15. Tirare pugni a un sacco

I tre ragazzi si trovano a casa di Blythe e, prima di cominciare a mettersi sotto con la chimica, stanno girovagando, curiosi, tra i mobili e le mensole del salotto dei Valkut. Sono tutti incantati da premi, targhe, trofei e foto dei tempi d'oro del padre, quelli in cui era un famoso pugile. James aveva una brillante carriera davanti a sé, il tutto rovinato a causa di un infortunio al ginocchio.

Blythe, a modo suo, prova a spiegare ai ragazzi che il padre era un boxer e si rende conto che le due ragazze, Daisy e Allyson, sono attirate perlopiù dall'oro delle medaglie e delle coppe che brillano tra l'arredamento; mentre Noah sono buoni dieci minuti che si trova davanti a una foto in bianco e nero di James. In quel ritratto, il padre del ragazzo aveva appena vinto il campionato nazionale e l'arbitro tiene in alto il suo pugno sinistro, simbolo della schiacciante vittoria.

«Siete quasi uguali» bofonchia Noah, gli occhi ancora incollati alla foto.

Blythe gli si avvicina, seguito subito dalle due ragazze. Nessuno dei quattro può negare l'evidente somiglianza che Blythe ha con il padre: gli stessi occhi verdi e con una leggera punta finale all'insù; una massa di capelli castani e mossi, che ricadono scomposti sulla fronte e attorno alle orecchie; e un'altezza e una corporatura forte e possente.

«È vero» concorda Allyson, «di sicuro hai ereditato la bellezza da lui.»

Blythe arrossisce per quel complimento inaspettato e si sorprende di vedere che la ragazza, al contrario, non si sente imbarazzata per ciò che gli ha detto. Questo lato un po' sfacciato e menefreghista di Allyson gli piace, ma al tempo stesso lo spaventa: è sicuro che, se la ragazza vuole qualcosa, farà di tutto pur di averlo, pur di essere contenta.

«Tu sai fare a pugni?» domanda Noah, ma il suo commento viene ignorato da tutti. Le ragazze, soprattutto, gli lanciano un'occhiata storta, come a volergli ricordare che qualche giorno fa le ha prese di santa ragione da Matt. «Cioè, volevo dire...»

«Io non ho mai provato.» Una voce sovrasta quella di Noah ed è quella di Daisy.

Subito, Blythe si gira verso di lei e i loro occhi si incontrano.

«Cioè...» prova a spiegare meglio Daisy, «mai tirato nemmeno un pugno a un sacco.»

Blythe non se lo fa ripetere due volte e, veloce, afferra il polso della ragazza; fa segno agli altri due di seguirlo e conduce i tre in una stanza vuota e che la famiglia utilizza più che altro come ripostiglio. Lì, attaccato al soffitto, c'è il sacco da boxe, fasciato di pelle marrone e imbottito da granulato di gomma, di James.

Blythe lo indica alla ragazza, ma lei, imbarazzata, scuote la testa. «No, io... non penso di sapere come si fa...»

Daisy si gratta il capo, sempre più imbarazzata, e Blythe le si fa incontro. La conduce fino a che non si trovano esattamente di fronte al sacco, le prende la mano sinistra e le fa poggiare il palmo sulla superficie dura. La ragazza tasta e stringe il sacco, poi volta il viso verso Blythe e gli dice che sembra veramente duro e che ha paura di farsi male. Così Blythe va alla ricerca dei guantoni di suo padre. Li trova in un vecchio cartone riposto in un armadio, e glieli porge.

«Non so come...» sussurra Daisy, i guantoni rossi stretti tra le mani. Blythe la aiuta a infilarli e lei sorride quando, stringendoli, si rende conto di quanto le sembrino protettivi e forti. «Ora?» domanda.

Blythe, prendendola per i fianchi, la sposta così che il suo viso sia esattamente in linea con la metà del sacco; poi fa lo stesso con gli altri due, mettendo Allyson alla destra di Daisy e Noah alla sua sinistra. Richiama l'attenzione dei ragazzi e mostra loro come posizionarsi: mette il piede destro davanti al sinistro, piega le ginocchia e alza i pugni, facendo vedere la "guardia". Si assicura che tutti abbiano assunto la posizione perfetta, quindi fa vedere loro come tirare i pugni: prima il destro, poi il sinistro. Per essere più chiaro, fa spostare Daisy e tira due ganci al sacco, che si sposta oscillando di poco. I tre ragazzi, estasiati dalla sicurezza e dalla prontezza di Blythe, si fomentano e iniziano a sfogare tutta la loro rabbia repressa su quel povero sacco, che non sa più da che parte muoversi per non ricevere colpi.

In particolare, Blythe si sofferma a osservare Daisy e la sua concentrazione. La ragazza tiene il labbro inferiore stretto tra i denti, la coda di cavallo che oscilla sulla schiena e gli occhi puntati davanti a sé. È incredibile come, nonostante ciò che ha visto nella sua mente, in questo momento gli appare come forte e combattiva; una ragazza che non si farebbe mettere i piedi in testa da nessuno. E invece, soprattutto a causa della sua insistenza riguardo quelle maledette pillole, non può far altro che pensare che la vita l'abbia messa KO più di una volta.






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Seduti attorno al tavolo del salotto, i quattro ragazzi stanno discutendo i dettagli riguardo i loro progetti. Blythe ha praticamente svuotato il frigorifero pur di essere ospitale con i suoi compagni e ormai da un paio d'ore stanno solo sgranocchiando patatine e bevendo bibite gasate senza arrivare a nessun punto.

«Una pausa» arranca Noah, «facciamo una pausa!»

«Ancora?» risponde Daisy. «Ma se non abbiamo nemmeno deciso quali esperimenti mettere in atto.»

«Sono sfatto» protesta Noah, poi si alza per andare in bagno.

Anche Daisy si distrae e, approfittando di quel momento di stallo, Allyson poggia una mano sulla coscia di Blythe in un chiaro gesto d'approccio. Il ragazzo si paralizza, mentre sente tutti i muscoli del corpo tendersi per lo sforzo di far finta di niente. Rivolge uno sguardo ad Ally e lei, con l'altra mano impegnata a scrivere qualcosa sul suo block notes, fa l'indifferente.

Blythe è ancora con gli occhi fissi sulla figura di Allyson, quando sente quella mano spostarsi fino ad arrivare all'inguine. Trattiene il respiro e poggia il palmo della sua mano su quella di Allyson. Vorrebbe fargliela togliere da lì, ma alla fine si ritrova a incastrare le dita tra quelle della cheerleader.

Noah ritorna al suo posto accanto ad Allyson e Daisy smette di giocherellare col suo telefono.

«Sono pronto» annuncia Noah. «Allyson, mi passi il libro di teoria?»

La ragazza è costretta, a quel punto, a lasciare andare la mano di Blythe per allungarsi a prendere ciò che Noah le ha chiesto; se l'avesse fatto con l'altra mano, il movimento sarebbe risultato innaturale e avrebbe destato troppi sospetti.

«Tieni» gli dice con poco garbo, porgendogli il manuale.

«Grazie» risponde Noah, con un gran sorriso sulle labbra.

Agli occhi di Blythe è chiaro che Noah non si renda conto del fatto che Allyson non lo sopporta e che, probabilmente, gli sta anche antipatico. Si sente una merda per ciò che ha appena fatto di nascosto agli occhi dell'amico e si porta una mano sulla fronte, a nascondere il viso colpevole.

Grazie soprattutto all'insistenza di Daisy, i ragazzi si rimettono all'opera e trascorrono le restanti ore a disposizione a elaborare teorie e a pensare a come mettere in atto gli esperimenti in modo originale, come richiesto dalla docente.

Non mancano, però, le volte in cui Allyson riprova approcci con Blythe: dita che si sfiorano "casualmente", mani che si incontrano sotto il tavolo o occhiate languide. Blythe è teso come una corda di violino: non apprezza tutta quell'attenzione che la ragazza gli sta rivolgendo, ma soprattutto non vorrebbe che Noah si accorgesse di qualcosa, sarebbe la fine per un'amicizia ancora da coltivare.

«Oh, guarda che ora è!» si lamenta Noah, fissando il suo orologio da polso di Batman.

«È tardissimo» concorda Daisy. «I tuoi genitori non tornano per cena?» domanda, poi, a Blythe.

In risposta, il ragazzo annuisce, anche se è una bugia. Durante il pomeriggio di studio, infatti, Blythe ha ricevuto un messaggio dai suoi genitori in cui lo informavano che avrebbero cenato fuori, invitati da amici conosciuti da poco; Samantha si è premunita di dirgli che gli ha lasciato il polpettone nel frigo solo da riscaldare.

«Dovremmo andare, allora» fa notare Noah.

«E se comprassimo una pizza e restassimo ancora qui a studiare?» propone Ally, la mano rapida sulla coscia di Blythe. La stringe e il ragazzo sussulta.

«Penso che saremmo di disturbo, Ally, e poi mia madre mi aspetta per cena, ha cucinato anche per me e non vorrei farla dispiacere» afferma Daisy.

Blythe annuisce molto vigorosamente, per mostrarsi d'accordo con la ragazza. Gli dispiace solo che lei sta per andare via, ma di Allyson non ne può davvero più.

«Abbiamo ancora molto tempo per finire il lavoro, e poi dobbiamo decidere dove effettuare gli esperimenti, quando... scrivere la tesina e...» comincia Noah, subito interrotto da Allyson, che gli pone una mano davanti alla bocca.

«Okay, nerd, ho capito! Spegniti, grazie.» Allyson abbozza un sorriso e, sotto le dita ben premute sul suo volto, Noah fa lo stesso.

Prima di alzarsi per andare via, i ragazzi aiutano Blythe a sistemare tutto il casino che hanno lasciato sparso per casa. Daisy porge a Blythe la ciotola con dentro dei rimasugli di patatine e lei ne approfitta per avvicinarsi e parlargli in modo che solo loro due possano sentire.

«Blythe, quando...?» Daisy lascia sospesa la domanda, ma Blythe ha capito lo stesso: vuole sapere quando potrà avere le sue pillole. Per tutto il pomeriggio, il ragazzo ha notato quanto quelle chiacchiere futili, quella parentesi pugilistica e del cibo spazzatura abbiano fatto distrarre Daisy; ma adesso si rende conto che si sbagliava di grosso e che la ragazza ha avuto quel chiodo fisso per tutte e quattro le ore.

Sospira e non può far altro che mostrarsi deluso da quella costatazione. Tuttavia, afferra il suo cellulare, compone un SMS e lo invia alla ragazza.

"Ci vediamo stanotte, come promesso. Stavolta, però, verrò. Giuro."

"Dovevamo vederci per studiare, ma l'abbiamo appena fatto adesso. Sicuro di voler venire?"

"Sicurissimo."

Daisy si mangiucchia il labbro, insicura, poi incrocia le iridi verdi di Blythe e annuisce: può aspettare qualche altra ora. 



Buon martedì! Abbiamo visto insieme, per la prima volta, i quattro ragazzi studiare per il progetto di chimica. Blythe ha sudato freddo per via di Allyson e Daisy pensa sempre alla stessa cosa. Voi che ne pensate? Come sarà il loro "incontro notturno"? 

A venerdì! 

Mary <3 

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