capitolo bonus: Rio e Atene (un'amichevole chiaccherata)
Banca di Spagna
Sono sulla soglia del bagno, ma mi blocco quando sento le voci di Tokyo e Rio.
Corruccio la fronte.
"Hey" sbiascica lei, ma è ubriaca? Penso, "scusami, se vuoi mi giro" continua, "no, ormai non ci crea più imbarazzo" risponde, non lo vedo ma credo stia sorridendo, "ascolta Rio, io credo che tu abbia fatto una cosa che dovevamo fare da tanto tempo" "ehh, tanto tempo no" "insomma" "siamo stati alla grande, e anche se sei fuori di testa, non mi hai mai dato una sola testata in tutto questo tempo" la sento ridere sommessamente, "già, bei momenti" continua, "ci ha trascinato l'onda" sento dei passi, "quale onda Tokyo? Di che cazzo di onda stai parlando?" È un po' irritato, lo sento dalla voce, "quella della rapina, della pressione, dell'essere milionari" si, è decisamente ubriaca, mi nascondo di più quando vedo Denver entrare in bagno, "ciao Denver" Tokyo che stai facendo? "Non ho sentito niente io mi lavo, e mene vado, a dopo" è nervoso, tipico, "no Denver non andare" oddio, "che c'è Tokyo che vuoi?" Ecco bravo Denver, vai via, "Rio sai che una volta stavo per farmi una pomiciata con Denver?" Spalanco gli occhi, non oso immaginare l'espressione di Rio, "Tokyo, ma che cos'hai in quella cazzo di testa?" Denver, vai così, "a Toledo, alla festa popolare, tu eri ubriaco" credo si riferisca a Rio, "si si, ubriaca tu, ubriaco lui e ubriaco io" Mi sta piacendo il tuo approccio Denver, "eh certo, perché poi è arrivato Mosca, rovinandoci l'atmosfera, quello che voglio dire, è che la nostra storia è stata casuale" o mio dio, "poteva, succedere di tutto in quei momenti, e adesso mi faccio la tua stessa domanda, come, abbiamo fatto a stare insieme per così tanto tempo?" Tokyo ma per l'amor del cielo! "Grazie" sento dei passi, non mi faccio vedere mentre Tokyo esce dalla stanza, anche se vorrei ucciderla.
"Rio, neanche un bacio, niente" sento dire da Denver, meglio così, non sento risposta, quando anche lui esce dal bagno, mi faccio avanti.
"Ciao Rio" sussurro, sta piangendo poverino, "senti-" "vattene via Atene" che palle Tokyo! "Ascoltami, non lo pensa davv-" "invece si" scuoto la testa, "no Rio, è solo ubriaca" cerco di consolarlo, "da ubriachi si è più sinceri no?" Sputa freddo, "perché si è ubriacata? Che è successo fra voi due?" Si volta a guardarmi, "stavi origliando?" Scrollo le spalle, "è davvero importante?" Pausa.
"Io, beh abbiano litigato ecco" alzo un sopracciglio, "Rio, posso dirti una cosa sincera?" Annuisce, "non sai mentire" ride piano, "l'ho lasciata" rimango in silenzio, sono scioccata e delusa.
"Ma perché?" La mia voce è un sussurro, lui mi prende al volo quando un capogiro mi fa quasi cadere a terra, ci sediamo sul pavimento, "tutto ok?" Chiede preoccupato, annuisco, "perché lo hai fatto Rio?" La mia è quasi una supplica, "era una cosa che dovevamo fare da tempo" una lacrima gli riga la guancia, "era una specie di promessa, ma non pensavo che si sarebbe avverata, e francamente, Pensavo che sarebbe stata lei quella a scaricarmi, ma non lo ha fatto, poi mi sono reso conto che lei è sempre stata avanti e io dietro, come un cagnolino" sospiro, "però ti faccio una domanda" mi guarda curioso, "spara" "ti sei chiesto perché lei non ti ha lasciato?" Silenzio.
"Se lei non ha mantenuto la promessa, sai benissimo il motivo" mi guarda con gli occhi lucidi, "vuol dire che ti ama Rio, apri gli occhi, anzi, aprite gli occhi" il mio tono è dolce, non risponde.
"Senti, per quanto può valere la mia opinione, io penso che il vostro sia un amore vero ok? Due rapinatori, conosciuti per caso, merito solo di quello squilibrato del Professore, ma sai una cosa? Voi, tutti questi squilibrati che siete, adesso siete la mia famiglia, quindi diciamo che io ne sono la prova vivente, ascoltami, io ti voglio bene, scusa se ti offendo, ma ho come la sensazione di farti da sorella maggiore, mi fai tenerezza" lui fa una smorfia, "eh sì scusa, ma dovevo essere sincera" lui ridacchia, "si si, forse tu sei la più squilibrata di tutti, con quel tuo arco" ridiamo, "mi dici come cazzo fai?" Alzo un sopracciglio, "a fare cosa?" Si volta a guardarmi, "cazzo Atene! Ti rendi conto di quello che stai facendo? Cioè dai! Guardati! Sei entrata nella Banca di Spagna con un arco e delle frecce, io mi sarei cagato sotto!" Mi metto a ridere, "sono modestamente fantastica" alzo i capelli in modo giocoso, "diciamo che le armi da fuoco mi mettono a disagio" sorride, "ti ammiro" rimango spiazzata.
"Scusa, ti ho messa in imbarazzo per caso?" "Non sono abituata ai complimenti" ribatto incerta, "touche" "ah, mi copi le battute" lo indico in modo giocoso, "i'm Sorry!" Ridacchio, mi porge la mano per aiutarmi ad alzarmi, mi pulisco la tuta con le mani e sospiro, "sei libero di fare ciò che vuoi e che ti senti, ma, ricorda quanto l'amore possa ferire, ma anche quando può curare le tue ferite, vado dagli ostaggi, ci becchiamo dopo, ciao Rio, e grazie per la chiacchierata".
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