Capitolo 3
Il medico gli mise dei punti, e gli disse che il coltello non aveva reciso l'arteria femorale di qualche centimetro.
Tornarono a casa il corpo di quell'uomo era ancora a terra, aveva il passamontagna ed era vestito completamente di nero, in modo tale da confondersi ancora di più nel buio.
"Questo dev'essere un sicario mandato da Esposito, non è mai semplice con lui"
"Ma perché ti odia così tanto? Che cosa gli hai fatto?"
"Non ho trovato l'assassino di sua moglie, e diciamo che... si è leggermente alterato, insieme a quello schizzato del figlio"
"Ma perché mandare un sicario?"
"Te l'ho detto, non può mai essere semplice con lui"
Tolse il passamontagna dalla faccia di quell'uomo, aveva pressoché l'età del ragazzo, era sulla trentina, ma se li portava male.
Bussarono alla porta, chi diavolo era a quell'ora?
La porta fu sfondata da un'ascia, chi voleva entrare aveva una certa fretta...
"Ma che cazzo sta succedendo?!" Urlò il commissario che a quel punto cominciò ad incazzarsi sul serio.
"Hai altre munizioni in quel fucile?"
"No, un solo colpo, era del proprietario precedente, tu invece hai qualche proiettile nella pistola?"
"Ho ancora una munizione ma..."
A quel punto l'ascia si fermò e l'uomo che entrò aveva un mitra.
"Corri!"
L'uomo cominciò a sparare a raffica, il commissario e il ragazzo scapparono al piano di sopra, mentre il commissario tentava invano di sparare contro all'aggressore.
"Dobbiamo saltare dalla finestra!" Urlò il commissario a Russo
"Non fare tante storie o saltiamo, o quello sale e ci trivella per bene"
"D'accordo d'accordo"
L'uomo stava salendo le scale era quasi arrivato, alla porta.
"Salta cazzo! Fai presto!"
Saltarono insieme, così mentre correvano via dalla casa, Rocco vide che gli aggressori affacciarsi alla finestra, quello con l'ascia, saltò anche lui dalla finestra, quello col mitra rimase affacciato alla finestra a sparare a raffica, aveva quasi finito le munizioni.
Rocco che non aveva ancora scaricato il caricatore provò a sparare all'uomo con l'ascia che li rincorreva, ma al buio e correndo non si può certo avere una mira infallibile...
L'uomo era sempre più vicino a quei due che decisero di deviare verso la strada principale del paese, anche se a quell'ora non c'era nessuno, erano arrivati alla piazzetta del paesino.
Rocco aveva un solo colpo, l'uomo con l'ascia stava per raggiungerli, prese la mira con la sua pistola e sparò.
Lo colpì ad una spalla, e gli cadde l'ascia, Rocco lo raggiunse e mentre era a terra gli chiese :
"Cosa vuole Esposito da me ora?"
"Risolvi il caso, e passerai al problema finale..."
A quel punto cominciò ad uscirgli una specie di schiuma dalla bocca e morì, aveva una capsula di cianuro tra i denti.
"Ora cosa facciamo?"
"Torniamo a casa, è stata una lunga notte"
"E se c'è quel tipo col mitra ad attenderci? Ha finito le munizioni, e comunque aveva una pessima mira"
Si avviarono verso casa, effettivamente il tipo col mitra non c'era più , però aveva incendiato la casa
"Era stato tutto organizzato alla perfezione, uno con l'ascia per farci allontanare dalla casa, e l'altro per incendiarla"
Le prime luci dell'alba cominciavano a farsi vedere all'orizzonte...
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