Capitolo 15

La verità sui mostri:


La verità è questa: ogni mostro che tu abbia mai incontrato o che incontrerai, una volta era uomo, ed aveva un'anima soffice e luminosa come la seta. Qualcuno, però, ha rubato quella seta dalla sua anima trasformandolo da miracolo a tragedia. Quindi, d'ora in avanti quando vedrai un mostro di fianco a te ricorda questo. Non temerlo per ciò che è diventato, temi invece ciò che lo ha creato.

I ladri dell'anima del mostro Loki erano stati parecchi, in ordine cronologico potremmo ricordarli brevemente così: suo padre Laufey che lo abbandonò in fasce, il demone oscuro che gli aveva sequestrato e poi disintegrato il suo primo amore giovane, come terzo avvenire c'era stato Odino, che lo aveva ingannato sin dall'infanzia. Chi ci avrebbe mai creduto? Il dio dell'inganno cresciuto in un'enorme bugia.

Poi era arrivato Thanos, in quel capitolo della storia di Loki in cui si era lasciato cadere nello spazio subito dopo la distruzione del bifrost. Il titano lo aveva recuperato e sfruttato per iniziare il suo piano di invasione con la flotta di chitauri a New York.

Loki non era mai stato lucido durante quegli eventi, anche lui era stato una vittima trasformato in assassino dall'usurpatore della sua anima a brandelli.

«Ti ha torturato?» gli chiese Frida rabbrividendo. Aveva il magone, e si era tutta ricurvata in se stessa ascoltando quella storia da Loki che non aveva mai approfondito.

Il re, con i capelli rossi sulle spalle nude ed il viso pallido, stava seduto su di un divanetto di cashmere con le gambe divaricate e la postura scomposta. Frida, di fronte a lui, si era portata le ginocchia al mento entrando a mal appena sullo sgabello in cui era seduta.

Loki annuì alla domanda della donna «Thanos mi recuperò per caso nello spazio e decise di tenermi con se in una delle sue navi. Vagammo nell'universo per quelli che nel tuo sistema solare sarebbero stati circa dodici giorni, si meravigliò di quanto sapessi resistere. Alla fine però persi tutte le forze. L'unica cosa che mi concedeva -anzi, costringeva- mangiare erano carni putrefatte di abitanti di pianeti da lui distrutti. Ero putrido e malato, si divertiva a guardarmi gemere per il dolore delle percosse. Ordinava alle sue guardie di bastonarmi ed altro. A dire il vero gli ultimi giorni li ricordo a mal appena, ero perlopiù incosciente specialmente quando iniziò ad usare i poteri dello scettro su di me. Ero suo schiavo Frida, dovevo compiere tutto ciò che mi comandava, ed il mio unico obbiettivo era invadere la terra e recuperare il tesseract.»

Frida corrugò le sopracciglia in un'espressione di cordoglio e dispiacere. Mise i piedi scalzi per terra e camminò lentamente verso Loki. Il mantello di tessuto caldo che aveva sulle spalle strisciò in terra per via della sua bassa statura. Loki si lasciò andare godendosi la carità della donna e provando ancora l'efficacia dell'incantesimo lanciatole. Guardò Frida dritta negli occhi celesti sperando che lei vi leggesse altro oltre che l'anima in subbuglio.

Lei gli si chinò tra le gambe divaricate tenendosi in equilibrio con le mani sulle cosce di Loki. Lui, d'istinto, mosse il bacino in avanti sentendosi già eccitato da quella vicinanza.

A Frida cadde il manto dalla schiena, imitando la discesa con il suo stesso corpo. Si inginocchiò sotto il volto di Loki guardandolo con dedizione dal basso verso l'alto.

«Non eri cattivo. Eri soltanto un ragazzo.» disse Frida a bassa voce.

Loki impazzì davanti alle labbra pallide della terrestre, appena aperte come se fosse innocente. Le spostò i lunghissimi capelli lisci via dal petto con cura. La collana con la pietra magica stava impedendo al gelo di far tremare quel corpo minuto e pieno tatuaggi.

Frida capì a quel punto che alcune persone sopravvivono al caos e grazie ad esso imparano a crescere. Altre invece prosperano nel caos, perché il caos è tutto ciò che conoscono. Ripensando alle torture balbettò con sconcerto: «Non mi hai mai raccontato di come sono andate le cose davvero. Non meritavi di essere punito ad Asgard.»

«Principessa sei all'oscuro di molti episodi del mio passato, ma sono certo che anch'io non conosco molte cose su di te. Per esempio, mi sono sempre domandato e preoccupato riguardo il tuo stato di salute.» disse Loki.

Frida si pietrificò. In effetti in tutti quegli anni aveva spiegato ben poco a Loki, e lui aveva cercato di fare il possibile per non far troppe domande ed essere discreto. Frida lo amava anche per quello, non aveva mai pensato che Loki fosse disinteressato ai suoi dolori ma che piuttosto usasse una certa delicatezza e che non le ricordasse sempre di essere fragile.

Si tirò su facendo leva sulle ginocchia di Loki, mettendosi in piedi con qualche osso che scricchiolò.

«D'accordo, ti dirò tutto quello che vuoi sapere.»

«Come stai adesso?» iniziò Loki di getto. La sua preoccupazione era sincera e disperata. Si mise a sedere con la schiena dritta e chiuse le gambe. Questa volta era lui ad avere lo sguardo sollevato a Frida.

«Ad oggi bene. Dopo la nascita di Atali i miei sintomi si sono ripresentati più violenti che mai. La gravidanza "magica" aveva letteralmente bloccato la mia malattia, ma una volta nata il mio corpo si è trovato sprovvisto di qualsiasi trattamento. Quando non sono più riuscita ad alzarmi dal letto Axel ha deciso di chiedere aiuto a dottor Strange. Non ti nego che anch'io speravo che m'insegnasse a guarire con la magia, o a lanciare su di me chissà quale incantesimo, ma con me ha preso una decisione da medico invece che da stregone, col senno di poi la più saggia. La magia non avrebbe cambiato le cose, il mio male non è frutto di un incidente ma causato dal mio stesso sistema immunitario.» raccontò Frida.

Loki scosse il capo con rabbia; «Fottuto idiota, e si vanta persino di avere una magia più potente della mia.»

«Non dire così Loki. Stephen mi ha raccomandata al migliore ospedale che conosceva e lì ho ricevuto il trattamento terapeutico adatto a me. Non è nulla di invasivo, oramai la scienza ha fatto passi avanti nella ricerca, e tutto ciò di cui ho bisogno è una lunga iniezione endovena una volta all'anno. E' quella che mi garantisce di star bene come tu vedi adesso.»

«Ma non ti ha guarita.» aggiunse Loki tristemente.

«No. Nulla può guarirmi.»

Loki scattò in piedi di fronte a Frida. Era talmente alto che per il timore la donna indietreggiò di qualche passo. Il gigante dalla pelle azzurra prese il viso di Frida tra le mani e si abbassò poco verso il suo sguardo.

Dato l'incantesimo quella improvvisa vicinanza fisica non fu nulla di strano per la terrestre.

«Che cos'hai Frida? Cosa ti fa male?» più che una domanda parve una supplica, come se la verità di Frida avesse liberato Loki da una parte di angoscia.

«Loki io ho il lupus, sin da quando ero piccola. Mi hanno sempre fatto male le ossa e i tendini, certe volte anche lo stomaco e il cuore. La mia malattia infiamma organi e articolazioni e mette persino a rischio la mia vita, ma almeno in questo sono stata fortunata. Sarà stata anche tutta la magia che mi hai dato in piccoli frammenti.» concluse Frida.

Loki si commosse. Non aveva mai pensato di aver fatto del bene alla sua Frida, si sentiva in colpa per averle dato soltanto dispiaceri. La diagnosi lo spaventò ma fu proprio la risposta che cercava. Ora avrebbe saputo come prendersi cura della sua Frida.

La cinse con le grandi braccia e la accompagnò lentamente al suo petto.

Frida lo lasciò fare, il freddo della pelle di Loki non la infastidiva. Chiuse gli occhi e inalò l'odore del suo dio trovando sollievo. L'abbraccio era superfluo, a Frida bastava soltanto il profumo di Loki.

Lui le diede un bacio sulla testa e le sorrise.

«Ti va di fare un bagno?» le domandò con dolcezza.

«Stai dicendo che puzzo?» replicò lei fingendosi offesa.

Il re scosse il capo e rise; gli sembrava di rivivere i bei giorni ad Asgard, quando entrambi erano giovani e credevano avesse importanza solamente il loro amore.

«Mi fai strada al bagno, padrone del castello?» Frida lo provocò, sciogliendo l'abbraccio. Si comportava come con Axel, come se Loki fosse in realtà suo marito.

Loki non era così felice da anni; «Certamente liorit.» Le prese una mano come se fosse una damigella di corte e la accompagnò nel grande bagno adiacente al salottino in cui si erano ritrovati insieme da soli.

Axel, senza gelosia e sospetti per via della stregoneria subita, si trovava a perlustrare il bosco spoglio poco lontano dal palazzo nella pietra. Aveva scelto spontaneamente di avventurarsi con i fratelli di Loki in quella caccia ricreativa, e Frida non aveva notato nulla di strano in quell'idiota entusiasmo non da Axel.

Atali e Amaltea stavano cercando di farsi andar bene quella strana situazione di leggerezza, e per fortuna con Ykaar si sentivano al sicuro e in buona compagnia, escludendo un po' Ardesia dal loro nuovo gruppetto di svago.

Tutti svolgevano ciò che più gradivano, sembrava che vivessero da sempre in quel castello.

Loki mise attorno al collo di Frida una seconda collana di quarzo iarino, per assicurarsi che la sua amata non avvertisse alcun brivido di freddo mentre era ammollo.

Fece riscaldare una grande quantità d'acqua e riempì la vasca fumante. 

Si tenne vicino allo stipite della porta, fingendo che presto sarebbe uscito dal bagno per lasciare Frida da sola, ma invece non aspettava altro che un invito da parte sua.

E quell'invito arrivò, frutto dell'incantesimo.

«Ti va di farmi compagnia? Continuiamo a parlare un po', avevo dimenticato quanto fosse piacevole.» disse Frida controllando con una mano la temperatura dell'acqua.

Loki chiuse la porta e si avvicinò a Frida; «Certamente.»

Lei sorrise in modo malizioso. Continuò a dare le spalle a Loki finché non abbandonò i vestiti ai suoi piedi. Si spogliò tranquillamente, indenne al freddo. Aveva i capelli che le nascondevano il sedere, così Loki non poté guardarla nuda.

Scavalcò il bordo della grande vasca in pietra liscia e levigata, e si immerse tra il vapore e la schiuma. Loki non riuscì ad intravedere nemmeno i suoi capezzoli, sperando in qualche modo che quei dannati capelli lunghi si spostassero.

Frida era furba e provocatoria. Una volta immersa la schiuma bianca nascose ciò che era appena visibile in superficie, e di lei si vide solamente la testa.

Loki però era riuscito a scorgere i tatuaggi, un numero incalcolabile. Nei polpacci e dietro le cosce, grandi disegni neri e a colori, sembravano una seconda pelle, quasi che Frida non si fosse spogliata.

Guardando il suo profilo Loki si accorse che un ramoscello di alloro bianco percorreva con armonia una tempia di Frida, ed il disegno per via dell'inchiostro chiaro sembrava una cicatrice ormai guarita e poco visibile.

Frida si bagnò il capo con le mani, e chiuse gli occhi rilassata da quel bel calore in corpo.

«Non hai più spazio sul copro per altri disegni.» le disse Loki.

«Troverò sempre una porzione di pelle vuota sta tranquillo, abbiamo più spazio di quanto pensi.» gli rispose.

«Perché li hai fatti?» a Loki parve quasi un peccato che Frida si fosse macchiata la pelle per sempre, lui la ricordava pura e chiara, ora invece era segnata per sempre e annerita dall'inchiostro. Forse non gli piacevano molto quei disegni perché gli ricordavano troppo Sigyn...

Frida si sentì quasi offesa da quella domanda; «Mi sono riempita di tatuaggi perché ho creduto fosse il modo migliore per avere il controllo su me stessa. Non ho il libero arbitrio sulla natura del mio corpo, lui stesso da anni si danneggia e si erode senza che io possa fare nulla. Per ripicca lo scarabocchio. Se non posso decidere sulle mie ossa e sui miei sentimenti allora farò ciò che voglio alla mia pelle, e voglio che sia arte. E poi non li trovi fottutamente fighi?»

Loki si sedette in terra poggiando i gomiti sulla vasca. Sorrise alla sua innamorata e la guardò con fierezza; «Sei fatta di magia.»

Frida arrossì. Si spinse a sedere con le braccia, le spalle e il petto riemersero dall'acqua e furono finalmente visibili. I tatuaggi bagnati divennero lucidi.

«Come la divina, maliziosa, scintilla in te.» rispose Frida bagnandogli uno zigomo con le mani.

Loki stava vivendo un magnifico sogno. «Ricordi quando mi sono sacrificato per salvarti dal maleficio delle streghe? Pur conoscendoti appena sentivo crescere in me qualcosa che andava ben oltre un ovvio sentimento, e dopo non essere riuscito a salvare la vita di Thurisaz non ho avuto timore a morire anche per te.»

«Non morire ancora, ti supplico Loki.»

«Per te amore morirei ogni giorno.» le rispose. E Frida lo tirò a se e lo baciò.

Loki si spogliò velocemente della pelliccia e delle braghe, entrando nella grande vasca spinto dall'impazienza di Frida.

Fecero l'amore immersi nell'acqua e alla fine si lavarono a vicenda i lunghi capelli, ridendo e scherzando su acconciature ridicole.

Non tutto era stato frutto dell'incantesimo d'amore. I baci e le risa erano stati autentici.




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