Capitolo 9.2
Mi mossi con una maggiore decisione, sentendo il sudore freddo bagnarmi il collo da quanto ero agitata.
Mi confortai con il pensiero che Rydios avrebbe potuto essere al mio fianco se ce ne fosse stato bisogno.
Il tocco affettuoso e rassicurante della sua mano... avrei voluto sentirlo.
Davvero tanto.
Quando Miri si fermò all'improvviso, inciampai su di lei, cadendo in avanti.
Mi pulii le mani sui pantaloni e alzando lo sguardo da terra, vidi il convoglio in manutenzione che stavamo cercando.
Dal vetro di un suo vagone, spuntò il profilo conosciuto di un ragazzo dai capelli corti neri.
Shian Zhao.
I suoi occhi erano diventati viola e brillanti come quelli della sorella, rivolti con arroganza verso il basso, quasi a rimarcare la loro superiorità al malcapitato che era probabilmente finito, in posizione di svantaggio, sul pavimento.
«Aspetta qui», mi consigliò Miri.
Sparì in una frazione di secondo e nello stesso fulmineo lasso di tempo, la vidi apparire attraverso il vetro del vagone alle spalle del fratello, che, con disappunto, si era voltato verso di lei.
Si scambiarono qualche parola, ma da lì non riuscii ad ascoltare che cosa si stavano dicendo. Qualsiasi fosse l'argomento, pareva non metterli per niente d'accordo.
Fu dirompente.
Il vetro del mezzo esplose in un gran boato, una miriade di schegge appuntite si sparpagliarono in aria, per fortuna non fin dove mi trovavo io.
Un ragazzo biondo saltò fuori dal varco, con un lamento di disperazione, e perse l'equilibrio una volta a terra, cadendo sulle mani, attorno alle quali guizzavano, alti, lembi di fuoco.
Si rimise in piedi dolorante, e si allontanò dal mezzo con una luce rossa e viva che gli rifulgeva negli occhi.
Quando finalmente si accorse di me, la sua espressione divenne un insieme di stati d'animo che mi devastò.
Incredulità, stanchezza, rabbia.
«Mio Dio, Tommaso.»
Ero sicura volesse fuggire dagli Zhao, eppure restò immobile a fissarmi, come pietrificato dalla mia voce.
Le fiamme attorno ai suoi polsi si spensero, rientrando pian piano nella sua pelle, e gli occhi mutarono nella loro solita tonalità chiara.
La furia sul suo volto lasciò il posto a un puro terrore che dipendeva dalla mia presenza.
«Sofia? Perché tu...?»
«Va... va tutto bene», cercai di tranquillizzare con delicatezza lui e al contempo, me stessa. «E' tutto a posto.»
Aveva l'aria di un ragazzo sopravvissuto a una sventurata rissa, i capelli in disordine, i jeans strappati a diverse altezze, i tagli sulle guance, dai quali colavano alcune gocce di sangue.
«Mi hai visto», realizzò.
«Sì», mi uscì.
«Devo averti spaventata.»
Notai che Miri e Shian erano scesi dal convoglio, e ci seguivano nell'ombra con i loro incantevoli occhi viola.
«Hai appena visto di che cosa sono capace, eppure...» si sorprese.
«So chi sei», mi ripresi, con un sorriso. «Un Figlio del Fuoco.»
Il ragazzo sgranò gli occhi, confuso e colpito.
«Anche tu lo sei?»
«No, io no, ma mia madre è una Figlia della Terra, ha un potere legato a un elemento della natura, proprio come lo hai tu», rivelai, con l'intenzione di farlo sentire meno solo.
«Ah, ora capisco.»
Si guardò in giro, e si accorse che i due cinesi erano appostati, pazienti, in un angolo, in attesa del momento per intervenire.
«Io sono qui per te», gli feci sapere, prima che potesse fare qualcosa di avventato contro di loro. «Conosco il motivo per cui ti cercano.»
«Non avresti dovuto venire. Adesso sei in un sotterraneo insieme a tre mostri.»
Vacillai. «Tu non sei un...»
«Posso essere pericoloso», m'interruppe. «E quei due laggiù possono esserlo anche di più! Non hai idea di che cosa sono capaci.»
«Sono Guardiani», presi le loro difese. «Agiscono per il nostro bene.»
«Portando le persone in tunnel isolati contro la loro volontà e assalendole?» ribatté subito lui.
Non risposi. Non sapevo che cosa dire.
«Devi andartene via», aggiunse.
Miri si spostò alla consueta velocità e mi arrivò di fianco, prima che potessi dire o fare qualsiasi cosa in risposta.
«Il nostro sangue non è come il vostro», comunicò la cinese, ferendosi di proposito con un residuo appuntito di vetro. «E' grigio perla con chiazze nere, per metà angelico e per metà demoniaco. In esso, coesistono la forza del Bene e l'ostilità del Male. Siamo angeli e siamo demoni, e allo stesso tempo non siamo nessuno dei due, ma possiamo fronteggiarli entrambi con pari misura.»
Anche Shian uscì dall'ombra dove aveva atteso silenzioso, e sfiorò il polso di Miri, sporcandosi con il suo sangue grigio, mentre la ferita si rimarginava da sola fino a chiudersi.
«Ciò che mia sorella vuole dire è che siamo ambivalenti. A volte possiamo comportarci in modo corretto, a volte no.»
Tommaso fece una smorfia e scosse il capo, in segno di rifiuto. «Una scusa per giustificare quanto siate insidiosi e inaffidabili.»
«Noi esistiamo per l'Equilibrio», riprese a parlare Miri, pacata. «La nostra famiglia veglia e difende il Cancello Sacro, insieme ad altre famiglie, e riporta l'ordine tra i Piani Fisico e Astrale, qualora esso sia minacciato.»
«Noi mostri, come ci chiami tu, lavoriamo per voi e siamo indispensabili per tenere il vostro mondo separato da quell'altro, al sicuro da mostri ben peggiori», commentò Shian, schietto.
«E' vero», li appoggiai di fronte a Tommaso. «Loro sono qui per aiutarci.»
«Non essere ingenua, Sofia. A loro non importa di te o di me. A loro interessa solo di quello che chiamano Cancello. Per salvaguardarlo, sarebbero disposti a fare qualunque cosa.»
«La nostra priorità è quella, è vero, ma entrambi avete qualcosa che ci serve», intervenne nuovamente Miri. «Qualcosa di utile per cui ci troviamo qui insieme adesso.»
«Come a dire, non ti ho malmenato per niente.» interpretò Shian, sarcastico.
«Loro vogliono che tu usi il tuo potere per legarlo all'acciaio che stanno acquistando dai miei genitori», dissi, sperando che mi avrebbe ascoltata alla prima. «Armi magiche, ecco cosa ti chiedono di fare.»
Tommaso mi guardò come se fossi in combutta con i fratelli cinesi e glielo avessi tenuto nascosto al fine di fargli un torto.
«I tuoi genitori?» sbottò, scioccato. «Incredibile, ci sono dentro anche loro! Sono amici di questi due?»
«Gli Zhao sono un nostro cliente, e sì, i miei li stanno aiutando. Quando ti sentirai pronto, ti condurrò nell'azienda della mia famiglia, come mi hanno chiesto di fare loro», risposi, ponderando con attenzione le parole. «Ma ora, per favore, usciamo da questo umido sotterraneo!»
Tommaso e Sofia hanno scoperto l'uno dell'altra, vivendo una esperienza nel tunnel della metro non proprio tranquilla con i due Guardiani. Sofia era davvero insieme a tre mostri? O ha esagerato Tommaso? In ogni caso... Il prossimo capitolo e' uno dei miei preferiti (ne ho piu' di uno, per motivi diversi, d'ora in avanti)❤ Spero che la storia possa appassionarvi sempre di piu'! A domani😊
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