Epilogo

Oltre il Velo, tutto era tornato alla normalità.

"Un altro! Un altro!" gracchiava la cornacchia Notifica, per annunciare l'arrivo di un nuovo messaggio.

Il Mirabile Artificio Interspaziale Limbico, sputacchiava buste ingiallite sul vecchio tavolo a tre gambe.

"Ho capito, arrivo" rispondeva pronta Agnès, correndo da una parte all'altra.

Atropo, come sempre, continuava a ricevere il numero più consistente di lettere.

Agnès aveva preso l'abitudine di darci una sbirciatina, e faceva in modo di mettere quelle delle vecchiette che ringraziavano per la fine dell'artrosi e della sciatica sempre in cima, così da avere almeno il tempo di dileguarsi prima che Atropo si mettesse a strillare.

Fortunatamente, le morti arretrate erano così tante che non le rimaneva molto tempo per lamentarsi.

A parte Lentatarta, che era andata a godersi la pensione alle Maldive, un solo abitante dell'Oltre il Velo mancava all'appello.

Appollaiato al riparo di un cornicione, il corvo Ultimo Respiro si ripuliva le penne da gocce di pioggia impertinenti. Sotto di lui, l'asfalto cominciava a riempirsi di pozzanghere che piangevano al passaggio spietato di automobili solitarie.

Due figure, armate di torcia ma prive di ombrello, avanzavano zuppe nella notte.

"È già il tredicesimo omicidio questa settimana. Si può mai andare avanti così?!"

"Sonja!" imprecò il collega, aggiustandosi sul davanti la giacca che si era fatta un po' troppo stretta durante il periodo di inattività. "Abbiamo appena riavuto il lavoro!"

La donna alzò gli occhi al cielo.
Attento a ciò che desideri dicevano, attento a ciò che desideri.

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