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"Cosa stanno facendo?" chiese incuriosita Notifica, appollaiata tra le fronde del vecchio acero.

"Futile conversazione, a quanto pare" gracchiò di rimando Ultimo Respiro, osservando la scena che si svolgeva all'altro capo della strada.

Il detective MacDonald stava squadrando da cima a fondo quella stramba apparizione, chiedendosi se, con quella lunga gonna nera e un paio di quaderni stretti tra le braccia incrociate sul petto, la ragazza assomigliasse più a una liceale o a una novizia di un convento di clausura.

"Come hai detto che ti chiami?"

"Atty."

"E ti hanno mandato dalla centrale."

"Come tirocinante, esatto. Hanno detto che devo fare un po' di esperienza sul campo.

Dunque, cominciamo dalle prove?"

Stirò la bocca in un lungo, forzato sorriso che per i suoi interlocutori trasmetteva imbarazzo, ma che invero era solo mancanza di pratica.

Come facessero gli umani a muovere i muscoli della faccia in modo così innaturale Atropo stentava a spiegarselo.

Notifica ridacchiò sotto l'ala. "Oh per la Notte Eterna! Cosa darebbero le altre due per godersi questa scena.

E funziona?"

"Direi che le probabilità sono remote. Insomma, saranno pure umani, ma son pur sempre dotati di un cervello. Vuoi che si bevano la storia di una tirocinante che... Oh, perbecco! La stanno facendo entrare."

"Che ridere! Cloto mi vizierà quando tornerò con questa storia!"

Ultimo svolazzò qualche ramo più in alto, infastidito.

"Avanti, non fare l'offeso. Sai bene che queste cose sono più grandi di noi. E ricorda il detto, tra le sorelle mai metter le penne."

"Piuttosto, tu perché sei qui?"

"Per portare cattivi presagi, ovviamente" gonfiò il petto orgogliosa. Volò vicino a Ultimo e gli appiccicò il becco all'orecchio. "La vogliono sostituire."

"Cosa?" strillò Ultimo che, per la sorpresa, quasi cadde dal ramo.

Notifica si piegò in due dalle risate, prima di spiccare il volo verso il regno dei morti.

*

Affossata in una comoda poltrona in vera pelle, Beth si godeva la vista sulla città dal suo studio al dodicesimo piano.

Il fiume spaccava in due l'agglomerato di tetti rosso e arancio e la gente passeggiava sui ponti, godendosi il tepore dell'estate.

"Davvero un bel posticino" disse la lunga.

"Ti sei sistemata proprio bene!" disse la paffuta.

"Per la miseria!" imprecò Beth, "ma chi vi ha fatto entrare?"

"Nessuno. Abbiamo la chiave."

"Una chiave che apre tutte le porte, mia cara."

"Beh, così come siete entrate, ve ne potete pure andare. Oggi non ricevo."

Le due, ignorando del tutto la richiesta, cominciarono a passeggiare per la stanza.

"Ci risulta che tu abbia rubato qualcosa, cara..."

"... Qualcosa che ci appartiene."

"Orvero, tecnicamente a nostra sorella."

"Ma si sa, fa lo stesso."

"Io... Non..." mormorò spaurita Beth, mentre le due la accerchiavano una da destra e l'altra da sinistra.

"Tu sì, invece!" la beffeggiò la più bassa.

"Non essere così accusatoria, Cloto. Finirai per spaventarla."

"Deve essere spaventata! Rubare alle Parche e passarla liscia? Nossignore!"

A quel punto Beth cominciò a essere confusa, oltre che spaventata. "Ma, come mi avete trovata?" chiese timidamente. Pensava la Svizzera fosse uno stato neutrale o giù di lì.

"Sai com'è, i morti parlano..."

"... e il tuo Mark aveva molte, molte cose da raccontare."

"Oh, per la miseria! È stato un incidente, lo giuro. Non uccidetemi, vi prego!"

"Ucciderti?" dissero all'unisono le due, strabuzzando gli occhi.

"Tutto il contrario, bambina. Siamo qui per usufruire dei tuoi servigi" si affrettò a spiegare Lachesi. "Sai, l'idea della clinica ci piace, è l'ordine degli appuntamenti che non ci convince più di tanto.

Vedi, l'orario per la signora Müller, ad esempio, è tutto sbagliato" e così dicendo tirò fuori da sotto l'ampia tunica nera un enorme arazzo e le indicò un punto imprecisato. "Ecco, vedi? Proprio qui."

Beth annuì senza convinzione alcuna.

"Quindi siamo d'accordo?" tagliò corto Cloto.

La testa di Beth fece su e giù.

"Molto bene, allora noi andremmo."

"Ah, quasi dimenticavo. Ecco qui gli arretrati" aggiunse Cloto, ricoprendo lo studio di una massa di fili.

E sparirono nel nulla.

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