11. Un patto
Quando metto piede nella sala pesi mi sembra di star camminando su un terreno pericoloso dove potrebbero esplodere delle bombe nascoste che potrebbero uccidermi.
Non mi sono fermata nemmeno una volta durante il giorno a pensare a ciò che abbiamo fatto io e il biondo. L'unica cosa che mi sono permessa di pensare è che mi sono comportata male prima di andare via da casa sua, senza sapere nemmeno il reale perché... ero scossa e nervosa, e me la sono presa con lui.
Appena lo vedo davanti a me che si allena, infatti, tutte le immagini di noi a casa sua e le sensazioni che ho sentito, mi piombano addosso senza che possa fermarle. È stato tutto molto intenso e non posso negarlo, non a me stessa perlomeno.
Alza lo sguardo sullo specchio davanti a sé e sorride appena vedendo la mia immagine riflessa che lo fissa spudoratamente. È certo che ora non potrò più fingere che mi faccia schifo anche solo l'idea di essere sfiorata da lui visto che gli ho dimostrato tutt'altro, perciò dovrò subirmi il suo essere compiaciuto.
"Eccoti qua, sei in ritardo o sbaglio?"
"Perché, ti segni gli orari in cui solitamente arrivo? Mi potrei montare la testa per tutte queste attenzioni." gli rispondo in modo ironico esattamente come lui "Comunque oggi era più sporco il resto della palestra, ci ho messo di più a finire." mento, visto che ci ho messo appositamente di più per ritardare il momento in cui l'avrei incontrato.
"Mmh..." appoggia il peso davanti a sé e poi si volta nella mia direzione, trafiggendomi immediatamente con i suoi occhi verdi che mi mandano fuori di testa. "La tua sa di scusa, ma non infierirò."
Inarco un sopracciglio quando mi rendo conto che davvero non vuole aggiungere niente di sarcastico o acido, perché? "Dovresti... non mi piace questa calma."
"Non voglio infierire." scrolla le spalle, poi si passa la mano tra i capelli, avvicinandosi più a me. Vorrei indietreggiare ma non riesco, la mia mente non collabora con i miei desideri, e quindi resto incollata dove sono. "Come stai?"
Stavolta spalanco gli occhi, quasi come se mi avesse insultata, che diavolo gli prende? "Mykhailo, hai sbattuto la testa? Ti sei drogato? Dovrebbe essere una cosa illegale per voi calciatori, no? Penso che passeresti dei guai se ti scoprissero."
"Hai finito con questo sproloquio? Non ho sbattuto la testa e non sono drogato. Ti ho chiesto come stai, cosa c'è di strano?" inclina leggermente la testa e mi guarda in modo più dolce rispetto a come fa di solito, scatenando una sensazione nel mio stomaco che non mi piace per niente.
"Cosa c'è di strano?" gli faccio eco "Tu sei strano, perché mi chiedi come sto? Non è normale. Non è da noi. Non mi piace questa sensazione. Dì qualcosa a sproposito, dai comportati come sempre. Fai qualche doppio senso e così io ti risponderò male." lo esorto davvero a fare questo, mentre lui mi osserva come se fossi impazzita tutto in una volta... ok, mi sto comportando come una matta, ma anche lui perché si sta comportando così?
"Ed è strano questo?! Ti ho solo chiesto come stai... eri incazzata stamattina per il lavoro e tutto il resto, volevo sapere se stessi un po' meglio."
"Perché?"
Alza gli occhi al cielo e sbuffa scocciato, ecco ora lo riconosco. "Secondo te perché? È una domanda normale, stai facendo una tragedia per una stronzata. Dimmi se stai bene o meno."
"Non mi hai mai chiesto se stessi bene da quando ci conosciamo, sei più quello che mi chiede di fare sesso e poi si prende gioco di me."
Prende un bel respiro profondo, come se stesse cercando di non perdere la pazienza, poi si avvicina ancora di più a me. La sua mano si posa sul mio fianco e io vengo invasa da miliardi di brividi. Sento la pelle quasi bruciare, nonostante la stoffa della mia maglia gli impedisca un contatto diretto.
"È un modo per chiedermi di ripetere ciò che abbiamo fatto stamattina? Perché se devo essere sincero, ci ho pensato tantissimo... il solo ricordare te inginocchiata ai miei piedi mi fa uscire fuori di testa." si inumidisce le labbra e poi avvicina ancora di più la sua bocca al mio orecchio "Potrei prenderti qua e farti gridare ancora come a casa mia. Potrei fare ciò che vuoi, senza stancarmi mai."
Deglutisco e giro appena il viso, incrociando il suo sguardo e facendo sfiorare i nostri nasi tanto siamo vicini. "Non ripeteremo un bel niente, ti ho già detto che non avremmo dovuto. Figurati se dovremmo farlo ancora. Fattelo bastare."
"Io? E tu, invece? Ne hai abbastanza?" ride beffardo e mi lascia un piccolo bacio sul collo, facendomi diventare la pelle d'oca in un attimo. "Non ti è piaciuto abbastanza? Non vorresti provare nuovamente tutte quelle sensazioni? Non vorresti sentirmi ancora dentro di te? Magari stavolta potremmo farlo appoggiati allo specchio, e mentre ti prendo da dietro puoi guardarmi dal riflesso."
Gesù Santo... come diavolo faccio a resistere se mi parla in questo modo? Come faccio a resistere con le sue mani addosso? Come faccio a tenerlo alla larga? Non so cosa mi prenda con lui, ma non riesco a comandare me stessa. Perdo il controllo.
"Mykhailo, non possiamo. Questo è un gioco pericoloso e io non voglio averci niente a che fare. Hai visto cosa è successo solo perché quella stronzetta credeva che ci fosse qualcosa tra noi? Io e te non possiamo avere a che fare, veniamo da due mondi troppo diversi."
Si allontana di scatto sentendo le mie parole e io sento una sensazione sgradevole espandersi in me, ma non mi faccio troppe domande a tal proposito. Lo osservo mentre scuote appena la testa e mi guarda con un'espressione indecifrabile.
"Non è colpa mia... sono stato da lei e ho l'ho pregata quasi di riassumerti, ma tu continui con questa cazzo di storia dei mondi diversi. Le tue sono una massa di scuse inutili."
Sussulto per ciò che ha detto, sentendo diverse emozioni scontrarsi dentro di me. Cosa significa che è stato da lei? "Perché l'hai fatto?"
"Fatto cosa?" mi risponde spazientito, facendo innervosire anche me. Non mi piace tutta questa storia, non mi piace questa confusione.
"Perché sei andato dalla tua amica per me. Non dovevi. Cosa pensavi, che andando da lei mi avrebbe richiamata a lavoro? Probabilmente questo l'ha solo convinta a non riprendermi. Lei è gelosa di te."
"Ma non ti va mai bene niente. Cosa avrei dovuto fare? A me non importa se è gelosa, volevo riavessi il tuo lavoro." inizia a gesticolare, alzando ancora di più la voce e io mi passo le mani tra i capelli in modo nervoso. Come siamo arrivati a tutto questo?
"Sicuramente non andare da lei e farti vedere interessato a me. Questo non mi aiuterà di sicuro, ora ce l'avrà ancora di più con me perché si sarà fatta chissà quale idea."
"Ci rinuncio." alza le mani in aria in segno di resa, come se fosse stufo di me e di tutto questo. "Mi conosci e sono uno stronzo, ti aiuto e sono stronzo, scopiamo e sono stronzo, non sai un cazzo di me e sono stronzo. Per te, qualsiasi cosa faccia o non faccia, sono stronzo. Ormai ti sei fatta quell'idea e non cambierai opinione, perché sei una bambina che non sa cosa vuole, o forse che non sa ammettere cosa davvero vuole."
"Cosa vuoi da me, esattamente? Nemmeno tu sai niente di me, eppure sei sempre tra i piedi. Diventi strano solo perché facciamo sesso e pensi che ora puoi intrometterti nella mia vita."
Si tortura i denti, come se stesse pensando se dire o meno ciò che vorrebbe, poi decide di farlo. "Niente, non voglio niente. Sono stato gentile e mi tratti come una merda, perciò da te non voglio assolutamente nulla." fa per voltarsi e allontanarsi, ma io lo fermo e senza pensare poso le mie labbra sulle sue.
Per un istante resta fermo, tanto che penso voglia allontanarmi, ma poi ricambia. Mi bacia con rabbia e impeto, dimostrando tutto il nervoso che sente dentro e, allo stesso tempo, inizia a spogliarmi velocemente.
Io faccio lo stesso con lui, accarezzando il suo corpo teso e leggermente già bagnato dall'allenamento che stava facendo prima che io arrivassi. È maledettamente bello e io sono attratta come non mai.
"È solo sesso, no?" glielo chiedo smettendo di baciarlo e con il fiato corto per colpa del bacio e della smania che ho di lui. "Tra noi dico, c'è solo sesso, giusto?"
Mi guarda sconcertato per qualche attimo poi annuisce. "Sì, certo." si siede sulla panca e mi trascina con sé, facendomi sedere a cavalcioni. "Solo sesso."
Mi toglie la maglia e mi bacia il seno, facendolo uscire dalle coppe del reggiseno. Bacia ogni centimetro e tortura i capezzoli con la lingua, mordendo di tanto in tanto, cosa che mi fa scappare un gemito. Non so trattenermi, lui è maledettamente bravo, sa esattamente cosa mi piace e come farlo. Sa mandarmi in estasi con un solo tocco, non mi era mai capitato prima di lui.
"Guardati, non vorresti finisse sempre così? Senza nessun pentimento?" me lo chiede sussurrando all'orecchio e tirandomi il lobo con i denti. "Non vorresti tutto questo ogni qualvolta ne hai voglia? Perché privarcene? Anche se non andiamo d'accordo, pare che invece durante il sesso abbiamo un'intesa unica... per cui perché non ridurre il nostro rapporto a solo sesso? Ogni volta che ci va, senza impegno."
Non so dove tiri fuori la forza di farmi questa proposta, dato che io al momento non ho la capacità di mettere insieme una frase di senso compiuto per colpa dell'eccitazione, però apprezzo lo faccia... stranamente la sua idea mi piace, non è male. Averlo ogni volta che mi va potrebbe aiutarmi a farmi smettere di averlo in mente costantemente.
"D'accordo. Saremo compagni di letto." affermo, obbligandolo a baciarmi sulla bocca a fior di labbra "Niente sentimenti, solo buon sesso. Così non dovrò sforzarmi di fingere che mi piaci."
Ride al mio orecchio e mi dà una sculacciata, facendomi trasalire. "Però ti piace tutto questo, non è vero? Non ti ho ancora messo un dito addosso e già non resisti più, questa attesa ti logora." Mi afferra i fianchi e mi fa strofinare la mia intimità sulla sua, cosa che mi fa gemere. Abbiamo solo la biancheria che ci separa, ma comunque sono molto sensibile al momento.
Passo la mano sul suo petto tonico e tatuato, baciando poi ogni centimetro. Mi piaccia da impazzire il suo corpo, credo sia quasi un angelo.
"Hai ragione, Misha. Non mi piace questa attesa." mi alzo leggermente dalle sue gambe e mi sfilo le mutande, facendole scendere lungo le mie caviglie e facendole cadere a terra subito dopo. "E non c'è nemmeno bisogno di preliminari, io sono pronta."
Sorride compiaciuto e, con una mossa rapida, si toglie i boxer, restando nudo anche lui. Sento la sua voglia crescere contro di me e mi muovo appositamente per stuzzicarlo ancora di più. "Sei pronta, perché ti basta vedermi. Appena entro nella tua traiettoria visiva, il tuo corpo si prepara ad accogliermi."
Al momento mi piace maledettamente questa sua sicurezza e strafottenza, ma è anche ciò che mi fa desiderare di prenderlo a schiaffi da quando ci siamo incontrati. È assurdo che una persona possa farti provare sentimenti così contrastanti e ti faccia avere pensieri così diversi tra loro.
"Basta parlare, dammi un promemoria di stamattina."
Mi fa alzare da sopra sé, mi prende per mano e mi conduce davanti allo specchio. "Farò di meglio che darti un promemoria, principessa." mi fa inchinare davanti a sé e mi fa posare le mani sullo specchio, per tenermi salda. "I pensieri che ho avuto stanno per diventare realtà."
Vorrei dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma non riesco. In un'altra occasione mi sarei sentita terribilmente in imbarazzo di essere completamente esposta a lui, ma non stavolta. Sono così concentrata su tutto ciò, sono così desiderosa di averlo, che la vergogna non so nemmeno cosa sia.
"Fammi tua, Misha." quasi lo prego, spingendo il bacino verso la sua intimità, e lui, senza farselo ripetere due volte, mi penetra. Spalanco la bocca immediatamente, abituandomi alla sua presenza in me, e alzo lo sguardo sullo specchio per vedere il suo riflesso. Ho maledettamente voglia di vederlo mentre mi prende e fa ciò che gli ho chiesto.
Appena capisce che sono pronta, inizia a muoversi. Le sue spinte sono nervose, rispecchiano esattamente lo stato d'animo che aveva mentre discutevamo poco fa. Entra in me ed esce quasi da me, va avanti così senza stancarsi mai, accarezzandomi e stringendomi il seno di tanto in tanto.
I nostri ansimi e gemiti riempiono l'intera sala pesi e questo rende tutto ancora più eccitante. Al momento non esiste altro al di fuori di noi, siamo concentrati su questo atto, sulle nostre sensazioni, sul nostro piacere.
Vedere Mykhailo completamente in estasi, mi fa godere ancora di più. Il suo viso arrossato, i suoi capelli che vanno avanti e indietro a seconda dei suoi movimenti, la sua bocca semichiusa, i muscoli del suo corpo che guizzano. Sono completamente persa dalla sua visione.
Improvvisamente esce da me e mi fa rialzare, facendo aderire la mia schiena al suo petto e affonda nuovamente in me senza preavviso. "Voglio sentire tutto il tuo corpo a contatto con il mio." continua a spingere e io lascio andare la testa all'indietro, posandola sulla sua spalla e boccheggiando. "Brenda, mi fai impazzire. Vorrei fotterti ogni volta che il tuo sguardo incontra il mio. Non so come farò con te. Diventerò dipendente da questi momenti." Parla con voce roca, quasi ringhiando. "E quando non potremmo, immaginerò di possederti."
Fa scivolare una mano dal mio seno alla mia intimità e la strofina velocemente. "Sei fantastico..." sento il mio stomaco completamente in subbuglio, mentre giro appena il viso all'indietro per poterlo baciare, per fortuna capisce e all'istante appaga il mio bisogno regalandomi un bacio passionale. "Non esiste nessuno come te, nessuno che mi abbia mai saputo far provare tanto."
Quasi mi tremano le gambe per l'intensità, penso che sarà davvero difficile ritornare in piedi come se nulla fosse dopo che avremmo finito.
"Vieni per me." capisce che ci sono quasi e mi dà di più, strofinando più veloce la mano e andando più forte con le spinte "Urla il mio nome come desidero sentirti fare da quando ti ho vista. Stamattina non mi è bastato."
Le sue parole sono un incentivo, infatti raggiungo l'orgasmo più forte di sempre, urlando in automatico il suo nome e gemendo come non mai. Cristo, non so se mi riprenderò dopo questo.
Le sue spinte continuano, ma in modo meno regolare, però io lo fermo. Lui sembra confuso quando lo faccio uscire da me, ma appena mi inchino ai suoi piedi capisce. I suoi occhi verdi brillano di lussuria e io decido di farlo morire per mano mia, restituendogli il favore.
Mykhailo
Quando la vedo inginocchiarsi davanti a me, sorrido automaticamente. Non ci posso credere, non pensavo che l'avrebbe fatto. Cazzo, cosa mi fa provare questa ragazza.
Massaggia la mia lunghezza con la mano per pochi secondi e poi la prende in bocca, andando su e giù. Per un po' detta lei il ritmo, ma istintivamente infilo le mani in mezzo ai suoi capelli e, stringendoglieli, le faccio capire cosa voglio.
Lei mi accontenta, è brava e non sbaglia nulla. Penso che sia la più brava che abbia mai conosciuto. Per un attimo provo una punta di gelosia se penso che abbia imparato a farlo con qualcuno che non sono io, ma scaccio via questa idea ridicola e mi concentro su di lei.
Ha lo sguardo eccitato, gli occhi che luccicano e le gote arrossate. È tremendamente bella. Da impazzire. Continua senza stancarsi per un po', finché le comunico che ci sono quasi, per darle modo di spostarsi, ma proprio come stamattina non lo fa, permettendomi di riversare il mio piacere nella sua bocca. Ingoia all'istante e poi si rialza in piedi, mi viene d'istinto afferrarle il mento e baciarla violentemente sulle labbra, per ringraziarla del regalo che mi ha appena fatto e per sancire il nostro patto.
Da oggi potremo fare sesso ogniqualvolta vorremmo. Non dovremmo più giustificare il fatto che non ci piacciamo ma non sappiamo stare accanto senza saltarci addosso, abbiamo capito che le due cose non sono collegate e siamo capaci di spassarcela senza appunto unire le due cose. E sono davvero felice di questo, dato che l'ho desiderata dal primo momento e dato che abbiamo una chimica pazzesca durante il sesso e sarebbe un peccato sprecarla.
Però, mentre la osservo riprendere fiato e passarmi la mano in mezzo ai capelli, una parte di me mi rimprovera dicendomi che questo gioco non sarà per sempre così semplice e che non ci porterà niente di buono, ma anche stavolta metto a tacere quella maledetta vocina.
Finché posso averla e possederla, non mi importa di altro, assolutamente di nulla.
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