente piena di domande, con la consapevolezza che da domani dovrò ricostruirmi... ma con la paura che non riuscirò a dimenticare mai davvero Mykhailo.

È l'unico che è riuscito a entrarmi dentro in questo modo, è l'unico che ha fatto cadere i miei muri, è l'unico con cui sono stata davvero me stessa... e ora dovrò convivere con questo dolore, incolpando me stessa di essermi fidata in questo modo.
Eppure non sono mai stata ingenua, sono sempre stata attenta, e sono caduta proprio così e con uno come lui... speravo davvero fossi la principessa di una bella favola moderna, ma a quanto pare per me non c'è un lieto fine, come ho sempre saputo.

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