Epilogo

La dottoressa Murphy e il dottor Wells sono seduti uno di fianco all'altro, su due sedie diverse ma della stessa fattura. Sono di fronte a Blythe, che li osserva accomodato sul divanetto, nello studio della donna. Il loro affiancamento ha dato i suoi frutti ed entrambi mostrano uno sguardo fiero, orgoglioso, il mento alto e la sicurezza in ogni parola o gesto. Hanno deciso che seguiranno Blythe fino alla fine dell'anno scolastico e che poi le loro strade si divideranno. Blythe non li vedrà più, loro non vedranno più Blythe, ma non è detto che la psichiatra e il logopedista non continueranno a vedersi.

«Allora, Blythe, com'è andato quest'ultimo mese? Come vanno le cose da quando Daisy è in clinica? Riuscite a sentirvi senza problemi?» comincia Britney.

Blythe si prende un attimo prima di rispondere, e ripensa all'ultima volta che ha visto Daisy. La clinica per la cura dei disturbi d'ansia è d'umore dista circa un'ora di macchina e un'ora e mezza di pullman e con Noah e Allyson non è stato difficile arrivarci.

Dopo l'ultimo avvenimento e ciò che l'aver sentito su Blythe ha provocato nella mente della ragazza, i genitori, insieme a Timothy, sono arrivati alla conclusione che Daisy non può più vivere in tutto quel casino che è la vita di un'adolescente. A malincuore, Daisy ha accettato la loro scelta e sa che fingere di non aver bisogno di cure più adeguate non la aiuterà più. Thomas e Jacqueline, per sua fortuna, sono ancora lì e insieme affronteranno un percorso specifico dal quale hanno intenzione di uscire vincitori. Eppure, il fantasma di Abby, di chi non ha vinto e si è lasciata sopraffare, incombe su di loro a ricordargli quanto sarebbe facile cedere e lasciarsi andare.

Blythe, però, è fermamente deciso a impedirlo.

«Un passo alla volta, passo dopo passo. Ce la faremo.» È questo che, con qualche difficoltà, Blythe ha comunicato a Daisy l'ultima volta che sono stati insieme.

«B... bene» balbetta Blythe, davanti agli occhi il viso dolce di Daisy e il suo sorriso accennato.

«Respira, Blythe» suggerisce Justin e lui tira un grosso respiro profondo.

«A me... a me sembra che stia... bene» borbotta.

«Beh, questo è magnifico. Noah e Allyson sono venuti con te anche l'ultima volta, come la prima?»

A Blythe viene da ridere al ricordo di Noah che prova a stringere la mano di Allyson e lui che arrossisce per un semplice bacio sulla guancia.

Annuisce.

«Blythe...» lo ammonisce Britney, ricordandogli di sforzarsi a usare le parole.

«Sì.»

Britney appunta qualcosa sulla sua cartellina, mentre con una mano si sventola per il calore. Rispetto alle altre volte, fa davvero caldo, nonostante sia ancora fine maggio.

Il dottor Wells gli sorride, prima di riprendere in mano il discorso: «E il progetto di chimica?»

«Ci stiamo...» Tossisce perché la parola che sta per pronunciare è troppo elaborata per lui. «Lavorando» dice alla fine, scandendo ogni sillaba.

«Bene.» L'uomo dai capelli brizzolati, gli occhi chiari e un evidente neo sotto l'occhio destro gli sorride. «Aspettiamo allora di vedere come andrà, state trovando difficoltà?»

«No» risponde lui, rapido. Ed è vero. Anche con Daisy lontana a chilometri da lui non è stato difficile trovare il modo per studiare insieme. Basta che Noah e Allyson siano con lui, un computer o anche il suo cellulare e lavorano per ore senza sosta. Certo, se Daisy fosse accanto a loro non sprecherebbero tutte le sostanze che stanno gettando nei vari tentativi, ma almeno possono essere felici del fatto che sarà con loro a sostenere l'esame finale di chimica. Daisy, infatti, studierà da privatista, almeno finché sarà in clinica.

«Mh... perfetto» commenta ancora l'uomo, prima di cercare lo sguardo di Britney e forse farle capire che non sa più cosa dire per far sì che Blythe parli ancora. Nonostante gli sforzi, Blythe non riesce a pronunciare troppe parole nella stessa frase: la paura che possa ringhiottirle è sempre lì, in agguato.

«Pensi di andare alla festa di Allyson per la fine della scuola?» domanda lei.

Blythe scrolla le spalle e distoglie lo sguardo dai due dottori. «N... non lo so.»

«Sarà divertente, no?»

Annuisce. «Forse.»

«Potresti sempre...» continua Britney, ma il battere possente del pendolo la blocca e tutti e tre sobbalzano.

Blythe avverte un brivido formicolargli la schiena, ma si volta lo stesso verso quell'imponente orologio con un sorriso da un orecchio all'altro. È come se sentisse che l'anima di Michael Murphy gli volesse comunicare ancora qualcosa o come se lo stesse salutando, perché, ormai, il potere non c'è più. Nessuna visione, nessun cambio di prospettive. Adesso vede solo attraverso i suoi occhi. Eppure, anche senza quei momenti nella mente degli altri, riesce a capire come comportarsi e cosa non fare. Tutta questa storia gli è servita per rendersi conto di un piccolo, ma fondamentale insegnamento: non possiamo giudicare gli altri sulla base solo di ciò che vediamo. E ora, più che mai, è deciso a non commettere più quello sbaglio.

«Cavolo, questo pendolo è da infarto» commenta Justin e Blythe ride, d'accordo con lui.

«Sì, ma è bellissimo» ribatte Britney, lo sguardo piantato sull'orologio. «E poi mi aiuta a ricordarmi della fine delle sedute.» Si volta verso Blythe e gli sorride. «Allora, ci vediamo il mese prossimo, Blythe?» domanda e lui conferma col capo.

«Sì» risponde, però, subito dopo per non essere ripreso ancora.

«Bene.»

I due dottori si alzano per salutarlo e lui, prima di andare via, lancia un'occhiata ancora al pendolo.




☻☻☻





«Quando la fase A e la fase B hanno raggiunto la stessa temperatura, la fase B si versa nella fase A e mescolando...» Daisy parla mentre compie quei gesti e tutta la classe è attorno alla cattedra per vedere la magia che sta per compiersi. «... le due fasi si uniscono» conclude.

Mescola le due sostanze con una bacchetta di vetro e quelle, unendosi, ne creano subito una terza bianca. Più Daisy gira e la sostanza si raffredda, più si solidifica finché non diventa un liquido cremoso e liscio.

Esclamazioni di stupore e commenti sommessi si diffondono subito nell'aula e a essi segue un applauso spontaneo per quello che i quattro ragazzi sono riusciti a fare. La professoressa Olsen sorride, emozionata, e batte anche lei le mani.

«Bravi, bravissimi!» esclama. «Siete stati formidabili, i miei complimenti. Una bella "A" a tutti e quattro.»

Dopo quell'affermazione, Blythe dà il cinque a Noah e Allyson abbraccia Daisy.

«Bravissimi» si complimenta ancora la professoressa. «Adesso a posto.»

Gli esami proseguono con le restanti coppie che mostrano il loro lavoro e poi tutti i ragazzi escono dall'aula di chimica più rasserenati: sono riusciti a passarlo.

«Adesso dobbiamo festeggiare!» esclama Allyson, le braccia stese verso l'alto e un sorriso smagliante. «E non ditemi che c'è poco da festeggiare perché mancano ancora degli esami, questo era il più difficile! Allora, verrete alla mia festa domani sera?»

Blythe e Daisy si guardano per un secondo negli occhi, mentre camminano mano nella mano insieme agli altri per raggiungere l'uscita. Il ragazzo le porge una domanda telematica e lei afferra al volo.

«Non devi cercare molto o di fare chissà che. A volte basta solo far sentire la propria presenza, dimostrare che ci saremo sempre per loro.»

Le parole dello psicologo di Daisy gli ritornano in mente ogni volta che sente di non essere all'altezza o che debba andare alla ricerca di qualcosa da fare o da dire per rasserenare almeno un po' l'animo della ragazza.

«Beh...» dice lei, alzando le spalle. «Non sarebbe male come idea.»

Allyson sorride a quella risposta e ancora di più Blythe, che sa che quella sarà per Daisy la prima festa in assoluto da quando è al liceo.

«Perfetto!» grida Allyson. «Daisy viene e di conseguenza anche Blythe. Noah, tu puoi venire un po' prima per aiutarmi a sistemare?»

Noah si sistema gli occhiali e lo zaino sulle spalle, mentre si accosta ancora un po' ad Allyson con la scusa di parlarle della festa. «Certo, nessun problema» conferma, poi incrocia lo sguardo di Blythe che alza un angolo della bocca e gli fa l'occhiolino.

Blythe stringe più forte la mano di Daisy tra la sua e i quattro ragazzi attraversano l'entrata della scuola, ritrovandosi così all'aria aperta e con il sole che gli riscalda i cuori.

Il cellulare di Blythe vibra e lui lo afferra senza pensarci troppo. Lo sblocca e gli scappa una risatina di fronte a una foto di Matt, con dietro la Statua della Libertà. Ha sul viso un sorriso smagliante, di quelli che Blythe non gli ha mai visto fare, i capelli ricci mossi dal vento e nemmeno un graffio, su quel viso, nemmeno un livido.

«Chi è?» chiede Daisy, e subito Blythe nasconde il telefono alla sua vista. In fondo ha promesso che avrebbe mantenuto il segreto.

Lui scuote la testa – il suo modo per dire "nessuno", che ancora non ha abbandonato – e le sorride. Le lascia la mano, ma solo per un attimo, solo per battersi l'intero palmo sul petto, unire le dita fino a formare un cuore e indicarla.

Quel "Io amo te" a gesti, ormai, è l'unica cosa che è rimasta Blythe del periodo in cui non usava le parole. E Daisy, con un grosso sorriso sulle labbra, ama ricambiare anche lei con quei gesti.

Non aggiungono altro e in silenzio camminano piano, senza fretta. Passo dopo passo. 




Eccoci alla fine della storia! Spero che l'epilogo vi sia piaciuto e che in generale la storia vi abbia lasciato qualcosa. 

Personalmente mi mancherà aggiornare. Ci sentiamo tra qualche giorno per i ringraziamenti e, chissà, magari un capitolo extra! 

A presto

Mary <3 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top