5. N-E-R-D

Blythe è fuori la porta dell'aula nella quale deve scontare la detenzione e ha in mano il foglietto da consegnare al professore che, lì dentro, sarà il suo carceriere. Per punizione, per due settimane, deve trascorrere due ore dopo la scuola seduto senza far nulla, insieme agli altri galeotti come lui. Di certo, l'unica cosa positiva è che restare in silenzio non è un problema per lui, come lo può essere per i suoi compagni.

Non trova il senso in quello che gli stanno per far fare, ma non può in nessun modo cavarsela.

Tira un respiro profondo e apre la porta. Cammina a passi lenti, fino a raggiungere la cattedra. Consegna il foglio al professore e lui gli dice di andarsi ad accomodare dove preferisce.

Matt è seduto in seconda fila, con il pugno a reggere il viso e il gomito dell'altro braccio poggiato sul banco. Si fissano per una frazione di secondo, poi Blythe si muove per andare a sedersi.

Ci sono due posti liberi: uno è appena dietro Matt, l'altro è davanti a lui. Blythe resta fermo per qualche secondo, indeciso su quale occupare. Non sa se sia meglio stargli dietro o davanti.

«Penny, per favore, lascia a Valkut il tuo posto» ordina il professor Riley a una ragazza che, veloce, va ad accomodarsi dietro Matt.

Blythe guarda con orrore il posto lasciato libero: è di fianco al bullo. Tuttavia, sconsolato e amareggiato, non può rifiutarsi di obbedire. Un altro sguardo tra i due e Blythe è sorpreso di vedere, sul volto di Matt, più lividi di quanto ricordava avergnene fatti.

«I muti non dovrebbero avere una punizione diversa?» domanda Matt, in tono sarcastico, al professore.

«Anderson, finiscila» lo ammonisce lui.

«Che c'è?» esclama ancora il ragazzo. Allarga le braccia e si volta verso i compagni in cerca di approvazione. «Non mi sembra di aver detto qualcosa di sbagliato.»

«Te lo ripeto: smettila.»

Senza farsi vedere e fingendo di star raccogliendo qualcosa nello zaino poggiato a terra, Blythe assesta un calcio nelle caviglie di Matt.

«Ehi!» esplode lui. Blythe gli mostra la lingua. «Brutto stronzo!» urla e prima che possa fermarlo l'ha agguantato per la felpa e tirato verso di sé. «Vuoi ricominciare? Guarda che non ci metto niente a spaccarti la faccia.»

«Basta! Basta!» cerca di fare da paciere il professore. «Anderson, smettila!»

Il professor Riley strappa di mano Blythe a Matt e decide che è meglio, per il bene di entrambi, farli sedere ai due lati opposti della classe. Così, controvoglia e arrabbiati, si sistemano Blythe nell'angolo a sinistra alla fine dell'aula e Matt nell'angolo a destra, all'inizio della stanza.

«Questa punizione è per voi, non per me» ci tiene a precisare Riley. «Perciò state in silenzio e scontatela, grazie.»

Con un tonfo, l'uomo si lascia cadere di nuovo sulla sedia dietro la scrivania, sperando che tutto proceda con la calma più assoluta. Ma non passano nemmeno cinque minuti che qualcuno bussa alla porta.

È Allyson, la ragazza che ha invitato Blythe alla festa. Il ragazzo è sorpreso di vederla lì: la prima impressione che gli ha dato non è stata quella di una ragazza che si mette nei pasticci e, infatti, la cheerleader non è lì per se stessa, ma per Blythe.

«Professor Riley» esordisce la ragazza, «il coach ha bisogno di Valkut per una questione urgente.»

«Che questione urgente?»

«Oh, non lo so con certezza, il coach Guss non me l'ha detto, ma mi ha chiesto esplicitamente di dirle di non fare come per Kaine...»

Riley arrossisce, colto nel vivo, e i suoi occhi si puntano su Blythe e poi di nuovo su Allyson. L'ultima volta che un giocatore del coach Guss è stato in detenzione e Riley non gli ha permesso di svignarsela, quando è uscito di lì è stato investito da un'auto e non ha potuto continuare a giocare. Se l'avesse fatto uscire prima, probabilmente non sarebbe successo e la squadra avrebbe vinto il campionato di football.

«È stato un caso...» ringhia Riley, sempre più rosso di vergogna.

«Beh, non vorremmo mica farlo ricapitare?»

«No, ma...» Tira un sospiro; poi annuisce. «E va bene. Valkut, puoi andare dal coach Guss.»

Blythe non discute, prende le sue cose e si alza. È perplesso per vari motivi: non sa chi sia il coach Guss e non pratica nessuno sport; non capisce perché Allyson l'abbia fatto ma, soprattutto, perché, quando esce dall'aula, si ritrova Noah di faccia.




☻☻☻ 





«Amico, non puoi capire!» esclama Noah, mentre lui, Blythe e Allyson si dirigono al campo di football. «Allyson è venuta da me, da me, capisci?» Abbassa il tono di voce prima di aggiungere: «All'inizio, lo ammetto, pensavo di star sognando, poi, beh, ha detto che ti cercava e quindi... Però, dai, è venuta da me!»

Noah stringe la spalla di Blythe e saltella a ogni frase che pronuncia. È molto eccitato del fatto che la bella cheerleader gli abbia rivolto la parola, e il loro piano per far evadere Blythe l'ha reso ancora più euforico. Allyson, come evince Blythe dalle parole concitate di Noah, voleva sapere che fine avesse fatto il ragazzo e perché non fosse venuto alla festa; quando ha saputo che il motivo della detenzione era la rissa con Matt, non ci ha pensato un secondo e con l'aiuto di Noah hanno attuato questo stratagemma per farlo uscire.

Purtroppo, però, solo per oggi Blythe potrà sfruttare la genialità dei nuovi amici: gli altri giorni di punizione dovrà scontarli.

«Sei contento di essere evaso?» chiede Allyson a Blythe. Il ragazzo sorride a trentadue denti e conferma con un cenno del capo. La cheerleader ride e, prima di trotterellare verso le sue amiche che la aspettano, gli scocca un bacio sulla guancia.

Blythe arresta i suoi passi e, imbarazzato, si porta una mano sulla gota glabra. Non si aspettava questo affetto da parte di una persona che conosce così poco, soprattutto se è una ragazza tanto bella quanto Allyson. Blythe non ha mai avuto relazioni con l'altro sesso, solo qualche bacio di tanto in tanto. Per quanto non sia un ragazzo timido, non parlare ha giocato un ruolo importante nel suo rapporto con le donne. Scrivere o gesticolare non sortisce lo stesso effetto, quando vuoi corteggiare una ragazza; o almeno quelle che ha provato a corteggiare Blythe.

Il campo in cui si ritrovano, qualche secondo dopo, è occupato dalla squadra di football che si sta allenando in vista della prossima partita e dalle cheerleader.

«Sedetevi lì» dice Allyson ai ragazzi, indicando le tribune.

I due ragazzi, obbedienti, si sistemano sulle gradinate e assistono all'allenamento.

Dopo qualche minuto, gli occhi di Blythe sono stanchi di vagare dagli esercisti ginnici delle cheerleader agli schemi di allenamento dei ragazzi; così si stende, appoggia la testa sullo zaino e chiude gli occhi, sonnecchiando. Noah, invece, sembra amare ogni centimetro del corpo di Allyson e non la perde di vista per nessuna ragione al mondo. Ogni movimento che la ragazza fa, Blythe ne è a conoscenza, perché l'amico gli sta facendo una telecronaca molto puntuale.

«Oh...» sospira Noah, quando Allyson esegue una ruota, agitando poi i pon pon verso l'alto. «È perfetta...»

Blythe si lascia andare a un risolino, che prontamente camuffa quando Noah si gira verso di lui.

«Non trovi che sia bellissima?» gli domanda Noah.

Blythe si limita ad alzare le spalle e a spostare lo sguardo sulla ragazza. Non sa se definire Allyson una bella ragazza oppure no, di certo è molto appariscente; ma non è proprio il tipo di bellezza che piace a Blythe. Forse è per questo che non capisce l'ossessione di Noah.

«Bene. Così non me la soffi» commenta Noah, ma non finisce nemmeno di dirlo che Allyson sta sbracciando, chiamando Blythe.

«Blythe!» urla la ragazza. «Vieni qui!»

Controvoglia, il ragazzo si rimette seduto e si stropiccia gli occhi. Non appena riesce a vedere bene con tutto quel sole, scende e va incontro ad Allyson.

«Blythe, loro sono Grace, Lisa, Elsa, Bonnie e lei è la nostra capitana, Daisy.» Allyson presenta a Blythe le sue amiche cheerleader. Tutte loro sono ben felici di conoscere il nuovo compagno. Tutte, forse tranne una.

«Blythe è stato messo in detenzione dal preside per aver picchiato Matt... Non potevo non farlo uscire!» afferma Allyson e le altre sono perlopiù d'accordo con lei.

«Se ha scatenato una rissa, allora vuol dire che meritava la detenzione, Ally» le fa notare Daisy, per poi incrociare lo sguardo di Blythe.

Un lungo brivido percorre la schiena del ragazzo, quando Daisy gli rivolge quell'occhiataccia. Non riesce a capire perché ce l'abbia tanto con lui e soprattutto da dove venga tutta questa antipatia, ma lascia correre e si limita a sorriderle.

«Non fare l'antipatica, Daisy» l'ammonisce l'amica, «Blythe avrà modo di scontare la sua "pena", ma nel frattempo quell'idiota di Matt sconterà un giorno in più.» Dopo aver pronunciato le ultime parole, Allyson lancia un occhiolino a Blythe che ricambia.

«Ehi, che succede?» sbuca Noah da dietro le spalle di Blythe.

«Oh, Dio, ci mancava solo il nerd!» esclama Daisy, roteando gli occhi al cielo, scocciata. «Io me ne vado a casa, ragazze. Ci vediamo domani.»

Daisy raccoglie le sue cose e senza aggiungere altro fa per andarsene, ma Blythe non ne vuole sapere di lasciarla andare via così, senza avere una lezione. Non gli piacciono le persone come lei e, anche se non conosce bene Noah, quel commento nei suoi confronti non gli è piaciuto per niente. Per cui, una volta che la ragazza ha voltato le spalle, Blythe la afferra e la costringe a girarsi di nuovo.

«Che cosa vuoi?» domanda lei, provando a strattonare il braccio dalle grinfie di Blythe.

Blythe indica Noah e poi Daisy.

«Come?»

Daisy non sembra capire quello che Blythe vuole dirle. Allora il ragazzo ci riprova: indica Daisy, poi si porta un dito sulle labbra e poi di nuovo indica Noah.

«Credo...» azzarda Allyson, «che vuole che tu chieda scusa al nerd...» Blythe la fulmina e allora lei rettifica: «Cioè a... Noah, giusto?»

Noah, ignorando il fatto che per due volte l'abbiano appellato con quell'epiteto, sorride felice ad Allyson.

«Sì, Noah» conferma.

«Chiedere scusa per cosa?» chiede Daisy.

Blythe sbuffa e sempre più arrabbiato mima le lettere "N-E-R-D". Finalmente, la cheerleader sembra capire.

«Per quello? Qui tutti lo chiamano così!»

«Blythe, non fa niente, lascia stare» s'intromette Noah, accostandosi all'amico. Ma Blythe non ne vuole sapere e il suo sguardo resta impiantato in quello di Daisy, in attesa che lei parli.

«Oh, per favore!» esclama la ragazza, prima di voltare le spalle, ma stavolta per andarsene davvero.

Blythe prova a correrle dietro, ma viene bloccato da Allyson che gli pone una mano sul petto per bloccarlo.

«Lasciala stare, Blythe. Quella lì è solo una snob viziata» afferma. «Suo padre ha sovvenzionato più volte la scuola, o non sarebbe il capitano delle cheerleader. Tutto quello che ha lo deve solo ai soldi.»

Tutto ciò che ha detto Allyson non è per nulla rassicurante né fa calmare Blythe, anzi, lo fa infuriare ancora di più. Tuttavia, dà ragione alla ragazza e decide, almeno per quel giorno, di lasciar perdere.

Inevitabilmente, però, il suo sguardo ritorna su Daisy: la ragazza sta correndo fuori dal campetto con già il telefono attaccato all'orecchio, forse in una conversazione futile con qualcuno.     


Buon martedì! Un nuovo personaggio è stato presentato: Daisy, che ne pensate? Fatemi sapere e a venerdì! 

Mary <3 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top