«Liorit non agitarti, te ne prego. Per il mio hjörtu è un'immane sofferenza vedere i tuoi occhi lacrimare.» Loki mosse una mano affilata facendo roteare il polso.
Frida digrignò i denti per la collera. Loki stava utilizzando quelle parole chiave di proposito per renderla vulnerabile e facilmente manipolabile. La diletta del re Laufeyson non aveva intenzione di cadere in altri insulsi tranelli.
«Il tuo fottuto cuore non ha pietà di me, altrimenti ti avrebbe suggerito di meglio.» rispose lei.
«Mia luce, da quando in qua usi questo linguaggio così volgare?» le domandò Loki sorridendo sarcasticamente, sfoderando il suo asso del fascino.
«Da quando ho dovuto fare i conti con la tua follia.»
Loki scosse piano la testa rilassando i muscoli del viso. Gli zigomi spigolosi sembravano donargli maggiore bellezza, pur sempre scarniti e sintomo di disagio.
I passi di Loki si diressero stavolta in direzione di Axel. Lui indietreggiò, ma solamente perché non sopportava la troppa vicinanza con quell'uomo. Il gigante poco più alto di lui gli toccò svogliatamente il girocollo della maglia ancora bagnata, squadrandolo con giudizio.
«Questi abiti non sono affatto consoni ai miei gusti. Non trovate anche voi che siano un obbrobrio?» la cadenza di Loki suonò volutamente effemminata e polemica.
«Stai davvero cercando di evadere la questione parlando dei nostri vestiti?» fece Axel, scontroso.
Loki lo guardò dritto negli occhi abbassando lo sguardo; le palpebre semichiuse e le labbra appena divise da una falsa innocenza provocatoria. «Parlerei anche di ciò che sta sotto i vestiti, ma non siamo ancora giunti ad un simile grado di confidenza.»
Frida sentì una vampata di calore esploderle in testa. Ne aveva fin sopra i capelli degli atteggiamenti di Loki. Caricò a passo veloce contro il profilo del dio il doppio più robusto di lei, intenzionata a strattonarlo per cercare di estrapolare le risposte tanto attese.
Una calda sensazione le riscaldò completamente il copro, sentita molto più intensamente della magia flebile compiuta dalla pietra la suo collo. Fu un piacevole trattamento, e allo stesso modo inaspettato.
Loki aveva allungato un braccio verso Frida rilasciando su di lei l'operato delle sue altissime capacità magiche. Gli abiti umani di Frida scomparvero a partire dai piedi, sostituiti dal passaggio luminoso di una magia dorata. I piedi indossarono delle scarpe alte e un po' scomode, ma di un tessuto spesso che avrebbe tenuto al caldo le dita, di color dorato, allacciate ai polpacci tatuati con delle sottili corde intrecciate fino a metà degli stinchi. Le calzature si intravedevano attraverso la gonna del nuovo abito materializzatosi per mero capriccio di Loki, quasi trasparente; era un modello a sirena, adattato perfettamente al copro a clessidra di Frida. Il velo bianco della lunga gonna presentava alcuni decori ricamati in avorio, richiamando la sinuosa forma morbida di piume lunghe e lavorate. Loki aveva preso ispirazione dal fiabesco stile del vestito di Ardesia; dal bacino alle cosce di Frida scesero delle numerose piume d'oro cucite alla gonna stretta, circondandole la vita e i fianchi come fossero parte della sua pelle. Il corpetto completamente trasparente mostrava l'addome piatto della donna, che negli anni si era disegnata diversi ornamenti d'inchiostro sulle costole e sotto i seni. Le stecche del corsetto sorreggevano e stringevano il seno prorompete e alto, facendogli riacquistare maggiore tonicità.
Frida guardò la magia vestirla d'oro e piume con un certo malcontento difficile da nascondere. Allargò piano le braccia che vennero riscaldate da una pesante giacca aperta, legata al petto come una mantella. La particolarità sublime di quell'indumento erano le piume bianche -autentiche- utilizzate per conferire a Frida delle vere e proprie ali. Si muovevano con grazia e naturalezza rispetto al vecchio mantello sintetico di piume trovato a Sakaar.
Dolcemente Frida poggiò il mento su una spalla, abbassando le palpebre che si illuminarono per una piccola scintilla di magia. Le ciglia gelate si volumizzarono scure, affilando lo sguardo magnetico della donna. Gli occhi sfumati da un trucco in polvere marrone e dorato, e le labbra rosee opache.
Frida sorrise con nostalgia, assentandosi da quel momento di trasformazione. Le piume sulle sue spalle erano d'oro, come le ricordava lei, mano a mano che il mantello continuava verso il basso il bianco delle piume vere creava uno stacco armonioso.
Loki le si avvicinò toccandole con le nocche la testa da dietro, trasmettendo con più intensità la propria magia direttamente su di Frida. I lunghissimi capelli bruni furono asciutti e lucidi, curati come d'abitudine di Frida. Loki sorrise, approfittandone per accarezzarne la morbidezza liscia, giostrando il proprio incantesimo dolcemente.
La runa mentita di Loki lo guardò senza volerlo, battendo le ciglia sensuali aggraziatamente. I capelli raccolti scoprirono il collo lungo di Frida, ed alcune ciocche volutamente lasciate fuggire dall'acconciatura le sfiorarono il viso.
La rabbia e la tristezza resero le corde vocali di Frida nodi indissolubili; l'odore di Loki era esattamente come lo ricordava. La runa tatuata al petto del dio del caos la catapultò nuovamente nei frammenti di ricordi irripetibili a Sakaar, quando aveva accolto con il suo stesso corpo l'integrità fisica e spirituale di Loki, interamente vulnerabile e libera. Era furiosa perché bruciava ancora per lui.
Assopendosi sui rilievi azzurri della carne di Loki sparsi sulle spalle e nel petto Frida si accorse distrattamente del bagliore dorato ora addosso ad Axel.
Loki aveva edificato una certa bellezza anche sul corpo del marito di Frida. Lei notò che lo stile regale ed elegante degli abiti di Axel rimandava a certi completi asgardiani che persino lei ricordava.
La giacca lucida nera e rosso carminio, munita di tasche e rivestimenti in cuoio sulle braccia e sulle gambe, simile ad un prototipo di armatura.
Frida somigliava ad una sovrana imperiale, Axel invece ad uno dei guerrieri fidati di Thor.
Il colorito di Axel era ritornato roseo, e Frida lo trovò molto attraente con i capelli ordinati tirati all'indietro e la barba folta dai riflessi dorati e rossi.
Loki sfiorò entrambi contemporaneamente, voltando il viso prima verso Axel e poi in direzione di Frda; «Incantevoli- disse -davvero superbi.»
Nel palmo freddo Frida strinse il quarzo iarino incantato appeso al suo collo. Fu un gesto d'ansia e sgomento. Gran parte del suo pensiero andava alle due figlie terrestri alle prese con Ardesia.
Deglutì e ritornò a farsi coraggio, spezzando una certa tensione tra loro tre; «Inizierò con le domande, che ti piaccia o meno Loki.»
Il gigante mutò, ritornando ad essere pallido e con gli occhi verdi. Sfoderò la dentatura bianca e perfetta, che rese il suo labbro ancora più sottile e lo sguardo vorace. «Ti ascolto principessa.»
Frida arrossì ed indietreggiò: «Cosa ci facevi sulla terra, e come hai fatto a tornare qui?»
«Sono passato da Midgard a commettere qualche misfatto per trovare un po' di svago e gli stupidi umani hanno tentato di punirmi. Si ricordavano di me anche dopo tutti questi anni, lo credi possibile? Eppure ne ho uccisi così pochi di midgardiani a New York.» Loki gesticolò lentamente con le braccia. Il tono e le parole che stava utilizzando non piacquero né ad Axel né tantomeno a Frida.
«E' stato un movente davvero intrigante per arrivare a te. Voglio dire, avrei potuto utilizzare mille altri modi; in cima alla lista c'erano i nostri carissimi ed affezionatissimi sogni, ma ormai mi pareva esser diventato ripetitivo e prevedibile, mi divertiva parecchio stavolta disturbarti con una telefonata.» disse Loki.
Frida ribollì per la collera. «Ho parlato con Balder. Ha avuto una premonizione in cui Frigga gli è apparsa, ha detto qualcosa in merito alle mie figlie, qualcosa che già immaginavo e sapevo. Qual è il resto?»
Loki ritornò serio di colpo, quasi fosse un paziente psichiatrico di Axel. Sentir nominare Frigga, sua madre, lo rese irrequieto e addolorato.
«E' ancora vivo quel pallone gonfiato? Axel sa che anche lui voleva offrirti una cavalcata?»
«Non ti ho detto che puoi farle tu le domande, cacciati in gola le tue parole malefiche e rispondi a cosa ho chiesto io.»
Loki si leccò il labbro superiore: «Sei sempre tosta Frida.»
Lei si lasciò scappare un mezzo sorriso soddisfatto, congiungendo le sopracciglia fine e ben delineate. «Se non altro ti do ancora filo da torcere. Come hai fatto ad evadere dal carcere e che tipo di minaccia sei per Atali e la mia famiglia?»
«Sono il fabbro di menzogne e di inganni, lo hai per caso dimenticato?- Loki si finse sorpreso- Ops, chiedo venia, nessuna domanda.» Camminò qualche passo avanti a loro mostrandogli le ampie spalle per il gusto di provocarli; «Neanche la vostra tecnologia è in grado di relegarmi in una misera cella, non avete creato una scienza in grado di sopprimere la mia magia, quindi ecco spiegata la mia fuga priva di intoppi.»
Frida annuì seria, segno che attendeva altre spiegazioni da parte di Loki.
«Sono pronto a giurare che il mio buon fratello maggiore Balder ti ha allarmata. Una profezia: quale temibile destino! Il sottoscritto è lieto e sincero di chiarire ogni malinteso.»
«Il sottoscritto è anche il dio degli inganni, e questo non posso tralasciarlo. Ho ricevuto io stessa gli artifici delle tue menzogne.» Frida ci tenne a ricordarlo a Loki. Le bugie erano iniziate dalla frottola della runa di Loki rimasta dentro la giovane Frida innocente, e lui lo ricordava perfettamente.
Lui raggrinzì l'espressione. Loki fu ferito ancora una volta, ed offeso dalle parole di Frida che avevano come ovvio intento quello di riaprire vecchie ferite mai del tutto rimarginate.
«Giusta osservazione mia cara, ma questa volta è differente. In questa storia ci sono di mezzo le nostre figlie e tu sai benissimo che non farei mai del male a nessuno dei miei figli...- Loki vacillò, i suoi occhi divennero lucidi -non avrai di certo dimenticato l'incantesimo bugiardo che mi hanno scagliato ad Asgard per tenermi all'oscuro delle mie temibili creature. Avrei fatto qualsiasi cosa per riportarli da me, ma non potevo.» Loki bisbigliò: «Non potevo fare nulla.»
Frida mandò giù un amaro peso alla gola. Axel la guardò alla ricerca di risposte, lui non aveva la minima idea di quali razza di storie ci fossero nel passato di quel folle millenario.
«Ricordo ogni cosa Loki, lo so.» Frida lo guardò in viso provando, con la sua immensa umanità ed empatia, di donargli consolazione. Lei stessa era andata ai piedi di Odino per chiedergli di liberare i tre figli di Loki esiliati ad Hel e nelle profondità del mare.
Laufeyson trasse un respiro profondo e soffiò via quella parte di discorso. «In conclusione, vi ho convocate qui, avvisando te e Atali di viaggiare a Jǫtunheimr, per assistere all'importantissima cerimonia di incoronazione di Ardesia.»
«Ecco, arriviamo a questo punto cruciale della faccenda- inveì Frida -cosa vuoi esattamente da me e Atali e perché mi hai soggiogata in sogno per dare vita quest'altra figlia attraverso la magia?»
«Sarò più semplice e prevedibile di quanto tu possa immaginare. Non voglio nulla di materiale o pericoloso da voi, sono solamente un padre che vuole riconciliarsi con la propria figlia. Mi spetta di diritto vederla almeno una volta dopo tutti questi anni.»
Al ché il tono di Frida iniziò a scaldarsi ancora, tutta la rabbia e la collera repressa in diciannove anni traboccò dal vaso delle sue emozioni.
«Ricordami un po' dove sei stato per l'appunto in questi anni. Dimmelo se haiil coraggio. Non sei stato presente neanche durante la prima ora di vita di tua figlia e tutta ad un tratto dopo diciannove anni senti un impellente istinto paterno nei confronti di Atali! Non raccontarmi stronzate Loki!»
Loki iniziò a sudare freddo; per la prima volta in tutta la sua vita e lunga carriera di misfatti stava facendo fatica ad adempiere al suo ruolo di bugiardo per natura. Vuoi la vulnerabilità sentimentale che gli cusava Frida, vuoi anche il parassita maligno dentro di lui che lo stava ormai annullando. Eppure Loki si era preparato da anni a quel momento, alle parole da usare per ingannare Frida e chiunque altro, non poteva perdere giusto all'inizio.
«Hai ovviamente dimenticato il mio carattere, o meglio, hai voluto ricordare soltanto i difetti. Posso essere un meschino traditore e bugiardo, ma non sono privo di sentimenti. Io ho amato ed amo Atali ogni giorno.»
«Infatti tutti abbiamo visto quanto è grande il tuo amore!» Frida lo interruppe. Loki chiuse gli occhi quasi dolorosamente, come se le parole di Frida lo stessero pugnalando.
Lui riprese a parlare, ignorando l'aggressione della terrestre; «Ed è proprio perché la ritengo così importante che non posso fare a meno di lei, e di te, per la cerimonia di incoronazione di Ardesia come già detto.»
«Vado oltre le tue false belle parole, giusto per cercare di mantenere la calma» Frida era tutto fuorché calma. Serrò le labbra e respirò profondamente, Axel credette che Frida potesse esplodere da un momento all'altro. «ma è davvero difficile Loki, mi stai mettendo alla prova. Se avessi voluto vedere tua figlia saresti dovuto venire tu a Midgard, magari con qualche anno in meno di ritardo.»
Loki con sgomento si innervosì: «Se fosse stato così facile di certo non avrei aspettato tanto!»
Frida scosse il capo con delusione e disgusto. «E' tutta colpa mia, sono stata la solita idiota ad ascoltarti e venire qui, terrorizzata dalle tue minacce. Per telefono mi hai fatta rabbrividire! E adesso che sono qui vuoi davvero darmi a bere la storiella del papà malinconico?!»
Axel si avvicinò a Frida per toccarla e calmarla, ma lei con i nervi a fior di pelle si dimenò sferrando pugni a vuoto e facendo muovere bruscamente la giacca di piume leggere.
«Ci hai abbandonate, avresti potuto trovare qualsiasi altra soluzione ed invece te ne sei andato!» Frida desiderava urlarglielo contro sin dal giorno in cui Loki era scomparso.
Loki si ingobbì, in silenzio. La sua espressione somigliò alla più triste delle colpe. Se soltanto avesse potuto parlare a Frida e dirle che da quando lei aveva distrutto l'anello lui era rimasto ostaggio del suo maligno aguzzino. Gli occhi spalancati e le mani rigide appena a sfiorargli il petto tremante. Questa volta Frida non si lasciò addolcire da quell'effettivo shock. Diventò cattiva, si lasciò travolgere dalla frustrazione e dalle ferite nella sua anima causate da Loki.
Camminò verso di Loki, spingendogli diverse volte l'indice su una spalla. Quei gesti forti e fastidiosi lasciarono abbassare Loki lentamente.
«Sei stato un codardo, ed hai continuato a dimostrare di esserlo soggiogandomi in sogno e mettendomi ancora una volta incita! Perché l'hai fatto senza domandarmi se lo volessi o meno?! Perché Loki?!»
«I-io cercavo solo...» Loki balbettò, non riuscendo ad instaurare un contatto visivo con lo sguardo violento di Frida.
«Ardesia è mia figlia, il mio sangue, la mia carne, e tu me l'hai strappata via senza nemmeno avvisarmi della sua esistenza! Come credi che mi stia facendo sentire questa verità? Eh Loki? Tu mi hai usata, mi hai abusata nel più tremendo dei modi!»
«No!» l'urlo di Loki fu improvviso e carico di energia, ma soprattutto sincero.
Frida tremò, incapace di dar suono a qualsiasi altra parola. Il grido potente e sofferto di Loki spensero la sua collera lasciando posto al dolore. I due amanti in conflitto si guardarono negli occhi, cristallini per via del velo spesso di lacrime trattenute con bruciore. Frida e Loki avevano gli stessi occhi, resi gemelli dal loro cordoglio straripante.
Frida sollevò le iridi, vedendo con espressione inorridita come l'anima di Loki aveva preso un colore del tutto nero, pesante e lenta nel biforcamento come se fosse una macchia di petrolio fluttuante.
Per Frida quello fu il primo ed evidente segnale che qualcosa in Loki non andava. Non ebbe il tempo per formulare ipotesi, se il dio del caos fosse uscito di testa per amore, gelosia e solitudine, oppure se fosse malato, o chissà cos'altro. Pietrificata la donna fu disturbata nella parte più sensibile e umana del suo animo; non poteva riservare a Loki altro severo giudizio, soprattutto perché si trattava proprio di lui.
Loki nel frattempo le si era avvicinato strisciando i piedi con pesantezza, facendo sembrare che il suo copro fosse ostacolato da pesanti catene cinte ai suoi polsi e alle sue caviglie. Mostrò pietà, palesemente, una virtù che mai il principe di Asgard aveva elemosinato.
Si accartocciò in se stesso, ingobbendosi per raggiungere con le mani e con il viso l'altezza di Frida. Questa volta lei non indietreggiò, ma Axel si mosse in avanti pronto ad intervenire qualsiasi cosa potesse imprevedibilmente accadere.
Le mani grandi e fredde di Laufeyson tremarono, vicinissime al volto di Frida. Sussultavano talmente tanto che non riuscirono nemmeno a sfiorare la pelle morbida e tiepida di Frida.
Un rivolo di saliva venne deglutito a fatica da Loki, privo di ogni controllo sul proprio corpo.
«A-Ardesia è stata una richiesta» disse, interrompendosi immediatamente a denti stretti a causa di un improvviso e sconosciuto dolore fisico. Qualcosa, o meglio dire, qualcuno, gli stava tappando la bocca. La sua anima gorgogliò, Frida la sentì, altro sintomo della sofferenza di Loki.
Lui corrugò la fronte e riuscì a riprendersi, gestendo quel tremendo guizzo di sofferenza fino a farlo scomparire.
Frida scosse il capo come a domandargli cosa stesse succedendo, preoccupata.
«»Desideravo un erede che realizzasse tutto ciò di cui io non sono stato capace io. Non potevo strapparti via Atali, Ardesia doveva nascere appositamente per tutto questo, nel tuo sogno è stata una richiesta, te l'ho espressa, mi dispiace che tu non l'abbia capito.» bisbigliò Loki, sudato.
A Frida non convinse quella versione, ma non poté obbiettare. In fin dei conti erano trascorsi diciassette anni dal sogno in cui Loki l'aveva dominata per concepire Ardesia, di particolari pertinenti non ne ricordava affatto.
Non seppe cosa dire, quasi si sentì nel torto lei a non aver fatto caso anni prima a qualsiasi simbolismo o parola di quel sogno. Ci pensò nel panico, ripetutamente, mentre Loki le respirava in viso, ma non riuscì a ricordare nulla.
«Hai comunque sbagliato, avresti potuto apparirmi altre volte in sogno per mettermi al corrente di tutto.» rispose lei, allungando un braccio verso Axel, alla ricerca della sua mano.
Loki premette il labbro superiore con quello inferiore, muovendolo in un gesto nervoso. Gli occhi spalancati e bagnati di lacrime, l'arcata sopraccigliare incrociata, ed il naso rosso in punta, quasi a colare.
Frida era stupita, Loki somigliava tanto ad un bambino. Non stava di certo recitando, quel pianto era più che reale. Il cambiamento di umore di Loki era stato brusco; da sarcastico provocatore ora piangeva sul viso di Frida. Finalmente riuscì a regolarizzare il tremore dei polsi toccando con i mignoli la parte calda dietro le orecchie di Frida, immergendo le altre dite tra i capelli raccolti. Frida sospirò guardandolo insistentemente in viso. Loki non badò alla freddezza della sua terrestre perché non la sentì più tanto distante. Si abbassò ancora, con le ginocchia quasi piegate, alla ricerca di un posto sereno nel petto di Frida in cui riposarsi.
Frida tenne le mani basse, rigida, non sapendo affatto come comportarsi. Le balenò in mente l'idea di sorreggerlo, ma il rancore era ancora troppo vivo per darle la grazia di toccare Loki senza inorridire.
Loki le annusò l'abito dorato che le aveva appena donato direttamente sul corpo. Le sfiorò con il naso umido il collo causando in Frida un brivido freddo che la fece indietreggiare di scatto. I due non furono capaci di separarsi, nemmeno l'imbarazzo e il disagio, tutti quegli anni di vuoto tra loro e l'ultimo tragico addio, niente di tutto ciò fu in grado di spegnerli completamente.
«Frida...» mormorò Loki sollevando di nuovo il capo, dando accenno di volersi ricomporre. Frida non rispose, serrando la bocca e guardandolo con gli occhi incrociati.
Sarebbe stato un errore ricordare a Frida che lui l'amava ancora. Probabilmente non era lo stesso per lei, e non meritava nemmeno di sentirsi dire un "ti amo" prima di un "perdonami".
Quindi Loki si lasciò abbandonare ai propri impulsi decidendo di essere irragionevole. Da perdere aveva parecchie cose, ma avrebbe avuto la forza di ricominciare da zero pur di sentire ancora in bocca Frida, il suo costante pensiero.
Raddrizzò la schiena e sollevò le spalle ampie stringendo più forte tra le mani la nuca di Frida. Lei scrollò il capo, accorgendosi che le mani vigorose ma innocue di Loki l'avrebbero condotta alle sue labbra.
Nel frattempo Axel aveva osservato tutta quella scena con un senso di acidità nervosa alla bocca dello stomaco, tenuto a bada solamente dal gesto cauto della mano di Frida. Andava bene, non c'era ancora bisogno che intervenisse.
Il collo di Frida si irrigidì, teso, provando ad allontanarsi da Loki e combattere la salda presa delle sue mani. Le sue labbra carnose gonfie e dischiuse lasciarono intravedere i due incisivi grandi e le palline argentee del piercing poggiato contro di essi.
Loki trovava nuova bellezza in lei, e desiderava ardentemente passare la lingua sul metallo dentro alla sua bocca, curioso di sentire come anche la piccola sfera sulla lingua di Frida infierisse sulla sua.
Fu un veloce scatto atteso ma comunque inaspettato, che coinvolse Frida in un bacio fermo e restio. La bocca famelica di Loki premette soavemente su quella tesa della terrestre, ma il dio non ebbe il tempo nemmeno ti tentare ad aprirla con la lingua. Axel lo spinse via violentemente, e il mancato intervento di Frida gli fece più male di quel violento gesto.
Il marito di Frida inveì a parole contro Loki. In silenzio e volutamente sordo alle blasfemie di Axel nei suoi confronti Loki Laufeyson mantenne il contatto visivo con Frida distante dal suo battito.
Entrambi sapevano che rinnegare quella loro passione immortale non era possibile. Così Loki osservò il linguaggio degli occhi azzurri di Frida, ascoltò ogni sillaba fatta di lacrime e magia, e diresse lo sguardo ad Axel.
Era disposto a fare qualsiasi cosa per riaverla. Era disposto persino ad imparare ad amare Axel pur di tenere con se Frida.
Azzardò senza ritegno, più sicuro di com'era stato prima, e soprattutto caparbio. Con coraggio Loki camminò velocemente, zittì Axel con lo sguardo avvicinandosi troppo al suo petto. Lo guardò in viso attentamente e serio, convincendo l'uomo che fosse pronto ad uno scontro.
Dopotutto Frida aveva avuto buon gusto nella scelta del marito, a Loki esteticamente piaceva Axel. La mascella spigolosa, la barba folta e rossiccia, le sopracciglia folte e gli occhi verdi. Aveva un bel naso Axel, anche più fine e dritto di quello di Loki. Qualche lentiggine sulla punta e sulle guance, ed una fossetta profonda evidente nel lato destro del viso.
Loki catturò Axel con un gesto prepotente e imprevedibile, senza dar scampo a lui di divincolarsi o pararlo. Usando la stessa mano che pochi istanti prima aveva accarezzato Frida, Loki afferrò la parte posteriore del collo di Axel utilizzando un diverso tipo di approccio, un po' arrugginito ma sempre efficace. Tra uomini, aveva imparato, insorgeva più dominazione che tenerezza, rispetto all'attrazione felina con il sesso apposto.
Loki chiuse gli occhi e si tuffò diretto dove aveva deciso di andare. La bocca di Axel aveva un gusto dolciastro e accogliente, i baffi folti pizzicarono la pelle liscia di Loki.
Frida si portò le mani alla bocca per nascondere lo stupore, emettendo un verso di sgomento tra la sorpresa e il piacere. Axel naturalmente si divincolò immediatamente, respingendo Loki disgustato. Fu però un rigetto iniziale. C'era qualcosa in quell'uomo capace di manipolare persino una persona di scienza e irremovibile come Axel.
Magia? Probabile. Eppure Loki prese anche Frida per mano e la avvicinò a loro. Tra Axel e Loki sembrava piccola piccola, ma si sentiva protetta.
Loki baciò per la seconda volta Frida, ed anche lei ebbe una maggiore consapevolezza e sintonia. Laufeyson la assaggiò proprio sotto gli occhi di Axel, non per avvertirlo o chissà cos'altro, ma quasi come a voler cercare il suo consenso. E attese, Loki attese che Axel abbandonasse lo smarrimento passeggero per fare ciò che lui architettava.
Frida si sollevò sulle punte per ricambiare il bacio, e a tratti lo interrompeva per rivolgersi silenziosamente ad Axel ed invitarlo ad avvicinarsi.
Sarebbe bastato anche un minimo accenno di lucidità per far ritornare in sé sia Frida che Axel, ma l'adrenalina ed il desiderio di lei avevano ormai preso il sopravvento ed Axel, attirato da un elisir magico di intese e gesti sorprendenti, per una volta nella sua vita si lasciò andare completamente.
Si fece largo tra la bocca di Loki con la lingua per insinuarsi nella saliva di Frida, giusto per ricordare a Loki il suo ruolo di marito. Il dio provò a sorridere con interesse, ma quell'uragano di bocche era figlio di angoscia e sgomentato dolore. Loki non godette, bensì pianse di sollievo e nostalgia.
Appoggiò una mano sulla schiena di Frida e l'altra sulla spalla di Axel, in mezzo tra loro due. Più alto tra tutti Loki dovette chinarsi ancora una volta, giostrando con maestria un bacio a cui ben tre bocche improbabili e fugaci stavano partecipando.
Il piercing alla lingua di Frida sgusciò al lato di quella di Loki, ed Axel succhiò contemporaneamente due lati delle labbra inferiori della terrestre e del gigante.
Si abbracciarono quando quel miscuglio divenne intimo e sentito, e chi per sbaglio veniva escluso dalle bocche non perdeva tempo ad attaccarsi al collo di qualcun altro.
Era un oblio, specialmente per Loki. L'inferno lo stava reclamando, non aveva mai sentito il Valhalla chiamarlo. L'unica beatitudine ultraterrena in cui poteva permettersi di morire erano i gesti d'amore di Frida. Era lei il suo aldilà.
L'unico a piangere tra quelle labbra fameliche ed erotiche, non l'avrebbe mai detto. In tempi migliori non ci avrebbe pensato due volte a spogliare entrambi e divertirsi come aveva imparato nelle case del piacere di Asgard. A Jǫtunheimr era diverso, lui stesso non si apparteneva. Persino la forza irrefrenabile di Thurisaz si era abbandonata, stanca, alle punte dei capelli.
Loki fu il primo a ritrarsi e a porre fine ai baci. Lo seguì Axel, come se non avesse aspettato altro che un segnale da parte del rivale, ed infine Frida, che avrebbe continuato ancora con piacevole curiosità.
Con una scia di lacrime sul viso Loki si rivolse a Frida toccandole un braccio tra le piume dorate; «Per favore non andate. Ho bisogno di te.»
Frida, preoccupata dello stato di Loki, preferì rispondere prima di fare altre domande.
«Loki noi non possiamo e non vogliamo restare qui.»
«Ve lo chiedo con il cuore in mano, se non per me per allora per Ardesia che ha bisogno di sua madre e sua sorella accanto nel giorno più importante della sua vita.»
Frida, in difficoltà, aveva moderato il tono aggressivo, usando una parvenza dispiaciuta.
«Loki tutto questo, n-noi» oltre che al pianeta appena esplorato e alla rivelazione di Ardesia Frida si riferì in primis all'incontenibile ammucchiata consumatasi pocanzi.
Laufeyson mise le mani avanti. Chiaro nel parlare e meno abbattuto proclamò le prime velate scuse.
«Il mio approccio iniziale è stato del tutto erroneo e inappropriato a Midgard, per telefono, ma sapevo che non saresti mai venuta se te lo avessi chiesto in maniera diversa. Sono stato troppo minaccioso e severo, e meriteresti delle scuse per questo, ma il desiderio di vedere Atali per me è stato troppo forte. Non riuscivo più a starle lontano.»
«Ti sei perso così tanto di lei, ogni cosa.»
«Lo so. E questo non me lo perdonerò mai.» ammise lui.
Frida sospirò toccandosi prima le labbra gonfie dai baci e poi la fronte, in segno di disperazione e stanchezza. Axel di fianco a lei aveva tenuto il silenzio, sotto shock e immerso nei propri pensieri e dissidi interiori.
«La decisione sarà anche di Atali, dopotutto ormai è quasi un'adulta cosciente delle proprie azioni. Fossi in te non riporrei delle speranze in lei, ma comunque la cosa più giusta è che tu le parli e le chieda scusa. E' il minimo che puoi fare per essere stato assente. Tu che ne pensi Axel?» gli domandò lei distogliendolo dal suo mutismo con una gomitata leggera alle costole. Axel trasalì ed annuì, spaesato.
«Rimarrete?» chiese emozionato Loki.
«Solamente per parlare. Non ho idea di come andranno le cose, se resteremo per l'incoronazione di Ardesia o andremo via prima, ma anche io ho il diritto di conoscere mia figlia e di prendere parte alle vostre decisioni. Sono sua madre, ricordatelo.»
«Sì.» rispose Loki. Frida fece per continuare il discorso, farsi prepotente e grande così da poter far luce su mille altre cose. Avrebbe soprattutto voluto chiedere a Loki «Per caso hai ancora la collana con la piuma che ti regalai?»
Ma non era una domanda tanto importante da fare, e dovettero riservare per dopo le proprie questioni private. Dalle scale ampie scesero Ardesia con nobile portamento, seguita da Atali e Amaltea in abiti magnifici.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top