1. Liti in palestra
Alzo gli occhi al cielo, non riuscendo a trattenermi, vedendo che il solito ragazzo è ancora qua.
Non posso credere che venga ad allenarsi sempre tardissimo e resti fino alla chiusura e oltre, non ha rispetto per chi come me deve pulire! Vengo pagata per fare le pulizie, questo è chiaro, ma faccio vari lavori, non solo questo, perciò mi piacerebbe che a mezzanotte la palestra non sia ancora occupata in modo tale da poter riordinare e pulire per l'indomani mattina, ma questo tipo non sembra fregarsene, per nulla.
Proprio oggi sono esausta, e non riesco a credere di dover aspettare i suoi comodi. È da ore che sogno di andare a riposare, ma a quanto pare non è una cosa che farò a breve, e pensare che domattina ho comunque la sveglia presto.
Mi schiarisco la gola, allontanandomi dal carrello delle pulizie e avvicinandomi a lui, per attirare la sua attenzione. Il biondo si gira di scatto verso di me e mi squadra dalla testa ai piedi, ma senza mostrare nessuna emozione attraverso lo sguardo.
"Pensi che ci metterai ancora molto? La palestra doveva essere già chiusa." cerco di usare un tono non odioso, anche se mi viene molto difficile. Purtroppo lui è sempre qua a quest'ora e oggi non riesco a nascondere il fastidio che mi fa provare come invece faccio di solito.
"Ho le chiavi per potermi allenare appositamente a quest'ora, perciò."
La sua risposta mi fa innervosire ancora di più. A me non interessa che sia culo e camicia con il proprietario, proprio per nulla, a me interessa che abbia un minimo di rispetto per chi lavora. Questa è una palestra esclusiva e rinomata, vogliono che sia tutto pulito e in ordine, perciò se ne fregano se c'è lui che non mi permette di fare ciò che devo, se domani dovessero malauguratamente trovare sporco o che, mi licenzierebbero seduta stante, senza se e senza ma.
"Non era questa la mia domanda. Si dà il caso che dovrei pulire, ma non posso farlo con te qua..." lascio la frase in sospeso, sperando che capisca che deve andarsene, ma non sembra cogliere, o forse il fatto è che non gliene frega proprio.
"Beh inizia a pulire il resto della palestra, no?" me lo chiede quasi come se fossi sciocca e avessi potuto pensare da sola a questa possibilità. "Io devo allenarmi ancora un po', perciò non posso aiutarti."
Digrigno i denti per il nervoso e poi mi allontano, non sapendo che altro aggiungere. Le cose che mi stanno balenando in mente sono tutte parolacce e insulti contro questo tipo che pensa di essere Dio sceso in terra e che pensa che ogni persona nel mondo debba lavorare ai comodi suoi.
E ora cosa dovrei fare? Ho già pulito il resto della palestra, a differenza di ciò che crede lui. Mi manca solo la sala pesi dove sembra aver fatto radici.
Sbuffo nervosamente e mi siedo su una delle panche, concedendomi un po' di riposo, anche se temo che una volta seduta sarà davvero complicato rialzarmi, e do un'occhiata ai vari social, non riuscendo però a concentrarmi per colpa della rabbia e della stanchezza.
Rimetto il telefono in tasca e poso lo sguardo sul biondo che si sta allenando. Peccato che sia così stronzo e figlio di papà, perché in fondo non è niente male. Ha un fisico scolpito -come era scontato che fosse visto che sembra vivere qua dentro-, i capelli biondi e gli occhi verdi. Insomma, è davvero un bel ragazzo e visto che devo stare qua ad aspettare che finisca, lo ammiro senza nessun imbarazzo mentre solleva i pesi e il sudore gli bagna il viso e i capelli.
Ha i muscoli delle gambe e delle braccia in bella mostra, che si contraggono a ogni movimento che fa. Non so perché, ma la mia mente si perde in territori proibiti che non dovrei esplorare. Non con questo idiota.
Chiudo gli occhi leggermente, cercando di riposare la mente, nel frattempo che finisce di allenarsi, e cercando di non far vincere la stanchezza. Penso che questi ritmi lavorativi, a lungo andare, mi ammazzeranno davvero.
*****
"Bella addormentata, svegliati!" Sento una voce insistere al mio orecchio e qualcuno picchiettarmi la spalla, mentre mugugno qualcosa che non so nemmeno io. "Avanti, devi svegliarti, forza."
Muovo la mano per allontanare chiunque stia disturbando il mio sonno, ma poi apro gli occhi di scatto appena mi rendo conto che io vivo sola e che per questo nessuno può interrompere il mio sacro riposo in casa mia.
Merda! Appena poso lo sguardo sul biondo, mi rendo conto che mi sono addormentata in palestra, altro che camera mia. Come ho potuto? Non è possibile.
"Che ore sono?" È la prima cosa che chiedo, stropicciandomi gli occhi.
Lui fa spallucce e mi rendo conto che si è lavato e cambiato. Io avevo già pulito il bagno... non posso credere che devo ripulire anche quello. "Credo quasi le due." lo dice con una nochalance unica, mentre a me viene voglia di lanciargli un peso in testa. Solitamente non sarei in grado di sollevarne nemmeno uno, ma con la rabbia che mi sta montando dentro sarei capace di sollevare un palazzo intero per lanciarglielo addosso.
"Tu sei uno stronzo." Le parole mi escono da sole dalla bocca, anche se queste sono dolcissime in confronto a quelle che sto pensando. "Come ti viene in mente di finire un allenamento a quest'ora? Io come dovrei pulire ora?"
"Come prego?"
"Hai sentito benissimo. Sei irrispettoso. Io devo ancora pulire la sala pesi, ci vorrà minimo un'ora, poi devo tornare a casa e, se sarò fortunata, riposerò due ore. Visto che domattina ho la sveglia presto per lavorare in un altro posto." gli sputo addosso tutta la rabbia che ho, sono stufa di questa vita, sono stufa di dovermi fare in quattro, e sono stufa di chi come lui pensa che tutto sia dovuto.
"Ti avrei anche aiutata se solo non mi avessi parlato in questo modo. Ora penso che ti arrangerai da sola."
Le sue parole stanno continuando solo a urtarmi di più. Perché non ha almeno la decenza di tacere e andare via? "Ma per favore, l'unica cosa che toccano solitamente le tue mani è il detersivo per pulire la tua costosa auto, sempre che tu abbia qualcuno per farti pulire anche quella, figurati se ti inchini a fare le pulizie qua."
Lui ride sentendo questo e scuote la testa, sempre con fare divertito. Cosa c'è da ridere? Perché io non trovo nessun lato comico in questa storia. Anzi, mi sta venendo quasi una crisi isterica. "Ti sei fatta la tua idea su di me. Certo che devi avermi pensato parecchio se hai bene in mente tutti i dettagli della mia vita." mi fa un occhiolino malizioso e io per poco non mi soffoco con la mia stessa saliva, sentendo il sangue affluire alle mie guance.
"Io pensare a te? Non ho avuto bisogno, basta vederti due secondi per capire che razza di persona tu sia."
"Ah sì? Ed è per questo che prima stavi sbavando mentre mi guardavi? Ti ho vista dallo specchio, non sono mica cieco." continua con il suo modo di fare sicuro e divertito, e io mi devo trattenere dal tirargli uno schiaffo sul suo bel visino. "Se vuoi, possiamo vederci qualche volta."
"Ti dico una cosa, biondo. Apri bene le orecchie. A uno come te, non la darei nemmeno se ne avessi due, capito?" gli sorrido falsamente dopo aver detto questa cosa, ma non sembra ferito o colpito, anzi. Sembra piuttosto compiaciuto, come se questa frase avesse scatenato chissà quale meccanismo nella sua mente.
"Questo è da vedere. Ora vado perché sono piuttosto stanco ed è tardi, magari ci vediamo queste notti, principessa." so che sta volutamente cercando di farmi innervosire, perciò stringo i pugni e non ribatto, non dico assolutamente nulla, lo osservo mentre va via, sperando di non vederlo mai più.
Lui è stanco... non io che ora dovrò finire a chissà che ora per colpa sua. Per lui è tardi, non per me che devo ancora lavorare e dormirò pochissimo e non so come farò ad affrontare la giornata di domani, che sarà altrettanto dura.
E poi quel soprannome idiota, se lo può gentilmente infilare dove non batte il sole.
Cristo Dio... sono nervosa più che mai, ma non posso fare nulla per cambiare le cose.
Ormai è andata così. Posso solo finire di lavorare, il più in fretta possibile, e correre a casa per riposarmi un po'... cercando di non pensare troppo a questo idiota, perché un soggetto del genere non merita nemmeno un po' di peso.
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