40. Non sai niente, Jon Snow

Noah punta il cursore del mouse sull'enorme drago che insieme ai suoi compagni telematici sta provando ad ammazzare. Con l'aiuto dei tasti "w, a, s, d" muove il suo personaggio, un'orchessa dal seno prosperoso e l'armatura che non copre nemmeno un lembo di pelle, per far sì che quell'orrendo essere non lo colpisca di nuovo: gli manca pochissimo per finire ancora una volta nell'aldilà di quel gioco online.

Oggi non è proprio concentrato, ma non riesce a spiegarsi il perché: di solito è sempre l'ultimo a morire, o almeno quello che contribuisce di più alla vittoria finale, ma evidentemente è la sua giornata "no".

«Maledetto» sussurra, quando con un'alitata di fuoco il drago viola lo colpisce di sbieco.

Guarda la sua barra vitale e impreca sottovoce perché è arrivato proprio al limite.

«Come stai messo, Noah?» domanda Peter, il guaritore.

«Male. Vieni da me, per favore, non curare solo Brian...» Non lo finisce nemmeno di dire, che un altro colpo del drago lo mette KO. «E che cavolo!» esclama, mentre osserva il suo personaggio attorniato da un paesaggio lugubre e poco illuminato.

«Ma dai, Noah!» commenta Ethan. «Muoviti, che ci sta decimando!»

«Un momento» si lamenta, prima di tastare furiosamente per ritornare dai suoi compagni.

Mentre la schermata si carica, si toglie le cuffie e si alza dalla poltrona in pelle nera. Si passa una mano tra i capelli rossi e va a cercare la bottiglia d'acqua che ha sistemato vicino alla scrivania; la trova, l'afferra e ingolla un lungo sorso. Sospira.

«Eccomi» afferma, quando finalmente vede comparire il suo personaggio di livello 57 rianimato e forte come prima. «Princecharming12 è di nuovo online!»

«Grande!»

«Datti una mossa!»

Sorride per le reazioni così diverse dei suoi amici telematici e scarica tutto lo stress su quel povero drago viola.

Salta e scansa un attacco del temibile mostro, prima di controbattere con un colpo che gli toglie molta energia vitale.

«Vai, Noah!» esclama qualcuno e le sue labbra si allargano sempre di più.

I suoi occhi, nascosti dalle lenti spesse, sono concentrati al massimo sullo schermo; ma d'un tratto qualcosa distoglie la sua attenzione. Il suo telefono ha preso a vibrare e una serie di messaggi si susseguono, illuminando la schermata iniziale.

Getta un'occhiata sul cellulare e riesce a capire, stringendo le palpebre, che è Allyson. Improvviso calore gli invade le gote e il cervello comincia a elaborare diversi scenari. Nessuno possibile, ma è bello sognare.

Lui e Allyson, dopo la gita in baita, hanno chiarito il malinteso creatosi a causa dei due sciatori, ma il loro rapporto non è poi proseguito più di tanto; soprattutto non grazie alla scomparsa improvvisa di Daisy e all'allontanamento di Blythe. Se tutto fosse rimasto com'era, avrebbe potuto riavvicinarsi a lei magari attraverso quello stupido progetto di chimica, ma tutto è stato rimandato alla fine delle vacanze natalizie, anche se ancora non se n'è parlato. Nel frattempo, ha solo scambiato qualche messaggio con lei a Natale e l'ultimo dell'anno, ma erano solo gli auguri classici, a cui – nel bene o nel male – rispondiamo tutti.

«Noah!» grida qualcuno e lui si volta di nuovo a osservare il campo di battaglia. Il drago l'ha colpito e la sua barra vitale è scesa drasticamente.

«Cavolo...» sussurra, mentre prova a fare qualcosa per aiutare e nello stesso tempo per non morire. Eppure, il suo pensiero è fisso, ora, sul led del cellulare che lampeggia, in attesa che lui legga tutti quei messaggi.

Quanti ne erano? Si chiede. Quattro? Cinque? Mi sembrano moltissimi e tutti mandati così velocemente. Forse è importante, forse vuole chiedermi qualcosa di vitale importanza. E se stesse male? Se fosse in pericolo?

Proprio non riesce a lasciar perdere e con un occhio puntato al computer e con solo la mano sul mouse, con la sinistra afferra il cellulare e con qualche difficoltà lo sblocca.

"Noah, ci sei?"

"Ehi, rispondi."

"Almeno tu dimmi qualcosa!"

"Sai che fine ha fatto Blythe?"

"E Daisy?"

"Noah?"

«Noah, sei di nuovo morto!»

«Cosa?» chiede, sorpreso, voltandosi di scatto. L'aldilà gli appare davanti in tutto il suo splendore.

«Non vinceremo mai...» si lamenta qualcuno.

«Devo lasciarvi» dice, togliendosi le cuffie e già chiudendo il programma. Fa così in fretta a spegnere tutto che a stento sente i suoi compagni urlare qualcosa contro di lui, ma non è più il caso di continuare in quel martirio, soprattutto perché adesso vuole rispondere ad Allyson.

"Ehi" scrive.

"Ce ne hai messo di tempo per rispondere" replica Allyson. "Che stavi facendo?".

Noah compone solo le prime parole di una frase, ma poi si rende conto che è meglio pensare bene a cosa rispondere; di primo acchito le stava rispondendo che stava giocando a un gioco online, ma poi capisce di non voler passare ancora una volta per il nerd della situazione. Così, la prima cosa che gli viene in mente è: "Studiavo"; tuttavia, non ottiene comunque l'effetto sperato perché Allyson risponde con "Secchione".

Storce la bocca e si gratta la chioma rossa, alla ricerca di qualcosa da dire, ma poi si limita ad aggiungere alla loro conversazione un'emoticon che fa la linguaccia.

"Hai da fare oggi?". Ancora un messaggio da parte della ragazza.

Il cuore di Noah palpita un po' più forte ed è tentato dal rispondere subito con entusiasmo, ma poi si dice che non deve esagerare e non deve sbilanciarsi troppo. In questi mesi non ha mai ottenuto nulla assecondando sempre il volere di Allyson e ne è la dimostrazione il fatto che la cheerleader non abbia mai accettato di fare qualcosa da soli loro due, ma ha sempre cercato o di sviare il discorso o di includere anche Blythe e Daisy. Adesso, Noah spera che finalmente possa avere una scusa per vedersi da soli loro due.

"A che pensavi?" replica, poi si fa i complimenti da solo per la risposta che ha dato. Non è stata né troppo entusiasta, ma nemmeno indifferente o fredda.

"Ti passo a prendere e vediamo quei due che combinano?".

Un'altra smorfia si palesa sul volto del ragazzo occhialuto, che neanche stavolta sembra essere riuscito a scucire un appuntamento ad Allyson; eppure, la voglia di vederla è tanta, per cui, in fondo, si fa andare bene quanto lei ha proposto. Per un attimo, spera che né Daisy né Blythe siano a casa.

"D'accordo". Non aggiunge altro, ma fa presto a inviare una nota vocale per dirle che ha bisogno di dieci minuti almeno per prepararsi. Lo fa di proposito, le fa sentire la sua voce in modo tale che quel suo "d'accordo" non risulti il "d'accordo" di una persona che sperava in altro. Proprio non vuole passare come quello che le sbava dietro. È così, ma almeno vorrebbe lasciare un minimo dubbio.

"Va bene, a fra poco".

Non è la prima volta che Allyson, con la sua macchina sportiva regalatale dai genitori, passa a prendere Noah – che non guida ancora – per andare o da Blythe o da Daisy, per cui il ragazzo sa che di solito non le ci vuole moltissimo per arrivare. Si fionda, allora, in bagno per farsi una veloce doccia.

Mentre il getto dell'acqua calda gli bagna la testa, Noah riflette su cosa indossare. Si è infilato sotto la doccia senza nemmeno prendere dei cambi puliti, ma è meglio pensare in anticipo a cosa mettere così appena uscirà dovrà solo trovare tutto e vestirsi il più in fretta possibile. Vuole fare al più presto anche per avere il tempo di sistemarsi i capelli, che ormai, dopo sedici anni di tagli sbagliati, hanno preso la piega che vogliono.

Non appena ha finito di lavarsi, afferra l'asciugamano e se lo passa in fretta sui capelli e sul corpo. Non si preoccupa di arrotolarsi nel tessuto di spugna per uscire dal bagno: la distanza dalla sua camera da letto è davvero poca e sua madre è al piano di sotto, insieme al suo fratellino, Jackson.

Con ancora qualche gocciolina che gli scende lungo la schiena e sul petto, Noah spalanca la porta e per poco non gli viene un arresto cardiaco.

«Oh, cazzo» sussurra, quando si trova di fronte Allyson in tutto il suo splendore.

La ragazza gli sorride ed è chiaro che sta nascondendo una risata. «Lo vedo...» ammicca lei, facendo su e giù per il corpo di Noah.

Imbarazzato, Noah fa un passo indietro e si chiude di nuovo in bagno. Si spalma sulla porta in legno bianco e stringe forte gli occhi, mentre sente Jackson ridere di gusto per aver assistito a sua volta alla scena.





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«Scusami, Allyson...» comincia Noah, sistemandosi la felpa blu.

Sua madre gli ha giocato davvero uno sporco tiro mancino, lasciando che Allyson salisse al piano di sopra senza avvisarlo prima e lui, deve ammetterlo, non ha fatto caso al tempo che ha passato sotto la doccia; credeva di essersi fatto una doccia velocissima, invece ci ha passato più di mezz'ora sotto il getto dell'acqua, tra le riflessioni rivolte ad Allyson e su cosa indossare.

Adesso è finalmente vestito, ma ha dovuto comunque sopportare l'imbarazzo di uscire dal bagno con solo l'asciugamano in vita e di dire ad Allyson di aspettarlo fuori dalla porta, mentre si cambiava.

«... non pensavo che tu...»

«Tranquillo, Noah» lo frena lei, «non hai nulla di cui imbarazzarti.»

Il tono che ha assunto Allyson, così come la sua espressione maliziosa, fanno venire il dubbio a Noah sul fatto che abbia volutamente fatto un'allusione sul suo pisello oppure no, ma lascia correre perché proprio non gli va di indagare per capire cosa intenda.

«Va bene» commenta lui, inghiottendo un groppo di saliva.

Allyson è seduta sul suo letto, mentre aspetta che Noah faccia in fretta a vestirsi; gli mancano solo le scarpe, poi potranno finalmente lasciare la sua stanza. Per quanto abbia desiderato molte volte avere la cheerleader in camera sua, nel suo letto, adesso Noah è così imbarazzato che ogni componente d'arredo gli appare bruttissimo e senza senso. C'è troppo di suo in quella camera, ed è visibile ovunque: sulle pareti, pieni di poster di band e serie tv; sulle mensole adornate da ogni tipo di oggettistica possibile e immaginabile; nella libreria, ripiena di fumetti, manga e quant'altro.

Si infila la scarpa al piede destro e, per compiere l'operazione, dà di proposito la schiena ad Allyson perché nel frattempo si è alzata per andare a curiosare tra le sue cose e proprio non vuole vedere il disgusto sul suo volto nel constatare quanto aveva ragione a chiamarlo "nerd".

«Hai sentito poi Blythe?» domanda lei e Noah la sente armeggiare con qualcosa sul mobile sopra la scrivania. «Sai perché Daisy non è ancora tornata dalla vacanza?»

«Mh... no, non lo so...»

Allyson ridacchia. «Non sai niente, Jon Snow.»

«Come?»

Di scatto, Noah si gira a fissarla. Allyson ha in mano un'action figure di Higrytte del Trono di Spade e gli sorride. «Il Trono di Spade» fa capire lei. «Lo dice Higrytte a Jon Snow.»

Un sorriso spunta rapido sul volto di Noah che con un movimento fulmineo le è accanto. «Ti piace, l'hai visto?»

L'idea che Allyson possa anche solo lontanamente condividere una delle sue passioni lo entusiasma e non riesce a nasconderlo ai suoi occhi.

«Sì» risponde lei, «sono in pari.»

«E hai visto la puntata in cui lei...»

«Sì!» esclama Allyson, eccitata forse quanto lui. «È stato fantastico.»

Ancora un sorriso, ma stavolta è di entrambi e, per non perdere questo momento così familiare, Noah le pone subito una domanda a bruciapelo: «Hai mai visto Breaking Bad?»

«No, di cosa parla?»

Non se lo fa ripetere due volte e sciorina tutta la trama del telefilm mentre va a cercare tra i DVD quello della serie di cui stanno parlando.

«Metanfetamina?» Nella voce di Allyson si avverte una punta di perplessità e Noah si rende conto di non aver prestato attenzione ai dettagli mentre, concitato, le spiegava tutto ciò che c'era da sapere su Breaking Bad.

«Sì, metanfetamina, è una droga» chiarisce.

«Sì, lo so, ma... è davvero possibile? Cioè farla in casa?»

«Beh, sì... Almeno è quello che penso io. Se hai buone conoscenze di chimica e sai come trovare tutti gli ingredienti...»

«Interessante» mormora Allyson, mentre si stacca dal lato scrivania e va a curiosare verso la libreria. «Pensi che noi ci riusciremo?»

«A cucinare metanfetamina?» replica d'istinto Noah, facendo ridere Allyson.

«No, a finire il nostro progetto di chimica.»

«Ah...» Noah si gira a guardarla, tra le mani il DVD della prima serie di Breaking Bad. «Sinceramente non lo so.»

Le si avvicina, ponendosi al centro della stanza, a qualche centimetro da lei che sta sfiorando con la punta delle dita i fumetti degli Avangers.

«Allora è vero che non sai niente, Jon Snow.» Allyson volta il capo verso di lui e gli sorride. È la prima volta che Noah avverte della dolcezza nelle sue parole e non le note di scherno che ci vede sempre e, in fondo, gli piace essere appellato con il nome di uno dei personaggi preferiti e non con altri che odia.

Ancora un passo e il DVD che Noah ha tra le mani sfiora il braccio della cheerleader. C'è così poco spazio tra i due, ma, soprattutto, c'è così tanto silenzio che il ragazzo si chiede se quello potrebbe essere il momento giusto per baciarla. Basterebbe così poco e le loro labbra potrebbero unirsi, ma Allyson afferra il DVD e lui si distrae. Batte le ciglia e scuote la testa, come a imporsi di uscire da quel sogno a occhi aperti.

«Puoi tenerlo se vuoi vederlo e se ti piace poi ti presto le altre stagioni» bofonchia Noah, lo sguardo basso e i pugni stretti lungo i fianchi.

«Grazie» mormora lei senza staccare gli occhi dal viso di Noah, che invece sta provando a non mostrare la delusione che vi è dipinta. «Potremmo... non lo so, vedere la prima puntata insieme. Che ne pensi, ti va?»

«Adesso?» si rianima Noah e lei annuisce. «Va bene, ma... Blythe e Daisy?»

Allyson scrolla le spalle e sposta lo sguardo sul DVD; ne traccia i contorni con le dita e si sofferma sugli spigoli. «Nemmeno sanno che avevamo intenzione di vederli.»

In effetti è vero, sarebbe stata un'improvvisata la loro; Noah non può far altro che essere assolutamente d'accordo.

Allora, prepara il tutto per la visione del telefilm e i due ragazzi restano chiusi in camera di Noah, per due ore mezza, con le luci abbassate, a gustarsi cinque episodi, uno dopo l'altro.



Non sapete quanto ho amato scrivere questo capitolo e mostrarvi il punto di vista del mio piccolo nerd. Spero che sia piaciuto anche a voi! 

A martedì, 

Mary <3  

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