capitolo 4
Atene
Sorvegliamo gli ostaggi, fino a quando Gandia parla, "Meticcia" mi ribolle il sangue nelle vene a sentire quella parola abbinata al nome di Nairobi.
"Come mi hai chiamata?" Si avvicina a lui irritata, inizia una discussione, fino a quando, Palermo scende le scale affiancato da Denver, mi fa cenno di non perdere il controllo, "allora gran figlio di puttana" si avvicina a Gandia, un'altra litigata.
"PALERMO!" urlo mentre prende Gandia a bastonate, "Nairobi fa qualcosa!" Squillo, "fermatelo!" Lo allontanano con forza, "AVANTI!" continua a urlare Gandia, mi guarda, "e tu che vuoi farmi eh? Meticcia junior" mi avvicino, "osa parlarmi ancora così e ti uccido, quello di prima era solo un assaggio" gli sibilo, "Atene, vieni".
"MI DICI CHE TI È SALTATO IN MENTE?!" urla Nairobi, "aggredire un uomo disarmato!" Continua, "scusa tanto se ti ho difesa Nairobi" "odio ammetterlo ma, sono d'accordo con Palermo" Helsinki, Nairobi e Denver si voltano verso di me, "cosa?!" Esclamano all'unisono, "ti ha difesa" lui mi guarda, "si ma non si aggredisce una persona indifesa" "ma perfavore! Quello è pericoloso anche con le manette" squillo, "sei gelosa Nairobi?" Mi volto verso Palermo, "come?" Si avvicina lei, "sei gelosa del mio rapporto con Helsinki? Perché tu lo ami, ma lui ama me, e io non amo nessuno" lo guarda con gli occhi lucidi, "Sai Palermo, per amare ci vuole coraggio, guarda" si volta verso Helsinki, "Helsinki, io ti amo" guarda di nuovo Palermo, "hai visto? Lo sento, e lo dico" pausa, "tu invece, sei incazzato con me, con il Professore, con Atene, perché hai passato 10 anni innamorato di Berlino e non hai mai avuto il coraggio di dirlo, Atene si" trattengo le lacrime, "ti prego Nairobi non, parlare di lui" la supplico, "no invece devo, tu nascondi il tuo dolore dietro a quei stupidi discorsetti sul sesso e sull'amore, ma la verità è che sei disperato, e odi la donna che ha avuto il coraggio di dirgli ti amo" mi guarda, "Basta!" Intervengo, "smettila di parlare Nairobi!" Palermo sta in silenzio, ci guardiamo per un attimo, "adesso vado".
"Palermo, mi ricevi?" Lui prende la radio, "si, ti ricevo" Risponde, "Tokyo e lì?" Ci voltiamo verso di lei, "si" "passamela" lei prende la radio, "si?" "Tokyo, ho una bella notizia da darti" ci guardiamo curiosi, "Rio è in Spagna" sorridiamo, "vorrei abbracciarti per ringraziarti" esclama commossa, "c'è ancora la parte difficile ma, cela faremo Tokyo, lo riporteremo qui" annuisce, "passo e chiudo".
Ci abbracciamo, "cela faremo Tokyo" le sussurro abbracciandola, "grazie" "bene signori, l'oro sta fondendo ancora più velocemente del previsto, è il nostro giorno fortunato" annuncia Nairobi, sorrido.
Quanto vorrei che tu fossi qui.
***
"Stanno entrando" annuncia Palermo, ci guardiamo terrorizzati, "da dove?" Chiedo, "non lo sappiamo, non sappiamo un cazzo!" Impreca, mi metto le mani fra i capelli, "c'è solo una cosa da fare a questo punto" lo guardiamo, "dobbiamo usare la violenza" silenzio.
"No" la voce di Tokyo spezza il silenzio, "non possiamo permetterci di perdere l'appoggio dell'opinione pubblica!" Lui rotea gli occhi e tira fuori le armi, "mene fotto dell'opinione pubblica, vuoi per caso farti ammazzare?!" Sbotta, ci guardiamo interdetti, "non possiamo!" Ripete, "ma guarda, la ragazza dal grilletto facile cambia partito" ironizza, "ragazzi! Non possiamo farlo!" Urla a tutti noi, "non abbiamo scelta" risponde Nairobi, tutti annuiscono tranne io, "Atene, ti prego, almeno tu" la fisso, "io sono d'accordo con Tokyo, non siamo assassini" "mene fotto altamente della vostra opinione, perché se non fate quello che dico io sarete voi ad essere ammazzate!" Sbotta Palermo, "va bene, almeno potrò rivedere Berlino".
Colpito e affondato.
Tutti prendono le armi, escluse io e Tokyo.
"Ho arco e frecce" le sussurro, "nel caso dovessimo difenderci, non dirlo a nessuno" annuisce.
"Palermo mi ricevi?" "Sono Tokyo" "bene, ascoltami bene".
Quando Suares e la sua squadra entrarono nella banca di spagna usando un gass narcotico, non sapevano che avevano già perso.
"Che succede?" Suares si guarda intorno, lui e i suoi uomini sono intrappolati da sbarre rosse, la voce di Palermo risuona nelle loro orecchie, "sapete cosa sono queste sbarre" "esplosivo al plastico" ragiona un militare, "esatto, quindi se solo oserete sfiorare quelle sbarre, boom!" Finalmente si mostra agli uomini, "quindi buona nanna soldatini".
"Tokyo" "dimmi" "c'è il Professore alla radio, abbiamo una bella notizia da darti" le passo la radiolina, "Professore" "hanno accettato, consegneranno Rio" sorride come un ebete, la abbraccio, "hai visto?" La guardo negli occhi, "grazie Atene" "non devi ringraziare me" "invece si, sei stata l'unica ad appoggiarmi, nonostante il tuo lutto" abbasso lo sguardo un attimo, "non c'è di che" le sorrido, "fra poco apriremo le porte".
E come da me previsto, qualche minuto dopo apriamo le porte, vedo Rio vestito di tutto punto, bastardi, penso, lo hanno torturato e poi celo consegnano come un fottuto regalo di Natale come se nulla fosse.
Appena mette piede nella banca, tutti siamo travolti da un'ondata di euforia, e tutti commossi nel vedere Rio attraversare quella porta, abbraccio Nairobi e poi Denver.
Ovviamente Tokyo gli salta addosso, non penso di averla mai vista così felice.
Sorrido.
Si volta verso di noi, "ma che cazzo ci fate nella Banca di Spagna?" Ridiamo, "zitto e abbraccia il tuo Helsi" interviene Helsinki, saluta tutti, "Atene, quanto tempo, vieni qui!" Mi solleva da terra, "sono contenta che tu sia qui" annuisce e mi abbraccia di nuovo, "Hey bellezza!" Si rivolge a Nairobi, "siete fantastici" "si si siano fantastici, ma quella che ha smosso tutto è stata quella pazza della tua ragazza!" Ride Nairobi, "va bene va bene, adesso scusate, ma tocca a me" Tokyo lo prende per un braccio dolcemente, ci scambiamo sguardi complici e scoppiamo a ridere, ci abbracciamo felici, "fanculo la polizia!" Urlo.
Magari tu potessi vedermi.
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