Capitolo 2
<<Nonno, nonno! Dove siete?!>> urlò il ragazzo affannato per la corsa. Trovò in cortile una carrozza con dei bagagli e Aldelmo non capì cosa ci facesse lì, poi pensò che fosse venuto qualche cliente ed entrò in casa.
<<Ah eccoti! Ti stavo cercando...>> gli urlò Carlo da una camera.
<<Ah davvero?! Ma non sapete cosa ho da dirvi! Sta per accadere qualcosa! Ho spiato degli uomini e ho scoperto che stanno pianificando una congiura... sembra una cosa seria... ho pensato ai Manfredi, può essere?>> disse ansioso mentre raggiungeva il nonno.
<<Ed è questo il punto... presto prendi le tue cose e andiamo, stiamo per partire e non c'è tempo! Forza!>> gli fece duro con un velo di amarezza senza rivolgergli nemmeno lo sguardo, troppo intento a fare i bagagli.
<<Che state facendo?>> chiese sconcertato.
Carlo interruppe ciò che stava facendo, fece un grosso respiro e gli si avvicinò, gli toccò la spalla e tentò di rassicurarlo senza celare troppo la pericolosità della situazione <<Fidati, fa' come dico>> gli sorrise amaramente stringendo le mascelle con un velo di grinta che non lo abbandonava mai.
<<Non capisco...>>.
<<Non c'è tempo, ti spiegherò tutto ma ora andiamo! Dobbiamo andarcene!>> riprese ad essere duro allontanandosi da lui per riprendere a fare i bagagli.
Prepararono le loro cose senza fiatare. Dopo 10 minuti di silenzio angosciante, mentre Carlo caricava altri bagagli sul carro Aldelmo proferì di nuovo parola deciso a rompere quell'atmosfera di ghiaccio. <<Sta per iniziare una guerra? Ho bisogno di sapere, non sono più un bambino!>> Aldelmo iniziò ad innervosirsi e a capire la gravità della situazione.
<<No, o almeno non proprio>> sospirò mentre sistemava gli ultimi bagagli.
Aldelmo continuava a non capire e mentre lo guardava adocchiò uno strano baule di medie dimensioni... <<Che cos'è quel baule? Non l'ho mai veduto prima... posso aprirlo?>> disse mentre si avvicinava ad esso; nulla avrebbe potuto fargli passare la sua innata curiosità.
<<No!>> gli urlò di scatto <<Cioè, voglio dire, sono oggetti molto fragili e pregiati, li ho imballati e non voglio che tu li smuova>>.
<<Oh, certo, va bene...scusate>>.
Carlo avviò il carro e i cavalli presero il trotto. Aldelmo sedeva di fianco ad egli e con la tristezza che gli sprizzava da tutti i pori si decise, costretto, a dire addio alla sua amata terra natale. Lungo le strade vedeva le persone, le case dei suoi amici, le botteghe e quant'altro che non avrebbe rivisto forse mai più. Giunsero alle porte della città quando ormai era da poco passata l'ora che segna metà dì.
<<Dov'è che andremo ora?>> chiese mentre si voltava indietro vedendo allontare sempre più la sua Faenza.
<<Lontano, molto lontano!>> esclamò Carlo mentre spronava i cavalli per allontanarsi il più velocemente possibile da quelle mura.
Passarono per mille campagne e verso sera giunsero a Firenze.
<<Firenze? Sostiamo qui?>> domandò affascinato il giovane.
<<Vedremo, devo capire com'è la situazione, andrò un pò in giro>> si guardò intorno cercando di carpire qualcosa dall'ambiente circostante <<tu umh>> sempre mentre si guardava intorno <<fa' pure un giro se vuoi, Firenze è bella! Goditela! Non resteremo per molto e ci sono molti bei monumenti che dovresti vedere. Ci vediamo fra due ore qui, se non mi trovi sarò in quella locanda laggiù>> detto questo si incamminò a passo svelto, Aldelmo lo seguì con lo sguardo fino a quando Carlo sparì abilmente in un vicolo buio.
<<Beh, è arrivata l'ora di divertirsi!>> lasciò il carro e si incamminò eccitato per le belle vie di Firenze. La trovò stupenda e amava il suo stile, il chiaro di luna le dava un tocco in più, era così elegante e raffinata che se ne innamorò. Quando vide la Chiesa di Santa Maria del Fiore e Palazzo della Signoria rimase estasiato, poi si ritrovò, non sapendo come, davanti La Dea Romana, capì che cos'era quel luogo, a Faenza non c'erano posti così ma ne aveva sentito parlare, era indeciso se entrare lasciandosi andare o trattenersi, era solo un ragazzino... e appunto per questo non si trattenne ed entrò! C'erano molti dipinti particolari e molte persone interessanti e anche aristocratici. Fu trattato bene e...si divertì un mondo!
Quando uscì, molto tempo dopo, non vide Carlo alle porte della città e quindi si diresse alla locanda presso cui aveva deciso di pernottare. Entrò in camera e Carlo era già lì che russava, si coricò e cadde nel grosso abbraccio di Morfeo. La mattina si misero in viaggio molto presto. Attraversarono ancora altre campagne fino a giungere in una piccola e accogliente cittadella
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