quattro

Le prime luci del sole stavano lentamente illuminando la cittadina di Los Angeles, Alexandra stava passeggiando lungo la costa dell'Oceano Pacifico assieme a Simon e Noah dopo aver lavorato tutta la notte al First Responder, la giovane indossava la divisa da soccorritrice con sopra una leggera felpa di un verde più scuro abbinato alle converse del medesimo colore.
«Ma quello lì non è Ivan Morrison?» chiese Noah indicando un punto della spiaggia in lontananza, Simon annuì con il capo mentre Alexandra cercava ogni scusa per non guardare il ragazzo dai capelli marroni mentre stava studiando dei delfini.
«Lexy è il ragazzo che piace a te?» il castano punzecchiò con il dito la guancia della sua amica mentre lei prendeva dalla tasca della felpa le AirPods «Si è lui» confessò Alexandra Kylie scorrendo velocemente con il dito sul suo cellulare.
«Tra poco iniziano le lezioni, se non ci sbrighiamo facciamo tardi» ridacchiò Simon aumentando il passo in direzione della High School, Kylie si mise le AirPods e fece partire "Pillowtalk" di Zayn Malik.

«Simon, Simon» disse Alexandra prendendo velocemente la mano del ragazzo castano e portandosela sul cuore
«Ragazza mia!» esclamò il giovane dopo qualche secondo di ascolto «Un caccia-militare va meno veloce del tuo povero cuore, sei del first responder ma qui un'ambulanza serve a te» Anche Noah ridacchio insieme a Kylie e Simon.
«È l'effetto che mi fa quel ragazzo» Kylie indicò ad Ivan Morrison con un cenno del capo mentre le note della canzone scorrevano nelle sue AirPods.
«Scommetto che stai ascoltando Pillow Talk» commentò Noah dirigendosi a passo spedito verso il ragazzo che stava studiando i delfini.
«Dobbiamo per forza passare di lì?» chiese timidamente Alexandra Kylie, i due ragazzi presero Alexandra dalle braccia e la trascinarono nella direzione in cui si trovava il tirocinante «Buongiorno Ivan!» Esclamò Noah felice di vedere un suo amico mentre Alexandra si nascondeva dietro di Simon «Loro sono i miei amici-colleghi Alexandra e Simon» disse presentando i due.
«Alla ragazza l'ho già vista un paio di volte, sta sempre con Kevin Gomez e Federico Rossi»
«Si piccolo angelo, cioè volevo dire Dede è mio cugino» intervenne Kylie a voce bassa per nascondersi nuovamente dietro a Simon che ridacchiava
«Ho capito, e Kevin da quanto tempo lo conosci?» gli chiese il castano alzandosi e pulendosi la sabbia dalla divisa  blu.
«Molto tempo, sin da piccola ho sempre avuto un legame molto forte con Corbyn» disse Kylie, «Chi è Corbyn?» intervenne il tirocinante alzando un sopracciglio «È Federico, si chiama Federico Corbyn, Corbyn è il suo secondo nome, non lo usa molto e preferisce tenerlo per le persone più strette» spiegò molto velocemente Noah aggiustandosi i capelli mentre il Ivan annuiva.
«Kevin è il cugino della mia migliore amica, lei non vive qui, abita a Parigi, però sua madre è originaria di Los Angeles, ogni tanto vengono e ci restano per qualche mesetto».
Simon diede una gomitata sul fianco dell'amico e gli fece l'occhiolino, «Noi dobbiamo andare a scuola, ho sentito ieri che Mr. Stilton parlava con Ivan perché deve venire a scuola nostra per un progetto, dico al professore di scienze che ti hanno trattenuta al First Responder per sistemare dei documenti» i due ragazzi iniziarono a correre sulla sabbia in direzione della Chadwick, l'High school di Kylie, Noah Simon, Luke Richard e Liam.

«Cosa stavi ascoltando prima?» chiese Ivan incuriosito mentre Kylie giocherellava con una ciocca di capelli lunghi «Pillow Talk» mormorò la ragazza guardando l'ora sul suo orologio digitale «Amo da impazzire Pillow Talk» confessò Ivan cercando di essere il più naturale possibile.
«Climb on a board,
we'll go slow and high tempo,
light and dark
hold me hard and mellow» iniziò a canticchiare il ragazzo sotto ad un grosso velo di imbarazzo.
«Posso fatto una domanda?»
«Tutte quelle che vuoi Ivan» dichiarò la castana iniziando a torturasi gli anelli  che portava alle dita.
«Da quanto tempo fai il volontariato al First Responder?»
«Da circa metà giugno, non è tanto tempo, sono passati cinque mesi, e sono molto contenta della mia decisone, ho incontrato delle persone fantastiche, a parte i ragazzi che li conoscevo già a scuola, gli altri sono come una seconda casa» Ivan annuiva con attenzione, mentre Kylie prendeva un po' di tempo prima di rispondere alle domande che faceva il moro, era sempre così agitata davanti al ragazzo che non voleva fare brutta figura e dire cose che dopo si sarebbe sicuramente pentita.
«Sembri agitata cos'hai!?» chiese Ivan mettendo una mano sulla spalla della ragazza, il cuore di Alexandra Kylie iniziò a battere talmente veloce e forte che sembrava che volesse scappare da un momento all'altro.
«Il mio povero cuore» pensò la ragazza aggiustando meglio lo zaino che pendeva dalla spalla libera.
«Ti posso fare una domanda» sussurrò Alexandra cercando di far uscire la voce «Tutte quelle che vuoi tesoro bello» Kylie si sentì mancare la sabbia sotto i piedi «Fortuna che c'è lui che mi sta sorreggendo» riflettè la ragazza «Sento già le sirene dell'ambulanza con dentro Richard e Liam che stanno venendo» quest'ultimo pensiero fece ridere Kylie, infatti sul suo volto spuntò un lieve sorriso da ebete.
Ivan punzecchiò con l'indice la guancia della ragazza «Ma quanto sei adorabile quando sorridi spontaneamente» commentò il ragazzo non riuscendo a trattenere le risate.
«Dai fammi questa domanda» dichiarò il giovane infilandosi le mani nelle tasche del costume.
«Come mai stai facendo il tirocinante con le creature marine? Dove studi?»
«Io sono originario della California, però quando avevo quattro/cinque anni i miei si sono trasferiti alle Hawaii per il lavoro di mio padre, la mia università mi ha offerto questo tirocinio in vari posti, tra cui: Miami, San Francisco, Boston, Siattle, Chicago e Loa Angeles, ed io ho scelto quest'ultimo per comodità e anche perché è più "vicino" a casa, e posso tranquillamente tornare quando voglio» Kylie non smetteva di guardare i suoi piedi, aveva il viso tutto rosso per l'imbarazzo di restare da sola per così tanto tempo con Ivan «E per quanto riguarda perché proprio biologia marina, non lo so, mi piace stare a contatto con l'oceano, mi tranquillizza, mi fa sentire libero, che poi se ci pensi noi non siamo niente in confronto alla vastità degli oceani e al loro habitat.
Mi affascina sapere che dentro all'immenso dell'oceano ci sono ancora miliardi e miliardi di creature che non non conosceremo mai».






La macchina di Kevin era parcheggiata davanti alla villa dei Rossi ed insieme al giovane c'era anche Alexandra «Perché siamo venuti a casa di Fè così di fretta?» chiese la ragazza sistemandosi meglio un bottone della divisa rossa, «C'è un posto che sicuramente conoscete, ma vorrei mostrarvelo lo stesso, si tratta della casa di Benjamin, non dire nulla alla tua amica Margot, sennò grazie alle dolci mani di zia Cassidy passerò a vita migliore» ridacchiò Kevin lanciando in aria il mazzo di chiavi per poi prenderlo al volo.
«Ero in giro da quelle parti ed improvvisamente mi sono ricordato dove lo zio tiene le chiavi di riserva, una cosa che sappiamo solamente io, lo zio,  la zia e Benjamin, quindi ho dato un'occhiata ed erano ancora lì, le ho prese, ho fatto una copia ed ecco che andiamo a casa Agreste» confessò il ragazzo dai capelli neri «Se Corbyn si muovesse» aggiunse sussurrando e guardando la finestra della camera del ragazzo.
«Non ti preoccupare, ho rimesso le chiavi originali al loro posto, un segreto» e in quel momento Federico uscì dalla casa salutò sua cugina ed il suo migliore amico per poi salire tutte e tre nella macchina di Kevin e dirigersi verso la casa degli Agreste.
«Mettete una canzone» propose Federico aggiustandosi gli occhiali da sole, Alexandra scollò con il pollice sul suo cellulare e consigliò "Dance Monkey" di Tones and I, i due ragazzi che erano seduti davanti regolavano il volume della musica a loro piacimento alzando o abbassando a seconda del ritmo della canzone.
«Ma sei sicuro che non finiamo nei guai per violazione di domicilio?» chiese Corbyn.
«No tranquillo amico, male che vada ci attendono dieci anni di carcere» una risata sarcastica riempi la macchina.
«Posso sempre chiedere a mamma di difenderci in tribunale»
«Basta che non uccidiamo a nessuno perché se le indagini le deve fare tuo padre Lexy, saremmo nei guai fino alla punta dei capelli»
«Saremmo nei guaii anche se le facesse un altro detective o comunque la polizia, in ogni caso, a chi dobbiamo uccidere, se avete in mente una cosa del genere, lasciatemi pure qui» ridacchiò la castana.

La macchina si fermò davanti ad un cancello verde scuro, le crosticine di vernice scolorita si staccava e davano al cancello un aria molto vecchia, Corbyn scese dalla macchina, si aggiustò nuovamente gli occhiali da sole e si guardò attorno, pace e tranquillità, nessun rumore oltre al motore della macchina e qualche cinguettio di uccellini.
«Si sta proprio bene qui» commentò Alexandra raggiungendo il suo cugino nel frattempo che Kevin apriva il cancello di metallo, i tre ragazzi erano incanti dal paesaggio, «Sento profumo di mare, c'è il mare qui vicino?» domandò Kylie camminando accanto al modello e raggiungendo a piedi al cugino di Benjamin Margot e Brandon «Si a pochi chilometri a scendere hanno una spiaggetta privata» confermò Kevin aprendo un cancello di legno, questa volta messo meglio di quello all'ingresso.
Passato il cancello di media grandezza c'era una discesa ripida che continuava fino al parcheggio della villetta.
Corbyn ed Alexandra scesero a piedi aspettando Kevin che parcheggiava l'auto. Una piccola staccionata faceva da parapetto e da lì si vedeva un piccolo assaggio del panorama che offriva quel luogo, detto da Kevin, magico.

«Oh questa casa, se potesse parlare, quante cose direbbe» disse il ragazzo dai capelli neri appoggiandosi accanto ad Alexandra Kylie e sognando ad occhi aperti «Quanti ricordi, quando ero molto piccolo, venivo quasi tutti i giorni i giorni qui, per un breve periodo gli zii sono vissuti qui, poi quando Brandon ha iniziato ad andare alle elementari si sono trasferiti a Parigi, la storia dei miei zii è molto complicata, un giorno ve la racconterò» Kevin fece un segno di seguirlo di sotto e scesero delle scale di pietra, alla loro destra c'era un tetto con sotto un mini-piano cottura, a pochi metri si trovava l'ingresso della casa «Aspettatemi qui» Disse Kevin risalendo le scale, «Tu ci sei mai stato qui Fe?» chiese Alexandra al cugino che era occupato a guardare un piccolo pezzo di mare che si intravedeva tra gli alberi «Poche volte, ma si, non me la ricordavo così, sono passati anni ormai» la castana annuì «Anch'io ci sono venuta, qualche anno fa, mi ci ha portato Margot, ma sono passati ormai cinque anni dall'ultima volta che l'ho vista» Corbyn sussultò nel sentire un rumore proveniente all'interno dell'abitazione.
«Stavo dicendo a Fè, che ci sono stata circa cinque anni fa, non è cambiata molto»
«Non ci viene mai nessuno, solo mio padre e mia madre per dare un occhiata ogni tanto ed assicurarsi che tutto è in ordine, ma non spostano nulla, questa casa è un luogo sacro per la nostra famiglia, ci teniamo tutti tanto» spiegò Kevin facendo vedere l'interno dell'abitazione ai due ragazzi.
All'ingresso c'era una sala con un enorme tavolo di legno al centro decorato con una tovaglia beige a fiorellini.
La sala era arredata con dei cassetti molto lunghi che dividevano la cucina dalla sala.

La villa della famiglia Agreste era la classica villa americana: tre piani, giardini a volontà piscina.
Dalla cucina si accedeva al piano di sopra dove c'era una sala da pranzo due camere per gli ospiti, un bagno, la stanza della TV ed un salotto, anche per accedere al giardino si doveva passare dal secondo piano oppure dagli scalini del piano terra, un sentiero fatto di sanpietrini ed aiuole colorate.
Al terzo piano c'erano le camere: quella di Cassidy e Claude, Benjamin, Margot e Brandon.
«Avete portato il costume?» chiese Kevin scendo le scale dal giardino ed andando alla piscina che  aveva a forma rettangolare ed era anche molto grande, l'acqua era limpida.
Kevin si tolse la maglietta e si buttò nell'acqua, Federico lo imitò mentre Alexandra stava lì a fissare i due ragazzi che si stavano divertendo.
«Dai Lexy, vieni» disse il cugino di Benjamin cercando di convincere l'amica, «Adesso arrivo, un momento» la ragazza sistemò per bene gli asciugamani di tutte e tre sopra le sdraio poi si tolse la divisa del First Responder e si tuffò nell'acqua congelata «Freddo freddo freddo» batteva i denti mentre cercava di coprirsi al meglio con le braccia, Corbyn iniziò ad schizzare entrambi i ragazzi, il sole era alto nel cielo ed i tre si stavano divertendo, erano soli, loro tre, il sole, l'acqua gelida della piscina, il mare ed un enorme villa tutta per loro.

«Hanno davvero una bella casa» esclamò Alexandra guardandosi attorno alla sala grande con i muri dipinti di bianco e qualche decorazione floreale in rosa ed oro.
Federico prese una bottiglia di brandy ed una di Whiskey e guardò a Kevin «Quelle saranno li da più di sette anni, sono solo per decoro» rise e prese una bottiglia di bacardi «Se vedi che sono a metà o comunque usate, mio zio li ha bevuti quando venivano gli amici, poi ha smesso, prendevano un alcolico e giocavano a carte, mamma e zia preparavano L'antipasto e la cena»
«Questa casa ha tante storie da raccontare» disse Kevin guardando la foto del matrimonio di Claude e Cassidy, nella foto accanto dove c'era la schiera di damigelle con i best man indicò una donna con il vestito beige accanto alla sposa «Questa è mia madre, la sorella di zia Cassidy è quello accanto allo zio è Jacob, mio padre, è sua una coincidenza incredibile che i miei hanno lo stesso cognome, eppure non sono parenti, a volte succede ed è fantastico».
Accanto alla foto del matrimonio c'erano tante altre foto che raffiguravano la loro famiglia: la nascita dei tre fratelli Agreste, il primo giorno di asilo dei tre e tante altre scattare a Los Angels ed una sotto la Torre Eiffel.
«Un giorno vi racconterò di come si sono conosciuti i miei zii e perché hanno deciso di andare a vivere altrove».

I tre iniziarono a girovagare per la casa entrando in ogni stanza, Alexandra era insieme a Federico mentre Kevin non aveva nessuna compagnia, conosceva quella casa come le sue tasche, come quando indossi qualcosa dopo tanto tempo e dentro le tasche trovi qualcosa che avevi dimenticato mesi o anni fa, ti stupisci, così era l'espressione del ragazzo dai capelli neri, era sorpreso di vedere quella casa tenuta così bene dopo tutto quel tempo inutilizzata, il giovane guardò l'ora dal suo cellulare ed il display indicava l'una passate di notte,
«Se per voi va bene, stasera dormiamo qui, si è fatto tardi e non mi va di guidare» Kevin si guardò attorno, né Alexandra né Corbyn gli avevano risposto, piano piano iniziò a setacciare tutta la casa alla ricerca dei due che dormivano beatamente nella camera degli ospiti.
Corbyn era abbracciato a sua cugina che aveva gli occhi rilassati ed un sorriso che andava da un orecchio all'altro
«Molto probabilmente sta sognando ad Ivan» pensò Kevin andando sotto le coperte e mettendosi accanto alla moglie amica.
«Buonanotte Coby, notte Lexy» sussurrò per addormentarsi subito dopo.

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