capitolo 17

Legata su quella sedia, Atene si sentiva vuota.
Solo in quel momento si era davvero fermata?

"Io non ho pianto" sussurro, "cosa?" Chiede Lisbona, "non ho pianto" "Atene di cosa stai parlando?" Mi volto verso il Professore, "quando è morto Andrès, io non ho pianto" mi fissa in silenzio, "ti ho abbracciato, tu piangevi, ma io no" "con questo?" Mi intima Lisbona, "non lo so, mi è venuto in mente perché credo che fra poco piangerò".
Silenzio.
"Ho paura Professore" ammetto con le lacrime agli occhi.

Era la prima volta per Atene, ammettere esplicitamente le sue paure, e non sapeva cosa provare.
Forse ne aveva bisogno?
Questo non lo sapeva, sapeva solo che il mondo aveva scoperto la sua fragilità, e lei, non provava niente, perché non sapeva cosa provare.

"Anche io Atene" risponde tristemente, Lisbona si mette a fare un bel discorsetto al Professore, e con mia grande sorpresa, lui sene esce con: "Raquel, vuoi sposarmi?" "Oh merda" sussurro scioccata, lo ha fatto davvero, il suo si mi fa sorridere.

In realtà, Atene era gelosa, tristemente gelosa, perché avrebbe voluto anche lei una proposta di matrimonio da Andrés, ma sapeva con avrebbe mai potuto realizzare questo sogno.

"E quindi auguri?" Ridiamo, "ci voleva un po' di allegria eh Professore? Come la notte del merluzzo! Quanto abbiamo riso!" Annuisce sorridendo.

Flashback, Firenze

Chiacchieriamo tranquillamente seduti al tavolo in giardino, fino a quando, il Professore arriva con un grosso pesce in mano.
"Chi è stato?" Silenzio.

"Chi è il simpaticone, o la simpaticona, che mi ha messo un merluzzo nel letto?" Tratteniamo tutti una risata, "va bene, va bene, allora facciamo così" butta il merluzzo sul tavolo facendoci sussultare.

"io mi dimetto da cervello della banda, perché preferisco fare festa, passami il Brendi" ordina a Denver, "Professore, quello è un po' più forte del Brendi" "non mene frega un cazzo di che cos'è!" Ci guardiamo scioccati, mentre il Professore butta giù il primo bicchiere, "e mi fumo anche una sigaretta, e sapete perché?".

Stiamo per scoppiare tutti a ridere alla vista di quella scena a dir poco esilarante, "perché voi avete bisogno di una valvola di sfogo!" "Va bene va bene, mettiamo via tutt-" "no no, se avete bisogno di sfogarmi , sfogatevi, anzi" si avvicina ad una radiolina, parte una canzone, ci guardiamo perplessi, ma anche divertiti, e per la prima volta, il Professore si mette, a ballare!.

Ridiamo, "si è messo a ballare" sussurro a Tokyo, "a quanto pare" "domani non c'è lezione!" Urla, e presi dall'entusiasmo, ci uniamo a quel buffo ballo.
È decisamente ubriaco, ma non è per niente male.

Adesso.

"Si, eri ubriaco fradicio" Lo sfotte Lisbona, ridiamo, "lo ammetto, ero ubriaco" entra Tamayo rovinando l'atmosfera.
"Ah salve, non sa quanto mi è mancato colonnello" mi fulmina con lo sguardo, "Dunque, cosa facciamo con te?" Tira fuori un fazzoletto di stoffa dalla tasca e mi si avvicina, "così ci pensi due volte prima di sputarmi in faccia" mi copre la bocca, impedendomi di parlare.

Figlio di puttana.
Si avvicina al Professore, e si mette a prenderlo a pugni, provo ad urlare, ma invano.
"So che è difficile comprenderlo Colonnello, ma lo sa meglio di me, qui o vinciamo tutti e due, o perdiamo tutti e due!".

Non avresti potuto fare niente per aiutarmi.

E fu così, che mettemmo in atto il piano Pollicino, l'ultima carta che ci rimaneva da giocare, avremo fatto credere alla polizia, che l'oro che tanto cercavano, si trovasse sul fondo di chissà quale mare, facendoci guadagnare tempo.

Mi riprendono per un braccio.
E ci risiamo.
"Se ti tolgo la benda, mi prometti che farai la brava?" Annuisco, "ah cazzo, dovevate anche tapparmi la bocca!" Protesto, "lo dovremo rifare se non ti calmi" interviene Suares, sbuffo, "io sono calmissima" sibilo irritata.

"Bene, adesso ti riporto dai tuoi amichetti, che ne dici?" "Perché, avrei il diritto di dire qualcosa?" Lo sfido, "vuoi la benda?" "Guardi che è lei che melo a chiesto" alzo le spalle, "volete mollarmi! So camminare!" "Sei pericolosa" "ho le manette pezzo di imbecille! Come cazzo farei a farvi del male?" Mi fissa, "tu sei pericolosa anche con le manette" "dovrei prenderlo come un complimento?" Alzo un sopracciglio, "a te sembra un complimento?".

"Posso confidarle un segreto?" "Come vuoi" "si però si deve avvicinare" lui mi guarda sospettoso, "avanti, non mordo, ah cazzo, invece mordo! Però lei mi sta simpatico, quindi può stare tranquillo" gli faccio l'occhiolino, mi avvicino al suo orecchio, "lo sa che basta slogarsi il polso per levarsi le manette? Trucchetti del mestiere" gli dò un calcio facendolo cadere a terra, "cosa vuole farmi?" "Portatela via" "mi raccomando, ci metta il ghiaccio, sennò si gonfia!" Gli urlo alle spalle.

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