due

Era un altro giorno come ieri e come tutti quelli che Federico aveva passato dopo la morte della madre a causa di un intervento al cuore fatto troppo tardi.
Sono passati ormai due mesi da quando la signora Madison Fonte non c'era più e la vita del ragazzo è diventata spaventosamente infelice.
La stanza di Federico Corbyn, era diventata una gabbia d'oro, il padre non manifestava più nessun affetto nei confronti di Federico e raramente dimostrava il suo bene nei confronti del figlio ventenne.

Federico stava fissando con noncuranza il tetto bianco ricoperto da adesivi che si illuminavano al buio, quando la vibrazione del suo cellulare lo fece sussultare.
Il giovane prese il dispositivo elettronico tra le mani e dopo aver letto il nome del mittente il cuore gli iniziò a battergli forte nella cassa toracica.
Alexandra gli aveva inviato una foto dove la ritraeva al parco insieme alla madre Rachel «Hi Kylie, Hi Rachel» disse dopo che la giovane diciassette le aveva risposto alla videochiamata con il sorriso stampato in faccia.
«Hello Corbyn» esclamò la giovane mettendosi a sedere ad un chiosco nel parco dove stava passeggiando «Ci raggiungi? Ti stiamo aspettando» Federico balzò dal letto e si mise un paio di pantaloni marroni firmati Rossi, -il brand creato da suo padre- e una t-shirt abbinata, prese le chiavi della villa e della sua macchina, una Mercedes-Benz, nera opaca era pronta per sfrecciare tra le strade di Los Angeles, il ragazzo mandò un messaggio alla giovane per chiedere la posizione esatta in cui si trovavano le due donne al MacArthur Park.

«Corbyn» Kylie urlò a squarciagola abbracciando il ragazzo ed stringendolo forte a sè, mentre la madre dell'adolescente era impegnata in una chiamata di lavoro «Scusate, io devo andare, mi ha chiamata la mia assistente, devo interrogare il mio cliente, mio marito
ha trovato dei buoni indizi che lo dichiarano innocente e siccome che sono l'avvocato difensore vado ad ascoltare anche versione del mio assistito. Ciao tesoro, ciao Coby»
«Bye bye mom» Alexandra salutò la madre che si stava dirigendo verso l'uscita del parco «Arrivederci Rachel» il ragazzo biondo saluto l'avvocato che si allontanava rapidamente.

I due ragazzi, rimasti da soli iniziarono a camminare senza meta nel parco «Dove andiamo?» chiese Alexandra guardando l'ora dallo schermo del suo iPhone incorniciato da una cover rosa cipria firmata Armani «Dove ci portano le gambe» rispose il giovane biondo scherzando, «Se è così» Alexandra prese un bel respiro «Le mie portano direttamente al mare, però Santa Monica è troppo lontana da qui»
«Non c'è nessun problema» Federico estrasse dalla tracolla di Louis Vuitton le chiavi della macchina facendole dondolare davanti alla faccia stupita della ragazza «Vedi Lex, ho questa».

«Chi si vede da queste parti!» esclamò entusiasta un ragazzo dai capelli neri con sottobraccio la sua tavola da surf bianca con delle decorazioni marine, andando incontro ai due ragazzi appena arrivati in spiaggia «Kevin che bello vederti» disse Federico abbracciando il suo migliore amico tutto bagnato «Ti sei bagnato come un pulcino Coby» disse Kevin posando la sua tavola sulla sabbia bollente e saltando su di essa.
«Kylie non sai quanto mi rende felice vederti, come stai piccola mia?» la ragazza rispose che stava bene accennando un lieve sorriso.
Kevin esaminò con attenzione l'oceano che si espandeva immenso e facendo vagare il suo sguardo oltre l'infinità di persone che era presente sulla spiaggia «Hanno  ri-operata un'altra volta mia cugina Mar, da poco, me l'ha detto Benjamin, ora dovrebbe stare bene, sono passati alcuni giorni» i tre iniziarono a camminare sul bagnoasciuga in direzione costeggiando l'oceano, Kevin teneva sotto braccio la sua amata tavola da surf mentre Federico e Alexandra si erano tolti le scarpe per poter camminare sulla riva fresca.
«Si, ha mandato anche a me un messaggio Margot, sta bene, per ora» la giovane diciassettenne prese il cellulare dal suo zainetto di Michael Kors e camminando accanto a Federico fece una foto alla vastità dell'acqua.

«Qualche giorno fa ho incontrato un ragazzo» disse Alexandra facendo passare il suo braccio attorno a quello del suo cugino Federico e stringendolo più forte «Si chiama Ivan» fece una breve pausa per vedere se Kevin la stava ascoltando, e in effetti, il ragazzo era molto interessato al discorso, i tre si misero a sedere ad un chiosco sulla spiaggia ed ordinarono da bere.
«Continua» disse avvicinandosi pericolosamente al volto della giovane «Com'è bello?» chiese in seguito «Molto!» affermò la castana senza pensarci e appena aver realizzato ciò che ha detto nascose la testa dietro alla schiena di suo cugino «Se mi descrivi un po' questo Ivan potrei anche conoscerlo, e se lo conosco potrei mettere una buona parola su di te» Kevin si portò la lattina di coca cola light alle labbra bevendone una generosa dose.
«Allora vediamo...» la ragazza picchiettò l'indice sul mento sotto lo sguardo attento di Federico «È alto, capelli marroni con le punte colorate di biondo, begli occhi, molto belli, però non ho capito se sono verdi o azzurri»
«Mi serve altro, così è troppo in generale, sai quanti ragazzi ci sono a Los Angeles così» Kevin sbuffò sistemandosi i capelli che sono ricaduto sul viso, Federico ridacchiò continuando a mangiare il suo panino ed osservando divertito la ragazza al suo fianco «Sai per caso che cosa fa? Lavora? Studia?» domandò Kevin guardandosi attorno
«Penso che studi, si studia!» affermò entusiasta la ragazza «Studia biologia, me lo aveva detto, cioè ci ho già parlato una volta, mentre andavo in spiaggia con mio padre e l'ho incontrarlo lì, cioè qui, perché la spiaggia era questa, e ci ha parlato papà, penso che sia il figlio di un suo collega, mi aveva detto che stava facendo un tirocinio, studio degli animali marini»
«Interessante» commentò Kevin scorrendo con l'indice sullo schermo del suo iPhone e mostrando una foto alla ragazza «È lui?» chiese convinto ed Alexandra annuì con la testa: sullo schermo del cellulare di Kevin mostrava il profilo Instagram del ragazzo «Morrison, Ivan Morrison, studia alla UCLA come me e Federico e appunto fa biologia, lo conosco di vista, è un ragazzo per bene ed aspira a diventare biologo marino e lavorare con le specie in via di estinzione» Alexandra prese il suo telefono che era appoggiato accanto a lei sul tavolo e seguì il ragazzo sul social poi ringraziò Kevin con un bacio sulla guancia.

I tre si alzarono dal chiosco e si diressero verso il mare affollato «Gara di surf?» Kevin invitò a Federico mentre osservava le alte onde che si abbattevano contro la spiaggia piena di bagnati di tutte le età «Ci sono anche i ragazzi che fanno First Responder insieme a Kylie: Simon, Luke, Noah, Liam e Richard, ci uniamo a loro?» chiese Federico ed insieme al suo migliore amico e la cugina si avvicinarono al gruppetto dei cinque ragazzi impegnati in una conversazione con le loro tavole da surf.
«Hi Lexy» Luke, il ragazzo moro si avvicinò alla giovane per salutarla «Hai già finito il turno?» la giovane annuì sorridendo lievemente «Si, ma per poco, devo fare la notte» sbuffò, poi salutò gli altri quattro che ricambiarono con gioia.
Il più piccolo del gruppetto aveva i capelli ricci di un castano chiaro e gli occhi a mandorla del medesimo colore dei capelli, si avvicinò ad Alexandra posando le una mano sulla spalla «Allora vuol dire che ci faremo compagnia a vicenda, anch'io ho il turno di sera, tra un po' andiamo» la ragazza gioì sollevata dal fatto che la sera non era da sola nel turno lavorativo notturno
«È un bene che ho la tua compagnia Noah, almeno non mi addormenterò».

«Com'è fare il soccorritore?» Federico s'intromise nel discorso tra sua cugina e il suo amico-collega di lavoro appoggiandosi alle spalle di entrambi i ragazzi, «È molto appagante, ci vogliamo tutti tanto bene ed è come una seconda famiglia» intervenne Simon, il ragazzo riccio appoggiò la tavola da surf sulla sabbia bollente saltandoci sopra e fingendo di cavalcare le onde del Pacifico del nord e si mosse con il busto tenendo ferme le gambe «Noi cinque siamo cresciuti insieme e abbiamo pensato di intraprendere questo percorso insieme, giusto per fare esperienza tutti quanti» dichiarò il riccio guardando i suoi amici «Abbiamo conosciuto tante persone che stavano male e che avevano bisogno del nostro aiuto e che grazie a noi adesso stanno meglio, ci ringraziano ogni giorno e noi siamo grati della fiducia che hanno deposto in ognuno di noi» disse Liam, il più grande del gruppetto e fratello di Richard «Si è vero, a me piace tanto, mi sento così fortunato a lavorare in un posto così» intervenne quest'ultimo saltando sulle spalle del fratello e facendo perdere l'equilibrio al maggiore dei due fratelli Morrison, tutti i presenti si misero a ridere per poi correre con le loro tavole da surf sotto il braccio verso l'oceano e gareggiare.
Alexandra e Noah rimasero a riva a guardare i ragazzi mentre si divertivano.
La ragazza teneva le sue infradito in una mano mentre l'altra era occupata dall'iphone.

Il tardo pomeriggio arrivò presto e sul posto di lavoro non era ancora arrivata una chiamata di emergenza «Penso che sarà una serata tranquilla» Noah Robinson si stese sul divano del salotto accanto ad Alexandra che stava sfogliando il sesto libro di Harry Potter: "Harry Potter e il principe mezzo sangue"
«Ma quanto è caruccio Draco Malfoy» commentò la ragazza mentre era immersa nella lettura, il giovane alzò un sopracciglio lasciando cadere l'iPhone sul divano e sbirciando il testo di Alexandra «Serpeverde?» domandò tornado al suo giochetto preferito: Subway Surfus.
«Sei come Simon, anche lui è fissato con HP, a differenza che lui è Grifondoro»
«Si me lo aveva detto una volta, alla mia migliore amica che vive a Parigi, la cugina di Kevin, non piace Harry Potter, ma io mi chiedo come fa a non piacergli» rise chiudendo il libro «Giuro che un giorno o l'altro glielo farò piacere, parola di Alexandra Kylie Jenner» anche Noah si mise a ridere lasciando da parte il cellulare prese un mazzo di carte dal cassetto di fronte a loro.
«Partita a carte?» domandò, il castano distribuendo le carte da UNO alla sua collega «Penso che non chiamerà nessuno e avremmo la "serata libera"» mimò delle virgolette alle ultime due parole.

Erano ormai passare le tre di mattina ed i due ragazzi erano ancora stesi sul divano a parlare del più e del meno aspettando con ansia una chiamata d'urgenza che fortunatamente quella notte non è ancora arrivata.
«E tornando a noi c'è qualche ragazzo che ti piace?» curiosò Noah, Alexandra arrossì lievemente e prese il cellulare che aveva precedentemente gettato con noncuranza accanto a lei sul divano «Si!» dichiarò buttando una carta di colore giallo sopra a quella che era già sul mazzo.
Noah si sistemò meglio sul divano ed iniziò ad ascoltare con attenzione alla sua collega «Uh là là» posò le sue carte da gioco rivolte a testa in giù sulla coperta bianca «E chi sarebbe il fortunato ad aver conquistato il tuo cuore? Signorina»
«Ivan, Ivan Morrison, studia biologia alla UCLA e ha degli occhi che dire che sono meravigliosi è dire poco» portò le mani sul viso ed strizzò  gli occhi marroni
«Morrison? Morrison? Non è che per caso è un parente di Richard e Liam?» il giovane iniziò a ridere per poi picchiettare  con l'indice sul mento pensando ad una possibile parentela con i due fratelli Morrison.
«No non penso, almeno credo» anche la ragazza sorrise «Parenti o meno Ivan rimane sempre figo, ed è bellissimo, i suoi occhi, i suoi capelli le sue mani, hai visto le sue mani?» Alexandra prese le mani di Noah tra le sue ed iniziò a fantasticare sul ragazzo per cui aveva perso la testa da ormai due settimane.

I due rimasero tutta la notte svegli a parlare, un po' perché a Noah piaceva ascoltare le fantasie di Alexandra e un po' perché erano obbligati a restare svegli sul turno di lavoro, ogni tanto si lamentavano perché avevano sonno oppure per via della stanchezza.
«E dimmi un po'» il più piccolo dei due sbadigliò facendo fare la medesima cosa ad Alexandra «A te c'è qualche ragazza che t'interessa?» chiese la giovane legandosi la treccia con l'elastico che portava sempre al polso.
«I segreti come questi non si svelano alle sei di mattina, quando sei stanco morto e quando dalla tua bocca potrebbero uscire cazzate» il ragazzino si alzò dal divano bianco andando a bere dell'acqua in cucina anche Alexandra lo seguì, molti dei loro colleghi erano in cucina che stavano preparando la colazione per se è anche gli altri «Buongiorno» mormorò la giovane stiracchiandosi la schiena e prendendo uno yogurt bianco dal frigorifero.
Il ragazzo riccio mise a bollore del latte «Menomale che non ha chiamato nessuno» sospirò guardandosi attorno «Potevo dormire che pale!» chiuse la cerniera della divisa nera con scritto "Medical, First Responder" sul petto all'altezza del cuore.
«Io oggi ho il pomeriggio libero, vado da Corbyn, suo padre è a New York per una riunione di lavoro per la Fashion Week, è meglio che non c'è a casa, quell'uomo è un mostro dopo la morte di zia Madison non so come facciano Coby ed il personale di lavoro a sopportare un uomo del genere, comunque se hai bisogno di qualcosa, Noah chiamami» Alexandra si sciolse i lunghi capelli lasciandoli ricadere morbidi sulle spalle e addentando un pezzo di cioccolata al latte, Noah annuì con la testa ed uscì dal posto di lavoro ed accompagnò all'amica a casa di suo cugino.


Il cancello della villa Rossi era chiuso di fronte ai due ragazzi «Vuoi venire con me?» chiese Alexandra al ragazzo che la stava affiancando, Noah annuì con la testa un po' in soprappensiero, era passato molte volte davanti a quel cancello ma ora che ce lo aveva di fronte gli appariva come un gigante cattivo dove bisognava affrontare delle prove per entrare in quel posto misterioso «Mi sento come un uccellino in gabbia» rise Noah cercando di respirare piano piano «Si lo so, dopo che è morta mia zia, l'entrata è stata molto molto trascurata, zia Madison aveva piantato tantissimi fiori e se ne prendeva cura ogni giorno, i suoi preferiti sono sempre state le rose che sono anche i miei, il giardiniere, il signor Travis dopo  lo shock emotivo della morte -era molto affetto alla madre di Corbyn- ha ripreso da poco ad occuparsi del giardino» i due ragazzi camminarono lungo la stradina di ciottoli bianchi che portava fino all'entrata della maestosa Villa Rossi, per Alexandra Kylie quella era la quotidianità, quando non doveva studiare o aveva del tempo libero prima di tornare a lavoro, passava sempre da suo cugino, anche se era più grande di lei di tre anni, la ragazza era molto affezionata al giovane modello e dopo che la madre lo ha lasciato da solo con il padre, Alexandra fa il possibile per passare più tempo con Corbyn.

La porta si aprì e davanti ai due ragazzi si presentò il maggiordomo Joseph che li fece accomodare «Il Signore non c'è al momento, è andato a New York per una riunione di lavoro, ma il signorino è in camera sua, signorina Alexandra sa già la strada, dopo vi faccio portare qualcosa da mettere sotto i denti» Noah si guardava attorno sbalordito da tanta bellezza «Che meraviglia!» esclamò il ragazzo osservando alcune copertine delle riviste di moda più note Vogue, Louis Vuotton, Dior, Chanel, Gucci, Prada, Armani, Dolce e Gabbana e molti altri.
«Mio zio Ethan è famoso in tutto il mondo e moltissime volte mi è capitato di vedere lui, la zia o Corbyn in prima pagina di qualche rivista» salirono le scale che portavano ai piani superiori dell'abitazione ed il ragazzo si guardava sempre più meravigliato da tanto lusso «Non ho mai visto così tanto lusso tutto in una volta» sorrise un po' amareggiato perché lui veniva da una "normale" famiglia californiana «Tu non hai mai pensato di fare la modella?» Alexandra scosse il capo «Ho posato qualche volta per mio zio, gli ho fatto da modella e ho scattato con zia e Corbyn, ma fare la modella non mi ci vedo in futuro, appena finita l'High School vorrei andare allo Yale e iniziare a studiare comunicazione, poi cercare lavoro in quel campo li» Noah la stava ascoltando con ammirazione ed arrivati di fronte ad una porta bianca la ragazza entrò senza bussare, il giovane riccio rimase sulla soglia della porta impaurito da una possibile reazione di Corbyn, ma il ragazzo sorrise lievemente e lo fece accomodare nella sua stanza «Non ti dispiace, vero?» chiese Alexandra rivolga al cugino che negò con la testa «Ansi, accomodati», Noah si mise a sedere sulla sedia da ufficio bianca e continuò a guardarsi attorno con stupore.

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