○Capitolo due○

Si ritirò in una casa non tanto malandata, ma neanche di lusso e non uscì.
Dopo questa prova avrei voluto sapere tutto su quella persona, mi incuriosiva ma non lo diedi a vedere.

"Hai vinto lo so, ora torniamo alla base, muoviti o ti lascio qui quattrocchi." Dissi a bassa voce freddamente.

"Levi conosci mica qualcuno che non hai mai visto entrare nelle mura, che è stato dato per ucciso o disperso?" Chiese lei e mi vennero in mente ricordi di persone che non vidi mai più da quel giorno.

"Una persona ci sarebbe.." Dissi pensando a lei..

"Dimmelo e cercherò qualcosa sul suo conto." Disse ma io non volli e volai sul muro per poi scendere verso la base e andai in camera mia.

Dopo qualche minuto in cui provavo a dormire senti bussare alla porta leggermente.
Mi alzai contro voglia e andai dalla porta che aprii poco dopo dove si mostrò la figura di Hanji.

"Levi.." Disse lei arrabbiata entrando in camera.

"Non mi piace parlare del mio passato, lo sai.." Dissi distogliendo lo sguardo dal suo.

"Dimmi il nome e il cognome, ti prego." Disse lei supplicante.

"Giulia Kaminaki." Dissi guardando per terra.

"L' ultima volta l' hai vista era nel Wall Maria, e sei sicuro che non sia entrata?" Chiese lei.

"Non è entrata perchè ha aiutato me a sopravvivere..ero sotto delle tegole dell' orfanotrofio e lei le tirò su per farmi passare...mi aveva portato fino al muro in braccio..e ha supplicato di farmi andare sulla barca anche se era piena..io mi salvai, lei rimase fuori con quei mostri." Dissi con gli occhi lucidi.

"Oh. Levi..cercherò qualcosa su di lei e poi si vedrà, non dire ad Erwin della nostra uscita o ci ammazza." Disse lei dandomi un pacca sulla spalla.

Poi se ne andò e io cercai di riposare invano, perchè non riuscivo a dormire, pensare che per tutto questo lei è stata in quelle mura, se è lei.. mi fa strano.
Come se mi fosse mancato qualcosa di cui non me ne rendevo conto.

Mi tolsi finalmente la divisa e mi sdraiai sul letto e guardai fuori dalla finestra le stelle. Può sembrare romantico ma io lo intendo come solo vedere le stelle.

Se Hanji sapesse tante cose del mio passato diventerebbe pazza.
Spero che Erwin dia il consenso per andare nel Wall Maria e anche fuori..

Mi addormentai con ancora quei pensieri che non volevano andarsene dalla mia testa.
Il dì dopo mi sveglai alle luci dell' alba dove dei piccoli e timidi fasci di luce entravano dalla finestra facendomi svegliare.

Mi vestii mi pettinai e andai a bermi il mio solito caffé come ogni giorno e come ogni giorno arrivarono tutta la mia squadra, Hanji e Erwin.

"Buongiorno Caporale Levi." Dissero loro ma non ricambiai.

"Erwin." Dissi mentre sfogliavo il libro che stavo leggendo.

"Dimmi Levi." Disse lui bevendo un po' del caffé appena varsato nella tazzina.

"Dobbiamo fare una spedizione fuori dalle mura, Wall Maria e fuori." Dissi freddo.

"Quando?" Chiese lui.

"Il più prima possibile." Risposi diretto.

"Vedo cosa posso fare.. se riesco tra due giorni andate, se no una settimana." Disse passandosi la mano dietro la nuca.

"Tsk." Mormorai per poi schioccare la lingua, indignato me ne andai.

Erwin aveva detto ai cadetti il tutto della spedizione e che era tra tre giorni, ha cambiato data aveva detto due prima..
Mi allenai ogni giorno anche se non serviva io sono l' uomo più forte dell' umanitá.

I giorni passarono come le notti in cui andavo a trovare se stesse bene la persona che girava e saltava tra i tetti delle case, non sò il perchè lo facesse sò solo che rimanevo incantato da quanta eleganza e agilità avesse.

Arrivò il giorno della spedizione, presi il mio cavallo come fecero gli altri e uscimmo dal Wall Rose, entrammo nel Wall Maria e già si stavano avvistando dei titani anomali di 12 metri che vennero uccisi credo da qualche cadetto.

Poi notai la persona dal mantello nero, oggi era un po' malandato e strappato alla fine..
Non potevo farmela scappare saltai dal mio cavallo e ci incontrammo, eravamo uno davanti all' altro.

Per un attimo si scontrarono i nostri sguardi, quel verde misto all' azzurro contro la tempesta d' argento.
Lei saltò su un tetto incominciano a correre e io la iniziai a seguire, era molto veloce quindi pensai di tagliarle la strada.

Così feci e presi terreno, eravamo a pochi metri di distanza..
La tensione si poteva tagliare con il coltello da quanto era spessa.
Volaii su con il mio movimento tridimenale cercando di essere più veloce, con il filo con cui ci aggrappiamo alle collotole le riuscii a prendere i polsi e legarglieli in una torretta li vicino.

Ora mai non aveva via di scampo.

"Lasciami!" Mi urlò invano.

"Come ti chiami?" Le chiesi ignorando quello che mi aveva detto.

"Cazzi miei." Rispose scorbuticamente.

A me quell' atteggiamento non piaqque quindi mi avvicinai con la mia spada al suo collo, e le tolsi il cappuccio mentre cercava di dimenarsi.
Aveva dei ricci rossi spettacolari, scompigliati, un viso con lentiggini, due smeraldi e delle labbra rosee fini ma all' apparenza morbide.

"Allora la mettiamo così?" Le chiesi retorico.

"L-Levi!?" Disse lei mentre le tremavano le gambe.

Come fai a sapere il mio nome?
Pensai.

Si cercava ancora di dimenarsi senza fare movimenti troppo bruschi vicino alla spada per non tagliarsi.
Poi vidi che lei iniziò a lacrimare, non capii il perchè e poi con un calcio mi spinse verso la sua sinistra e mi fece girare dove c' era un titano.

Ora capii le sue lacrime, mi ero incastrato nelle tegole di quella palazzina non riuscii a muovermi e il gigante mi guardò e cercò di prendermi.

"No! Lui no! L-Lascialo stare!!" Inziò a urlare lei dimenandosi più forte che poteva facendo uscire del sangue dai polsi.

Lui girò lo sguardo su di lei e l' ultima nominata abbassò il capo tristemente...

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