capitolo bonus: Denver e Atene (giocare con il fuoco)

Monastero di Firenze, 1 giorno all'ora zero

Prendo la mira socchiudendo gli occhi e faccio partire il timer.
Una, due, tre, quattro, cinque, sei, bingo! Tutti colpiti alla perfezione.
Mi avvicino al cronometro, 28 secondi, sono migliorata, sorrido soddisfatta.
Stacco le frecce dai manichini e le rimetto in spalla, tendo l'arco e mi metto in posizione, quando sento dei passi alle mie spalle, non mi volto, lo riconosco dalla camminata.
Guardo il mio obbiettivo, "che ci fai qui?" Chiedo senza spostare lo sguardo dal mio bersaglio, "mi insegni?" Scocco la freccia, che colpisce in pieno il cuore dell'omino.
"Da quando tutto questo interesse per il tiro con l'arco?" Lo intimo mentre mi asciugo il sudore dalla fronte, "boh, è affascinante" si sente dalla voce che mente, sospiro, "ci vogliono anni per imparare, il tiro con l'arco è un'arte Denver, ci vuole tempo e pazienza" prendo di nuovo la mira, che colpisce il cervello del manichino, "ed estrema precisione" continuo voltandomi a guardarlo, "cosa è successo con Monica?" Lo intimo con le mani sui fianchi, non risponde.
Si siede su una panchina e lo seguo a ruota, "vuoi?" Mi porge la sigaretta, scuoto la testa sorridendo, "cazzo vero" annuisco, "allora?" Insisto, "abbiamo litigato ecco" alzo un sopracciglio, "dai perché non mi fai fare un tiro?" Indica l'arco poggiato al tronco di un albero, scuoto la testa sommessamente sorridendo, "Denver, vuoi spiegarmi cosa è suc-" "chi ti ha insegnato?" Mi interrompe, incateno i miei occhi scuri a i suoi azzurri, "io" non riesco a parlare, deglutisco a vuoto, "perché melo chiedi?" Riesco finalmente a formulare una frase sensata, "per rompere il ghiaccio" si porta la sigaretta alla bocca, "è, una argomento...delicato ecco" continuo, "e perché sei qui a tirare con l'arco all'una di notte?" Scrollo le spalle, " e tu perché sei in giardino con un freddo porco a guardami allenare?" Lo intimo, "cazzo, fanculo tu e il tuo sarcasmo" alzo le spalle sorridendo,"touche" ridacchia.
"Dai ti prego, solo una!" Congiunge le mani e annuisco, "senza fare danni possibilmente però" lui mi tira una spallata giocosa, e in un lampo stiamo ridendo facendo la lotta sdraiati sul prato, sembriamo due bambini.
"Ah ah" vedo avvicinare il suo viso al mio, ma lo allontano ridacchiando, "basta, fila da Monica, adesso!" "Mh, che palle che sei, mi divertivo, dai solo un bacio" avvicino il mio volto al suo chiudendo gli occhi, e ad un millimetro dalle sue labbra, gli tiro uno schiaffetto, "idiota!" esclamo, lui si massaggia la guancia, "ma cazzo Atene!" Impreca, mi alzo bruscamente voltandogli le spalle, "via!" Indico la porta, ma lui non si muove.
"Oh santo dio, devo mandarti via a calci in culo? La capisci questa cazzo di lingua, evapora!" Lo intimo, "aspetta, scusa, non volevo farlo, sono un po' coglione, lo sai" sospiro roteando gli occhi, mi avvicino all'arco e lo prendo fra le mani, "beh? Non volevi provare?" Lo vedo illuminarsi, "sei fantastica!" Mi ruba un bacio sulla guancia e alzo gli occhi cielo divertita, "bene, ora tieni l'arco con la sinistra, prendi bene la mira, ecco così" lo guido nelle posizioni, "bene, ora scocca" lo invito, lui socchiude gli occhi e obbedisce, "tranquillo, migliorerai" "che palle! Non ci sono andato nemmeno vicino!" Impreca rivolto alla freccia piantata nell'erba, ridacchio, "ci vuole tempo Denver, ma non sei male" rido mentre rimetto la freccia sulle spalle, lo sento sbuffare.
Mi rimetto in posizione, "posso riprovare?" Congiunge le mani e scuoto la testa, si piazza davanti a me, oscurando la mai visuale, roteo gli occhi e con una giravolta riesco ugualmente a colpire il mio obbiettivo, lo vedo spalancare gli occhi, sorrido beffarda e gli faccio l'occhiolino.
"Bene, vuoi la guerra?" Prende la pistola a palline e punta nella mia direzione, ridacchiò.
"E guerra sia" ribatto sicura.

Denver si accascia a terra sfinito, dopo neanche un quarto d'ora l'ho messo ko.
Rido.
"Ma vaffanculo va'!" Impreca nella mia direzione, lo guardo dall'alto ridacchiando, "dio" sussurra mentre si alza a fatica, alzo le spalle, schivo il suo colpo con una capriola e mi volto a guardalo, "ma come cazzo hai fatto?" Alzo gli occhi al cielo divertita, "era prevedibile" rispondo con nonchalasche, lui mi fulmina con lo sguardo, mi giro di lato schivando l'ennesimo colpo, "basta Denver, non hai speranze" "ok ok, mi arrendo" alza le mani in segno di arresa e butta a terra la pistola.

"Dio, sei più in forma tu che sei incinta che io" ridacchio, "secondo te sto sbagliando?" Lui mi guarda storto, "di che parli?" Sospiro, "tenerlo" lui mi scosta una ciocca di capelli dietro l'orecchio sorridendomi dolcemente, "secondo me sei fantastica" mi sussurra, "io non avrei mai avuto la forza di fare quello che stai facendo tu" non rispondo, mi limito ad abbracciarlo forte, nascondo la testa nell'incavo del suo collo e lui poggia il mento sui miei capelli accarezzandoli dolcemente, ho gli occhi lucidi, e ringrazio Dio che non possa vedermi, sono patetica.

Lì, stretta in quell'abbraccio, capii che ero meno sola di quanto pensassi.

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