12. Fare la difficile
Continuo a passare in rassegna gli annunci di lavoro nello schermo del mio computer, ma non trovo niente che faccia al caso mio, da poter incastrare con gli altri, o comunque non trovo nessuno che mi risponda quando mi candido.
È una settimana che sto cercando un nuovo lavoro, ma è dura, esattamente come immaginavo.
"Bevi almeno un caffè, sennò sverrai qua davanti a tutti visto che non vuoi fare colazione." Mykhailo posa un grande bicchiere di carta sul tavolo del bar a cui sono seduta e poi si accomoda nella sedia libera, davanti a me. "Come procede la ricerca?" beve un sorso di spremuta all'arancia e tiene lo sguardo fisso su di me in attesa di una mia risposta.
Ammetto che, da quando ci siamo permessi di sfogare i nostri desideri ogniqualvolta vogliamo, le cose vanno leggermente meglio. Certo, ho sempre voglia di staccargli la testa la maggior parte delle volte, ma almeno posso sfogare in modi fantastici la rabbia che mi fa nascere.
"Male, malissimo. Non ne cavo piede, Dio." mi lancia un'occhiata maligna sentendo la mia ultima parola e io alzo le mani in segno di resa. "Scusa, non era mia intenzione. È che non so cosa fare, non trovo assolutamente nulla."
Mykhailo sospira e si passa la mano tra i capelli biondi prima di posarsi al tavolo con i gomiti e sporgersi più verso di me. "E se ti dicessi che ho una soluzione?"
"Che soluzione?" glielo chiedo curiosa ma anche un po' diffidente, insomma non è che mi fidi ciecamente di ciò che partorisce il suo cervello.
"Visto che non accetti i miei soldi, ho pensato di chiedere al centro sportivo del Chelsea se servisse una mano... perciò, se vuoi, da domani potrai iniziare a lavorare lì... ho chiesto che facessi il turno di mattina e hanno acconsentito."
Spalanco la bocca sentendo le sue parole, meravigliata e scioccata. Non pensavo avrebbe fatto una cosa del genere per me. "Dici davvero?" Annuisce e la sua bocca si allarga in un sorriso sincero quando si rende conto che non sono arrabbiata, ma tutt'altro, sono euforica. Un posto perfetto per incastrare gli altri lavoro. "Grazie mille, Mykhailo! Accetto, assolutamente."
Scatto in piedi dopo aver parlato e mi fiondo tra le sue braccia, lo faccio in modo automatico, tanto che per qualche secondo il biondo sembra gelarsi, ma poi ricambia la stretta e mi fa sedere sulle sue ginocchia. "Ho temuto che mi strozzassi se l'avessi saputo, invece l'hai presa bene."
"Non trovavo un lavoro, stavo perdendo le speranze." lo guardo dritto negli occhi e mi rendo conto che i nostri volti sono terribilmente vicini. Il suo respiro si infrange sulle mie labbra e il suo profumo mi inebria completamente. "Ora sarà meglio che mi alzo, sono già stata abbastanza sdolcinata con te."
Mi impedisce di fare ciò che ho detto, mettendomi una mano sul fondoschiena, e avvicina la sua bocca al mio orecchio. "E che ne dici di festeggiare la notizia prima che io vada all'allenamento? Direi che abbiamo un po' di tempo anche prima del tuo lavoro."
Mi lancia un'occhiata maliziosa e sposta la mano più verso il basso, stringendo appena il mio sedere e facendo nascere immediatamente pensieri impuri nella mia mente.
"D'accordo, Misha. Ora però cerca di controllarti, siamo in un posto pubblico." gli faccio allontanare la sua mano dal mio corpo e lui ride, riavvicinando la sua bocca al mio orecchio per potermi parlare piano.
"Non ti ecciterebbe fare qualcosa di spinto in un luogo pubblico?" la sua voce roca mi manda già in estasi, e ciò che sta dicendo non mi aiuta. "Immaginaci seduti a questo tavolino, la mia mano che di nascosto si infila dentro ai tuoi pantaloni, le mie dita che ti accarezzano e tu che cerchi di trattenere i gemiti, mentre gli altri intorno continuano ciò che stanno facendo, incuranti di ciò che sta accadendo tra noi."
Mi sento avvampare sentendo le sue parole e mi alzo di scatto dalle sue gambe, deglutendo e sistemando velocemente le mie cose che stavano sul tavolo nella borsa, per poter andare via.
"Andiamo, forza."
Scoppia in una fragorosa risata, vedendo la mia reazione, e si alza anche lui, sistemandosi i pantaloni che si sono stropicciati per come ero seduta. "Certo che sei diventata proprio una maialina da quando ti soddisfo io." me lo sussurra all'orecchio prendendosi gioco di me, mentre mi supera per andare a pagare la colazione di entrambi, lasciandomi indietro, vogliosa ed eccitata come non mai.
*****
Mykhailo
"Quindi state insieme?" scuoto la testa sentendo la domanda di Enzo, gli ho appena spiegato che da domani una mia amica farà le pulizie qua al centro, e la prima cosa che ha pensato di chiedermi è stata questa. Certo che definirla amica so che è sciocco, visto che passiamo dall'urlarci contro allo scopare intensamente, ma in che altro modo potrei definirci con gli altri che non devono sapere di noi? "Che rapporto avete?"
"Perché così tanto interesse?" chiedo di rimando "Siamo amici, pertanto sto aiutando un'amica in difficoltà."
"Perché non ti ho mai visto accompagnato da una donna da quando sei a Londra."
"Semplicemente perché frequento donne sporadicamente, con cui non ho relazioni." faccio spallucce, allacciandomi poi gli scarpini. "Ho risposto alla tua curiosità in modo soddisfacente?"
Mi fissa per qualche istante e poi annuisce, sorridendo. "Però c'è qualcosa di strano quando parli di questa ragazza..." trasalisco immediatamente sentendo le sue parole e muovo l'indice freneticamente per negare ogni insinuazione. Non riesco a credere che davvero le persone sentano che c'è qualcosa tra me e lei... prima i nostri amici, poi Cornelia e adesso lui.
"Ti ho detto che siamo amici, che stranezza deve esserci?" ribadisco, facendo il finto tonto, mentre lui sorride come chi la sa lunga, ma lo ignoro e continuo a parlare "Le serviva un posto di lavoro e gliel'ho cercato, di solito tra amici si fa questo, ci si aiuta, no?"
"Certo... va bene, Mykhailo." Capisco che non l'ho convinto e che la sua mente sta pensando qualcosa di strano, ma lascio perdere, non porto avanti il discorso, sperando che venga dimenticato qua e adesso.
Non mi va di affrontare questa cosa... a me piace il patto che abbiamo stretto io e Brenda, divertirci è sfogarci anche se non ci piacciamo, perciò questa è l'unica cosa che conta.
*****
Sapendo che la bionda oggi inizierà il suo lavoro al centro sportivo, arrivo agli allenamenti con largo anticipo. Non voglio perdermi l'occasione di punzecchiarla un po' il primo giorno.
Quando la intercetto, mentre lava i pavimenti della sala dove abbiamo le scarpette, mi permetto di lanciare un'occhiata abbastanza al suo fisico e al suo sedere messo in evidenza da dei leggings neri e stretti, dopodiché mi schiarisco la gola e attendo che si giri.
Appena entro nella sua traiettoria visiva, alza gli occhi al cielo e rinizia a pulire, cercando di ignorarmi, cosa che mi fa scoppiare a ridere.
"Non ho voglia di sopportarti già a quest'ora." è l'unica cosa che commenta sentendomi ridere, peggiorando solo la situazione.
"Buongiorno anche a te, principessa. Vedo che ti sei alzata con il piede giusto, questo è il tuo modo per essermi grata di averti trovato un lavoro?" la stuzzico appositamente, mentre lei stringe più forte il bastone che ha tra le mani, facendo quasi diventare bianche le sue nocche.
"Mi rinfaccerai per tutta la vita che è merito tuo? Ti ho già ringraziato, ora siamo pari. E poi è colpa della tua amica se ho perso il mio, perciò." mi risponde in modo acido, cercando di vincere la discussione, ma decido di non stare zitto.
"Ah sì? Con ringraziamento ti riferisci a ciò che abbiamo fatto nella mia auto dopo che siamo usciti dal bar? Ammetto che è stato abbastanza gratificante sentirti ansimare il mio nome." le schiaccio un occhiolino e vedo le sue guance pallide colorarsi leggermente di rosso. "Comunque sia, scherzo, non mi devi ringraziare di niente, mi piace sapere che d'ora in poi ti vedrò spesso anche la mattina e dovrai lottare con la voglia di saltarmi addosso."
Sbuffa rumorosamente e immerge lo straccio nel secchio, avvicinandosi a me subito dopo. "Primo, sappi che non è che ogni volta che ti vedo il primo pensiero è quello di strapparti i vestiti di dosso, secondo, stai attento a quello che dici e fai, non mi va che le persone sappiano che andiamo a letto insieme e che pensano che sono una di quelle che ottiene i posti di lavoro in questo modo."
Quando parla così mi fa pensare che nella vita deve aver avuto più traumi di quelli che credo... ha sempre paura del giudizio delle persone, ma soprattutto ha paura del giudizio delle persone quando si parla di stare a contatto con persone che lei definisce 'di un altro mondo', come se fosse proprio questo altro mondo ad averle fatto del male in passato.
"Quanti problemi ti fai? Qua a nessuno importa con chi vado a letto io. Non sono mica il presidente degli Stati Uniti." le sorrido in modo strafottente poi le sposto un ciuffo di capelli dal viso "Però avremmo molte più occasioni per divertirci, ovviamente appena avrai finito di fare la difficile."
"Non faremo sesso qua... sei pazzo?" lo sussurra come se potessero sentirci da un momento all'altro "Mi serve questo lavoro, non posso essere tanto sciocca."
Alzo le mani in aria in segno di resa e annuisco facendole capire che ho recepito il messaggio. "D'accordo, però potremo andare via insieme qualche volta e fare ciò che ci pare."
Per qualche secondo mi guarda negli occhi, come se fosse immersa e persa nei suoi pensieri, poi inizia a parlare. "Non facciamo progetti, se avremmo voglia lo faremo. E ora scusa, devo tornare a pulire." il suo sguardo si spegne mentre pronuncia queste parole e io resto leggermente interdetto. Che diavolo le prende?
Pensavo avessimo superato questa fase del tenerci lontano, visto che abbiamo optato per avere un rapporto di solo sesso, ma oggi mi sembriamo tornati punto e a capo, o forse peggio. Una parte di me pensa che ci sia di più nel suo comportamento, se prima mi dimostrava rabbia e odio, ora ho sentito quasi paura... e non mi piace che abbia timore di qualcosa quando mi avvicino a lei, però cosa posso fare?
Lei non mi parla delle sue cose e io non posso obbligarla a farlo, anche perché se cerco di entrare di più nella sua vita si ritrae come non mai, come se stessi sorpassando il limite consentito.
Perciò opto per uscire dalla stanza e lasciarla sola, se ha bisogno sa dove sono, non la rincorrerò e non la presserò.
Brenda
Mi giro d'istinto sentendo i suoi passi allontanarsi e sento lo stomaco stringersi quando lo vedo uscire dalla sala che sto pulendo. Dio... non so perché ho reagito così, non so cosa mi stia prendendo... ma a momenti mi pare che ci stiamo abituando un po' troppo alla presenza l'uno dell'altra.
Ciò che abbiamo concordato diceva solo sesso, eppure c'è comunque qualcosa di strano. Ho apprezzato che mi abbia fatta assumere qua, ma una parte di me pensa che l'abbia fatto perché ci tiene sin troppo... e perché? Perché quando mi guarda, sembra lo faccia sempre in modo più dolce è interessato? Perché io sento che la sua presenza accanto non mi è indifferente?
Non posso permettermi questo... mi fa tremare la sola idea. Non possiamo provare qualcosa, e non lo faremo. Non è bene per nessuno, e finirebbe male per entrambi. Non voglio soffrire, non posso... mi sento così confusa che non so nemmeno cosa fare o pensare, ma solitamente le mie sensazioni non sbagliano... e so che stiamo entrando in un campo minato.
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